NASDAQ100 WEEKLY - Settimana di lieve negatività sugli indici azionari USA ma non a causa dei dati macroeconomici.


LA PREVISTA ALTA VOLATILITA’ SUI MERCATI FINANZIARI NON SI E’ PRESENTATA. GLI INDICI AZIONARI PERDONO QUALCOSA NON A CAUSA DEI BUONI DATI MACRO MA DALLA PUBBLICAZIONE DELLA TRIMESTRALE DI ADOBE, PERALTRO IN LINEA CON LE ATTESE.

Il crollo delle azioni delle società tecnologiche ha pesato venerdì scorso sull'indice NASDAQ100 e S&P500, intaccando i recenti guadagni degli indici di riferimento del mercato generale e spingendoli in territorio negativo per il fine settimana. L'S&P500 e il NASDAQ100 hanno registrato lievi cali durante la settimana, mentre il DOW ha registrato un piccolo guadagno. Nonostante i buoni dati macro pubblicati nel corso della scorsa settimana (ricordate il rapporto "cattivi dati=buone notizie" e viceversa), i listini azionari stavano tenendo molto bene le quotazioni ma la pubblicazione della trimestrale economica di Adobe (i particolari a fondo pagina, ndr.), comunque in linea con le attese degli analisti ha, inaspettatamente, fatto crollare le quotazioni della società di software portando alcuni investitori ad assumere un atteggiamento più cauto anche nei confronti di altre società tecnologiche come Microsoft che ha perso il 2,5%, Palo Alto Networks ha perso il 2,3% ed altri pesi massimi della tecnologia, Meta e Nvidia, che hanno perso ciascuno più del 3%. Nelle ultime settimane le azioni sono state scambiate in un range ristretto e i movimenti sono stati attenuati dopo che il mercato è cresciuto costantemente per gran parte dell’anno. Molti investitori sono passati da una scommessa di un’economia americana in recessione a quella che manterrà la sua forza, mantenendo alti i rendimenti dei titoli del Tesoro e generando guadagni in tutti i settori, dal petrolio alle azioni. Ed i nuovi dati economici pubblicati durante la scorsa settimana hanno fatto ben poco per cambiare questa visione, mostrando che gli americani continuano a spendere, riprendendo ad indebitarsi, mentre i produttori statunitensi si sentono meglio riguardo alle condizioni commerciali.

Nel frattempo, l'aumento dei prezzi delle componenti energetiche (petrolio e gas) hanno avuto ripercussioni sull'economia, irritando le previsioni di alcuni investitori secondo cui l'inflazione avrebbe continuato a diminuire. All’inizio della scorsa settimana, i dati macro hanno mostrato che i prezzi al consumo nel mese di agosto sono aumentati al ritmo più veloce in più di un anno, alimentati da un aumento dei costi energetici. I prezzi del petrolio hanno registrato guadagni considerevoli nelle ultime settimane, soprattutto sui prezzi del greggio Brent che si sono attestati al livello più alto da novembre 2022. Nelle ultime tre settimane, il Brent ha registrato un rally di quasi il 12%, il più grande guadagno da aprile.

Diamo, quindi, uno sguardo ai dati macroeconomici pubblicati nel corso della scorsa settimana. Giovedì scorso il Dipartimento del Commercio ha riferito che le vendite al dettaglio sono aumentate dello 0,6% in agosto rispetto al mese precedente. Anche a condizione che i dati di luglio e giugno siano stati rivisti al ribasso, ciò conta come un solido guadagno. Gran parte di questa crescita è stata determinata dall’aumento dei prezzi della benzina, le vendite alle stazioni di servizio sono aumentate del 5,2%, ma anche la maggior parte delle altre categorie di vendita hanno registrato guadagni.

Il rapporto conferma che la crescita del prodotto interno lordo nell’attuale trimestre sarà probabilmente molto forte, alimentata da un grande aumento della spesa al consumo. Gli economisti di JPMorgan Chase, ad esempio, prevedono che il PIL reale crescerà a un tasso annuo del 3,5% nel terzo trimestre rispetto al secondo.

Mercoledì scorso il Dipartimento del Lavoro, ha riferito che i prezzi al consumo (CPI) complessivi sono aumentati dello 0,6% destagionalizzato in agosto rispetto a luglio, collocandoli del 3,7% al di sopra del livello dell'anno precedente. Tuttavia, anche su questo indice, gran parte di questo guadagno mensile è dovuto al balzo dei prezzi della benzina. I prezzi esclusi i beni alimentari ed energetici, il cosiddetto “core” che gli economisti e i banchieri centrali osservano per avere un’idea migliore della tendenza di fondo dell’inflazione, sono aumentati dello 0,3% in agosto rispetto a luglio, portandoli del 4,3% al di sopra del livello di un anno fa.

Si tratta di un valore ancora molto elevato e un po’ più solido di quanto si aspettassero gli economisti, ma per la FED conta ancora come un progresso. Gli economisti di JPMorgan Chase vedono questo andamento comunque come una riduzione dell’inflazione rispetto al massimo pluridecennale del 5,4% raggiunto nel febbraio dello scorso anno e ciò rappresenta la ragione principale per cui, quando i membri della FED si incontreranno mercoledì prossimo, sono quasi certi che lasceranno i tassi invariati. Anche gli investitori pensano che probabilmente non ci saranno altri aumenti dei tassi nemmeno dopo la prossima settimana, infatti i futures sui tassi di interesse mettono la possibilità di un ulteriore aumento quest'anno a poco meno del 30%.

Vediamo i motivi per i quali, economisti ed investitori, prevedono che l’inflazione abbia già visto il suo Top e sia entrata in una parabola discendente. Consideriamo i prezzi delle auto. Le interruzioni legate alla pandemia nella fornitura di microchip hanno gravemente ridotto la disponibilità di veicoli nuovi e hanno fatto salire alle stelle i prezzi dei veicoli usati. Con la normalizzazione delle forniture di microchip, la produzione di nuovi veicoli è aumentata e i prezzi dei veicoli usati sono diminuiti. Il rapporto di mercoledì scorso ha mostrato che i prezzi delle auto e dei camion usati il ​​mese scorso sono scesi del 10% rispetto al livello di gennaio 2022. Ma alle aste, i prezzi delle auto usate sono scesi ancora di più, con l’indice Manheim dei valori dei veicoli usati in calo del 18% rispetto al suo picco. Inoltre, rispetto ai prezzi delle auto nuove, i prezzi delle auto usate sembrano ancora elevati: per tornare al differenziale del 2019 rispetto ai veicoli nuovi, dovrebbero scendere di un altro 12%.

Anche i costi immobiliari sembrano destinati a diminuire. Nel mese di agosto, la misura dei prezzi degli affitti effettuata dal Dipartimento del Lavoro è aumentata del 7,8% rispetto all'anno precedente. Ma poiché questo riflette ciò che pagano gli affittuari in generale, soprattutto per quelli che li hanno firmati qualche tempo fa, cogliere i cambiamenti nei prezzi addebitati dai proprietari risulta essere molto lento. E poiché il Dipartimento del Lavoro utilizza i prezzi degli affitti per imputare le variazioni nei costi di alloggio dei proprietari di casa, la sua misura dei costi complessivi degli alloggi è elevata. Nel frattempo, le misurazioni dei contratti di locazione appena firmati mostrano che gli aumenti dei prezzi sono diminuiti drasticamente, suggerendo che i futuri rapporti del Dipartimento del Lavoro mostreranno una minore inflazione immobiliare.

L’inflazione si è raffreddata, ma dovrà raffreddarsi ancora affinché i membri della Federal Reserve inizino a sentirsi a proprio agio ? Mercoledì prossimo dalle dichiarazioni del Presidente FED, Jerome Powell, capiremo meglio le aspettative del comitato.

Passiamo ora ad analizzare il mercato azionario USA. Con l’avvicinarsi dell’inizio del quarto trimestre, gli analisti più ottimisti e pessimisti in termini di rating sui titoli dell’S&P500?

Complessivamente, ci sono 11.062 rating sui titoli dell'S&P500. Di questi rating, il 54,4% sono rating di acquisto, il 40,0% sono rating di hold e il 5,6% sono rating di vendita. A livello settoriale, gli analisti sono più ottimisti sul settore energetico, poiché questo settore ha la più alta percentuale di rating Buy (64%). Gli analisti sono invece più pessimisti sul settore dei beni di consumo di base, poiché questo settore ha la percentuale più bassa di rating Buy (45%). Il settore dei beni di consumo di base ha anche la percentuale più alta di rating Hold (47%) ed è alla pari con il settore industriale per la percentuale più alta di rating Sell (8%).

Di seguito sono riportate le 10 società S&P500 con le percentuali più elevate di rating di acquisto.

Di seguito sono riportate le 10 società S&P500 con le percentuali più elevate di rating di vendita.

Diamo uno sguardo ora al mercato monetario. La Banca Centrale Europea ha alzato i tassi di interesse di un quarto di punto percentuale portandoli a un livello record, ma ha segnalato che i costi di finanziamento della zona euro potrebbero aver raggiunto il picco, facendo crollare l’euro. Con una decisione divisa, i funzionari della BCE hanno aumentato il tasso sui depositi della banca al 4%, il decimo aumento consecutivo e un aumento vertiginoso da sotto lo zero dello scorso anno. I funzionari della BCE ritengono che i tassi abbiano raggiunto livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, daranno un contributo sostanziale alla riduzione dell'inflazione al loro obiettivo del 2%. Secondo i dati di Refinitiv, si aspettano che la BCE mantenga i tassi di interesse a circa il 4% fino alla prossima estate prima di iniziare a tagliarli, ritengono che la FED manterrà i tassi stabili in un intervallo compreso tra il 5,25% e il 5,5% nella riunione della prossima settimana e inizierà a tagliare i tassi all'inizio del prossimo anno. Prevedono che la Banca d’Inghilterra aumenterà i tassi di interesse almeno un’altra volta quest’anno prima di tagliarli entro la fine del prossimo anno, mentre dovrebbero rimanere stabili i tassi delle banche centrali di Australia e Canada.

Dopo la pubblicazione dei dati macro su inflazione e spesa dei consumatori, salgono ancor più le probabilità (dal 92% della scorsa settimana al 98% di oggi) che la FED non alzi il tasso di interesse nel meeting di mercoledì prossimo (v. grafico):

Così come scendono le ipotesi di un ennesimo rialzo dei tassi da parte della FED a novembre, probabilità che dal 43,6% di una settimana fa, registra un 27,1% oggi, secondo il Cme Group (v. grafico):

Situazione confermata anche dai Futures sui Fed Funds sia per la scadenza di novembre al 5,405% che per quella di dicembre al 5,25%.

A seguito dei buoni dati macro pubblicati, gli investitori hanno continuato a versare liquidità nei fondi del mercato monetario e nei titoli del Tesoro per trarre vantaggio dai rendimenti alle stelle. Molti hanno spostato le allocazioni di portafoglio dalle azioni. Il rendimento dei titoli del Tesoro a 10 anni è aumentato per la seconda settimana consecutiva e venerdì si è attestato al 4,338%, attorno ai livelli più alti dell'anno, anche il rendimento dei titoli del Tesoro statunitensi a 2 anni è salito ma di poco assestandosi intorno al 5%, con lo spread tra 2 e 10 anni che è sceso ulteriormente a 67 bps come da grafico settimanale delle curve dei rendimenti

Analisi grafica dell’indice di riferimento delle nostre operazioni, il NASDAQ100. Come riportato in precedenza, la settimana si sarebbe chiusa positivamente nonostante i buoni dati macroeconomici ma gli investitori hanno deciso di punire la trimestrale economica di Adobe pur se in linea con le attese degli analisti. Da lì una serie di vendite su altri titoli del settore tecnologico ha fatto precipitare le quotazioni dell’indice rimangiandosi i guadagni dei giorni precedenti e chiudendo la settimana in negatività, anche se di poco. L’indice, al momento, è frenato dall’area 15500/600 che, de facto, sta rappresentando una zona di resistenza e risulta chiaro che lo sforamento di tale area proietterebbe subito i prezzi a testare il precedente massimo relativo del luglio scorso a 15932 [graficamente indicato come onda 5 di (3)]. Analoga situazione riguarda l’area di supporto 15000, la cui rottura proietterebbe i prezzi prima in area 14800 quindi al test del recente minimo di metà agosto a 14550 [graficamente indicato come possibile onda 1 di (4)]. Il livello di RSI a 48 non fornisce indicazioni utili. Non sono presenti dati market mover in questa settimana ad eccezione della riunione della FED che non dovrebbe agire sui tassi e quindi non dovrebbe creare sorprese. La settimana si è chiusa a 15202.40 con una perdita del – 0,51%, il che porta ad un profit da inizio anno del + 38,97%.

Stesso discorso fatto per l’indice tech vale anche per l’indice maggiore S&P500. Discreti guadagni durante il corso della settimana con l’indice che si riportava in area 4500, per poi perdere tutto il profit nella giornata di venerdì scorso chiudendo l’ottava di poco sotto la pari. La discesa si è fermata in area 4450 senza andare a testare nuovamente il forte supporto in area 4440, ritracciamento del 61,8% di onda 5 di (3). La rottura di tale area proietterebbe le quotazioni prima in area 4380 quindi al test del minimo di metà agosto a 4328 [graficamente indicato come onda 4 di (3)]. Viceversa rimane sempre molto importante superare quota 4500 e consolidare sopra di essa per poi tentare l’attacco al massimo relativo di luglio a 4607 [graficamente indicato come onda 5 di (3)]. Anche qui il livello di RSI a 48 indica tutto e il contrario di tutto, pertanto non resta che attendere e vedere cosa succede. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 4450.33 con una perdita del – 0,16% che porta ad un profit da inizio anno del + 15,91%.

Poco mosso l’indice delle blue-chip DOW JONES nel corso della settimana scorsa a conferma della continua lateralità che dal novembre 2022 insiste su codesto listino. Basta guadare le tre M.M. a 50 e 200 periodi per rendersene conto. I prezzi hanno tentato un’escursione verso quota 35000, prontamente ricacciati all’ingiù nella giornata di venerdì scorso con il supporto in area 34500 che sta facendo il suo dovere. Ricordiamo sempre che il vero importante supporto è costituito dall’area 34000 (ritracciamento del 38,2% di onda C). Viceversa, la trendline rialzista tracciata tre lunedì orsono non viene ancora intaccata supportando le quotazioni. Resisterà ? In caso di risposta affermativa troviamo prima una resistenza in area 35000, quindi il test del massimo di onda C a 35680. Il livello di RSI neutro a 48 conferma la non direzionalità dell’indice. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 34618.25con un guadagno del + 0,12% e che porta a segnare un profit da inizio anno del + 4,41%.

ORO INDEX

Alla fine della settimana appena trascorsa troviamo le quotazioni dell’Oro praticamente simili a quelle di due venerdì fa. La prevista possibile volatilità dovuta alla pubblicazione sui dati inflazionistici e delle vendite al dettaglio, non si è manifestata, con i prezzi che hanno girato su un range di soli 34 punti come due settimane fa. Graficamente notiamo un piccolo trend in discesa che da 1980 $/oz. è arrivato a toccare il supporto in area 1920/15 $/oz coincidente con la M.M. esponenziale a 50 periodi sul grafico settimanale e con le M.M. esponenziali a 200 periodi (semplice ed esponenziale) sul grafico daily (non riportato), per poi rimbalzare nuovamente in area 1945 $/oz. Le motivazioni di questa ripresa, in controtendenza rispetto ai buoni dati macro pubblicati, potrebbe risiedere nel fatto che gli investitori non vedono più aumenti dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve per il resto del 2023. La FED sembra aver finito con il suo ciclo storicamente aggressivo di rialzi dei tassi di interesse in assenza di indicatori economici che supportano ulteriori rischi al rialzo per l’inflazione. Infatti sia l’indice delle vendite al dettaglio che quello dei prezzi al consumo, nel mese di agosto, sono stati molto influenzati dall’aumento dei prezzi della benzina. Aumento che il Presidente Biden ha dichiarato di tagliare. Inoltre il movimento di ripresa del metallo prezioso è stato sostenuto anche da una correzione del dollaro USA che, dopo aver rinfrescato il massimo di sei mesi, è sceso a seguito della pubblicazione delle vendite al dettaglio e della produzione industriale cinese che sono state particolarmente robuste in agosto. Pertanto è da attendersi un ulteriore rimbalzo delle quotazioni dell’Oro.

Passando agli altri due metalli preziosi che seguiamo nel nostro Portafoglio, anche le quotazioni del Platino hanno mostrato un discreto rimbalzo dopo essersi fermate ed aver consolidato appena sotto i 900 $/oz. senza andare a testare l’ultimo supporto valido in area 880 $/oz. La chiusura di ottava in area 930 $/oz. promette una continuazione del rimbalzo.

Consolidamento delle quotazioni dell’Argento a ridosso delle M.M. a 200 periodi (semplice ed esponenziale) tra le aree 23 e 23,50 $/oz. non senza una puntata all’ingiù in intraday a testare il supporto in area 22,50 $/oz. Non notiamo una certa forza sulla commodity che però, in scia agli altri due metalli preziosi, potrebbe riprendere l’area 24 $/oz. e consolidarci sopra.

La settimana dell’Oro è si è chiusa a 1946.20, con un guadagno del + 0,18% rispetto alla scorsa settimana e che porta ad un guadagno da inizio anno del + 6,57%. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 1923.81 $/oz. Di seguito il grafico weekly dell’ORO FUTURES DICEMBRE 2023:

GUERRA RUSSIA - UCRAINA (EUROPA)

Considerato il mancato rinnovo da parte della Commissione europea delle restrizioni sulle importazioni di cereali dall’Ucraina in Romania, Bulgaria, Polonia, Slovacchia ed Ungheria, questi ultimi tre paesi venerdì scorso hanno annunciato le proprie restrizioni sulle importazioni ucraine di cereali. Le restrizioni applicate dall’Unione europea avevano lo scopo di evitare che fossero i singoli Stati confinanti con Kiev ad imporre divieti a fronte dell’aumento del flusso di cereali e semi oleosi dall’Ucraina sui propri territori in seguito alla guerra e con l’impossibilità di sfruttare i porti nel Mar Nero. Crescita di flussi che aveva portato ad una riduzione dei prezzi nei paesi confinanti con l’Ucraina. Il divieto introdotto dall’UE prevedeva la possibilità per Kiev di esportare tramite i paesi confinanti, vendendo però i prodotti altrove.

L’Unione europea ha fatto scadere tale misura venerdì scorso dato che Kiev si è impegnata a prendere misure volte a rafforzare il controllo sulle esportazioni verso i paesi vicini. Inoltre l’UE sostiene che le distorsioni nell’offerta che avevano portato ad applicare il divieto sono scomparse dal mercato.

Robert Telus, ministro dell’agricoltura della Polonia, uno dei paesi che ha introdotto restrizioni, ha spiegato: “Il divieto riguarda quattro cereali, ma anche su mia richiesta, su richiesta degli agricoltori, il divieto è stato esteso per includere le farine di questi cereali: mais, frumento, colza, in modo che anche questi prodotti non influenzino il mercato polacco”. I divieti applicati da Polonia, Ungheria e Slovacchia riguardano solo le importazioni interne, non riguardano invece il transito verso altri mercati.

POLITICA USA

Si procede su due binari diversi al Congresso per evitare lo shutdown del governo. Da una parte il Senato dove si lavora sul primo pacchetto di disegni di legge sulla spesa, dall’altra parte la Camera dove l’ala conservatrice del Partito Repubblicano cerca di far valere il suo peso per ottenere tagli rispetto ai livelli di spesa negoziati dal Presidente Joe Biden e lo speaker della Camera, il repubblicano Kevin McCarthy. Lo shutdown scatterebbe il 1° ottobre in caso di mancata approvazione da parte di entrambi i rami del Congresso di un disegno di legge di finanziamento, da far arrivare sulla scrivania del Presidente Biden per trasformarlo in legge.

Giovedì scorso il Senato con una maggioranza bipartisan ha votato a favore dell’apertura del dibattito sul primo pacchetto di disegni di legge di spesa per il prossimo anno fiscale e nei prossimi giorni ci sarà una votazione per far passare il pacchetto.

Alla Camera, invece, martedì scorso lo speaker McCarthy ha lanciato un’inchiesta di impeachment nei confronti del Presidente Biden. I repubblicani hanno accusato l’attuale inquilino della Casa Bianca di aver tratto profitto durante il suo mandato da vicepresidente dal 2009 al 2017 dalle imprese commerciali estere del figlio Hunter; un’indagine del Senato nel 2020 e diversi mesi di approfondimenti quest’anno da parte dei repubblicani della Camera non hanno fatto emergere prove di irregolarità da parte di Biden. L’inchiesta riguarderà i rapporti d’affari di Hunter Biden in Ucraina.

Sempre alla Camera, il giorno successivo è stato posticipato il voto per avviare il dibattito su un disegno di legge sugli stanziamenti per la difesa a causa delle richieste dei conservatori intransigenti. Giovedì scorso c’è stato un incontro a porte chiuse tra i repubblicani durante il quale lo speaker McCarthy si sarebbe rivolto direttamente a chi ha minacciato di presentare una “mozione di revoca” verso la sua leadership nel caso in cui la spesa per l’anno fiscale 2024 non fosse stata ridotta di 120 miliardi di dollari rispetto al livello sul quale si erano accordati lo stesso McCarthy e Biden. McCarthy ha detto che non “aspetterebbe l’ultimo minuto” per adottare una continuing resolution, misura temporanea che in caso di sua approvazione darebbe ai parlamentari più tempo per negoziare una legislazione sugli stanziamenti completa. Ralph Norman, esponente del Freedom Caucus (il gruppo congressuale di repubblicani più conservatore), ha detto: “Avremo uno shutdown. È solo questione di quanto tempo”. I repubblicani più moderati, invece, pensano che la Camera approverà una legislazione di compromesso al livello di 1,59 trilioni di dollari stabilito da McCarthy e Biden. Il repubblicano della Camera, Don Bacon, ha detto: “È così poco lungimirante spingere per uno shutdown”. 

Ieri, domenica, Kevin McCarthy parlando ad un programma di Fox News ha fatto sapere che questa settimana riporterà in aula il disegno di legge sulla difesa posticipato nei giorni scorsi. Lo speaker della Camera ha anche detto che vuole assicurarsi che non ci sia uno shutdown il 1° ottobre ed ha affermato: “Uno shutdown darebbe solo forza ai democratici”. Nel fine settimana, inoltre, McCarthy ha tenuto discussioni a porte chiuse volte a cercare di superare l’opposizione dei conservatori alla legislazione sulla spesa. Lo speaker della Camera ha detto: “Abbiamo fatto dei buoni progressi”. La repubblicana della Camera, Elise Stefanik, ha raccontato a Fox News di essere ottimista sulla questione degli stanziamenti dopo le discussioni a porte chiuse, Nancy Mace invece ha detto all’ABC di aspettarsi uno shutdown.

POLITICA DELLA FED

Nuova decisione sui tassi in arrivo. Domani e dopodomani, 19-20 settembre, si terrà una nuova riunione del FOMC. Per l’occasione, i funzionari della banca centrale statunitense forniranno anche un aggiornamento in merito all’economia rispetto alle previsioni rilasciate in occasione del meeting di giugno.

Intervistato da Reuters, l’economista di Deutsche Bank, Matthew Luzzetti, ha detto che secondo lui i decisori politici della FED probabilmente non aumenteranno ulteriormente il tasso di riferimento. Anche se non sono pronti a dichiararlo. Secondo Luzzetti dichiarando concluso il ciclo di inasprimento si arriverebbe probabilmente ad un allentamento significativo delle condizioni finanziarie, “cosa che non credo vogliano fare”. Anche se al momento non è lo scenario di base, Luzzetti ha sottolineato che i progressi sull’inflazione potrebbero fermarsi nel corso dell’anno rendendo necessario un rialzo dei tassi per frenare pressioni sui prezzi in fase di ripresa. Luzzetti ha detto: “Penso sia fondamentale per loro mantenere flessibilità ed opzionalità”.

Tim Duy di SGH Macro Advisors, fa parte della minoranza di economisti che pensano che le circostanze economiche porteranno la FED ad alzare i tassi ancora entro fine anno. Duy si aspetta che i decisori politici indichino che i tassi resteranno più alti per più tempo, prevedendo solo due tagli dei tassi per l’anno prossimo invece che i quattro indicati nelle previsioni di giugno.

Gli analisti di Goldman Sachs hanno scritto in un report che è improbabile che la banca centrale statunitense aumenti i tassi d’interesse al penultimo meeting dell’anno, quello fissato per il 31 ottobre e l’1 novembre, inoltre hanno previsto che le previsioni di crescita economica da parte della FED saranno alzate questa settimana. Gli analisti di Goldman Sachs si aspettano che il “dot plot” (grafico che fotografa le previsioni dei membri della FED in merito ai tassi d’interesse), che sarà aggiornato mercoledì, riporti “una sottile maggioranza di 10-9 che prevede ancora un ulteriore rialzo, se non altro per preservare la flessibilità per il momento”. Per gli analisti di Goldman Sachs mercoledì prossimo la FED potrebbe aumentare le stime relative alla crescita statunitense nel 2023 dall’1% al 2,1%; inoltre si aspettano un ribasso della stima del tasso di disoccupazione del 2023 al 3,9% e della stima relativa all’inflazione core al 3,5%.

DATI MACROECONOMICI

Ad agosto l’indice dei prezzi al consumo a livello annualizzato si attesta al 3,7%, appena sopra al consensus fissato al 3,6% ed in rialzo rispetto al 3,2% di luglio. La rilevazione di agosto è la più elevata da maggio. Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

L’indice dei prezzi al consumo core (che esclude il settore del cibo e dell’energia), invece, a livello mensile ad agosto cresce dello 0,3% (rialzo più alto da maggio), contro un consensus dello +0,2% ed un dato di luglio del +0,2%.

A livello annualizzato il dato scende al 4,3% (per una rilevazione più bassa si deve tornare a settembre 2021), in linea con il consensus e a ribasso rispetto al 4,7% di luglio. Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

L’indice dei prezzi alla produzione core a livello mensile ad agosto sale dello 0,2%, come indicato dal consensus e registrando un rallentamento rispetto al +0,4% di luglio (rivisto da +0,3%).

A livello annualizzato, invece, ad agosto si registra un +2,2%, in linea con il consensus. I dati sono rilasciati dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

Ad agosto le vendite al dettaglio a livello mensile registrano una crescita dello 0,6%, crescita superiore a quella di luglio del +0,5% (rivista da +0,7%) ed al consensus del +0,2%. Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.

Le vendite al dettaglio Control Group su base mensile ad agosto crescono dello 0,1% rallentando rispetto al +0,7% di luglio (rivisto da +1,0%). Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.

Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 9 settembre sono state 220 mila, dato inferiore al consensus di 225 mila, ma in rialzo rispetto alle 217 mila richieste della settimana precedente (dato rivisto da 216 mila). Il dato è rilasciato dall’U.S. Department of Labor.

Il dato preliminare di settembre dell’indice di fiducia dei consumatori elaborato dall’Università del Michigan è pari a 67,7 punti, al ribasso rispetto ai 69,5 punti di agosto e sotto anche al consensus fissato a 69,1 punti.

L’indice manifatturiero del New York Empire State passa dai -19,00 punti di agosto al dato di 1,90 punti di settembre. Il consensus indicava un rialzo solo fino a -10,00 punti. Il dato è rilasciato dalla Federal Reserve Bank di New York.

Il dato sulla produzione industriale a livello mensile ad agosto registra una crescita dello 0,4%, contro un consensus del +0,1% ed un dato di luglio del +0,7% (rivisto da +1,0%). Il dato è rilasciato dalla Federal Reserve.

PORTAFOGLI AZIONARI

Nonostante una settimana caratterizzata dagli alti e bassi giornalieri sugli indici azionari dovuti ai dati macro pubblicati, il nostro umile tozzo di pane ce lo siamo portati a casa anche questa volta. Mattatrice, al solito, la nostra strategia del Nasdaq Weekly che ci ha consentito di andare a target sul titolo tedesco che opera nella telefonia statunitense, T-MOBILE, con un più che buono 7,00%. Buono anche il recupero di AMERICAN ELECTRIC POWER che alcuni di voi davano già per spacciato mentre, inaspettatamente, DEXCOM che la scorsa settimana aveva messo in atto un prodigioso recupero, tra giovedì e venerdì scorso si è rimangiato tutto con gli interessi avvicinandosi pericolosamente al nostro livello di Stop. Benino i nuovi acquisti settimanali, BPM e JPMorgan Chase, senza infamia e senza lode gli altri. Anche per questa settimana sono presenti dei nuovi ordini nella relativa sez. del Portafoglio.

Nel Portafoglio “The Challenge”, SAP ci ha abbandonato proprio ad un passo dal target per poi riprendersi un po' dallo scivolone. Valuteremo se abbassare sotto il massimo di due venerdì fa il nostro livello di target.

Alla prossima.

FOCUS SU AZIONI

ALIBABA - Una svolta inaspettata nel cambio della guardia e una serie di altre cattive notizie, ha minato il sentimento rialzista che circondava il colosso cinese dell’e-commerce all’inizio di quest’anno e considerato quanto gli investitori sono diventati avversi alla CINA, potrebbe essere difficile invertire la situazione senza un via libera per l’economia in generale, soprattutto perché i dirigenti di Alibaba potrebbero essere tentati di rallentare i piani di ristrutturazione fino a che i mercati azionari cinesi rimangono in difficoltà.

Lunedì scorso le azioni di Alibaba quotate a Hong Kong sono scese del 3% sulla scia di due sviluppi potenzialmente significativi: un rapporto di Bloomberg, che cita fonti secondo cui l'azienda avrebbe sospeso una potenziale IPO della sua catena di alimentari Freshippo e un cambio di personale a sorpresa.

Il rimpasto della leadership di Alibaba, diventato ufficiale domenica scorsa non è una sorpresa essendo stato annunciato da mesi. Daniel Zhang si è dimesso formalmente dalla carica di Presidente e amministratore delegato di Alibaba, sostituito rispettivamente dal proprietario dei Brooklyn Nets, Joe Tsai e Eddie Wu.

Ciò che è stato inaspettato è stato che Zhang si è dimesso anche dai suoi ruoli separati di Presidente e A.D. del business cloud di Alibaba. Zhang, solo a giugno, aveva elaborato il suo piano di dimettersi da capo di Alibaba come mezzo per concentrarsi direttamente sul business del cloud. Wu, il nuovo CEO di Alibaba, assumerà invece il ruolo di Zhang anche nell’unità cloud.

La reazione istintiva dei prezzi delle azioni rivela la rinnovata incertezza degli investitori riguardo ai progressi del piano di ristrutturazione del colosso dell'e-commerce, in particolare lo scorporo della sua preziosa unità cloud. Alibaba ha annunciato a marzo l'intenzione di dividersi in sei unità e di esplorare le IPO: una dichiarazione che ha rapidamente dato vigore alle azioni della società. L’azienda ha dichiarato di voler scorporare completamente la sua unità cloud e distribuire le azioni agli investitori di Alibaba entro maggio 2024.

A parte la sua attività principale di e-commerce, l'unità cloud di Alibaba è probabilmente quella più preziosa. Ma ultimamente ha dovuto affrontare gravi sfide da parte di concorrenti come Huawei e le società di telecomunicazioni di proprietà statale. La perdita dell’attività internazionale di Bytedance, proprietaria di TikTok, è stata un altro duro colpo. I ricavi dell’unità cloud di Alibaba sono cresciuti solo del 4% su base annua nel trimestre terminato a giugno, il ritmo più lento tra i suoi segmenti principali.

Il cambiamento della leadership probabilmente non farà deragliare la ristrutturazione, che è sempre più il motore del titolo. Ma ciò avviene anche perché la persistente depressione dell’economia cinese sta offuscando le prospettive della società e, più in generale, allontanando gli investitori dalle azioni del paese.

Le azioni di Alibaba sono aumentate solo del 2% quest’anno. Quasi tutti i guadagni del titolo a marzo in seguito all'annuncio della ristrutturazione sono stati cancellati, sebbene il titolo stia ancora sovraperformando ampiamente l’indice di Hong Kong. E questo nonostante il fatto che l'attività di Alibaba si sia effettivamente ripresa bene nell'ultimo trimestre. Le sue entrate sono aumentate del 14% su base annua, la prima crescita a doppia cifra dal 2021.

Il sentimento ribassista sugli asset cinesi potrebbe anche influenzare quanto il mercato è disposto a pagare per le attività separate di Alibaba, non solo per l’unità cloud ma anche, potenzialmente, per imprese più piccole come la sua attività di vendita al dettaglio fisica Freshippo.

In un contesto del genere e, dato che Alibaba sta ancora battendo facilmente il mercato di Hong Kong quest’anno, non sorprende che qualsiasi accenno di potenziale turbolenza, per quanto piccolo, possa trasformarsi in grandi sacche d’aria.

ARM - Arm ha fissato un prezzo di 51 $/az. mentre il progettista britannico di chip getta le basi per la più grande offerta pubblica statunitense dell'anno e potrebbe rappresentare una spinta per il mercato delle IPO in un contesto di aumento dei tassi di interesse e inflazione, che hanno spaventato gli investitori. Se le azioni di Arm verranno scambiate bene, potrebbe essere una spinta per la società di consegna di generi alimentari Instacart e la piattaforma di automazione del marketing Klaviyo, che stanno entrambe pianificando le proprie quotazioni la prossima settimana.

Il prezzo delle azioni ARM è stato deciso mercoledì scorso dopo gli incontri tra sottoscrittori e dirigenti della compagnia e, inizialmente, la società puntava a un prezzo di 52 $/az., ma in seguito si è arrivati a stabilire 51 $/az. A quel prezzo, ARM avrebbe un valore di 54,5 mld $ di capitalizzazione. Si tratta di un valore inferiore ai 64 mld $ che SoftBank Group, proprietario di ARM, ha recentemente valutato la società quando ha acquistato una quota detenuta dal suo Vision Fund. Le azioni ARM inizieranno a essere negoziate giovedì prossimo sul Nasdaq con il simbolo ARM.

SoftBank, l’unico venditore nell’offerta, raccoglierà circa 5 mld $.

Arm non produce chip, ma fornisce ai produttori di chip progetti di circuiti essenziali. Fondata nel 1990, nei suoi primi anni si è concentrata sul nascente mercato della telefonia mobile ed è diventata un fornitore dominante di quel settore.

Gli investitori dell’azienda scommettono che ARM sarà in grado di generare più vendite dai suoi attuali clienti e di avventurarsi in nuovi mercati. I circuiti dell'azienda sono presenti in oltre il 99% degli smartphone, ma sta cercando di farsi strada in aree in cui è meno dominante, comprese le reti di computer, il cloud computing e l'industria automobilistica.

L'azienda sta anche cercando di sfruttare un'esplosione di interesse per l'intelligenza artificiale e i sistemi di generazione del linguaggio come ChatGPT di OpenAI. I sistemi di intelligenza artificiale richiedono grandi quantità di potenza di calcolo per essere creati e distribuiti, offrendo ai produttori e ai fornitori di chip, tra cui ARM, un nuovo enorme mercato da sfruttare.

Le azioni diNvidia, il produttore di chip al centro del boom dell’intelligenza artificiale, sono più che triplicate quest’anno, facendo salire il valore dell’azienda oltre i mille miliardi di dollari. Nvidia sta incorporando i progetti dei circuiti di ARM in alcuni dei suoi prossimi chip, sebbene la società non sia ancora al centro della mania dell'intelligenza artificiale.

LKQ Corp - Venerdì scorso l'autorità britannica di regolamentazione della concorrenza ha autorizzato l'accordo da 2,8 miliardi di dollari canadesi (2,07 mld $) del fornitore di ricambi per auto LKQ Corp per l'acquisto della canadese Uni-Select, dopo aver accettato alcuni impegni offerti da LKQ per affrontare problemi di concorrenza. "La fusione tra LKQ e Uni-Select non rientrerà quindi nella Fase 2", ha affermato l'Autorità garante della concorrenza e dei mercati.

BIOMARIN PHARMACEUTICAL -  L’azienda biotecnologica globale impegnata a trasformare la vita attraverso la scoperta genetica, ha annunciato oggi che il Comitato per la Medicinali per uso umano (CHMP) ha adottato un parere positivo raccomandando l'autorizzazione all'immissione in commercio per espandere l'indicazione per VOXZOGO ®(vosoritide) iniettabile per il trattamento di bambini affetti da acondroplasia di età pari o superiore a 4 mesi le cui epifisi (placche di crescita) non sono chiuse. La diagnosi di acondroplasia deve essere confermata da appropriati test genetici. Una decisione di approvazione finale, tipicamente coerente con la raccomandazione del CHMP, è attesa da parte della Commissione Europea nel quarto trimestre del 2023. VOXZOGO è attualmente approvato in Europa nei bambini affetti da acondroplasia di età pari o superiore a 2 anni con cartilagini di crescita aperte. La Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha inoltre fissato una data di azione target PDUFA del 21 ottobre 2023, per la Supplemental New Drug Application (sNDA) dell'azienda per VOXZOGO per espandere il trattamento negli Stati Uniti per includere i bambini affetti da acondroplasia nell'ambito della età di 5 anni. VOXZOGO è attualmente approvato negli Stati Uniti nei bambini affetti da acondroplasia di età pari o superiore a 5 anni con placche di crescita aperte.

DEXCOM - Un notevole taglio del target di prezzo da parte dell’analista Jayson Bedford di Ameriprise Financial Services, è stato seguito da un calo del prezzo delle azioni DexCom (-5,12%) venerdì scorso. Prima dell’apertura del mercato, ha ridotto il suo obiettivo di prezzo sul titolo a 131 $/az. dal livello precedente di 154 $. Questa la brutta notizia, mentre la buona è che ha mantenuto la sua forte raccomandazione di acquisto sui titoli sanitari.  Bedford non è l'unico analista che ultimamente ha ridotto le sue aspettative su DexCom. La settimana scorsa, anche Danielle Antalffy di UBS ha abbassato significativamente il suo obiettivo di prezzo, riducendolo a 138 $ dai precedenti 175 $. Come Bedford, è rimasta rialzista sul titolo, lasciando intatta la sua raccomandazione di acquisto. Nonostante questi tagli, per DexCom c'è ancora ottimismo a causa della posizione dell'azienda sul mercato. È leader nel redditizio segmento di nicchia del monitoraggio continuo della glicemia. L'anno scorso ha lanciato un nuovo dispositivo, il G7, che sostiene sia il prodotto di monitoraggio più accurato sul mercato. Vanta anche il tempo di riscaldamento più veloce, secondo l'azienda.

PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 USCITI NELLA SCORSA SETTIMANA.

ADOBE SYSTEMS – 5,62%. La società offre una linea di software e servizi utilizzati da professionisti creativi, professionisti del marketing, sviluppatori, imprese e consumatori, ha riportato utili nel terzo trimestre fiscale 2023 pari a 4,09 $/az. su ricavi per 4,89 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 3,98 $/az. su ricavi per 4,88 mld $. Il fatturato è aumentato del 10,31% su base annua. La società ha dichiarato di aspettarsi per il quarto trimestre fiscale 2023 utili tra 4,10 e 4,15 $/az. su ricavi tra 4,975 e 5,025 mld $ e l'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 4,06 $/az. su ricavi pari a 5,01 mld $.

Shantanu Narayen, Presidente e CEO di Adobe, ha affermato: “Stiamo dando il via a una nuova era in tutto il mondo di creatività potenziata dall'intelligenza artificiale con diverse innovazioni nel nostro portafoglio di prodotti. I recenti lanci di Firefly, Express, Creative Cloud e GenStudio rendono la magia di Adobe disponibile a milioni di utenti. Adobe ha conseguito margini e utili di prim'ordine nel terzo trimestre, effettuando allo stesso tempo investimenti significativi nelle nostre piattaforme tecnologiche. Il nostro motore di innovazione, la portata globale e il forte rigore operativo ci posizionano per cogliere le enormi opportunità che ci attendono. A livello contabile nel terzo trimestre fiscale abbiamo riportato: un fatturato di 4,89 mld $ che rappresenta una crescita del 10% su base annua o del 13% a valuta costante; un utile per azione pari a 4,09 $; un reddito operativo pari a 2,26 mld $; un utile netto pari a 1,88 mld $. Il flusso di cassa derivante dalle operazioni è stato pari a 1,87 mld $. Infine abbiamo riacquistato circa 2,1 milioni di azioni durante il trimestre”.

COPART – 1,82%. E’ un fornitore di aste online e servizi di remarketing di veicoli negli Stati Uniti, Canada, Regno Unito e Brasile. Fornisce ai venditori di veicoli servizi per elaborare e vendere veicoli su Internet, ha riportato utili nel quarto trimestre fiscale 2023 pari a 0,34 $/az. su ricavi per 997.59 mln $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 0,31 $/az. su ricavi per 962.78 mln $. Il fatturato è cresciuto del 6,13% su base annua.

In una nota la società ha dichiarato: “Per i tre mesi terminati il ​​31 luglio 2023, i ricavi, l’utile lordo e l’utile netto sono stati rispettivamente pari a 997,6 mln $, 457,6 mln $ e 347,8 mln $. Ciò rappresenta un aumento dei ricavi pari a 114,2 mln $, ovvero del 12,9%; un aumento dell'utile lordo pari a 76,0 mln $, pari al 19,9%; e un aumento dell'utile netto pari a 84,1 mln $, ovvero del 31,9%, tutto rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. L’utile per azione è stato pari a 0,36 $ rispetto agli 0,27 $ dello scorso anno, con un aumento del 33,3%.

Mentre per quanto riguarda l’anno terminato il 31 luglio 2023, i ricavi, l’utile lordo e l’utile netto sono stati rispettivamente pari a 3,9 mld $, 1,7 mld $ e 1,2 mld $. Ciò rappresenta un aumento dei ricavi pari a 368,6 mln $, ovvero del 10,5%; un aumento dell'utile lordo pari a 130,8 mln $, ovvero dell'8,1%; e un aumento dell'utile netto pari a 147,6 mln $, ovvero del 13,5%, tutto rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. L’utile per azione è stato pari a 1,28 $ rispetto a 1,13 dollari dello scorso anno, con un aumento del 13,3%”.

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SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. I SEGNALI VENGONO GENERATI UNA VOLTA A SETTIMANA E PUBBLICATI SUL SITO IL LUNEDI MATTINA E VALEVOLI PER TUTTA LE SETTIMANA. IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
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