Ulteriore indebolimento sui principali listini mondiali. Piazza Affari per ora tiene, ma solo all'apparenza (che talvolta inganna)


Si conclude la prima settimana post scadenze tecniche. Certamente non è un mercato facile: alla subodorata debolezza statunitense (come da copione e da articolo di sabato scorso (link: https://www.lombardreport.com/2023/9/16/azioni-esprinet-azioni-itway-azioni-antares-vision/)) si è contrapposta la nostra Borsa in netta controtendenza e sostenuta dal comparto bancario, grazie al rinnovato piano di buy back di Unicredit. Una dicotomia di forza relativa tra USA e Italia su cui personalmente faccio estrema fatica ad operare. La settimana è stata caratterizzata anche dalle scelte di politica monetaria della Fed e altrettanto onestamente mi ha totalmente spiazzato la forza della nostra Borsa nella seduta di mercoledì. Ricordo che ero short su un titolo di "nicchia" e dopo quasi tre ore di negoziazione mi sono dovuto stoppare in pari perché, pur essendo totalmente decorrelato dal nostro indice principale chiaramente non poteva scendere. Questo per dire che ci vuole una sorta di coralità e andare short in un mercato che continua a battere massimi su massimi in intraday rischia di essere un suicidio annunciato. A questo aggiungo l'enorme frustrazione per quanto successo a mercati chiusi in serata: quando gli USA hanno iniziato a scendere giovedì ecco che avrei avuto un ottimo gain. "Cosa fatta capo A" mi diceva il mio capo quando lavoravo in banca. E così è anche la Borsa: una bella donna che rischia di essere la rovina di un uomo, fermo restando che l'uomo senza la donna è rovinato. 

Osserviamo dunque il nostro derivato su scala daily. Siamo sempre sui massimi della congestione ma anche se la forza relativa risulta chiaramente maggiore in questo momento non mi metterei lungo: gli altri indici sono troppo deboli. Faccio poi notare che continuiamo a "sostare" sulla trend line dinamica ascendente di lungo periodo: situazione che non mi è chiara e per la quale vedrei bene una discesa verso i 27900 punti ma chiaramente se il comparto bancario continua a sovraperformare come ha fatto sinora è come andare in discesa in macchina tirando il freno a mano.

La situazione grafica è ben diversa se osserviamo il DAX30 future: se la scorsa settimana ci trovavamo nella parte alta attorno a 16200 punti, oggi siamo tornati a 15580/15600, supporto statico -tratteggiato- molto importante al di sotto del quale ci sarebbe un discreto spazio di discesa a condizione di non rientrare sopra il livello bucato!!!

Anche l'Eurostoxx "flirta" con un supporto statico attorno a 4180-4200 punti al di sotto del quale ci sarebbero margini di discesa. Il fatto è che manca COMPLETAMENTE una trigger, un evento scatenante per andare in una direzione e mantenerla. 

Faccio notare che sia per il Dax che per l'Eurostoxx calcolare l'obiettivo in caso di rottura al ribasso risulta piuttosto semplice: basta considerare l'altezza del rettangolo e proiettarla verso il basso dal punto di rottura. Otteniamo indicativamente 4050 per l'Eurostoxx e circa 15100 punti sul Dax. 

Osservando invece l'S&P500 la situazione appare palesemente diversa e più critica rispetto agli europei (da qui le difficoltà di cui parlavo nell'incipit dell'articolo). Qui infatti abbiamo rotto al ribasso i minimi della scorsa ottava ed abbiamo avuto una decisa accelerazione al ribasso che ha portato l'indice delle 500 società a più larga capitalizzazione a formare una sorta di testa e spalle e attualmente ci troviamo a ridosso di una possibile neckline. Preciso che nel trading NON mi baso sulle figure tecniche ma mi pice comunque osservare comportamenti "critici". La rottura confermata in chiusura del livello a 4330 (sarebbe meglio parlare di area 4330) potrebbe portare ad un ulteriore indebolimento alla ricerca del supporto successivo a 4200. Venerdì sera l'S&P ha chiuso a 4320, quindi al di sotto del livello indicato. Di seguito il grafico daily.

Fronte watchlist...

Quadro tecnico degli indici in deterioramento anche se il mercato italiano risulta apparentemente più tonico grazie al comparto bancario. La tenuta del nostro listino deriva quindi da poche azioni che pesano molto e che, come ho già avuto modo di far notare la scorsa settimana, risulta fuorviante anche in termini di volumi scambiati nel corso della seduta. All'inizio dell'articolo ho citato Unicredit. Mi è capitato di sentire commentatori affermare che i volumi erano risaliti a livelli ottimi. Questa affermazione a mio modo di vedere risulta essere estremamente fuorviante. A titolo di esempio il 20 settembre in finale di seduta (ore 17.39) il controvalore degli scambi era salito a 3.2 miliardi di euro. Peccato che analizzando a fondo il dato, alle 17.18 quel controvalore scendeva drasticamente a quasi 2.6 miliardi, il che significa che il 23% del totale è stato fatto SOLO in asta di chiusura. Andando ancor più nel dettaglio il 20% del volumi transato alle 17.20 era stato fatto SOLO dal titolo Unicredit. Di seguito trovate cerchiato il controvalore totale e lo potete confrontare con quello di Unicredit.

Quindi un'unica azione ha rappresentato un quinto degli scambi totali. Questo significa che NON c'è coralità o interesse sulla nostra Borsa ed è dimostrato dalle perfomance drammatiche delle azioni più sottili.

Penso ad esempio a quanto successo a Digital Bros passata da 15.79 a 12.76 (-19% in assenza di notizie) piuttosto che alla già citata Antares (da 4.50 a 4 euro, peccato che la settimana precedente ne valesse 6.5). Il bello è che in queste situazioni anche le notizie positive vengono "fagocitate" all'interno del buco nero delle vendite. Mi spiego meglio con un esempio. Safilo in settimana ha siglato un accordo con Amazon per la fornitura di occhiali smart. Notizia che a mio avviso avrebbe dovuto portare un forte upside del titolo e invece.....azione che ha aperto giovedì in rialzo del 5.7%, salita fino a 0.917 (+2.2% dall'open) e poi è solo scesa. Insomma, notizie positive che diventano occasione di vendita anche per chi opera su time frame ristretti all'intraday o ad un paio di sedute.

E se le notizie positive non vengono considerate, figuriamoci quelle negative. Un esempio? Agatos, società che ha ricevuto una ingiunzione di pagamento da parte di Sorgenia per circa 3 milioni di euro. In questi casi è come sparare alla Croce Rossa o per Dracula andare all'Avis. L'azione in oggetto è scesa da 0.37 euro a 0.19 in chiusura di venerdì: un tonico meno 48%. Personalmente ho subito shortato il titolo "scalettando" i riacquisti. 

Se le azioni sottili sono oggetto di continue vendite, non è da meno l'andamento dei titoli principali. Penso ai titoli del lusso che hanno tenuto nei mesi scorsi e che ultimamente si sono indeboliti parecchio in Italia ma anche in Europa. Moncler ne è un esempio che mi ha permesso un bel trade nella seduta di martedì, con un buy esattamente sul minimo di giornata (ed un incremento della size in un suo intorno), ma si tratta di una operatività estrema: un modo per tirare fuori la pagnotta in un mercato che oggettivamente risulta estremamente difficile per il sottoscritto. Illiquidità, volatilità bassissima: il cocktail peggiore per un trader.

L'unica nota positiva in questo panorama desolante (scusatemi la vena poetico-malinconica, sarà che siamo entrati in autunno) rimane ITWAY più volte segnalata e sulla quale i volumi sono rimasti stranamente buoni anche nel corso della settimana. Lo stop sulla rimanente parte (un terzo o giù di lì) andrebbe drasticamente alzato dagli 1.95 euro market on close della settimana scorsa (link: https://www.lombardreport.com/2023/9/16/azioni-esprinet-azioni-itway-azioni-antares-vision/) a 2.06 market on close. Purtroppo l'azione è salita troppo velocemente (+22% in un paio di settimane) e visto il contesto generale mi fido molto poco. Nel mese di giugno il titolo ha "sparato" al rialzo per un mese. Questa volta il rialzo è iniziato il primo settembre ed il mese si conclude la prossima settimana, quindi attenzione. Faccio poi notare che l'ultimo target è stato pienamente raggiunto proprio venerdì in area 2.25 (massimo intraday a 2.345 dove ho provato uno short senza essere preso). Potrebbe quindi configurarsi una failure di breakout (invalidata su chiusure sopra 2.35). Cosa voglio dire? Molto semplicemente che anche se si uscisse completamente dal trade si farebbe comunque bene. Se invece si è tecnici lo stop andrebbe messo a 2.06 euro market on close. Se si è tecnici ma allo stesso tempo non ci si vuole rimangiare l'ultima parte di gain stop in intraday su rottura dei minimi di venerdì (2.145 euro). 

Ultima notizia che potrebbe interessare i bondisti/piccoli investitori ma anche i trader: il 26 settembre sarà emessa sul MOT l'offerta retail di obbligazioni Maire Tecnimont per un ammontare di 120 milioni fino ad un massimo di 200 milioni. Durata 5 anni e taglio minimo 1000 euro con una cedola non inferiore al 6% annuo (si vocifera di qualche decimale in più). Obbligazioni che potrebbero essere richiamate a partire dal terzo anno. Attualmente sul mercato è presente un altro bond dello stesso emittente (ISIN: XS1800025022) che è stato collocato ad aprile 2018, taglio 1000 e cedola 2.625%. Chiaramente erano altri tempi ed epoche con tassi al ribasso o addirittura negativi, lontana preistoria. Ne posto il grafico su scala settimanale dal giorno del collocamento ad oggi giusto per far notare la massima volatilità avuta: post collocamento si è spinto ad un minimo di 96, a fine 2018 i minimi sono stati a 95 mentre quelli assoluti sono stati toccati in occasione del 2020 (COVID) a 91. In condizioni "normali" di mercato la volatilità è rimasta piuttosto contenuta. Emissione che reputo interessante ma che non farei a leva proprio per il potenziale effetto overhang iniziale.

Buona sabato sera a tutti!

Ad maiora!

PNA

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)

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