Mercato obbligazionario: Bce pronta ad aumentare i tassi d’interesse


Chiusa la parentesi del tetto al debito Usa, l'attenzione dei mercati si concentra ora sulla settimana delle Banche Centrali. Mentre aleggia l’indecisione in merito a cosa annuncerà la Fed, sembra quasi certo che la Bce aumenterà i tassi di interesse di un quarto di punto giovedì prossimo.

Per il futuro c’è invece incertezza riguardo al meeting di luglio, e l’interrogativo che in molti si pongono è: “la BCE prenderà una pausa estiva?”

Posto che i tassi non hanno esigenza di andare in vacanza, la presidente della Bce, Christine Lagarde, ha dichiarato lunedì che è ancora troppo presto per parlare di un picco dell'inflazione di base. E in base a questa dichiarazione netta, la maggior parte degli osservatori si aspetta un altro aumento di 25 punti base a luglio. E, sotto questo profilo, non è escluso che durante un evento a Madrid, il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos, potrebbe fornire ulteriori conferme sul prossimo aumento dei tassi.

Stando ai numeri, le stime della Bce suggeriscono che la politica monetaria restrittiva dovrebbe portare ad una riduzione del PIL in media del 2% nel periodo 2022-2025, raggiungendo il picco nel 2023. Per cui, la recessione è già preventivata e non sembra preoccupare più di tanto la Banca Centrale.

Per altro, con l'inflazione dell'area euro al 6,1% (5,3% quella di base), sembra evidente che le parole di Lagarde non lascino spazio a dubbi: il prossimo 15 giugno la Bce aumenterà i tassi di interesse di altri 25 punti base e si terrà il margine per un aumento anche a luglio.

Nel frattempo, i tassi di interesse della Bce si avvicinano gradualmente al 4%, con i Forward su Euribor a 6 mesi che confermano ulteriori rialzi con un picco atteso in area 4,25%. Intanto, Eurostat ha ufficialmente dichiarato che l'eurozona è in recessione tecnica, avendo registrato una contrazione del PIL per due trimestri consecutivi. Secondo la revisione del PIL condotta dall'istituto di statistica, la crescita è diminuita dello 0,1% tra gennaio e marzo rispetto al -0,1% del trimestre precedente. Su base annua, il tasso di crescita è stato dell'1,0% dopo il +1,8% registrato nel quarto trimestre del 2022.

La prossima settima avremo delle risposte, intanto concentriamoci sull’analisi e la lettura delle curve, che sono la nostra bussola per interpretare i mercati obbligazionari.

Analisi ZC-Yield Curve
La lettura della ZC-Yield Curve mostra una lieve contrazione dei rendimenti su tutto il tratto della curva rispetto alla scorsa analisi. Infatti, rispetto alla scorsa lettura il rendimento della scadenza a 10 anni scende in area 3,04% rispetto al 3,20% precedente, mentre la scadenza trentennale si porta ora in area 2,60% rispetto al 2,66% precedente. Sempre stabile la conformazione della curva, che rimane invertita e con un nuovo allargamento del differenziale 10Y-2Y che è passato agli attuali -56 bps da precedenti -52 bps. Stabile il tratto a breve, con la curva che evidenzia un massimo di rendimento sulle scadenze di inizio 2024 sempre in area 4,00%. Stabili anche le previsioni dei tassi forward su Euribor 6 mesi sulle scadenze a breve e a medio. La curva rimane impennata e sempre i tassi attesi in area 4,20% per inizio 2024, per poi scendere sotto al 3,00% ora verso la seconda metà del 2025 assestandosi successivamente nell’intervallo 2,65% - 3,00% a partire dal 2027.

Analisi Integrata Trendycator
Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei principali benchmark decennali si nota una fase di indecisione e di stasi. L’area UK vede ora il rendimento per il GILT ritoccare leggermente al ribasso, ora in area 4,23% dal precedente 4,32% e con Trendycator che si conferma in stato LONG. In altalena i rendimenti del BUND, che si porta ora in area 2,45% rispetto al precedente 2,49% e con Trendycator che si mantiene stabilmente in stato LONG. In lieve correzione i rendimenti del nostro Btp decennale, ora in area 4,28% con uno spread ora in area 173 bps e modello Trendycator che continua ad indicare un potenziale passaggio a stato NEUTRAL dal LONG che durava da ottobre 2021. Infine, l’area USA con i rendimenti del Treasury decennale che restano in laterale, ora in area 3,79% rispetto al precedente 3,82% e con Trendycator che si conferma un po’ instabile nell’intorno dello stato NEUTRAL.

Bond Governativi Mondo Weekly Ranking
Consueta sezione dell’analisi sui mercati obbligazionari, con l’introduzione sotto forma di ranking dei bond governativi mondiali con qualunque rating. In alcuni casi, per alcuni emittenti o per alcune valute, il rapporto rischio/rendimento di questi bond può essere anche piuttosto speculativo. Il ranking considera i bond benchmark decennali in tutte le valute di emissione.

Bond in evidenza
Governativi Usa ancora sotto pressione, dopo il pullback sull’area ora di resistenza dopo la rottura ribassista avvenuta nella seconda metà di maggio. Così, sia il Treasury a 10 anni sia quello a 30 anni stanno confermando l’impostazione SHORT secondo il modello Trendycator.

Treasury 10 anni
Da manuale il test di area 129 ora area di resistenza dopo la sua violazione avvenuta il 18 maggio scorso. Ottime le indicazioni del modello Trendycator che già in data 12 maggio indicava di chiudere le posizioni long sul decennale americano.

Treasury 30 anni
Situazione pressoché identica per il trentennale, che ha testato area 137/138 ed è stato respinto a conferma dell’ottima indicazione fornita dal modello Trendycator già al 18 aprile scorso.

Dollar Index
Lieve indebolimento per il dollaro Usa, dopo i dati macro che hanno evidenziato richieste di sussidi superiori alle aspettative. L’intonazione resta comunque positiva per la valuta americana, con il modello Trendycator che si conferma su LONG.

In ottica tattica resta quindi valida la strategia di valutare l’apertura di posizioni su bond governativi a stelle e strisce a breve termine sfruttando un rischio tasso molto contenuto e un rischio cambio che al momento si dimostra a nostro favore.