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In attesa di un catalist Borsa Italiana rimane senza arte né parte, in un contesto macro che si sta deteriorando


Buon fine settimana a tutte le lettrici e lettori. Direi che il titolo di questo articolo è eloquente: una Borsa Italiana senza arte né parte, priva di interesse, di volatilità, di scambi. Questa settimana mi è capitato di parlare con un broker e mi diceva che i clienti hanno drasticamente ridotto gli eseguiti e per questo era seriamente preoccupato. La mia risposta è stata molto semplice: come dar loro torto? Del resto si arriva alle 15.30 avendo scambiato un miliardo di controvalore e quasi alla fine della seduta (ore 17.29) siamo in un intorno di 1.5 miliardi. Poi magicamente il dato delle 17.39 mostrerà volumi a 1.99 miliardi. Un dato farlocco. Non che sia falso, ma significa che il transato o gran parte di esso avviene fuori dalle negoziazioni in continua.

Anche le idee sono completamente latitanti nella testa di chi Vi scrive. Un giorno magari c'è un titolo forte e poi quello successivo ecco che arrivano le prese di profitto e quindi si torna al punto di partenza. E quindi mi domando: ma vale la pena rischiare senza una logica? Un pò come capitava giocando a Monopoli, lo ricordate? Guadagni, guadagni, guadagni e poi magicamente capita la carta sbagliata, perdi tutto e torni alla casella iniziale. Operare così ha veramente poco senso ai miei occhi. 

Nella previsione di inizio anno che ho fatto vedere nel corso delle varie tappe del Lombard Tour, a partire dal mese di maggio mi sarei aspettato un andamento molto laterale, magari a salire, ma nel complesso estremamente difficile da decifrare. Ricordate?

E questa lateralità è estremamente evidente sul mercato italiano e sul Dax. Analizziamoli subito. Il Future FTSEMIB40 daily è rimasto "incastrato" in un rettangolo tra 26200 e 27500 per almeno due mesi. Solo nelle ultime due settimane ha trovato il coraggio di rompere al rialzo i 27500 ma si è subito scontrato con la fortissima resistena statica dei 28000 punti. E da quel livello è tornato nuovamente sotto i 27500 con un close settimanale (alle ore 17.40) pari a 27380 punti. Il problema tuttavia rimane quello dei volumi.

Stessa cosa dicasi per il DAX Future daily: anche in questo caso abbiamo un laterale devastante e snervante che è iniziato addirittura con un mese di anticipo (aprile) e salvo due "spintarelle" al di sopra della resistenza a 16100 (curve di colore bianco) è poi prontamente rientrato nei ranghi ed all'interno del lungo laterale. 

Operare in queste condizioni, con continue finte da un lato e dall'altro, non ha molto senso, tanto più che quest'anno ci sono stati comunque degli ottimi trade a doppia cifra non decimale (ne cito alcuni andando a memoria: Iveco, Mondo TV, TXT, WeBuild, lo short su Tessellis (ne riparleremo naturalmente), GVS, MFEA la settimana scorsa e molte altre..con qualche stoppino naturalmente, sempre nell'ordine di pochi punti percentuali che si contano sulle dita di una mano). Insomma, se c'è da schiacciare sono qui, ma se non vedo niente non mi intestardisco e non mi faccio prendere dalla "clicchite" o dalla ludopatìa che credo di non aver mai avuto in vita mia. 

Osservando l'S&P500 notiamo invece che c'è stata una rottura della resistenza statica a 4200 punti e in questo caso la tendenza ed il trend sono seguiti, almeno fino ad oggi. Forse l'eccesso di euforia e lo spread che si era creato nella prima parte dell'anno tra Europa ed USA sta rientrando a favore appunto degli indici a stelle e strisce.

Forse ci vogliono ottime motivazioni (che al momento non vedo) per entrare sull'azionario "right here, right now" come dicono gli americani ("qui ed ora" per intenderci).

Come hanno avuto modo di vedere gli spettatori del Lombard Tour, guardate il rendimento medio di un dollaro investito dagli anni '50 ad oggi a partire dal primo maggio e fino al 31 ottobre di ogni anno: la curva blu (che trovate in basso) mostra un andamento sostanzialmente piatto. Investire dal 1 novembre di ogni anno e fino a 30 aprile di quello successivo avrebbe invece permesso a quel dollaro di centuplicare il risultato (curva gialla).

Oltre a quanto scritto in precedenza che NON ESCLUDE che ci siano stati ottimi anni in cui investire d'estate avrebbe prodotto ottimi risultati, mi è capitato di osservare questo grafico che ho trovato particolarmente interessante e tratto da "Il Sole 24 Ore": abbiamo ritorni sull'S&P500, sui corporate bonds e sui Treasuries che sono sostanzialmente appaiati e quindi mi domando: perché andare a rischiare sull'azionario quando è possibile ottenere lo stesso rendimento ad un rischio inferiore? 

Il quadro macro nel complesso si sta deteriorando. La produzione industriale sta scendendo e come si nota nel grafico successivo ci sono stati dei problemi quando è scesa al di sotto dello zero. Ed i problemi magari non si sono verificati subito (2000-2002 o 2008) ma hanno reso l'economia più fragile a shock (2020).

Attenzione va posta al fatto che i risparmi erano aumentati molto durante il periodo del Covid ma ora, ridotta la massa di risparmio, la gente ha meno soldi da spendere (meno consumi) e il denaro rimasto è stato fagocitato dall'inflazione. E' di questi giorni la notizia che la Bank of England ha alzato nuovamente i tassi dello 0.50%. Con aumenti del costo del denaro che si stabilizzano su livelli alti per un periodo prolungato di tempo, questo nel medio termine porterà inevitabilmente problemi alle aziende maggiormente indebitate e poi lentamente alle altre. Di seguito il grafico dei risparmi che si stanno mano a mano riducendo.

Il fatto che non si sia entrati in recessione (non ancora al momento) deriva dal forte mercato del lavoro espresso dal tasso di disoccupazione che continua a restare sui minimi....ma fino a quando sarà possibile tutto ciò?

Dagli anni '60 ad oggi non ci sono stati problemi quando la disoccupazione rimaneva sui minimi (linea rossa) e contestualmente la spesa per consumi rimaneva alta (linea blu). Ma quando il mercato del lavoro ha cominciato a deteriorarsi (disoccupazione che sale) abbiamo poi avuto una recessione (anni '60, 69, '74-'75 e fine anni '70, inizio anni '80 e '90, 2001-2002, 2008, 2020) evidenziata dal crollo dei consumi. Attualmente e per sintetizzare abbiamo una drastica riduzione dei consumi che si trovano sulla linea dello ZERO ma la disoccupazione rimane ancora sui minimi al momento (e sottolineo "al momento", perché questa situazione non potrà durare a lungo a mio avviso). 

Il fatto che questa situazione non durerà a lungo lo si vede dall'andamento dei Jobless claims (sussidi disoccupazione, ndr): dal 1969 al 2023 ogni volta che c'è stata una politica monetaria restrittiva abbiamo poi visto un mercato del lavoro che si è fatto mano a mano più debole e la debolezza si è accentuata fino ai 24 mesi successivi l'inversione della curva dei rendimenti.

Maggiori sussidi implicano una maggiore disoccupazione ed un crollo dei consumi.

Fronte watchlist...

Nulla di nuovo al momento. In questa ottava ho avuto la conferma, come già avevo scritto su queste colonne la scorsa settimana, di come non ritenessi conveniente l'incasso del dividendo sulle azioni Acea che si sono fortemente indebolite andando ben al di sotto del "famoso" livello di 13 euro (punto di acquisto iniziale) spingendosi ad un minimo weekly a 12.30 e ad un close settimanale a 12.45. Se la settimana scorsa Acea aveva chiuso a 13.93 euro, decurtando il titolo di 0.85 centesimi (dividendo), il teorico prezzo di apertura di lunedì sarebbe dovuto essere a 13.08. Ad oggi siamo a 12.45, quindi se si fosse tenuto il titolo si sarebbero persi ben 5 punti pecentuali. Dal grafico daily si nota come sia stato creato "ad hoc" un picco volumetrico proprio venerdì 16 giugno quando si è fatto rompere artificialmente il muro dei 14 euro. A questi livelli l'azione trova una discreta area supportile attorno a 12.20-12.30 e quindi uno stop relativamente stretto sotto i 12 euro market con close per ipotizzare un rimbalzo di qualche punto percentuale. Azioni simili (A2A ed Enel) sono rimaste ancorate attorno ai massimi, altri titoli come Hera (che hanno staccato proprio questa settimana) sono momentaneamente scesi sotto supporti importanti (nel caso di Hera 2.80-2.82). 

Un evento che sarà da monitorare è la quotazione di Ferretti che avverrà martedì 27 giugno. L'azienda è leader nel settore dei maxi yacht e al momento dello sbarco la capitalizzazione sarà di un miliardo di euro. Faccio notare che il prezzo di IPO italiana è stato fissato a 3 euro. Sono così andato a vedere la quotazione di Hong Kong di Ferretti trattandosi di dual listing. Interessante notare come il prezzo sia stato "tirato su" fino a giovedì quando si è appunto chiusa l'IPO italiana. Poi venerdì l'azione ha registrato un ribasso attorno al 4% con una chiusura a 24.60 dollari hongkonghesi. Al cambio attuale (0.12 euro contro 1 dollaro HKG) e considerando il close di 24.60 HKG si ottiene un teorico pari a 2.87 euro, quindi chi l'avesse sottoscritta si troverebbe già in perdita di circa il 4.5%. Naturalmente tutto può cambiare prima dell'inizio delle negoziazioni, ma suggerirei di fare attenzione. Di seguito il grafico daily degli ultimi sei mesi.

La settimana passata ho segnalato le azioni Lottomatica che nel corso di questa ottava si sono comportate abbastanza bene nonostante il ribasso del 2.5% circa del listino milanese (link articolo: https://www.lombardreport.com/2023/6/17/azioni-manchester-united-azioni-mediaforeurope/). Il titolo ha tenuto l'area di base (8.15 euro, tick più, tick meno). Il minimo settimanale è stato proprio a 8.15 e la chiusura settimanale a 8.433 euro. Sempre possibile dunque un tentativo di puntare verso l'area posta a 8.60 (massimi dal collocamento), magari approfittando della debolezza in certe fasi di negoziazione in modo da ridurre lo stop che sarebbe inevitabile sotto la base creata. Anche in questo caso coloro che hanno sottoscritto il titolo in fase di IPO al prezzo di 9 euro si sono subito trovati con un discreto loss in portafoglio: il primo giorno dell' 8.8% (il close era stato a 8.20 euro dai 9 appunto), quindi bisogna considerare che, qualora l'azione salisse sopra 8.60, troverebbe mano a mano la "Muraglia cinese" dei sottoscrittori della prima ora che non l'avessero stoppata e questo muro sarà almeno fino al prezzo di collocamento a 9 euro. Questo è un ragionamento che serve solo per far comprendere che oltre alle motivazioni di carattere grafico è indispensabile capire alcuni tecnicismi nella fase di studio del proprio trading plan, specialmente in una Borsa Italiana pressoché dimenticata e in cui i volumi ne sono la dimostrazione.

Buon fine settimana a tutti.

Ad maiora!

PNA

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)