IL RIMBALZO DEGLI INDICI AZIONARI USA E’STATO FRENATO DALLA RETORICA DELLA FED SUI TASSI DI INTERESSE. NONOSTANTE CIO’ NASDAQ100 E S&P500 RIPORTANO GUADAGNI SETTIMANALI.
I dettagli contrastanti sui dati macroeconomici pubblicati la scorsa settimana riguardo ai dati preliminari di agosto dell'indice manifatturiero e servizi da parte dei responsabili degli acquisti (PMI) che sono stati inferiori alle aspettative, di contro gli ordini di beni durevoli “core” di luglio così come gli indizi sull’occupazione hanno mostrato un’economia resiliente, ciò ha permesso ai funzionari della FED, durante il simposio di Jackson Hole, di difendere la politica monetaria aggressiva e spingere più in alto il dollaro USA. Conseguentemente anche il rimbalzo dei mercati azionari nei primi tre giorni della scorsa settimana, è stato messo alla prova, soprattutto nella giornata di giovedì, dal cambiamento delle aspettative della FED ed è probabile che ci sarà ancora più incertezza per gli investitori nei prossimi giorni quando i dati cruciali sulle buste paga e sull'inflazione (PCE) saranno pubblicati. Quindi alla luce di queste situazioni contrastanti anche Wall Street ha chiuso la settimana in modo contrastante, con gli indici Nasdaq100 ed S&P500 positivi mentre il Dow Jones lascia sul parterre mezzo punto percentuale circa. Le settimane recenti sono state caratterizzate dalla volatilità. Sia il Nasdaq100 che l'S&P500 sono arretrati, rispettivamente, del 6,22% e del 4,39% dai recenti massimi poiché gli investitori hanno reagito alla debolezza dell'economia cinese e all'impennata dei rendimenti dei titoli del Tesoro, che minaccia di rendere meno attraenti gli investimenti in azioni. Il mercato sta affrontando una serie di punti di svolta chiave in un momento in cui il mercato è ancora in tensione a causa dell'aumento dei tassi. E la volatilità sui mercati finanziari dovrebbe alzarsi ancora questa settimana all’avvicinarsi dei dati sull'occupazione di agosto e i dati sull'inflazione PCE che saranno monitorati attentamente in mezzo ai segnali che indicano che l'economia statunitense stenta a perdere slancio.
I dati economici resi noti la scorsa settimana hanno alimentato speranze di un atterraggio morbido. In particolare, una sorpresa positiva nelle vendite al dettaglio suggerisce che i consumatori possiedono una risolutezza apparentemente inattaccabile, specialmente ora che godono dei venti favorevoli dell'inflazione in declino. E’ pur vero che gli ordini di beni durevoli sono crollati del 5,2% a luglio, ma gran parte di questa diminuzione può essere spiegata da un'inversione rispetto al forte risultato di giugno che hanno riguardato gli ordini di aeromobili. Infatti gli ordini “core” dei beni durevoli, escludendo difesa e aeromobili, sono aumentati dello 0,1%. Niente di ché visto che la lettura “core” di giugno è stata anche rivista al ribasso in negatività, ma pur sempre una lettura positiva. Sebbene gli ordini “core” non incidano direttamente sul PIL, sono un indicatore abbastanza affidabile delle prospettive degli investimenti aziendali e gli investimenti aziendali sembrano essere iniziati il terzo trimestre su terreno instabile.
Prossimo punto, il mercato del lavoro. La settimana appena trascorsa ha fornito il primo sguardo alle revisioni annuali dei dati sui salari non agricoli da parte del BLS (ufficio statistica del lavoro), che sono inclusi nel primo rapporto sull'occupazione di ogni anno. Il BLS ha indicato che il numero di salari nel settore privato fino a marzo è probabilmente inferiore di 358.000 rispetto a quanto dichiarato attualmente, suggerendo che il mercato del lavoro non è iniziato l'anno come precedentemente pensato. Questa revisione aiuta a colmare parte del divario tra l'indagine presso le aziende e altre misure basate su indagini sull'occupazione. I dati sui salari non agricoli derivati dall'indagine presso le aziende hanno riportato una serie di 14 mesi di risultati migliori del previsto che non è stata interrotta fino a giugno, mentre altre indicatori sull'occupazione inclusi nelle indagini ISM, S&P Global e NFIB (indice sull’ottimismo nelle piccole imprese) stavano iniziando a mostrare segni di rallentamento. Sebbene il mercato del lavoro sembri raffreddarsi leggermente, non si è ancora visto un aumento sostanziale delle richieste di sussidi di disoccupazione, che è normalmente un segno premonitore di recessione. Detto ciò, è possibile che una domanda di lavoro più debole non si stia manifestando direttamente in licenziamenti, ma in un minor numero di offerte di lavoro. Le offerte di lavoro su ‘Indeed’ sono in costante diminuzione dall'inizio dell'anno e il numero complessivo di posizioni elencate al 18 agosto è di circa il 14% più basso rispetto al 1° gennaio.
Punto sull’immobiliare. L'aumento dei costi di finanziamento ha smorzato il recupero del mercato immobiliare. Mentre i compratori di case si sono affrettati a sfruttare i tassi ipotecari più bassi nei primi mesi del 2023, il recente aumento dei tassi li sta facendo riflettere. Le vendite di case esistenti hanno registrato il secondo calo consecutivo a luglio, quasi invertendo l'impennata della domanda immobiliare iniziata all'inizio dell'anno. Oltre ai costi di finanziamento più elevati che riducono la domanda, una minore disponibilità di case usate ha anche alimentato prezzi più alti, aggravando ulteriormente l'accessibilità. Il prezzo medio delle case esistenti unifamiliari a luglio è aumentato su base annua in tutte le principali regioni. Fino ad ora, la scarsa offerta di case usate e l'uso di incentivi da parte dei costruttori hanno protetto il mercato delle nuove case da questa frenata più ampia. Le vendite di nuove case sono sorprendentemente aumentate del 4,4% a luglio, consolidando la marcia ascendente iniziata l'autunno scorso ma è solo una questione di tempo prima che i tassi ipotecari più alti deprimano anche la domanda di nuove costruzioni. Il tasso medio di interesse fisso a 30 anni secondo Freddie Mac è salito al 7,23% questa settimana, il livello più alto dal 2001. I costruttori stanno già rispondendo offrendo tagli più consistenti ai prezzi e altri incentivi per colmare il divario di accessibilità per gli acquirenti; tuttavia, l'acuto aumento dei tassi potrebbe mettere alla prova la loro capacità di farlo in futuro.
Finora, la maggioranza dei dati ci fa pensare che le condizioni si stiano raffreddando abbastanza da evitare ulteriori aumenti dei tassi. Ma come ha indicato il presidente Powell stamattina a Jackson Hole, la Fed intende rimanere vigile nella lotta contro l'inflazione.
A livello di politica monetaria, le dichiarazioni di Powell a Jackson Hole hanno descritto la situazione economica in modo tale che, anche se i membri della FED sospettano che non sarà necessario aumentare nuovamente i tassi, specialmente considerando che gli effetti completi dei rialzi già effettuati devono ancora colpire l'economia, non vogliono togliere l'opzione di ulteriori rialzi nel caso l'inflazione dovesse tornare a salire nella direzione sbagliata. Un altro motivo è che non appena la FED dichiarerà che probabilmente non alzerà più i tassi, l'attenzione degli investitori si sposterà rapidamente su quando la FED potrebbe iniziare a tagliarli. Se ciò accadesse, i tassi di interesse a lungo termine in particolare potrebbero iniziare a scivolare, fornendo un nuovo impulso all'economia per il quale i responsabili delle politiche non sono ancora del tutto pronti. Più tempo la FED lascia aperta la possibilità di aumentare i tassi, senza farlo effettivamente, meno probabile è che gli investitori inizino a immaginare una rapida serie di tagli dei tassi. Infatti i futures sui Fed Funds continuano ad assumere un atteggiamento accomodante anche se, dopo le dichiarazioni di Powell, il ritmo e il grado di allentamento implicito nei futures sui Fed Funds hanno ripreso a moderarsi (v. grafico):
il tasso effettivo medio implicito sui Fed Funds per il quarto trimestre del 2024 è salito al 4,46%, in rialzo di 11 bps nella settimana (e di 21 bps nelle ultime due settimane). I futures attualmente implicano la probabilità del 44% di un aumento di 25 bps tra novembre e dicembre secondo lo strumento FedWatch del CME e stimano che un primo taglio dei tassi possa avverarsi alla riunione del FOMC del 1° maggio.
In reazione al discorso di Powell, il rendimento del Treasury a 2 anni è aumentato di oltre lo 0,80% portandosi al 5,08%, mentre il Treasury a 10 anni ha subito una netta inversione dal massimo di martedì scorso a 4,362% chiudendo la settimana al 4,239% aumentando così lo spread tra 2 e 10 anni da 66 bps a 84 bps.
Analisi grafica dell’indice di riferimento delle nostre operazioni, il NASDAQ100. Come riportato in precedenza, i buoni dati macroeconomici pubblicati ma, soprattutto, le dichiarazioni ancora aggressive dei membri della FED, hanno tarpato le ali al buon rimbalzo in atto sull’indice fino a metà settimana. Nonostante ciò le quotazioni sono riuscite a chiudere le contrattazioni settimanali in guadagno. In questa settimana la volatilità sul listino aumenterà a causa del rilascio dei dati mensili sull’occupazione e sull’inflazione. Pertanto, a livello grafico, i prezzi dopo aver testato e recuperato il minimo del 26 giugno scorso in area 14700, hanno chiuso la settimana appena sotto l’area 15000. Molto importante sarebbe riportarsi in area 15200 e vedere come il mercato reagirà ai dati che usciranno. Al rialzo abbiamo una resistenza abbastanza forte in area 15600, al ribasso un supporto in area 14500 (ritracciamento del 27,2% di onda (3). Il livello di RSI a 48 non indica direzionalità. La settimana si è chiusa a 14941.83 con un guadagno del + 1,68%, il che porta ad un profit da inizio anno del + 36,59%.
Nel corso della scorsa settimana l’indice S&P500 non ha performato quanto l’indice tech, ma il quadro tecnico risulta essere ancora un po' meglio, nel senso che se è pur vero che l’area di supporto 4440 coincidente con la M.M. esponenziale a 50 periodi è stata infranta ed ora rappresenta una resistenza che ha fermato il tentativo di rimbalzo, il minimo di onda 4 di (3) in area 4330 che non è stata ancora testata, a differenza del Nasdaq100. Pertanto, sempre a discrezione dei dati macro che usciranno negli ultimi due giorni di questa settimana di contrattazioni, la rottura al ribasso consolidata di tale supporto sancirebbe l’inizio di onda (4) correttiva con primo obiettivo il supporto in area 4200 coincidente con la M.M. esponenziale a 200 periodi, viceversa ci auguriamo che le quotazioni riescano a superare nuovamente l’area 4440 per proiettarsi in area 4500. Anche su questo indice il livello di RSI a 45 indica indecisione. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 4405.72 con un guadagno del + 0,83% che porta ad un profit da inizio anno del + 14,75%.
Al contrario degli altri due indici maggiori, continua la negatività sull’indice delle blue-chip DOW JONES il quale, perso il supporto in area 34650 dove staziona la M.M. a 50 periodi e l’area 34500 (ritracciamento del 27,2% della gamba C), nella scorsa settimana i prezzi sono andati ripetutamente a sbattere su tale area, divenuta ora resistenza, per poi scendere a testare il successivo supporto in area 34000 (ritracciamento del 38,2% di onda C). Pertanto sempre aspettando i dati macro settimanali, le quotazioni dell’indice trovano un ulteriore supporto in area 33500 (ritracciamento del 50% di onda C) o, viceversa, la resistenza posta in area 35000. Il valore dell’RSI a 41 indica debolezza anche se nei giorni precedenti il livello non è andato in zona di ipervenduto. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 34346.91 con una perdita del – 0,45% e che porta a segnare un profit da inizio anno del + 3,62%.
ORO INDEX
Questa settimana a differenza delle altre, i dati macro contrastanti pubblicati e la retorica restrittiva dei membri della FED non ha fatto scendere ulteriormente le quotazioni dell’Oro, nonostante il rialzo dei rendimenti dei Treasury e del valore del Dollar Index salito nuovamente sopra i 104 punti. Anzi, i prezzi si sono prodotti in un discreto rimbalzo fino in area 1950 $/oz. per poi scendere in area 1940 $/oz. in chiusura di ottava. Di buono c’è che il supporto in area 1915 $/oz. (coincidente anche con le M.M. a 200 periodi, semplice ed esponenziale), testato ancora due volte nel corso della scorsa settimana, ha retto alla grande, pertanto è auspicabile una continuazione del rimbalzo nel breve termine con primo obiettivo l’area 1975/80 $/oz.
Passando agli altri due metalli preziosi che seguiamo nel nostro Portafoglio, le quotazioni del Platino dopo aver fatto registrare un nuovo minimo relativo a 882,6 $/oz. due settimane fa spingendole in zona di ipervenduto, si sono poi prodotte in un rimbalzo che, de facto, ha recuperato l’area 950 $/oz. Ora è possibile raggiungere la quota di 975 $/oz. dove troverebbe una prima resistenza data dalla M.M. esponenziale a 200 periodi ed una seconda data dal probabile ingresso in zona di ipercomprato.
Ottimo rimbalzo anche per le quotazioni dell’Argento che dopo aver fatto registrare un minimo nella giornata di ferragosto a 22,265 $/oz. seguito da un timido rimbalzo nei giorni seguenti, nel corso della scorsa settimana i forti volumi in acquisto hanno prodotto un’ascesa delle quotazioni fino in area 24,40/45 $/oz. superando di forza anche le M.M. esponenziale e semplice a 200 periodi. Al momento le quotazioni viaggiano tra le aree dei 24,00 e 24,40 $/oz. ma, visto anche il livello di RSI a 59, nulla osta in una prosecuzione del rialzo fino a quota 25 $/oz.
La settimana dell’Oro è si è chiusa a 1939.90 $/oz., con un guadagno del + 1,22% rispetto alla scorsa settimana e che porta ad un guadagno da inizio anno del + 6,23%. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 1914.60 $/oz. Di seguito il grafico weekly dell’ORO FUTURES DICEMBRE 2023:
GUERRA RUSSIA - UCRAINA (EUROPA)
Sabato il commissario europeo per il commercio, Valdis Dombrovskis, ha parlato dell’accordo sul grano del Mar Nero, affermando che Mosca sta utilizzando il grano come arma. L’esponente dell’Unione europea ha detto: “Sosteniamo tutti gli sforzi da parte delle Nazioni Unite, della Turchia sull’iniziativa sui cereali del Mar Nero”. Dombrovskis ha anche detto che il blocco sta fornendo rotte commerciali alternative all’Ucraina per il grano ed altre esportazioni. Secondo quanto dichiarato dal commissario europeo per il commercio, ad oggi attraverso tali rotte, che passano per Polonia e Romania, sono stati esportati circa 45 milioni di tonnellate di grano, semi oleosi e prodotti correlati. I percorsi alternativi, detti anche corsie di solidarietà, sono stati utilizzati anche per spostare prodotti non-agricoli, tra questi minerali di ferro, acciaio, terre e legno.
Sempre a proposito di tale questione, giovedì scorso il ministro degli esteri russo, Sergei Lavrov, ha comunicato al segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che la Russia rientrerà nell’accordo solo se l’Occidente rispetterà i suoi obblighi nei confronti di Mosca.
Venerdì scorso il ministro degli affari esteri turco, Hakan Fidan, durante la sua visita a Kiev ad una conferenza stampa ha spiegato che il rinnovamento dell’accordo sul grano per Ankara è una priorità ed ha detto che soluzioni alternative non sarebbero efficaci nel sostituire tale accordo. Inoltre, in merito alla posizione di Mosca ha detto: “Ho pensato fin dall’inizio che la Russia dovesse essere inclusa nuovamente in questa equazione”. Il ministro degli esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha affermato che l’Ucraina sta lavorando su percorsi alternativi, ma anche lui ha riconosciuto che l’accordo sul grano del Mar Nero rappresenta una soluzione ottimale.
Intanto ieri, domenica, come riportato dall’agenzia di stampa russa TASS, il Comitato investigativo russo ha fatto sapere che tra le dieci persone morte nell’incidente aereo avvenuto mercoledì scorso c’era anche il capo della Wagner, Evgenij Prigožin, come confermato dai test genetici.
POLITICA USA
Mercoledì scorso si è tenuto il primo dibattito in vista delle elezioni del 2024 tra otto candidati alle primarie repubblicane, evento al quale l’ex presidente Donald Trump ha scelto di non prendere parte, non passando però inosservato, in quanto poco prima dell’inizio dell’evento è stata pubblicata su X (ex Twitter) un’intervista proprio a Trump realizzata dal giornalista conservatore Tucker Carlson.
I candidati repubblicani Doug Burgum, Ron DeSantis, Nikki Haley, Mike Pence, Vivek Ramaswamy e Tim Scott nel corso del dibattito hanno alzato la mano quando è stata posta la domanda in merito ad un loro eventuale sostegno alla corsa alla Casa Bianca di Donald Trump anche in caso di una sua condanna per un crimine. Non hanno alzato la mano invece Chris Christie ed Asa Hutchinson. L’ex inquilino della Casa Bianca è accusato anche di aver tentato di ribaltare in Georgia il risultato elettorale del 2020 insieme ad altri 18 imputati (per Trump è la quarta incriminazione). In riferimento a questo caso, giovedì Trump si è presentato nel carcere della contea di Fulton, ad Atlanta, dove è stato messo in stato di fermo. L’ex presidente è stato poi rilasciato su cauzione ed il 5 settembre ci sarà l’udienza durante la quale dovrà dichiararsi colpevole o meno. In seguito a queste vicende, Donald Trump dopo oltre due anni è tornato a pubblicare qualcosa su X (ex Twitter): venerdì, infatti, l’ex presidente statunitense ha postato sul social la foto segnaletica scattata appunto in Georgia. Parlando ai giornalisti all’aeroporto Hartsfield-Jackson di Atlanta, Trump ha detto: “Quello che è avvenuto qui è una parodia della giustizia”. Ed ha aggiunto: “Non ho fatto nulla di sbagliato e tutti lo sanno”.
Tornando al dibattito tra i candidati alle primarie repubblicane, nel corso dell’evento l’imprenditore 38enne, Vivek Ramaswamy, ha sostenuto che la guerra in Ucraina non rappresenta una priorità per gli Stati Uniti dicendo che avrebbe posto fine agli aiuti militari a Kiev. Posizione che ha portato al rimprovero da parte di Nikki Haley, candidata repubblicana con un passato da rappresentante permanente alle Nazioni Unite.
In merito all’economia, invece, Ron DeSantis ha detto: “Dobbiamo invertire la Bidenomics (la politica economica dell’attuale presidente statunitense, ndr) in modo che le famiglie della classe media abbiano una possibilità di avere successo di nuovo”. Sul tema dell’aborto, l’ex vicepresidente Mike Pence ha criticato Haley per aver sostenuto che deve essere raggiunto un consenso bipartisan su un approccio federale. Secondo Haley non sarebbe possibile sostenere limitazioni a livello nazionale considerata l’opposizione dei democratici.
POLITICA DELLA FED
Con un dato sulle vendite al dettaglio che nel mese di luglio è stato superiore alle attese e con una fiducia dei consumatori in crescita, secondo quanto spiegato a Reuters dal presidente della FED di Richmond, Thomas Barkin, uno scenario di riaccelerazione si è presentato in un modo diverso rispetto a tre o quattro mesi fa. Secondo Barkin questo include una possibilità che l’inflazione resti elevata e l’economia si rafforzi. Il presidente della FED di Richmond ha spiegato che se dovesse essere convinto del fatto che l’inflazione resterà alta e se la domanda non dovesse dare segnali di una riduzione dell’inflazione, questo sosterrebbe la necessità di un ulteriore inasprimento della politica monetaria tramite tassi d’interesse più alti.
La scorsa settimana si è tenuto il simposio annuale di Jackson Hole. Parlando proprio nell’ambito di tale evento, venerdì il Presidente della FED, Jerome Powell, ha spiegato che la banca centrale statunitense si muoverà attentamente nel decidere se applicare un ulteriore inasprimento o se mantenere il tasso di riferimento ad un livello costante aspettando altri dati. Il numero uno della banca centrale degli Stati Uniti ha sottolineato che, anche se il calo dell’inflazione è uno sviluppo positivo, questa rimane troppo alta. La FED punta a raggiungere un livello di inflazione del 2%. Powell ha detto: “Siamo pronti ad aumentare ulteriormente i tassi, se opportuno, ed intendiamo mantenere la politica ad un livello restrittivo fino a quando non saremo sicuri che l’inflazione stia scendendo in maniera sostenibile verso il nostro obiettivo”. Secondo il Presidente della FED, in uno scenario con segnali che indicano che l’economia potrebbe non raffreddarsi come previsto, una crescita superiore al trend “potrebbe mettere a rischio ulteriori progressi sull’inflazione e potrebbe giustificare un ulteriore inasprimento della politica monetaria”.
Powell ha anche detto che sono stati accolti con favore i recenti cali delle misure sull’inflazione di fondo, senza considerare i prezzi di cibo ed energia, ma ha anche sottolineato che due mesi di dati buoni rappresentano solo un inizio di quello che sarà necessario per creare fiducia riguardo al fatto che l’inflazione stia calando in modo sostenibile.
Infine Powell ha affermato: “La politica monetaria restrittiva probabilmente giocherà un ruolo sempre più importante. Riportare in modo sostenibile l’inflazione al 2% dovrebbe richiedere un periodo di crescita economica inferiore al trend così come un po’ di allentamento nelle condizioni del mercato del lavoro”.
Loretta Mester, presidente della FED di Cleveland (che quest’anno non ha diritto di voto all’interno del FOMC), venerdì scorso in un’intervista alla CNBC ha detto che “probabilmente” c’è un po’ di lavoro da fare nell’ambito della politica monetaria per far scendere l’inflazione verso il 2%. Mester non si è espressa su quanto ancora la banca centrale potrebbe dover aumentare i costi di finanziamento a breve termine. Secondo la numero uno della FED di Cleveland, il punto centrale è decidere quanto deve essere restrittiva la politica monetaria e per quanto tempo deve rimanere a quei livelli. Mester ha detto che l’inflazione è ancora troppo alta e che servono più prove per essere sicuri che l’inflazione stia calando “in un modo sostenibile e tempestivo”. Inoltre, Mester ha sottolineato come la FED si trovi in una posizione in cui deve cercare un equilibrio: “non vogliamo stringere troppo, non vogliamo sottovalutare”.
Il presidente della FED di Filadelfia, Patrick Harker, venerdì scorso in un’intervista alla tv di Bloomberg ha espresso la sua visione secondo la quale al momento la politica monetaria è abbastanza restrittiva per far portare l’inflazione all’obiettivo del 2%. Tuttavia ha anche specificato che nel caso in cui le pressioni inflazionistiche non dovessero continuare ad allentarsi si potrebbe parlare nuovamente di ulteriori rialzi dei tassi.
DATI MACROECONOMICI
Le vendite di nuove case a livello mensile registrano un incremento del 4,4% passando dal dato di 684 mila unità di giugno (rivisto da 697 mila) a quello di luglio di 714 mila. Il consensus indicava un rialzo più contenuto a quota 705 mila. Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.
Il dato preliminare di agosto del PMI S&P Global manifatturiero rilasciato da Markit Economics si attesta a quota 47,0 punti calando rispetto alla rilevazione di luglio di 49,0 punti ed attestandosi sotto al consensus che indicava una crescita a 49,3 punti.
Il dato preliminare di agosto del PMI S&P Global relativo al settore dei servizi rilasciato da Markit Economics, invece, è pari a 51,0 punti. La rilevazione di luglio era pari a 52,3 punti.
Il Chicago Fed National Activity Index, indice mensile rilasciato dalla Federal Reserve Bank di Chicago che stima l’attività economica generale e le pressioni inflazionistiche correlate, dopo due mesi consecutivi con il segno ‘meno’, a luglio si attesta a quota 0,12 punti. A giugno il dato era pari a -0,33 (rivisto da -0,32).
Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 19 agosto sono state 230 mila, in calo rispetto alle 240 mila della settimana precedente (riviste da 239 mila) e sotto al consensus, anche questo a 240 mila. Il dato è rilasciato dall’U.S. Department of Labor.
Gli ordini di beni durevoli su base mensile a luglio incassano un -5,2%, andando anche sotto al consensus che indicava un calo del 4,0%. A giugno era stata registrata una crescita del 4,4% (rivista da +4,7%). Era da febbraio che non si registrava una contrazione. Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.
Gli ordini di beni strumentali non attinenti alla difesa esclusi gli aerei a livello mensile a luglio crescono dello 0,1%, come indicato dal consensus. A giugno era stata registrata una contrazione dello 0,4% (rivista da +0,2%). Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.
L’indice di fiducia dei consumatori elaborato dall’Università del Michigan ad agosto si attesta a quota 69,5 punti, rilevazione inferiore rispetto ai 71,2 punti del dato preliminare ed anche inferiore ai 71,6 punti registrati a luglio.
PORTAFOGLI AZIONARI
Luci ed ombre nel corso della scorsa settimana sul nostro Portafoglio azionario storico. Infatti dopo aver riportato l’ennesimo successo (il quarantasettesimo dagli inizi del 2023) sul titolo DATADOG che ci ha consentito di guadagnare un ottimo 7,83% grazie anche ad un’apertura in gap up, il titolo XCEL ENERGY ci lascia dopo aver lottato per più di quattro mesi contro varie problematiche, tra le quali, l’ultima trimestrale economica sotto le attese che le hanno dato il colpo finale. Riportiamo una performance negativa del 15,00% che portano a quattro le operazioni negative dall’inizio dell’anno. Magari sempre così !! Anche con i mercati azionari in questa fase negativa ci stiamo difendendo bene con ROCKWELL che dopo aver rimbalzato sulle M.M. a 200 periodi ed essere uscito dall’ipervenduto si appresta a raggiungere il nostro target. Di contro aumentano le criticità sui titoli DEXCOM e AMERICAN ELECTRIC POWER (altra utilities che ha riportato dati economici trimestrali al di sotto delle aspettative). Al momento il fatto di non aver acquistato ulteriori titoli, visto l’andamento dei mercati, ha pagato ed anche per questa settimana ci asteniamo dall’acquistare a man bassa, fermo restando capitasse un’opportunità della quale vi avviseremo nel relativo Portafoglio alla sez. “nuovi ordini”.
Nulla di nuovo sul Portafoglio “The Challenge”, con SAP che si avvicina e si allontana dal nostro livello di target. Delusione per quanto riguarda il titolo REPLY, sul quale facciamo molto affidamento vista la conduzione molto oculata ed innovativa degli organi societari riportata, peraltro, negli ottimi bilanci pubblicati la scorsa settimana e che ho riportato su queste colonne sette giorni fa. Evidentemente gli investitori stanno guardando più alle dinamiche dell’indice che non al singolo titolo, penalizzandolo. Noi, consapevoli di essere nel posto giusto, teniamo botta e non vendiamo. Il tempo ci darà ragione.
N.B. (Seguite sempre gli aggiornamenti pubblicati nei relativi Portafogli ed alla sez. “nuovi ordini”).
Alla prossima.
FOCUS SU AZIONI
MICROSOFT - Microsoft è tornata sotto i riflettori, questa volta con nuove concessioni per conquistare le autorità di regolamentazione del Regno Unito nel suo tentativo di chiudere l'acquisto da 75 miliardi di dollari di Activision Blizzard. Ma cosa è disposta a sacrificare il gigante della tecnologia e perché questa è una scommessa a lungo termine?
Martedì scorso, Microsoft ha annunciato un accordo ristrutturato che cede i diritti per lo streaming dei giochi Activision su servizi di cloud gaming a Ubisoft per i prossimi 15 anni. Questa mossa è stata vista come un tentativo di ottenere l'approvazione delle autorità britanniche, l'ultimo ostacolo dopo aver superato la Federal Trade Commission degli Stati Uniti.
Microsoft ha fatto alcune mosse apparentemente contrarie alla logica corrente dell'industria dei videogiochi. Una di queste è stata la decisione di mantenere i giochi Activision, come il famoso "Call of Duty," disponibili su piattaforme rivali invece di renderli esclusivi per Xbox.
A prima vista, cedere i diritti di streaming potrebbe sembrare una concessione eccessiva. Tuttavia, Microsoft sta giocando un gioco molto lungo. La sua forza nel cloud computing è tale che è improbabile che svanisca nei prossimi 15 anni. Inoltre, Microsoft manterrà i diritti di includere i giochi Activision in servizi basati su abbonamento come Xbox Game Pass, un leader nel settore.
L'ingresso di Ubisoft nell'accordo aggiunge una nuova dimensione. Sebbene non vi sia alcuna garanzia che Ubisoft offrirà diritti cloud per giochi come "Call of Duty" a condizioni favorevoli, la sua storia suggerisce una maggiore apertura a nuovi modelli di business.
Le azioni di Ubisoft e Microsoft hanno entrambe visto un aumento significativo. L'Autorità britannica per la concorrenza e i mercati ha definito il nuovo accordo "sostanzialmente diverso" da quello precedente, aumentando le probabilità che la fusione venga finalmente approvata.
Per Microsoft, l'acquisto di Activision sta diventando sempre più simile a un gioco di scacchi strategico che sembra non finire mai. Ma con le sue mosse calcolate e la sua visione a lungo termine, Microsoft potrebbe essere sulla strada giusta per rivoluzionare non solo il mondo dei videogiochi, ma anche il panorama globale del cloud computing.
Per ora, tutto ciò che possiamo fare è attendere e vedere come si sviluppa questa epica battaglia corporativa. Ma una cosa è certa: Microsoft è disposta a fare grandi scommesse per garantire il suo futuro nel settore dei videogiochi e oltre.
PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 USCITI NELLA SCORSA SETTIMANA.
ANALOG DEVICES + 1,38%. La società è impegnata nella progettazione, produzione e commercializzazione di un portafoglio di segnali analogici, segnali misti e digitali ad alte prestazioni, elaborazione di circuiti integrati utilizzati in tutti i tipi di apparecchiature elettroniche, ha riportato utili nel terzo trimestre fiscale 2023 pari a 2,49 $/az. su un fatturato di 3,08 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 2,53 $/az. su un fatturato pari a 3,10 mld $. I ricavi sono diminuiti dell’1,07% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa. La società ha detto che prevede utili nel quarto trimestre fiscale 2023 tra 1,90 e 2,10 $/az. su un fatturato tra 2,60 e 2,80 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 2,46 $/az. su un fatturato di 3,01 mld $.
Vincent Roche, CEO della società, ha affermato: "In un contesto operativo difficile, ADI ha operato bene e ha prodotto risultati del terzo trimestre conformi alle nostre aspettative. Tuttavia, gli aggiustamenti delle scorte dei clienti di cui abbiamo parlato lo scorso trimestre hanno subito un'accelerazione e i nostri tempi di consegna continuano a migliorare. Nonostante le turbolenze a breve termine, abbiamo costruito un'attività resiliente nel corso di molti decenni, definita dal nostro portafoglio diversificato di clienti e prodotti e dal nostro modello di produzione ibrida flessibile. Ciò ci consente di sopportare periodi di domanda più deboli, sostenendo allo stesso tempo investimenti strategici per garantire di capitalizzare quando il business si flette. Il nostro straordinario ottimismo nelle prospettive a lungo termine di ADI non è diminuito. In questo mondo in rapida digitalizzazione, il nostro portafoglio è allineato a un numero senza precedenti di tendenze secolari, tra cui l’Industria 4.0, l’elettrificazione, la sanità digitale e la connettività avanzata. Queste tendenze, insieme alle nostre soluzioni all’avanguardia, consentiranno ad ADI di potenziare le prossime ondate di innovazione nell’Intelligent Edge e sbloccare valore per tutte le parti interessate. Il fatturato di 3,08 mld $ è in crescita continua anno su anno nei settori industriale e automobilistico. Il flusso di cassa operativo è stato pari a 4,8 mld $ e il flusso netto di cassa è stato pari a 3,7 mld $ negli ultimi dodici mesi. Abbiamo restituito 1,1 mld $ agli azionisti tramite 0,7 mld $ in riacquisti di azioni e 0,4 mld $ in dividendi. Infine il CdA di ADI ha dichiarato un dividendo trimestrale in contanti di 0,86 $/az. in circolazione. Il dividendo sarà pagato il 14 settembre 2023 a tutti gli azionisti registrati alla chiusura delle attività il 5 settembre 2023”.
AUTODESK + 8,14%. E’ una società di software e servizi di progettazione, che offre soluzioni ai clienti nei mercati dell'architettura, dell'ingegneria, delle costruzioni, della produzione, delle infrastrutture e dei media digitali, ha riportato utili nel secondo trimestre 2024 pari a 1,82 $/az. su un fatturato di 1,35 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 1,72 $/az. su un fatturato pari a 1,32 mld $. I ricavi sono aumentati del 8,73% su base annua. Inoltre la società ha detto che prevede utili nel terzo trimestre 2024 tra 1,97 e 2,03 $/az. su un fatturato tra 1,38 e 1,395 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 1,92 $/az. su un fatturato di 1,38 mld $. Infine la società ha detto di aspettarsi utili per l’intero anno fiscale 2024 tra 7,30 e 7,49 $/az. per un fatturato tra 5,405 e 5,455 $ mld. L'attuale stima degli analisti per il 2024 per gli utili è pari a 7,28 $/az. su ricavi pari a 5,41 mld $.
Andrew Anagnost, Presidente e CEO della società, ha affermato: "L’aumentata progettazione supportata da Autodesk, consentirà ai nostri clienti di andare oltre e più velocemente per progettare e creare un mondo migliore per tutti. Da anni gettiamo le basi per costruire un'intelligenza artificiale a livello aziendale. Stiamo costruendo il futuro con concentrazione, scopo e ottimismo. Il nostro aumento sostenuto nel secondo trimestre e l'espansione anticipata di alcuni accordi commerciali aziendali che dovrebbero essere rinnovati nel corso dell'anno, alzando il limite inferiore dei nostri intervalli previsionali. A livello contabile nel secondo trimestre abbiamo riportato: ricavi totali aumentati del 9% arrivando a 1,345 mld $; un margine operativo rimasto invariato al 36%; un utile netto pari a 1,91 $ rispetto a 1,65 $ del secondo trimestre 2022; un reddito operativo totale pari a 489 mln $ rispetto ai 444 mln $ del secondo trimestre 2022; un flusso di cassa derivante dalle attività operative pari a 135 mln $ in diminuzione di 122 mln $ rispetto allo stesso trimestre 2022 ed un flusso netto di cassa pari a 128 mln $ in diminuzione rispetto ai 118 mln $ dello stesso trimestre 2022”.
DOLLAR TREE – 13,66%. La società ha una catena di negozi discount che offrono merce al prezzo fisso di 1,00-1,25 $, ha riportato utili nel secondo trimestre 2023 pari a 0,91 $/az. su un fatturato di 7,33 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,88 $/az. su un fatturato pari a 7,18 mld $. I ricavi sono aumentati del 8,28% su base annua. Inoltre la società ha detto che prevede utili nel terzo trimestre 2023 tra 0,94 e 1,04 $/az. su un fatturato tra 7,30 e 7,50 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 1,24 $/az. su un fatturato di 7,30 $. Infine la società ha detto di aspettarsi utili per l’intero anno fiscale 2023 tra 5,78 e 6,08 $/az. per un fatturato tra 30,60 e 30,90 $ mld. L'attuale stima degli analisti per il 2022 per gli utili è pari a 6,04 $/az. su ricavi pari a 30,41 mld $.
Rick Dreiling, Presidente e A.D. della società, ha affermato: "Durante la conferenza degli investitori di giugno abbiamo condiviso i dettagli della nostra strategia per trasformare l'azienda e sbloccare il vero valore della nostra attività e i risultati del secondo trimestre ci mostrano che stiamo facendo solidi progressi rispetto a questi obiettivi. Le vendite nette consolidate sono aumentate dell'8,2% e le vendite aziendali nello stesso negozio sono aumentate del 6,9%. Entrambi i segmenti Dollar Tree e Family Dollar hanno riportato risultati positivi dalle vendite nello stesso negozio, guidate dall’aumento del traffico e dall’accelerazione dei guadagni nelle quote di mercato. Le vendite nello stesso negozio di Dollar Tree sono aumentate del 7,8%, guidate da un aumento degli acquisti del 9,6%, parzialmente compensato da un calo dell'1,6% nello scontrino medio. L'aumento delle vendite nello stesso negozio del 5,8% di Family Dollar è stato costituito da un aumento degli acquisti del 3,4% insieme a un aumento del 2,3% dello scontrino medio. Stiamo realizzando la nostra strategia attraverso la dedizione di oltre 200.000 associati che si concentrano nel fornire un'esperienza eccezionale ai nostri clienti. Nel secondo trimestre abbiamo continuato a generare ottimi risultati in entrambi i segmenti e, nonostante le elevate differenze inventariali continuino a esercitare pressioni sui margini, abbiamo generato un aumento anno su anno del profitto lordo. Inoltre abbiamo inaugurato 118 nuovi negozi. Siamo soddisfatti dei progressi della nostra trasformazione fino ad oggi e rimaniamo fiduciosi nella capacità di raggiungere il nostro obiettivo di crescita di 10 dollari o più di utili entro il 2026. A livello contabile nel secondo trimestre abbiamo riportato: un utile lordo in aumento dello 0,5% a 2,13 mld $; un margine lordo sceso di 220 punti base al 29,2% determinato dal mix di vendita sfavorevole, dalle elevate differenze inventariali e dagli investimenti salariali nelle buste paga dei centri di distribuzione, parzialmente compensati dai minori costi di trasporto. Le spese di vendita, generali e amministrative sono state pari al 25,3% dei ricavi totali, rispetto al 24,0%. L’aumento è dovuto principalmente agli investimenti salariali nelle buste paga, ai maggiori incentivi, agli investimenti in riparazioni e manutenzione per migliorare gli standard dei negozi, agli onorari professionali più alti, alle maggiori spese per le utenze legate alle temperature insolitamente elevate in gran parte del paese, parzialmente controbilanciato dalla leva delle vendite. L'utile operativo è stato pari a 287,8 mln $ e il margine operativo è stato del 3,9%. L’utile netto è stato pari a 200,4 mln $. La liquidità netta fornita dalle attività operative è aumentata di 189,7 mln $ rispetto al secondo trimestre del 2022. Il flusso netto di cassa è migliorato di 40,5 mln $ rispetto al secondo trimestre del 2022. Infine abbiamo riacquistato 703.713 azioni pari a 99,9 mln $”.
INTUIT + 6,81%. La società che crea soluzioni di gestione aziendale e finanziaria che aiutano a semplificare l'attività della vita di piccole imprese, consumatori e professionisti della contabilità, ha riportato utili nel quarto trimestre fiscale 2023 pari a 1,65 $/az. su un fatturato di 2,71 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 1,43 $/az. su un fatturato pari a 2,64 mld $. I ricavi sono cresciuti del 12,34%. La società ha detto che prevede utili nel primo trimestre fiscale 2024 tra 1,94 e 2,00 $/az. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 2,04 $/az. Infine la società ha detto di aspettarsi utili per l’intero anno fiscale 2024 tra 16,17 e 16,47 $/az. per un fatturato tra 15,89 e 16,105 mld $. L'attuale stima degli analisti per il 2023 per gli utili è pari a 15,84 $/az. su ricavi pari a 15,96 mld $.
Sasan Goodarzi, A.D. di Intuit, ha affermato: "Abbiamo avuto un quarto trimestre molto forte chiudendo l'anno in aumento mentre portavamo avanti la nostra strategia per essere la piattaforma globale di esperti basata sull'intelligenza artificiale che alimenta la prosperità per i consumatori e le piccole imprese. La performance complessiva dimostra la forza della nostra piattaforma e del nostro portafoglio, compresa la capacità di mantenere il potere degli utili in tempi incerti e di espandere il margine operativo, investendo al contempo nelle aree più importanti per promuovere una crescita duratura a lungo termine. Per quanto riguarda il quarto trimestre, il fatturato totale è cresciuto del 12% arrivando a 2,7 mld $ rispetto ai 2,414 mld $ dello stesso trimestre 2022; il risultato operativo è stato pari a 627 mln $ in aumento del 45% rispetto ai 433,0 mln $ dello stesso trimestre del 2022 e l’utile per azione è stato pari a 1,65 $ in aumento del 50% rispetto all’1,10 $ dello stesso trimestre 2022. Mentre per quanto riguarda l'intero anno, il fatturato totale è aumentato a 14,4 mld $ in crescita del 13% su base annua. Il reddito operativo è aumentato del 22% a 5,5 mld $ rispetto ai 4,504 mld $ dell’anno fiscale 2022. L’utile per azione è aumentato del 22% a 14,40 $ rispetto agli 11,85 $/az. dell’anno fiscale 2022. Al 31 luglio abbiamo registrato un saldo totale di liquidità e investimenti pari a circa 3,7 mld $ e un debito totale di 6,1 mld $. Circa 4,2 mld $ di questo debito scadranno nei prossimi 15 mesi e la società sta valutando opportunità di rifinanziamento, soggette al mercato e ad altre condizioni. Abbiamo riacquistato 2,0 mld $ di azioni durante l'anno fiscale 2023. Il CdA ha approvato una nuova autorizzazione di riacquisto pari a 2,3 mld $, conferendo alla società un'autorizzazione totale di 3,8 mld $ per il riacquisto di azioni. Infine il CdA ha approvato un dividendo trimestrale di 0,90 $/az. pagabile il 17 ottobre 2023, ciò rappresenta un aumento del 15% rispetto allo scorso anno”.
MARVELL TECHNOLOGY – 7,11%. La società è fornitore di semiconduttori di circuiti integrati analogici, a segnale misto, di elaborazione del segnale digitale e microprocessori integrati, ha riportato utili nel secondo trimestre fiscale 2024 pari a 0,33 $/az. su un fatturato di 1,34 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,32 $/az. su un fatturato pari a 1,33 mld $. I ricavi sono diminuiti dell’11,60% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa. La società ha detto che prevede utili nel terzo trimestre fiscale 2024 tra 0,35 e 0,45 $/az. su un fatturato tra 1,33 e 1,47 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 0,40 $/az. su un fatturato di 1,39 mld $.
Matt Murphy, Presidente e A.D. della società, ha affermato: “Marvell ha registrato ricavi per il secondo trimestre fiscale 2024 superiori al punto medio delle previsioni e prevediamo che la crescita sequenziale dei ricavi accelererà nel terzo trimestre. Questa crescita è guidata principalmente dall'intelligenza artificiale e dall'infrastruttura cloud. La domanda di applicazioni IA continua a rafforzarsi, portando le nostre prospettive complessive di ricavi dall'IA per questo anno fiscale ancora più in alto di quanto precedentemente delineato. La nostra strategia di concentrarsi sull'infrastruttura dati in una serie diversificata di mercati ci sta dando buoni risultati nonostante il contesto di un indebolimento dei dati macro. A livello contabile nel secondo trimestre fiscale abbiamo riportato: ricavi netti pari a 1,341 mld $, 11 mln $ al di sopra del valore medio delle linee previsionali fornite il 25 maggio 2023; un utile netto pari a 290,2 mln $, ovvero 0,33 $/az.; un margine lordo del 60,3% ed un margine operativo del 26,9%. I costi operativi totali sono stati pari a 726.8 mln $. Il flusso di cassa derivante dalle operazioni è stato pari a 112,5 mln $. Al 29 luglio 2023 avevamo disponibilità liquide e mezzi equivalenti pari a 423,4 mln $”.
NVIDIA + 6,28 %. La società si occupa di tecnologie di processori grafici programmabili. I suoi principali segmenti di business sono le unità di elaborazione grafica, i processori per media e comunicazioni e l'elettronica palmare e di consumo, ha riportato utili nel secondo trimestre fiscale 2024 pari a 2,79 $/az. su un fatturato di 13,51 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 2,09 $/az. su un fatturato pari a 11,09 mld $. I ricavi sono cresciuti del 101,48%. Inoltre la società ha detto che prevede utili nel terzo trimestre 2024 tra 3,17 e 3,47 $/az. su un fatturato tra 15,68 e 16,32 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 2,29 $/az. su un fatturato di 12,26 mld $.
Jensen Huang, fondatore e CEO della società, ha affermato: “Una nuova era informatica è iniziata. Le aziende di tutto il mondo stanno passando dal calcolo generico al calcolo accelerato e all’intelligenza artificiale generativa. Le GPU NVIDIA collegate tramite le nostre tecnologie di rete e switch Mellanox e che eseguono il nostro software CUDA AI costituiscono l’infrastruttura informatica dell’intelligenza artificiale generativa. Durante il trimestre, i principali fornitori di servizi cloud hanno annunciato enormi infrastrutture NVIDIA H100 AI. I principali fornitori di software e sistemi IT aziendali hanno annunciato partnership per portare l'intelligenza artificiale NVIDIA in ogni settore. È iniziata la corsa per adottare l’intelligenza artificiale generativa. A livello contabile nel secondo trimestre fiscale abbiamo riportato: un fatturato pari a 13,51 mld $, in crescita del 101% rispetto a un anno fa e in aumento dell'88 % rispetto al trimestre precedente; un utile per azione pari a 2,70 $ in aumento del 429% rispetto a un anno fa e del 148% rispetto al trimestre precedente; un flusso di cassa da attività operativa pari a 6,348 mld $ rispetto ai 1,270 mld $ dello stesso trimestre 2023. Abbiamo contanti, mezzi equivalenti e liquidità vincolata alla fine del periodo pari a 5,882 mld $ rispetto ai 3,013 mld $ dello stesso trimestre 2023. Durante il secondo trimestre dell'anno fiscale 2024, abbiamo restituito 3,38 mld $ agli azionisti sotto forma di 7,5 milioni di azioni riacquistate pari a 3,28 mld $ e dividendi in contanti. Alla fine del secondo trimestre avevamo 3,95 mld $ rimanenti nell'ambito dell'autorizzazione al riacquisto di azioni. Il 21 agosto 2023, il CdA ha approvato ulteriori riacquisti di azioni per 25,00 mld $, senza scadenza. Infine il CdA ha approvato il pagamento di un dividendo trimestrale in contanti pari a 0,04 $/az. il 28 settembre 2023 a tutti gli azionisti registrati il 7 settembre 2023”.
WORKDAY + 5,60%. La società è un fornitore di applicazioni aziendali basate su cloud per la gestione del capitale umano, buste paga, gestione, monitoraggio dei tempi, approvvigionamento e gestione delle spese dei dipendenti, ha riportato utili nel secondo trimestre fiscale 2024 pari a 1,43 $/az. su un fatturato di 1,79 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 1,27 $/az. su un fatturato pari a 1,77 mld $. I ricavi sono aumentati del 16,34% su base annua. La società ha detto che prevede ricavi per tutto l’anno fiscale 2024 tra 7,38 e 7,60 mld $. L'attuale stima degli analisti per i ricavi è pari a 7,21 mld $.
Aneel Bhusri, co-fondatore, co-CEO e Presidente della società, ha affermato: “Siamo incredibilmente ben posizionati per entrare nella seconda metà del nostro anno fiscale in quanto Workday è sempre più visto come un sistema di fiducia per le aziende di tutto il mondo. I nostri clienti, che rappresentano attualmente oltre 65 milioni di utenti sotto contratto, si affidano a Workday per gestire i processi aziendali critici. La nostra base di clienti in crescita, la continua espansione globale, la crescita del settore e l’aumento dei partner ci preparano per un successo duraturo a lungo termine. Questi fattori, combinati con la diversità dei nostri prodotti, la forza della nostra proposta di valore e la nostra cultura vincente, rendono Workday una delle aziende di software più durature del nostro tempo. Workday ha registrato un altro trimestre positivo, grazie alla nostra costante attenzione ai dipendenti, ai clienti e all'innovazione, inclusa la nostra leadership nell'intelligenza artificiale e nel machine learning. Stiamo assistendo a un aumento continuo con oltre 3.000 clienti che condividono i propri dati con i nostri modelli ML, più di 50 milioni di inferenze ML elaborate al giorno e molteplici funzionalità di intelligenza artificiale generativa in sviluppo, tra cui diverse che prevediamo di svelare il mese prossimo. Riteniamo che questo slancio continuerà a crescere man mano che sempre più aziende guardano a Workday come partner di fiducia nell’implementazione responsabile di AI e ML. A livello contabile nel secondo trimestre fiscale abbiamo riportato: ricavi totali pari a 1,79 mld $ in aumento del 16,3% rispetto al secondo trimestre dell’anno fiscale 2023; un utile operativo pari a 421,4 mln $ ovvero il 23,6% dei ricavi, rispetto ai 301,6 mln $ ovvero il 19,6% dei ricavi dello stesso periodo dell'anno scorso; un utile netto per azione pari a 1,43 $ rispetto ai 0,83 $ dello stesso periodo dello scorso anno. Il flusso di cassa operativo è stato pari a 425,3 mln $ rispetto ai 114,4 mln $ dell'anno precedente. Infine al 31 luglio 2023 avevamo liquidità, mezzi equivalenti e titoli negoziabili che ammontavano a 6,66 mld $”.
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