OGGI LA RUBRICA ESCE IN FORMATO RIDOTTO.
DOPO UN SEMPLICE PULLBACK CIO’ CHE E’ AVVENUTO SUGLI INDICI AZIONARI USA NEL CORSO DELLA SETTIMANA SCORSA HA DELL’INCREDIBILE !
Analisi grafica dell’indice di riferimento delle nostre operazioni, il NASDAQ100. Continua la cavalcata al rialzo dell’indice tech che fa registrare nuovi massimi relativi a 15720, l’ultima volta che abbiamo visto questi valori dobbiamo risalire ad inizio gennaio 2022. L'indice delle super capitalizzazioni (FAANG) in settimana ha raggiunto i nuovi massimi storici e mostra una performance da inizio anno dell'82%. Davvero incredibile. Per la prosecuzione o meno di questo fenomeno rialzista dobbiamo verificare l’imminente andamento degli utili aziendali che rimangono un fattore chiave. Molti si attendevano da tempo un crollo pesante degli utili aziendali ma per ora non sembra ancora il momento. Questa settimana pubblicheranno i propri numeri due società importanti come Netflix e Tesla e poi a seguire tutte le altre facenti parte del listino.
Graficamente notiamo come il pullback che si è fermato sul supporto in area 14800/750 [rappresentato dall’estensione del 138,2% dell’onda 1 partendo dal minimo di onda (2) del 28 dicembre 2022] e che ora abbiamo denominato onda 4 di (3), sia stato veramente poco ampio ed in contraddizione (con i sacri testi) con il successivo rialzo effettuato con una forza relativa estrema contraddistinta da diversi gap up che, comunque, non hanno più di tanto superato i valori di ipercomprato con il livello di RSI a 72. Ora la logica imporrebbe una fase di consolidamento intorno a questi valori (15300-15500) ma, come detto in precedenza, se gli utili aziendali dovessero uscire migliori delle attese, ovviamente la logica andrebbe a farsi friggere e il listino andrebbe a testare la prossima resistenza in area 16100-16150. Ricordo che il massimo storico registrato il 22 novembre 2021 è posizionato a 16764.86. Vi pare molto lontano ?? Viceversa, ma solo a completamento dell’analisi, riportiamo che in caso di discesa dei prezzi, essi potranno andare a testare il supporto in area 14770 ma non oltre. La settimana si è chiusa a 15565.60 con un guadagno del + 3,52%, il che porta ad un profit da inizio anno del + 42.29%.
Nuovi massimi relativi anche per l’indice S&P500 che si è spinto fino a 4528 punti, altro livello che ci riporta indietro all’aprile 2022 ma che non raggiunge ancora il massimo di onda 2 della fase discendente a quota 4637 ben visibile nel grafico. Anche su questo listino sono uscite le prime pubblicazioni trimestrali economiche di importanti società bancarie come JP Morgan che ha riportato molto bene, stracciando il consenso come utili e fatturato, anche grazie all'acquisizione di First Republic. Ottimo il risultato del trading e buon impatto sul margine di interesse dei rialzi dei tassi. Simili come toni, anche se un po' meno esuberanti, i risultati di Wells Fargo. Più risicati i "beat" di Citigroup, che ha riportato oltretutto il fatturato in calo rispetto a Q2 2022. In questa settimana seguiranno quelle di Bank of America, Morgan Stanley e Goldman Sachs.
La fase rialzista ha prodotto anche su questo listino un’accelerazione di forza relativa sui 70 punti cosa che non si vede così spesso in base al fatto che è un listino molto ampio numericamente ed eterogeneo nelle classi merceologiche. Graficamente abbiamo notato, nelle scorse settimane, come il pullback si sia fermato sul primo supporto posto in area 4325 (massimo di onda 4 della fase discendente) per poi ripartire al rialzo e dopo una breve fermata in area 4400, l’esplosione nella settimana appena trascorsa che ha portato i prezzi a testare e superare l’area 4500 [rappresentata dall’estensione del 161,8% dell’onda 1 partendo dal minimo di onda (2) del 22 dicembre 2022] lasciando un paio di gap aperti. Come detto in precedenza, saranno ora le trimestrali economiche a stabilire se i prezzi potranno continuare la loro corsa verso la prima resistenza a 4637.30 (max di onda 2 della fase discendente dell’aprile 2022) e la successiva in area 4670 [rappresentata dall’estensione del 200% sempre dell’onda 1 partendo dall’onda 2]. Viceversa, i prezzi potrebbero scendere fino in area 4330 ma non oltre, anche qui solo per dovere di cronaca. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 4505.41 con un guadagno del + 2,42% che porta ad un profit da inizio anno del + 17,35%.
Si conferma il solito fanalino di coda degli indici maggiori, quello delle blue-chip DOW JONES, che partecipa al rialzo lasciando anch’esso due gap aperti ma, nonostante tutto, continua la sua fase di lateralità non riuscendo ancora a superare il massimo relativo a 34712 del 13 dicembre 2022 (contrassegnato nel grafico come onda A). Ovviamente manca poco ma subito dopo troviamo un’altra importante resistenza a 35492 rappresentata dal max di onda 2 della fase discendente di maggio 2022. Viceversa, sempre a completamento dell’analisi, in caso di discesa il primo scudo è rappresentato dal supporto testato più volte in area 33750 [ritracciamento del 27,2% della gamba rialzista B-C] coincidente con la M.M. exp a 50 periodi. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 34509.04 con un guadagno del + 2,30% e che porta a segnare un profit da inizio anno del + 4,11%.
ORO INDEX
Ripresa per il mercato dell’ORO che beneficia della debolezza del Dollar Index, dopo aver registrato la più grande perdita settimanale da novembre 2022, dei dati ottimistici sull'inflazione degli Stati Uniti di venerdì scorso e le paure che circondano la Cina a livello economico. In discesa anche i rendimenti dei Treasury sia su scadenze corte che lunghe. Nei giorni scorsi i prezzi del metallo giallo, dopo il test intraday dell’area 1900 $/oz., si sono fermati sul supporto in area 1915 $/oz. dal quale hanno poi rimbalzato fino a 1968 $/oz. In settimana i prezzi non dovrebbero discostarsi molto da questi livelli in attesa dei preparativi per la riunione di politica monetaria del Federal Open Market Committee (FOMC) di luglio, che dovrebbe svelare un aumento dello 0,25% dei tassi di interesse di riferimento. Va notato che un periodo di silenzio di due settimane per i funzionari della FED prima del FOMC consente ai prezzi della commodity di respirare un po'.
Passando agli altri due metalli preziosi che seguiamo nel nostro Portafoglio, finalmente una reazione da parte delle quotazioni del Platino che dopo aver testato l’importante supporto dei 900 $/oz. ed aver viaggiato per diversi giorni in zona di ipervenduto, sono riuscite a riportarsi in area 980 $/oz. Da notare che proprio a quota 1000 passano le due M.M. a 200 periodi (semplice ed esponenziale).
Gran bella reazione anche per quanto riguarda le quotazioni dell’Argento che si sono riportate in area 25 $/oz. dai 22 di fine maggio scorso. Al momento sta smaltendo un po' di ipercomprato ed è auspicabile un proseguimento del rialzo a testare l’area 26 $/oz. ed i massimi relativi di inizio maggio scorso.
La settimana dell’Oro è si è chiusa a 1964.40 $/oz., con un guadagno del + 1,65% rispetto alla scorsa settimana e che porta ad un guadagno da inizio anno del + 7,57%. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 1956.90 $/oz. Di seguito il grafico weekly dell’ORO FUTURES AGOSTO 2023:
GUERRA RUSSIA - UCRAINA (EUROPA)
La scorsa settimana Vilnius, la capitale della Lituania, ha ospitato un summit della NATO. Nell’ambito del vertice, mercoledì il Presidente statunitense Joe Biden ha detto al suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky che non vede l’ora che arrivi il giorno in cui potrà accogliere l’Ucraina nella NATO. Prima di partire per il summit, in un’intervista alla CNN il Presidente statunitense Biden aveva detto che secondo lui non era ancora il momento giusto per l’adesione dell’Ucraina alla NATO; Biden in quell’occasione disse che se l’Ucraina fosse entrata nell’alleanza atlantica già da ora “saremo in guerra con la Russia”. Mercoledì è stato domandato al Presidente statunitense, una volta terminata la guerra, dopo quanto tempo vorrebbe che l’Ucraina entrasse nella NATO e lui ha detto: “un’ora e 20 minuti”.
Zelensky ha detto che in occasione del summit Kiev ha ottenuto una “inequivocabile chiarezza che l’Ucraina sarà nella NATO”. In un tweet, Zelensky ha scritto: “Credo che saremo nella NATO una volta che la situazione della sicurezza si sarà stabilizzata. In parole più semplici, quando la guerra sarà finita, l’Ucraina sarà invitata nella NATO e diventerà chiaramente un membro dell’Alleanza”.
Inoltre, mercoledì scorso i paesi del G7 hanno presentato un quadro internazionale per la sicurezza a lungo termine dell’Ucraina. In un comunicato, il G7 ha affermato: “Oggi stiamo lanciando i negoziati con l’Ucraina per formalizzare, tramite impegni bilaterali di sicurezza ed accordi allineati con questo quadro multilaterale ed in linea con i nostri rispettivi requisiti legali e costituzionali, il nostro sostegno duraturo all’Ucraina mentre difende la sua sovranità e integrità territoriale”. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha detto: “Abbiamo una visione negativa del tema dell’adesione dell’Ucraina alla NATO. Questo argomento è direttamente correlato ad una recente dichiarazione che le nazioni del G7 forniranno oggi garanzie di sicurezza e faranno un annuncio riguardo l’Ucraina. Pensiamo che sia un errore e possa essere molto pericoloso”. Secondo quanto affermato da Peskov, fornendo garanzie di sicurezza all’Ucraina i paesi del G7 stanno invadendo la sicurezza della Russia.
La scorsa settimana l’Ucraina ha ricevuto dagli Stati Uniti le bombe a grappolo, munizioni bandite in più di 100 paesi. Kiev si è impegnata ad usarle solo per dislocare concentrazioni di soldati nemici. Valeryi Shershen, portavoce delle forze armate ucraine del comando sud, ha detto che le munizioni non saranno utilizzate sul territorio russo e saranno usate solo in aree dove le forze militari di Mosca sono concentrate.
Il Presidente russo Vladimir Putin ha detto che Mosca dispone di una riserva sufficiente di vari tipi di munizioni a grappolo e che finora non le ha utilizzate, tuttavia ha aggiunto che se dovessero essere usate contro di loro si riservano il diritto per azioni di risposta. Secondo Putin gli Stati Uniti starebbero fornendo munizioni a grappolo all’Ucraina per una carenza di munizioni in generale.
POLITICA USA
Venerdì scorso la Camera a maggioranza repubblicana ha approvato il National Defense Authorization Act con un’autorizzazione di spesa per 886 miliardi di dollari. Tra le misure contenute nel pacchetto che è passato alla Camera, con 219 voti favorevoli e 210 contrari, figurano un aumento di stipendio per i membri delle forze armate, iniziative volte a contrastare la CINA ed ulteriori 300 milioni di dollari per il sostenere l’Ucraina. Dopo l’approvazione di alcuni emendamenti su questioni sociali, i democratici avevano avvisato che la maggior parte di loro non avrebbe sostenuto l’NDAA. La Camera ha approvato un emendamento che annullerebbe una norma del Dipartimento della Difesa che prevede un rimborso di spese per i membri del servizio che viaggiano per ottenere un aborto, una norma volta ad aiutare militari o familiari che cercano un aborto ma si trovano in stati che l’hanno bandito. La Camera ha anche votato a favore di un divieto per il Pentagono di pagare interventi chirurgici di affermazione del genere e trattamenti ormonali.
La versione del National Defense Authorization Act approvata dalla Camera con ogni probabilità non passerà al Senato a maggioranza democratica, dove martedì inizierà il dibattito. Il Senato dovrebbe approvare una sua versione del NDAA a fine mese, poi le due camere del Congresso cercheranno di raggiungere un compromesso da mettere ai voti entro la fine dell’anno.
Il Dipartimento dell’istruzione venerdì scorso ha annunciato che cancellerà 39 miliardi di dollari di debito studentesco per più di 804 mila mutuatari, uno sgravio che lo stesso dipartimento ha descritto come risultato di una correzione dei piani di rimborso in base al reddito (IDR). Per avere accesso alla cancellazione i mutuatari dovranno aver effettuato 20 o 25 anni di pagamenti mensili IDR. Il programma IDR limita i requisiti di pagamento per i mutuatari a basso reddito e cancella il saldo residuo dopo un determinato numero di anni. Lo sgravio sarebbe una risposta a quelle che il dipartimento ha definito “imprecisioni storiche” nel conteggio dei pagamenti che si qualificano per il condono ai sensi dei piani IDR.
Alcuni dei candidati alle primarie repubblicane per le elezioni presidenziali venerdì scorso hanno preso parte ad un forum a Des Moines promosso da un gruppo evangelico dell’Iowa e nel corso dell’incontro si è parlato anche di politica estera. L’ex vicepresidente Mike Pence ed il senatore Tim Scott hanno spiegato l’importanza del sostegno all’Ucraina. Pence ha detto: “Lascia che ti dica, se Vladimir Putin invade l’Ucraina, non ho dubbi che l’esercito russo attraverserà il confine di un paese NATO che le nostre forze armate dovranno difendere”. Il candidato Ron DeSantis, attuale governatore della Florida, ha cercato di dimostrare che l’amministrazione statunitense non ha fatto abbastanza per definire gli interessi americani in discussione in Ucraina. Secondo DeSantis l’obiettivo ultimo per gli Stati Uniti dovrebbe essere “una pace duratura in Europa”, ma non ha specificato come raggiungerla. Al forum non ha preso parte il candidato favorito per le primarie repubblicane, ovvero Donald Trump.
POLITICA DELLA FED
La previsione del presidente della FED di San Francisco, Mary Daly, è che quest’anno probabilmente saranno necessari due ulteriori rialzi dei tassi per far scendere l’inflazione. Lunedì scorso Daly ha sottolineato che i rischi di fare troppo poco per contrastare l’inflazione superano ancora quelli di fare troppo, anche se si stanno equilibrando. Per questo motivo la banca centrale dovrebbe alzare i tassi più lentamente rispetto a quanto fatto l’anno scorso.
Sempre lunedì scorso, il presidente della FED di Cleveland, Loretta Mester, ha spiegato che secondo lei per assicurarsi che l’inflazione sia indirizzata verso l’obiettivo del 2% il tasso sui fondi dovrà ancora aumentare un po’ dall’attuale livello “e poi mantenersi là per un po’ mentre accumuliamo più informazioni su come l’economia si sta evolvendo”. Mester, che quest’anno non è un membro votante del FOMC, ha sottolineato che le azioni della FED stanno lavorando per ripristinare equilibrio nell’economia, tuttavia ha anche osservato che inflazione e mercato del lavoro si trovano fuori posto rispetto a dove dovrebbero essere per ridurre le pressioni sui prezzi. La numero uno della FED di Cleveland ha evidenziato che, anche se sono stati fatti progressi verso un ribilanciamento, la domanda di lavoro supera ancora l’offerta. Inoltre, Mester ha dichiarato che gli aumenti salariali per gli americani rimangono troppo alti in un periodo di bassa produttività.
Secondo il presidente della FED di Atlanta, Raphael Bostic, ci sono ragioni per cui l’inflazione potrebbe arrivare all’obiettivo del 2% senza che il tasso di interesse overnight di riferimento della banca centrale venga aumentato ulteriormente. Bostic lunedì scorso ha osservato che la spesa per i beni si è stabilizzata, mentre per quanto riguarda quella per i servizi, il numero uno della FED di Atlanta ha detto che ci sono diverse statistiche che suggeriscono che ha toccato un picco e sta iniziando a scendere in termini di attività.
Giovedì scorso il presidente della FED di Minneapolis in un testo ha affermato che la lotta delle banche centrali per riportare l’inflazione verso l’obiettivo e preservare le aspettative ancorate “deve avere successo”, inoltre ha indicato che i tassi di riferimento potrebbero dover aumentare ancora. Secondo Kashkari i supervisori potrebbero verificare la preparazione delle banche ad affrontare ulteriori rialzi dei tassi con nuovi stress test ad alta inflazione in modo da identificare banche a rischio e dimensionare le singole carenze di capitale.
Una visione sul quadro economico è stata poi fornita dal Beige Book della FED, rapporto pubblicato otto volte all’anno che raccoglie informazioni aneddotiche sulle condizioni economiche nei distretti. Il report, rilasciato mercoledì scorso, riporta che l’attività economica complessiva “è aumentata leggermente da fine maggio”; in particolare cinque distretti hanno segnalato una crescita, cinque nessun cambiamento e due leggeri cali. Secondo la banca centrale le aspettative economiche generali per i prossimi mesi continuano a prevedere una crescita lenta. In merito ai prezzi, il report parla di un aumento a ritmo modesto complessivamente e di diversi distretti che hanno notato un rallentamento nel ritmo di crescita. In prospettiva “le aspettative di prezzo sono generalmente stabili o più basse per i prossimi mesi”. Si parla poi di un’occupazione che ha continuato a crescere “in modo modesto”.
Il membro del consiglio direttivo della FED, Christopher Waller, giovedì scorso ha detto che la forza del mercato del lavoro e la solida performance complessiva dell’economia statunitense “ci danno spazio per inasprire la politica ulteriormente”. Waller è favorevole a due ulteriori rialzi da un quarto di punto percentuale quest’anno; in merito ai tempi di tali rialzi ha detto: “Non vedo motivo per cui il primo di questi due rialzi non debba avvenire al nostro meeting di fine mese”. Inoltre, ha aggiunto che nel caso in cui l’inflazione non dovesse continuare a mostrare progressi e se non dovessero esserci indicazioni di un rallentamento significativo dell’attività economica, il secondo rialzo da 25 punti base “dovrebbe arrivare prima piuttosto che dopo”.
Sul tema della regolamentazione degli istituti di credito è intervenuto lunedì scorso Michael Barr, vicepresidente della FED per la supervisione, che ad un evento del Bipartisan Policy Center ha spiegato che ha programmato di portare avanti iniziative che richiederebbero alle banche con oltre 100 miliardi in asset di detenere maggiori riserve. Barr nell’ambito dell’evento ha detto: “Molte persone pensavano che il rischio sistemico riguardasse solo le banche di importanza sistemica globale e non altre istituzioni di grandi dimensioni che potevano causare problemi. Penso che questo sia stato un errore”.
Barr richiede modifiche che vadano ad intensificare le norme patrimoniali rafforzate esistenti e facciano in modo che queste vengano applicate a più banche, il funzionario della banca centrale statunitense ha però detto che qualsiasi modifica non risulterà efficace a pieno prima di “alcuni anni” dato che la FED raccoglierà commenti del pubblico e metterà in campo un periodo di transizione. Barr ha anche richiesto di porre fine alla pratica di fare affidamento alle stime individuali delle banche per quanto riguarda i rischi di prestito avvertendo che i modelli interni delle aziende “risentono di diverse carenze”. La proposta di Barr è che le nuove norme patrimoniali basate sul rischio vadano ad interessare banche con 100 miliardi di dollari di asset o più, andando quindi ad espandere il raggio di banche interessate rispetto all’attuale regime normativo che invece si applica a società con almeno 700 miliardi di dollari di asset o attive a livello internazionale. Un’altra richiesta è quella di applicare i requisiti di indebitamento a lungo termine a tutte le banche con 100 miliardi di dollari di asset o più. C’è poi una proposta per modificare il modo in cui le banche con oltre 100 miliardi in asset contabilizzano le perdite non realizzate sui titoli in loro possesso.
Per quanto riguarda gli equilibri interni della banca centrale statunitense, si segnala che il prossimo mese il presidente della FED di St. Louis, James Bullard, lascerà il proprio incarico per un posto alla Purdue University; fino al 14 agosto avrà un ruolo di consulenza nella banca regionale. Al meeting del FOMC in programma per il 25-26 luglio non prenderà parte alle decisioni politiche o alla scelta sui tassi. Bullard quest’anno non è tra i membri votanti del FOMC. Kathleen O’Neill Paese, attuale prima vicepresidente e direttrice operativa della FED di St. Louis, ha assunto il ruolo di presidente ad interim. Infine da questa settimana è in vigore il “silenzio” da parte dei membri della FED fino al vertice del prossimo FOMC del 25-26 luglio.
DATI MACROECONOMICI
L’indice dei prezzi al consumo core (che esclude il settore del cibo e dell’energia) su base mensile a giugno segna una crescita dello 0,2%, vale a dire inferiore al consensus di +0,3% ed al dato di maggio di +0,4%.
A livello annualizzato la crescita di giugno è del 4,8%, anche in questo caso inferiore sia al consensus del 5,0% che alla rilevazione di maggio del +5,3%. I dati sono rilasciati dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.
L’indice dei prezzi alla produzione core su base mensile a giugno segna un +0,1%, contro un consensus del +0,2% ed un dato di maggio di +0,1% (rivisto da +0,2%). Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.
A livello annualizzato la crescita di giugno è del 2,4%, anche in questo caso inferiore sia al consensus del 2,6% che alla rilevazione di maggio del +2,6%. I dati sono rilasciati dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.
Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata l’8 luglio sono state 237 mila. Nella settimana precedente erano state 249 mila (riviste da 248 mila) ed in consensus indicava un passaggio a 250 mila. Il dato è rilasciato dall’U.S. Department of Labor.
Il dato preliminare di luglio dell’indice di fiducia dei consumatori elaborato dall’Università del Michigan si attesta a quota 72,6 punti, facendo un balzo in avanti rispetto ai 64,4 punti di giugno ed andando oltre al consensus fissato a 65,5 punti.
PORTAFOGLI AZIONARI
Con i nuovi massimi relativi fatti registrare dai mercati statunitensi, anche i titoli USA presenti nei nostri Portafogli azionari beneficiano di tale rialzo. Con la magica e consolidata strategia del “Nasdaq Weekly”, siamo andati a target sul titolo GLOBALFOUNDRIES che ci ha regalato un ennesimo buon + 7,00%. Per quanto riguarda gli altri titoli, troviamo SIEMENS e AMPLIFON ad un passo dal target, T-MOBILE in rampa di lancio, mentre rimane sempre la criticità sul titolo XCEL ENERGY. Per questa settimana non sono presenti nuovi ordini di acquisto.
Per quanto riguarda il Portafoglio “The Challenge” siamo fermi con gli acquisti mentre proseguono verso i rispettivi target i titoli STELLANTIS, SAP e UNITED AIRLINES nella speranza che a breve ci regalino le soddisfazioni che meritiamo. Seguite sempre gli aggiornamenti pubblicati nei relativi Portafogli alla sez. “nuovi ordini”.
Alla prossima.
PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 USCITI NELLA SCORSA SETTIMANA.
Verrano pubblicate la prossima settimana.
================================================================================================
SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. I SEGNALI VENGONO GENERATI UNA VOLTA A SETTIMANA E PUBBLICATI SUL SITO IL LUNEDI MATTINA E VALEVOLI PER TUTTA LE SETTIMANA. IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
ASTENERSI PRIMA DI AVERE COMPRESO CON ESATTEZZA IL PROFILO DI RISCHIO E LE CARATTERISTICHE TECNICHE DEL SERVIZIO CON LA LETTURA DELLE SPIEGAZIONI POSTE NELLA DICITURA "Il Portafoglio LombardReport": (clicca qui >>>)
CONSIGLIAMO DI SEGUIRE IN PAPER TRADING LE OPERAZIONI PER QUALCHE SETTIMANA PRIMA DI APPLICARLE.
ORDINI DI ACQUISTO NUOVE POSIZIONI DELLA SETTIMANA (17/07/2023)
Non sono presenti nuove operazioni.