Buon fine settimana a tutti. Non è stata una settimana ricca di volumi quella che si è appena conclusa. Lunedì la festività del Memorial Day, venerdì 2 Giugno la Festa della Repubblica. C'è stata un'unica seduta con volumi che hanno superato clamorosamente i 5 miliardi, MA circa 2.7 miliardi sono stati fatti in fase di asta e come se non bastasse si trattava della fine del mese (si "ritoccano" i titoli ed i grafici). Detto questo rimane un mercato molto difficile e le difficoltà sono dovute al fatto che non ci sono scambi e non c'è volatilità. Siamo entrati pienamente in quella fase di improvvisi up&down come da modello previsionale sul 2023: lunedì, martedì e mercoledì il mercato era in mood down ed improvvisamente il primo di giugno ha invertito con la più classica delle "V" reversal. Di seguito il Future FTSEMIB40 su scala a 30 minuti.
Ingrandendo il timeframe ad una scala che sia almeno daily, osserviamo come il derivato italiano stia continuando ad oscillare in un range compreso tra i 26300 (linea tratteggiata) ed i 27500-27550 punti al rialzo. E questa situazione si protrae ormai da diverse settimane a questa parte. Forse l'assenza di interesse da parte degli operatori fa sì che approfittando dei bassi volumi il mercato venga artificialmente spinto al di sotto di certi livelli a caccia di stop (e conseguente liquidità) per poi invertire improvvisamente il trend nella giornata seguente.
Diversa la situazione statunitense come ben sanno i lettori: mercato tecnologico trainato al rialzo da pochissimi titoli che pesano per il 50%, con Nvidia che sfiora il billion di capitalizzazione (erroneamente nel video della scorsa settimana avevo parlato di miliardo di market cap). E l'aspetto singolare è che gli stessi gestori si trovano spiazzati: per avere performance sono "costretti" ad acquistare questi pochi titoli che pesano moltissimo e che sono già saliti tantissimo, gli altri sono caduti nel dimenticatoio. Insomma una sorta di "cane che si morde la coda". E' come se ci si trovasse in una sorta di FOMO: fear of missing out, sindrome da treno perso. E l'aggravante è che più sei capitalizzato e più sali e questo non è bello a mio avviso, anche perché si tratta di una dinamica che si protrae da molto tempo.
Questa settimana ho deciso di plottare sullo stesso grafico del Nasdaq l'ETF JNK: l'etf sui junk bonds. Come potete notare l'indice tecnologico sale con forte divergenza rispetto alla propensione al rischio sul debito "spazzatura". Questo stride col fatto che le società growth sono quelle impattate direttamente dalla dinamica dei tassi.
Attenzione anche al fatto che da un punto di vista tecnico il rimbalzo/salita in corso capita in un'area di ritracciamento di Fibonacci ben visibile su scala settimanale nel grafico che trovate in seguito.
Indicativamente il mese di giugno dagli anni '50 ad oggi presenta questo trend: primi giorni del mese che tendono al rialzo, poi debolezza che si protrae per buona parte del mese salvo poi cercare un colpo di reni nel finale. Se questo è vero "sommando" tutti i mesi dagli anni '50 (trend linea continua), se noi considerassimo SOLO gli anni preelettorali come il 2023, noteremmo che questo andamento orientato alla debolezza rimane decisamente più smussato (linea tratteggiata nel grafico di seguito). Considerando entrambe le versioni, direi che l'inizio del mese è orientato all'upside in entrambi i casi così come le ultimissime sedute.
Fronte watchlist...
Portafoglio scarico sulla parte azionaria (non per quella obbligazionaria). Rimane presente Acea per il breve periodo, su cui questa settimana ho alzato il livello di stop PROFIT a a 13.35 euro market on close (link articolo: https://www.lombardreport.com/2023/5/30/azioni-acea/). Sarà da valutare il sell prima dello stacco del dividendo il 19 giugno; personalmente dubito che venga liquidata prima dagli operatori. Al momento tuttavia rimane in un trend abbastanza lineare. Resistenza in area 13.80 circa.
Altra azione di lunghissimo corso che rimane short dall'area 0.7848 è Tessellis (ex Tiscali per intenderci). In settimana si è spinta a 0.43 euro, quindi ben sotto il prezzo di aumento di capitale fissato a 0.50. Sul titolo non mi stupirebbe vedere una sorta di short-squeeze: portarlo sopra 0.50 per far chiudere tutti gli shortisti e invogliare ad aderire all'aumento stesso. E' una mera sensazione naturalmente, ma tant'è che questo pensiero mi ha portato a blindare il gain (di poco superiore al 40%) in attesa di novità. Il quadro grafico non è certamente bello e concedetemi la battuta: più che un quadro grafico mi sembra un quadro clinico. Ma, ripeto, tenderei ad aspettarmi un bel colpo di scena. Di seguito il trend daily del titolo.
Come scrivevo prima, le idee sono totalmente latitanti in questa fase. Ma in giro per il mondo c'è sempre qualcosa che si muove e quindi ho rivolto gli occhi oltre le Colonne d'Ercole del nostro stivale. E qui si aprono orizzonti sconosciuti con altrettanti rischi quando si opera. Penso al titolo Uniper in Germania che da 4.30 si è spinto a 8.50 salvo crollare venerdì (logicamente) e su cui non ho comunque punti di ingresso a basso rischio, piuttosto che a titoli americani legati all'intelligenza artificiale come SNOW oppure UPST. Il problema in questi tre casi è quello di avere un punto di ingresso a basso rischio (escludo operatività intraday che è capitolo a sè) per ambire ad un trade a doppia cifra percentuale correndo rischi "limitati" senza "bruciare" quanto fatto di buono in questa prima metà 2023. Di seguito in sequenza i grafici daily di Uniper, SNOW ed UPST (su scala settimanale).
Ad maiora!
PNA
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)