L'andamento dei rendimenti dei titoli di Stato italiani sembra aver temporaneamente smesso di scendere. Nella seduta del 29 giugno scorso il rendimento del BTp a 10 anni è salito al 4,07%, dopo essersi stabilizzato intorno al 3,95% nelle sessioni precedenti. Anche lo spread ITA/GER si è ampliato e si avvicina ora ai 170 punti base anziché ai 160 sui quali gravitava fino a qualche seduta fa.
Certamente le dichiarazioni della Banca Centrale Europea hanno contribuito a spingere le vendite dei bond. Infatti, il governatore Christine Lagarde, durante l'annuale simposio delle banche centrali a Sintra, ha affermato che il lavoro di Francoforte per contrastare l'inflazione non è ancora terminato e ha annunciato con certezza un aumento dei tassi d'interesse anche per luglio.
Gli ultimi dati provenienti dagli Stati Uniti e dalla Germania hanno dato anche il loto contributo, con l'inflazione in Germania che a giugno è salita dal 6,1% al 6,4%, soprattutto con l'indice "core" – che esclude energia e generi alimentari – è aumentato dal 5,4% al 5,8%. La direzione non è quella auspicata dalla Bce: anziché diminuire, l'aumento dei prezzi al consumo nella principale economia europea accelera.
Pare quindi molto probabile che nonostante l'inflazione in Spagna sia scesa al di sotto del target del 2% e in Italia abbia raggiunto il minimo degli ultimi 14 mesi, il dato tedesco influenzerà negativamente la percezione del rischio a Francoforte. Questo incoraggerà i "falchi" a richiedere ulteriori aumenti dei tassi anche dopo luglio. E, poiché una politica monetaria restrittiva aumenta il rischio sovrano percepito sul debito pubblico italiano, il rendimento dei nostri governativi sale in misura frazionalmente maggiore rispetto agli altri titoli europei.
Intanto, negli Stati Uniti sono stati pubblicati i dati definitivi sulla crescita del PIL nel primo trimestre: +2% su base annua, superiore alle aspettative e rispetto alle precedenti due letture (+1,1% e +1,3%). Senza dubbio una notizia positiva per l'economia americana che, però, potrebbe incoraggiare la Federal Reserve a riprendere ad aumentare i tassi d'interesse per contrastare l'inflazione, dopo la pausa della riunione di giugno scorso.
Non a caso, il rendimento dei Treasury bond a 10 anni è salito sopra il 3,80%, raggiungendo i massimi degli ultimi tre mesi. Il rischio di recessione negli Stati Uniti si sta allontanando e quindi il governatore Jerome Powell ha la possibilità di stringere ulteriormente le condizioni monetarie.
La sensazione generale è che la lotta all'inflazione durerà più a lungo di quanto si pensasse solo poche settimane fa. La combinazione tra la resilienza delle principali economie e l'inflazione persistente gioca a favore di ulteriori aumenti dei tassi. D'altro canto, l'area dell'euro è già in recessione, così come la Germania. Si prevede che presto sarà il turno della Francia, mentre per l'Italia è prevista una congiuntura più debole nel secondo trimestre, ma il segno rimarrà positivo.
Pertanto, è possibile che i rendimenti sia dell’area euro sia dell’area dollaro ritocchino ancora un po’ al rialzo nelle prossime settimane.
Analisi ZC-Yield Curve
La lettura della ZC-Yield Curve mostra una leggera risalita dei rendimenti sul tratto della curva a medio rispetto alla scorsa analisi. Infatti, rispetto alla scorsa lettura il rendimento della scadenza a 10 anni sale in area 3,00% rispetto al 2,95% precedente, mentre la scadenza trentennale resta stabile in area 2,43%. Sempre immutata la conformazione della curva, che rimane invertita e con un nuovo lieve allargamento del differenziale 10Y-2Y che è passato agli attuali -88 bps da precedenti -86 bps. Stabile il tratto a breve, con la curva che evidenzia ora un massimo di rendimento sulle scadenze di metà 2024 in area 4,20%. Stabilità anche per le previsioni dei tassi forward su Euribor 6 mesi (Fig.2) sulle scadenze a breve. La curva rimane impennata e vede ora i tassi attesi sempre in area 4,40% per metà 2024, per poi scendere sotto al 3,00% solo verso metà 2026 assestandosi successivamente nell’intervallo 2,60% - 2,85% a partire dal 2027.
Analisi Integrata Trendycator
Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei principali benchmark decennali si nota una fase di lateralità sui rendimenti delle diverse aree valutarie. L’area UK vede il rendimento per il GILT sostanzialmente stabile in area 4,38% dal precedente 4,40% e con Trendycator che si conferma in stato LONG. Ritoccano lievemente al ribasso i rendimenti del BUND, che si porta ora in area 2,41% rispetto al precedente 2,48% e con Trendycator che si mantiene stabilmente in stato LONG. Sostanziale stabilità per i rendimenti del nostro Btp decennale, rispetto ai massimi di fine maggio e ora in area 4,09% con uno spread in area 170 bps e modello Trendycator che continua ad indicare un potenziale passaggio a stato NEUTRAL dal LONG. Infine, l’area USA con i rendimenti del Treasury decennale che consolidano l’ultima salita e si portano in area 3,84% rispetto al precedente 3,80% e con Trendycator che si conferma nell’intorno dello stato NEUTRAL.
Bond Governativi Mondo Weekly Ranking
Consueta sezione dell’analisi sui mercati obbligazionari, con l’introduzione sotto forma di ranking dei bond governativi mondiali con qualunque rating. In alcuni casi, per alcuni emittenti o per alcune valute, il rapporto rischio/rendimento di questi bond può essere anche piuttosto speculativo. Il ranking considera i bond benchmark decennali in tutte le valute di emissione.
Bond in evidenza
Stante l’attuale situazione e le attese sulle prossime mosse delle Banche Centrali, può essere interessante lavorare in ottica di trading titoli che, pur presentando un rischio tasso moderato, esprimono una discreta volatilità, meglio ancora se inserita in un chiaro trading range.
È ad esempio il caso del Btp 3,85% Dc29 (IT0005519787), il quale forte di una cedola più che discreta ha una duration modificata (e quindi una sensibilità al variare dei tassi) interessante per una scadenza a poco più di sei anni.
Come si vede dal grafico, il titolo è inserito in un interessante trading range tra area 99,80 e area 101 (con spunti verso 101,50).
La strategia di Range Trading (si cui spesso abbiamo parlato in queste colonne oltre che ad averla approfondita nel libro uscito per Trading Library nell’ormai lontano 2013) è molto semplice quanto proficua in caso di trading range sufficientemente ampi e persistenti.
L’idea di base è quella di inserire un ordine limit in area di trading range inferiore, valido per più giorni. Quando eseguiti posizionarsi subito in vendita, sempre con ordine limit valido per più giorni in area di trading range superiore.