Il monitor della domenica – Azioni, bond ed Etf sotto la lente di ingrandimento


Temi di oggi: un compromesso per il reddito, con bond corti ed Etf per andare lunghi. Tre azioni tedesche molto seguite dal mercato. Etf iBonds: e anche gli Etf vanno a scadenza. Anomalie da rendimenti: il caso Carraro.

Buy or sell

La confusione che regna sul fronte delle politiche monetarie, malgrado i tentativi di chiarimento da parte della Bce, portano il mondo istituzionale della finanza a esprimere consigli divergenti sulle strategie da adottare in futuro.

C’è chi dice: attenzione, meglio collocarsi su strumenti monetari o su obbligazioni cortissime (ne abbiamo scritto la settimana scorsa). È il caso, per esempio, di Ray Dalio, guru finanziario e fondatore di Bridgewater Associates, maggiore hedge fund del mondo, che consiglia il cash o il quasi cash come soluzione transitoria.

C’è chi dice: attenzione, i tassi sono destinati a scendere; quindi, non è realistico aspettarsi che i rendimenti degli investimenti in liquidità e strumenti corti rimangano ai livelli attuali. Meglio preferire ottiche di lungo periodo. È il caso, per esempio, di Damien McCann, gestore del reddito fisso di Capital Group, che suggerisce prudenza rispetto al cash.

La soluzione? Forse un compromesso fra le due posizioni, che si può sintetizzare in un portafoglio basato su entrambi i fronti, puntando nel secondo caso soprattutto su un apprezzamento futuro delle quotazioni ma anche su un flusso cedolare seppur modesto. Valutiamo allora un collocamento su otto strumenti, in base a quanto sta comprando il mercato. Per il corto periodo si tratta di emissioni governative ad alto rating (aliquota fiscale 12,5%), che quotano tutte sotto 100 e che quindi si adattano anche a compensare - al momento del rimborso - eventuali minus fiscali detenute nel cosiddetto zainetto di ciascun investitore. Per il lungo periodo si tratta di Etf con quattro diversi sottostanti ma tutti con valuta di denominazione euro.

Per il corto periodo

Belgio 0,8% Gn25 Eur

BE000033443 Taglio 1.000

Quota sui 96 – Yield 3,3%

Per il corto periodo

Germania Bund 1% Ag25 Eur

DE0001102382 Taglio 1.000

Quota sui 96 – Yield 3,1%

Per il corto periodo

Efsf (Unione Europea) 0% Ot25 Eur

EU000A1G0EJ9 Taglio 1.000

Quota sui 94,2 – Yield 3,1%

Per il corto periodo

Eu (Unione Europea) Sure Bond 0% Nv25 Green Eur

EU000A28445

Quota sui 93,5 – Yield 3,2%

Per il lungo periodo

iShares Euro Government Bond 15-30 years (titoli governativi molto lunghi)

IE00B1FZS913

Yield da cedole 2,2% - Performance a 3 anni -39,2%

Per il lungo periodo

Xtrackers Usa Treasuries € Hedged (titoli di Stato Usa con copertura del cambio €/$)

LU1399300455

Yield da cedole 2,2% - Performance a 3 anni -25,6%

Per il lungo periodo

SPDR Euro High Yield Bond (titoli high yield)

IE00B6YX5M31

Yield da cedole 5,2% - Performance a 3 anni -9,5%

Per il lungo periodo

Invesco Euro Corporate Hybrid Bond (bond societari subordinati)

IE00BKWD3966

Yield da cedole 2,7% -

Performance a 3 anni -13,1%

● Tre azioni tedesche sotto la lente di ingrandimento

Storie diverse di settori diversi. Riguardano tre large cap tedesche, che meritano attenzione, seppur vivano una fase complessa sui mercati.

► BMW (settore auto)

Come si muove in Borsa (chiusura venerdì 97,5 euro)

Dopo l’accelerata del primo semestre 2023 l’azione è entrata in una fase correttiva con un ritorno sotto i 100 euro. Interessante il valore di p/e che si attesta su 5,5 contro una media molto meno favorevole dell’intero settore automobilistico. Da alcune sedute il titolo si muove quasi a contatto con la media a 200, collocata a 95,3 euro

I dati finanziari

La società prevede un Ebit 2023 tra il 9% e il 10,5% ma le vendite non dovrebbero aumentare di molto nel corso dei prossimi mesi. Ora si attende la vera rivoluzione nel settore delle motorizzazioni alternative con la gamma Neue Klasse, che esordirà nel 2025

Cosa piace di più

Un dividend yield dal 7 all’8%, che gli analisti prevedono possa restare stabile nei prossimi anni, salvo in presenza di una crisi dell’economia mondiale

La strategia

Cogliere eventuali debolezze del titolo per afferrare un possibile incremento del dividend yield, pur penalizzato dalla doppia imposizione fiscale, compensabile mediante un trading tranquillo di medio termine. Se rompesse al ribasso la media mobile a 200 interessante un livello di acquisto sugli 85 euro

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► SAP (settore componentistica elettronica)

Come si muove in Borsa (chiusura venerdì 127,2 euro)

Il forte rimbalzo del 2023 la sta riportando verso i massimi storici e c’è chi evidenzia come il titolo si muova in linea con il Nasdaq, con una correlazione importante, visto che è logicamente quotato in euro

I dati finanziari

I ricavi sono cresciuti dell’8% anno su anno nell’ultimo trimestre e gli utili operativi del 28%, confermando come lo sforzo del management di incrementarli stia dando buoni risultati

Cosa piace di più

Le potenzialità di ulteriore crescita degli utili operativi si aggiungono al crescente impegno nel settore dell’intelligenza artificiale, dove il gruppo sta investendo per cambiare radicalmente il modo in cui la sua clientela opera, con l’AI utilizzato in misura molto più ampia

La strategia

Bisogna convivere con la volatilità del titolo e non sempre è facile. Rievidenziamo la quasi correlazione con il Nasdaq e il trend futuro dipenderà dal successo delle iniziative nell’ambito dell’intelligenza artificiale. Una difficoltà del settore oltre Oceano potrebbe determinare debolezza anche per Sap

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► SIEMENS HEALTHINEERS (settore sanitario)

Come si muove in Borsa (chiusura venerdì 46,1 euro)

Da maggio è iniziata una fase di netta correzione, con la media mobile a 200 che da metà agosto si è inclinata negativamente e il Super Trend in rosso da tempo. La struttura tecnica rimane precaria e prima di iniziare una vera risalita occorrerà una fase riaccumulativa, con un ritorno sopra i 50 euro

I dati finanziari

Il 2023 è stato un anno complesso per la società (detenuta per il 75% da Siemens) e il cui nome è la fusione tra 'healthcare', 'engineer' e 'pioneer'. Inflazione e fattori macroeconomici l’hanno penalizzata ma ora la situazione migliora, sebbene le prospettive relative all’utile per azione siano in calo

Cosa piace di più

Un settore della tecnologia medicale in piena evoluzione e con ottime aspettative

La strategia

In presenza di ulteriore debolezza monitorare i 40,5 euro, mentre in caso di inversione rialzista – come detto – solo i 50 euro ridaranno forza all’azione

● Anche gli Etf sui bond ora vanno a scadenza

BlackRock continua a guidare l’innovazione degli investimenti indicizzati annunciando il lancio di iBonds, la prima gamma di Etf a scadenza fissa a livello europeo. Ne abbiamo già scritto per gli abbonati ma ora completiamo l’analisi.

Sono Etf che detengono un paniere diversificato di obbligazioni con scadenze nello stesso anno solare

La gamma di Etf iBonds disponibili in Italia e a livello europeo comprende in totale nove esposizioni, di cui otto riferite a obbligazioni corporate “investment grade”, con scadenze tra dicembre 2025 e 2028, sia in dollari sia in euro, cui si aggiunge un’esposizione agli Us Treasury con scadenza dicembre 2025

Nel dettaglio gli Etf quotati su Borsa Italiana sono sei. Dal 14 settembre sono presenti nelle classi ad accumulazione gli iBonds su corporate “investment grade” in euro, sulle scadenze dicembre 2025, 2026, 2027 e 2028. In data 11 agosto invece sono state listate anche le classi a distribuzione per le scadenze 2026 e 2028

Gli iBonds sono progettati per maturare come un'obbligazione, negoziare come un'azione e diversificare come un fondo

Ogni tre mesi verranno versate cedole, come nel caso di un bond, per le versioni a distribuzione

Il vantaggio: ogni iBonds detiene un paniere diversificato di obbligazioni accessibile attraverso un’unica operazione, il che semplifica l’investimento assicurando costi minori

Interessante la doppia opzione (ma non per tutti) della tipologia ad accumulo o a distribuzione

La lista completa dei prodotti disponibili al momento.

● Bond Carraro, perché la 2025 prezza tanto quanto la 2026?

Ci chiede un lettore: “Per quale ragione le obbligazioni Carraro 31/01/2025 vengono considerate dal mercato più rischiose delle obbligazioni Carraro 25/09/2026. Nel caso ci si fosse collocati sulle prime sarebbe eventualmente consigliabile uno switch sulle seconde?”

In effetti la 3,5% Ge2025 (Isin XS1747134564) quota – dati di chiusura di venerdì – sui 98,4 euro e la 3,75% Se2026 (Isin XS2215041513) prezza sull’identico livello di 98,4 euro. Il rendimento della prima si attesta al 4,7% e quello della seconda al 4,3%. Nel caso della 2025 c’è una call 31/1/2024 e per la 2026 al 25/9/2023. Per quanto sia poco probabile un rimborso anticipato – stante l’attuale situazione dei tassi – la differenza a favore della 2026 incide in modo pur marginale incide. Più rilevante il peso dell’anomalia della curva italiana, che premia maggiormente le scadenze a un anno o poco più rispetto a quelle a tre anni.

L’utilizzo delle informazioni e dei dati come supporto di scelte personali è nella completa autonomia del lettore e pertanto solo quest’ultimo è responsabile delle proprie decisioni.

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