Sembrava un’alternativa alla tecnologia Usa. Invece lo “Star market” di Shanghai ha deluso, anzi più che deluso. Sui minimi storici i relativi cloni quotati su Borsa Italiana hanno dato ieri un segnale di risveglio. Proseguirà?
Buy or sell
La macchina si è rimessa in moto: il Governo di Pechino ha deciso di ridare slancio al sistema finanziario, dimezzando la tassa sulle transazioni di Borsa, una misura significativa per ripristinare la fiducia nel secondo mercato azionario mondiale in un contesto di rallentamento dell'economia. Chi se n’è avvantaggiato? Il mondo delle stocks tecnologiche, quelle presenti sul cosiddetto “Star market” (Shanghai Stock Exchange Science and Technology Innovation Board), che hanno messo a segno ieri un’ottima performance. Immediata la reazione degli specifici Etf quotati su Borsa Italiana. A loro dedichiamo l’analisi odierna.
Dopo un periodo nero è tornata l’ora dell’high tech cinese? |
Una seduta non fa certamente primavera ma è pur vero che da inizio 2022 il settore ha perso tanto e che di fatto non si è mai realizzato un netto rilancio delle quotazioni, penalizzate più di ogni altro settore sulle Borse cinesi |
Molti analisti sostengono che i grandi titoli tecnologici di Shanghai sono sottovalutati. E’ vero? |
Tencent, Alibaba, JD.com e Baidu, per citare solo alcuni nomi fra i più noti, non hanno sofferto in termini di fatturati e di profitti a causa delle difficoltà dell’economia cinese. Eppure le quotazioni sono scese oltre ogni limite. Alibaba, per esempio, è tornata a Wall Street sotto i livelli del 2017, all’inizio per i timori di una guerra commerciale fra Cina e Usa. E così molte altre specialiste della tecnologia cinese: ciascuna con la propria storia, spesso diverse fra loro |
Il mercato tratta però il comparto quasi solo con gli Etf. Che sono inevitabilmente scesi molto negli ultimi due anni. Un’occasione da cogliere? |
Dobbiamo ammetterlo: sono stati un cattivo investimento. Tuttavia lo si sapeva che rappresentavano un rischio, visto che assommavano quello della tecnologia con quello della Cina. Inoltre spesso hanno sottostanti anche minori del settore, inevitabilmente più volatili |
Facciamo allora il punto su quelli specifici presenti a Borsa Italiana… |
Sono tre: Ubs Solactive China Tech Etf Eurh A (Isin LU2265794946 – valuta di denominazione Eur – profilo di rischio da Kiid 7, cioè massimo); Kraneshares Csi China Internet Etf (Isin IE00BFXR7900 – valuta di denominazione Eur – profilo di rischio da Kiid 7); Hsbc Hang Seng Tech Etf (Isin IE00BMWXKN31 – valuta di denominazione Dollaro Hong Kong – profilo di rischio 6) |
Analizziamoli dal punto di vista grafico |
Occorre innanzi tutto segnalare che questi Etf si caratterizzano per frequenti gap d’apertura, sia rialzisti sia ribassisti, il che li rende non facili da gestire su periodi brevi. L’Ubs Solactive China Tech si è di fatto caratterizzato per un sell off fin dall’esordio sul mercato nel 2021. Ieri ha chiuso a 4,75 euro contro i minimi di ottobre a 3,5 euro ma contro massimi in passato oltre 11 euro. Un segnale di forza si avrebbe sopra i 6 euro. Il Kraneshares Csi China Internet registra una situazione simile: chiusura ieri a 12,55 euro contro minimi a marzo e ottobre 2022 su 8,2-8,5 euro e massimi a febbraio 2021 sui 38 euro. Un segnale di forza? Sopra i 14,5 e ancor più sopra i 16 euro. L’Hsbc Hang Seng Tech ha chiuso ieri a 5,3 euro contro minimi a 3,8 euro nell’ottobre scorso e massimi a febbraio 2021 sui 12,5 euro. Un segnale di forza? Sopra i 6 euro. Da evidenziare come tutti e tre si muovano attorno alla media mobile a 200 sedute, che di fatto dal loro esordio è crollata |
Se si fossero acquistati con dei Pac (piani di acquisto) avrebbero comportato solo perdite, difficili ora da neutralizzare… |
Sì e le loro vicende dimostrano come i Pac vadano saputi gestire, il che è molto meno semplice di quanto spesso si creda |
Ora però dei Pac potrebbero al contrario dimostrarsi idonei, vista la debolezza strutturale di questi Etf? |
Meglio una strategia di acquisti scaglionati su livelli di prezzo prestabiliti (per esempio più o meno 10%): così facendo si riducono gli importi investiti, soprattutto se i trend di lateralità degli ultimi mesi dovessero proseguire |
A chi si rivolgono? |
A investitori di lungo periodo con un’alta tolleranza del rischio |