Per molti investitori, sembra quasi che il 2022 non ci sia mai stato. Tutte le paure del 2022 sono scomparse come un brutto sogno all’alba. E di luglio i mercati azionari stanno vivendo una seconda vita come non succedeva da quando Tomasini si è iniziato ad occupare di Borsa.
In un articolo di oggi a firma di Eric Wallerstein il Wall Street Journal descrive in maniera molto ottimistica il quadro dei mercati finanziari USA.
“Le azioni tecnologiche – scrive il Wall Street Journal - stanno salendo in modo maniacale, contaminando anche le cosiddette "meme stocks". Il cripto-universo sta vivendo un periodo di rinascita. L'ottimismo sta raggiungendo livelli febbrili nel mercato delle opzioni. In breve, gli investimenti ad alto rischio sono tornati ad essere popolari come non lo erano stati dalla fine del 2021, poco prima che le azioni entrassero nel mercato orso più lungo degli ultimi decenni. Le azioni speculative stanno volando verso l'alto.”
Insomma, se non ti occupi di questi titoli questi titoli si occupano di te facendo salire l’indice Nasdaq.
Si ripropone una mania simile a quella delle "meme stocks". L'ETF MEME, legato all'indice Solactive Roundhill Meme Stock, è aumentato del 61% quest'anno. Le sue principali posizioni per peso sono: Riot Platforms, minatore di bitcoin (in aumento del 439% quest'anno), Upstart Holdings, piattaforma di prestiti basata sull'intelligenza artificiale (in aumento del 308%), Coinbase Global (in aumento del 196%), Rivian Automotive, produttore di auto elettriche (in aumento del 34%) e Carvana (in aumento del 740%). Questo entusiasmo ha portato a volumi record di opzioni legate alle azioni di molte di queste aziende.
E contro ogni previsione, il prezzo del bitcoin è salito dell'80% nel 2023. E ci si aggiunga che i bilanci delle banche USA sono sfavillanti alla faccia di chi pensava a una crisi del credito.
Gli investitori individuali sono eccitati come dei bambini in un negozio di caramelle, tanto che il nostro giornale viaggia sul massimo di iscritti, cosa mai vista nel mese di luglio quando di solito i lettori ti chiamavano per “sospendere” l’abbonamento (cosa che non possiamo fare e che non ha senso, è come dire che sospendiamo le cure mediche perché andiamo in vacanza).
I trader al dettaglio sono completamente coinvolti in questa orgia rialzista. Il sentiment rialzista, inteso come l'aspettativa che le azioni aumenteranno nei prossimi sei mesi, ha raggiunto questo mese il suo livello più alto dal 2021, secondo sondaggi condotti dall'American Association of Individual Investors.
Anzi, c’è una enorme differenza tra il sentiment degli investitori individuali, che è sui massimi dell’allocazione in azioni, e il sentiment degli istituzionali, che è sui minimi come dimostra il grafico seguente:
E per la vecchia Signora Goldman Sachs il posizionamento sulle azioni è “tirato” (cioè eccessivo):
Anche gli americani stanno diventando più fiduciosi riguardo all'economia nel suo complesso. Il sentiment dei consumatori, misurato dal sondaggio dell'Università del Michigan, è salito a 72,6 a luglio rispetto a 64,4 del mese precedente. Questo è il valore più alto dal settembre 2021 e la crescita più significativa dal 2005.
La paura della recessione è svanita come neve al sole. Tanto che il più noto commentatore del Wall Street Journal James Mackintosh ha scritto che la recessione che ci avevano promesso è risultata invece “missing in action”.
Invece di proteggere i propri portafogli da eventuali cali delle azioni, gli investitori stanno puntando su “scommesse” che si realizzeranno solo se il rally continuerà nei prossimi mesi: il rapporto put-call, misura della paura nel mercato delle opzioni, è sceso ai minimi livelli dal gennaio 2022, secondo i dati di Cboe Global Markets.
“Uno dei motivi per cui molti partecipanti al mercato – scrive il Wall Street Journal - sembrano compiaciuti è che le azioni stanno salendo silenziosamente. Le oscillazioni giornaliere del S&P 500 non sono state così ridotte dal finire del 2021, secondo una misura di Cboe. In altre parole il trend rialzista risulta solido e non l’effetto di momentanee passioni tra i traders.
Ma ci sono sempre i profeti di sventura che studiano come potrebbe sgretolarsi il quadro e anzi i contrarians di mercato sostengono che si sta preparando una tempesta perfetta per un crollo.
Gli investitori al dettaglio erano altrettanto euforici alla fine del 2021. Non mostravano segni di preoccupazione: il rapporto put-call era basso, così come il VIX. Tuttavia, all'inizio di gennaio 2022, tutti e tre i principali indici azionari avevano raggiunto il picco, e l'S&P 500 ha poi perso il 19% quell'anno.
Quello che spinge ora i listini è la paura di perdere l’opportunità di aquisto, fear of missing opportunity, ovvero FOMO in acronimo.
Non è solo l'euforia a destare preoccupazione. I costi di prestito più elevati minacciano di rallentare l'economia, ostacolando il credito per le imprese e rendendo più difficile per aziende e famiglie ottenere prestiti. Negli ultimi anni, i tassi di interesse sui prestiti auto e mutui sono aumentati di circa 3 punti percentuali. I dati della Federal Reserve mostrano che gli interessi sulle carte di credito sono saliti dal 16% al 22%.”
E noi tutti sappiamo come gli americani vivano con la carta di credito in tasca finanziando i propri consumi. Eppure sembra da altri dati che l’economia americana non sia così dipendente dai tassi e che possa sopportare tutto questo. Quindi se vi eravate preoccupati per questo vi eravate preoccupati per niente.
Fino ad ora il macinino gira e i mercati azionari puntano al rialzo.
Non è certo una previsione difficile sostenere che l’indice SP500 tornerà sui massimi del 4 gennaio 2022 a 4818 e questo sarà entro fine estate. Poi non vi so dire cosa succederà, di solito tutto ciò che sale prima o poi scende, e quindi sappiamo già come andrà a finire. Ma preoccuparsene ora è un po’ prematuro.
Poi invece arriviamo al nostro indice che è sui massimi e non ha la forza per rompere, quasi come se fosse trascinato per simpatia dai mercati americani ma senza la forza propria per procedere di pari passo.