Il limite da non oltrepassare in settimana era fissato ai 15.800 punti del Dax e ai 15.000 per il Nasdaq e quello che è accaduto è stato esattamente un rimbalzo su questi valori.
Preciso il Dax, preciso anche il Nasdaq, e così, al momento della settimana di Ferragosto, questi sono stati i valori da osservare per navigare tranquillamente ancora in direzione long.
Nelle dinamiche macroeconomiche invece, assistiamo ad una Cina che per la prima volta scivola in un pericoloso dirupo, quello della deflazione.
Con il governo impegnato a cercare di rivitalizzare il prodotto interno lordo usando ogni metodo conosciuto, la seconda economia mondiale, trova, nonostante tutto, la resilienza in una dinamica che viene descritta come "economic long covid" che si concretizza in una scarsa attitudine al consumo della propria popolazione, portando quindi a scivolare i propri prezzi al consumo verso il basso, il tutto accompagnato da una scarsa crescita economica, niente affatto un buon indicatore in prospettiva futura per le condizioni cinesi tra l'altro dopo che si era parlato per lungo tempo che la possibilità deflattiva si abbattesse sugli Stati Uniti e in Europa successivamente ai due grandi interventi di QE.
Fra l'altro la Cina vede come un grande pericolo la situazione che si è innescata nel campo del Real estate vittima anche di una disoccupazione giovanile in crescita.
Alcune proiezioni prevedono una crescita economica nei prossimi dieci anni non superiore al 4% in media, molti al di sotto degli ultimi anni in cui è stata una locomotiva per il mondo.
La battaglia al dragone con le strategiche restrizioni in ambito tecnologico e super tecnologico iniziate da Trump e perseguite in maniera ancora più incisiva dall'amministrazione Biden porteranno sicuramente ulteriori difficoltà all'economia cinese.
Le due realtà paragonate, vedono gli Stati Uniti in una condizione migliore di tutti, con i prezzi che sono adesso sotto controllo e in ogni caso tamponati da una crescita economica ancora forte e da una sostenuta dinamica del mondo del lavoro.
Diversa invece la fase europea che trova un serio nemico nell'inflazione, la quale nonostante rialzi dei tassi della BCE continua a mantenersi alta segnando valori decisamente al di sopra della media che aveva registrato nei primi dieci anni del 2000.
La probabilità quindi che la BCE possa intervenire nuovamente sui tassi si fa sempre più concreta proprio in funzione del fatto che i prezzi siano così resilienti.
L'agosto molesto quindi per ora è stato contenuto dai valori indicati ad inizio articolo e rimangono tali le barriere per non uscire piè pari dal mercato.
Attenti quindi alle distrazioni, alle quali il periodo si presta magnificamente.
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)