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NASDAQ100 WEEKLY - Continua il "sorprendente" rialzo sugli indici azionari USA, in particolare sul tech...


SORPRENDENTE !! L’AGGETTIVO AD HOC PER CIO’ CHE STA ACCADENDO AGLI INDICI AZIONARI USA IN CONTINUO RIALZO.

Un’altra settimana trionfale, quella appena trascorsa, a Wall Street, con un nuovo massimo relativo dell’indice Nasdaq100 (nonostante la cattiva vena di alcune big cap dell’indice) e dell'S&P 500 e tutti e 12 i settori in progresso. Si tratta della sesta salita consecutiva (prima volta da novembre 2021). Un altro fatto curioso è che il principale indice USA è tornato a 4425 sui livelli calcati in occasione del primo rialzo Fed, il16 marzo 2022.

Ripetiamo, uno sviluppo sorprendente!

In generale, il mindset da bull market si sta radicando con forza, dopo tanti mesi passati tra i dubbi. Questo brusco cambio di sentiment è andato ad affiancarsi alla narrativa AI per trainare gli indici. Il mercato sembra abbracciare tutto quanto di positivo c'è, tra cui la tenuta dell'economia, l'inflazione che cala, la FED che è andata in pausa, e le aspettative sullo stimolo cinese, le quali ironicamente faticano a sollevare i mercati locali. Ormai alla borsa USA non interessa più la FED, un atteggiamento comune visto che nonostante le dichiarazioni di Powell i tassi sono calati, e la curva continua a scontare Fed Funds a dicembre più bassi di ora. Non gli interessa la direzione dei tassi, visto che l'indice più rate sensitive, il Nasdaq, vola nonostante recentemente i rendimenti siano saliti con forza. Non gli interessano i dati di attività economica, che restano mediocri (vedi i due ISM pubblicati). Non gli interessa la direzione delle Cripto, che soffrono gli scandali e il fatto che il Dollaro rende oltre il 5%.

Wall Street è preda di 2 nuove manie: l'intelligenza artificiale, che genera un circolo virtuoso. Visto l'effetto che ha sugli investitori, tutte le aziende si sforzano di coinvolgersi, trovargli un ruolo nel loro business e di parlarne ad ogni occasione, cosa che attira acquisti. E poi la sindrome da abbandono del bear market, con gli istituzionali costretti a inseguire il retail all'acquisto. Retail la cui l'euforia è tornata ai massimi tanto da far prezzare all'azionario USA il migliore dei risultati economici societari (compresi alcuni titoli dalle buone prospettive ma dai multipli stratosferici come TESLA e NVIDIA 208x degli utili e 41x del fatturato).

Tutto ciò in presenza di dati non certo confortanti, tipo la liquidità del sistema con la spesa del Treasury General Account che non va più a bilanciare il Qantitative Tightening. Questo è un effetto che impiega mesi per impattare, ma qui stiamo andando dalla parte opposta.  Così come il possibile stress per le banche regionali, nonostante i segnali preoccupanti continuino. Ad esempio l'utilizzo della Bank Term Funding Program facility continua a salire e ha superato in 2 settimane i 100 mld $. Oppure il commercial real estate, che continua a preoccupare in particolare il sistema bancario (più regionale che istituzionale). Ma anche le chiusure europee sono positive, con il Dax ai nuovi massimi storici (quale recessione?), l'Eurostoxx 50 incollato alla soglia di 4.400, massimo relativo per il 2023, così come il FTSE Mib assai vicino al 28.000.

Continua il calo della volatilità, con il VIX e il VIX Future sui minimi. D'altronde, con ormai le banche centrali e i dati pesanti alle spalle, non c'è nulla di particolare su cui focalizzare la domanda di hedge, in particolare in un periodo in cui si vede tutto rosa.

E veniamo all’evento clou della settimana (del quale parleremo anche nel relativo capitolo), la dichiarazione ha confermato la pausa nei rialzi, allo scopo di valutare quanto fatto finora. Per il resto non contiene molte novità. Come in passato si nota che le condizioni di credito più stretto avranno un peso sull'attività e l'occupazione da definire. Le sorprese vengono nelle nuove proiezioni trimestrali (v.grafico):

Dal grafico possiamo notare che:

1) crescita vista molto più alta nel 2023 rispetto alle projections di marzo

2) disoccupazione vista molto più bassa a dicembre rispetto a 3 mesi fa

3) Inflazione core più alta rispetto a 3 mesi fa

4) ancora 2 rialzi previsti dalla media dei membri entro dicembre.

Dalla conferenza stampa del Presidente Powell si evince che:

a) Il voto è stato unanime, ma quasi tutti i membri si aspettano che i rialzi riprendano;

b) la pausa va vista nell'ambito di un processo di rallentamento della stretta monetaria, ma il prossimo meeting resta uno in cui i tassi possono essere alzati;

c) si vedono i primi segnali di impatto sul mercato del lavoro e la pausa serve per valutare la loro consistenza;

d) non ci sono sufficienti segnali di calo dell’inflazione “core” e i rischi sono al rialzo;

e) la FED non fa troppo affidamento sulle sue previsioni che in passato sono state errate (ma guarda !?!? ndr.);

f) Powell non si aspetta grossi problemi per il riempimento del conto treasury, ma che monitoreranno attentamente;

g) non prevedono di tagliare i tassi per i prossimi 2 anni (speriamo rimanga solo una previsione ! ndr.)

h) la politica fiscale intrapresa al momento è insostenibile.

Detto del FOMC che si è preso una pausa, anche la Bank of Japan ha lasciato tutto invariato, tassi e yield curve control e non ha dato alcun segnale di voler modificare la posizione. Il Governatore della Banca del Giappone, Kazuo Ueda, si è solo rifiutato di escludere modifiche ai prossimi meeting e ha accennato al fatto che uno Yen troppo debole potrebbe vedere ancora supporto da parte loro sui mercati. Di qui i progressi azionari e la debolezza della divisa. Il Giappone resta l'unico paese del G7 ad avere una politica monetaria stabilmente ultra espansiva e tassi negativi.

Dopo le dichiarazioni di Powell il mercato dei futures della FED ha mantenuto un'elevata probabilità di un nuovo rialzo a luglio (62%) oppure entro settembre (78%), ma non ne vede un secondo e vede un +50% di probabilità che venga smontato entro fine anno. 

A livello di tassi, le scadenze dal 7 anni in avanti sono scesi e le curve hanno accentuato l'inversione, con lo spread 2-10 tornato a -90. Il risultato di questi timori è che le curve hanno ripreso a invertirsi ovunque con forza con il Treasury 2 anni che è arrivato al 4,71% mentre il 10 anni è rimasto intono al 3,76%.

Analisi grafica dell’indice di riferimento delle nostre operazioni, il NASDAQ100. Se lunedì scorso abbiamo usato l’aggettivo “Inarrestabile” per definire il “bull market” dell’indice tech, oggi usiamo l’aggettivo “Sorprendente” e la chiusura negativa di venerdì scorso nulla toglie al rialzo imperioso di codesto indice che se ne frega di essere costantemente in zona di ipercomprato; che se ne frega dei multipli altissimi di diverse società componenti l’indice (v. sopra); che se ne frega dei dati macro che indicano un rallentamento dell’economia a stelle e strisce; che beneficia oggi dello stop ai rialzi dei tassi di interesse, ma che deve far conto delle dichiarazioni del Presidente della FED per il prossimo futuro. Tutte balle secondo gli investitori che stanno cavalcando la “bolla” dell’A.I. (Intelligenza Artificiale) come se un domani la stessa prenderà il sopravvento sui bilanci di tutte le società tecnologiche e……non solo !!

Detto ciò, diamo uno sguardo ai numeri e immediatamente notiamo come le due aeree di resistenza, descritte su queste colonne lunedì scorso, abbiano effettivamente prodotto ciò per cui sono state plottate. In primis l’area 14750 [rappresentata dall’estensione del 138,2% delle onde 1 e 2 partendo dal minimo di onda (2) del 28 dicembre 2022] ha fermato nella giornata di lunedì scorso il rialzo dopo il superamento dei 3 massimi relativi di due settimane fa, ed una volta superato questo scoglio ha funto da supporto ai prezzi nelle giornate di martedì e mercoledì scorso; in secundis la resistenza in area 15275 [rappresentata dall’estensione del 161,8% delle onde di cui sopra] e, guarda caso, sarebbe anche il massimo del 29 marzo 2022 segnalato come onda 2 del ciclo ribassista che ha fermato il rialzo nelle giornate di giovedì e venerdì scorso. Tutto come da copione ! Ribadiamo attenzione in quanto siamo costantemente in area di ipercomprato dove, nella giornata di giovedì scorso, abbiamo sfiorato il valore di 80 anche se gli investitori sembrano fregarsene di questo scenario. Cosa attendersi ora ? Magari saperlo, l’ideale sarebbe un consolidamento laterale che scarichi un bel po' gli oscillatori, ma anche un pullback più o meno profondo è accettabile a patto di non scendere sotto il supporto in area 14770 con massima estensione in area 14500, stop ! E’ pur vero che l’indice presenta due gap aperti dei quali, quello più importante è datato 25 maggio scorso ma, al momento, è inutile pensarci. Al rialzo il prossimo obiettivo è la resistenza in area 16150 (che ci riporta ai prezzi dell’inizio 2022), quindi il massimo del 22 novembre 2021 a 16765 (massimo della cavalcata al rialzo post-COVID e giorno dal quale iniziò la discesa dell’indice fino al 13 ottobre 2022 con un -35% attaccato). Manteniamo il livello di STOP sempre presente nella piattaforma. La settimana si è chiusa a 15083.92 con un guadagno del + 3,82%, il che porta ad un profit da inizio anno del + 37,88%.

Stesso discorso anche per l’indice S&P500, certo con le dovute proporzioni di performance rispetto all’indice tech, ma la corsa agli acquisti non ha risparmiato questo listino che si trova in zona di netto ipercomprato. L’avevamo scritto molte volte su queste colonne che se i prezzi fossero riusciti ad infrangere la barriera dell’area 4200 sarebbero esplosi all’insù, magari non in poche sedute ma con costanza, ed è ciò che è avvenuto e sta avvenendo. Quindi graficamente notiamo un nuovo massimo relativo fatto registrare venerdì scorso a 4448.47 superando di botto il massimo di onda 4 del trend discendente (e ciò ci consente di modificare il conteggio delle onde), ma anche l’area 4400 [rappresentata dall’estensione del 138,2% delle onde 1 e 2 partendo dal minimo di onda (2) del 22 dicembre 2022] che ora funge da supporto e sulla quale si è fermata la presa di beneficio di venerdì scorso. Come detto questo rialzo ci ha permesso di modificare il conteggio delle onde, con onde primarie (1) e (2) rispettivamente a 4100.96 e 3764.49 fatte nel dicembre 2022, poi onda 1 di (3) a 4195.44 a inizio febbraio e onda 2 di (3) a 3808.86 a metà marzo. Ora ci troviamo in onda 3 di (3) che risulta essere quella più esplosiva e più ampia sia percentualmente che temporalmente. Detto ciò, anche su questo indice l’ideale sarebbe un consolidamento laterale che scarichi un bel po' gli oscillatori, ma anche un pullback più o meno profondo è accettabile a patto di non scendere sotto il supporto in area 4325. Al rialzo la prossima importante resistenza è posta in area 4500 [rappresentata dall’estensione del 161,8% delle onde di cui sopra]. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 4409.60 con un guadagno del + 2,58% che porta ad un guadagno da inizio anno del + 14,85%.

Infine il fanalino di coda degli indici maggiori, quello delle blue-chip DOW JONES, che continua a riportare modesti guadagni settimanali e, pur riuscendo a superare la barriera dell’area 34000, lo slancio non ha portato i prezzi a testare il precedente massimo relativo dei 34712 punti registrato lo scorso dicembre 2022 e contrassegnato nel grafico come onda A. Quindi continua la fase di lateralizzazione ben visibile nel grafico con le M.M. a 200 periodi praticamente piatte, solo la 50 periodi (in celeste) sembra accennare ad un timido rialzo. Chiaramente ora l’ideale sarebbe superare il massimo di onda A per puntare alla resistenza costituita dal massimo di onda 2 del trend ribassista dell’aprile 2022 in area 35500, visto anche che il valore dell’RSI a 62 permetterebbe questo scenario. Viceversa l’ideale sarebbe non scendere sotto l’area 34000, faticosamente raggiunta, ma è possibile un’estensione fino in area 33750 costituita dal ritracciamento del 27,2% della gamba rialzista B-C?. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 34299.13 con un guadagno del + 1,25% e che porta a segnare un guadagno da inizio anno del + 3,48%.

ORO INDEX 

Continua la fase di incertezza sulle quotazioni dell’Oro nonostante la FED non abbia alzato i tassi di interesse in codesta riunione, ma le dichiarazioni di Powell che apre a nuovi possibili rialzi nelle prossime riunioni non è sicuramente una buona notizia per gli investitori nell’Oro che vedono ora i rendimenti dei titoli di stato in salita e con il Dollaro che potrebbe riprendere valore nel caso effettivo di ulteriori rialzi dei tassi. Nel corso di questa settimana non è prevista l’uscita di dati macroeconomici di rilievo, ma la testimonianza del Presidente della FED alla commissione bancaria del Senato e la retorica dei vari presidenti della FED regionali non porteranno certamente sollievo alle quotazioni del metallo giallo. Il range settimanale dei prezzi è stato modesto facendo registrare un triplo minimo a 1936 $/oz. ed un massimo a 1986 $/oz. ed in questa settimana lo scenario di lateralità non dovrebbe mutare a patto che le dichiarazioni dei membri della FED non siano molto aggressive, nel cui caso potrebbe essere facile vedere i prezzi testare i supporti a 1920 e 1900 $/oz.

Passando agli altri due metalli preziosi che seguiamo nel nostro Portafoglio, settimana di passione per le quotazioni del Platino che rompono al ribasso anche il supporto in area 1000 $/oz. e le due M.M. a 200 periodi (esponenziale e semplice) con un minimo a 965,50 e chiusura settimanale a 987,3 $/oz. Non essendo ancora andati in zona di ipervenduto nulla osta che i prezzi possano andare a testare l’area 950/930 $/oz.

Lateralizzano le quotazioni dell’Argento che dopo il picco di due settimane fa a 24,62 $/Oz. si sono assestate intorno all’area 24 $/oz. per poi chiudere la settimana a 24,125 $/oz. Con un valore di RSI a 51 è possibile tornare all’attacco dei 25 $/oz.

La settimana dell’Oro è si è chiusa a 1971.20 $/oz., in perdita del - 0,30% rispetto alla scorsa settimana e che porta ad un guadagno da inizio anno del + 7,94%. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 1958.13 $/oz. Di seguito il grafico weekly dell’ORO FUTURES AGOSTO 2023:

GUERRA RUSSIA - UCRAINA (EUROPA)

Venerdì scorso a Kiev si è tenuto un incontro tra il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky e i leader di paesi africani. Zelensky ha detto di aver invitato i leader africani a partecipare ad un vertice globale per la pace, proposta che il Presidente ucraino aveva avanzato per la prima volta a novembre.

Durante una conferenza stampa, Zelensky ha detto: “Ho visto le prospettive del nostro lavoro su punti specifici della formula di pace e, certamente, ho invitato gli stati africani a partecipare al vertice di pace che stiamo preparando”. In seguito al meeting con i leader africani, Zelensky ha anche detto che colloqui di pace con Mosca sarebbero possibili solo dopo un ritiro delle truppe russe dai territori ucraini occupati. Il Presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha detto che i leader africani si erano presentati per “condividere la prospettiva africana” e che inquadravano i colloqui con la Russia come parte della missione. Ramaphosa ha spiegato che i paesi africani sono pronti a partecipare ulteriormente ad un patto di pace in Ucraina ed ha chiesto un libero flusso di grano.

Sabato scorso Vladimir Putin ha avuto colloqui con una delegazione di rappresentanti di Senegal, Egitto, Zambia, Uganda, Repubblica del Congo, Comore e Sudafrica. Il Presidente russo, oltre a sostenere che Kiev ed i suoi alleati occidentali hanno iniziato il conflitto molto prima che la Russia inviasse forze armate in Ucraina, ha detto che l’Occidente è stato responsabile del forte aumento dei prezzi alimentari globali all’inizio dello scorso anno. Putin ha anche detto che la Russia non ha mai rifiutato colloqui con Kiev, ma ha specificato più volte che qualsiasi pace deve tenere conto di “nuove realtà”, vale a dire l’annessione di cinque province ucraine.

POLITICA USA

Sabato scorso il Presidente Joe Biden durante un comizio politico ha presentato la propria ricandidatura per le elezioni del 2024 a membri del sindacato a Philadelphia. Ad ospitare l’evento è stata l’AFL-CIO, centrale sindacale degli Stati Uniti che include 60 sindacati e che la scorsa settimana ha appoggiato Biden e Kamala Harris. L’attuale Presidente degli Stati Uniti ha sottolineato che l’endorsment anticipato farà “una differenza gigantesca” nelle elezioni. Nel corso del suo intervento, Joe Biden ha fatto riferimento al pacchetto sulle infrastrutture da 1,2 trilioni di dollari, approvato dal Congresso in forma bipartisan, ed ha sottolineato che la sua amministrazione ha già avviato 32mila progetti infrastrutturali nel paese.

Ryan Boyer, business manager del Philadelphia Building and Construction Trades Council, organizzazione ombrello per oltre 50 sindacati locali attivi nell’ambito dell’industria della costruzione nella regione di Philadelphia, ha detto che il curriculum da presidente di Biden ha tolto ogni dubbio tra i suoi membri sulle elezioni del 2024: “Non c’è leader sindacale degno di questo nome a Philadelphia che non abbia riconosciuto quanto il Presidente Biden abbia sostenuto gli uomini e le donne nel lavoro”.

Intanto alla lista dei candidati alle presidenziali dell’area Repubblicana si è aggiunto Francis Suarez, sindaco di Miami. L’annuncio della candidatura è arrivato giovedì scorso. Reuters in un articolo spiega che Suarez ha avuto relazioni spinose sia con Donald Trump che con Ron DeSantis, ovvero quelli che attualmente sono i due principali candidati alle presidenziali tra i repubblicani. Il sindaco di Miami non sostenne Trump nella corsa alla Casa Bianca del 2020 e fu critico nei confronti di alcune politiche dell’era Covid di DeSantis, governatore della Florida.

Passando al Congresso, la commissione per gli stanziamenti della Camera con un risultato di 33 a 27 ha votato secondo le linee di partito per adottare un livello di spesa discrezionale di 1,47 trilioni di dollari per l’anno fiscale 2024, ovvero circa 120 miliardi in meno rispetto alla somma di 1,59 trilioni di dollari stabilito nell’accordo con la Casa Bianca. Il piano andrebbe a ridurre la spesa per l’ambiente, l’assistenza pubblica e gli aiuti esteri, andrebbe ad aumentare la spesa per la sicurezza delle frontiere, la lotta alla droga e l’opposizione alla CINA, inoltre manterrebbe la spesa per la difesa al livello previsto nella legislazione sul tetto del debito.

La repubblicana Kay Granger, presidente della commissione per gli stanziamenti della Camera, ha detto: “Il disegno di legge sul tetto del debito fissa un tetto, non un minimo per i disegni di legge dell’anno fiscale 2024. Le allocazioni davanti a noi riflettono il cambiamento che i membri del mio partito vogliono vedere”. Livelli di spesa più bassi potrebbero complicare il raggiungimento di un accordo tra Camera e Senato, a maggioranza democratica.

POLITICA USA – CINA

Trasferta in CINA per il segretario di Stato Antony Blinken, che ieri, domenica, ha incontrato il ministro degli esteri cinese Qin Gang per quelli che entrambi hanno definito colloqui franchi e costruttivi sulle loro differenze. Sia da parte cinese che statunitense è stato sottolineato il desiderio di relazioni stabili e prevedibili, con Pechino che ha indicato Taiwan come la questione più importante. Il Dipartimento di Stato riporta che Blinken durante il colloquio ha evidenziato “la necessità di ridurre il rischio di percezione errata ed errore di calcolo”.

Da entrambi i lati si è parlato di colloqui utili, anche se non sembra siano d’accordo su molto, oltre al fatto di continuare la conversazione durante una visita a Washington del ministro degli esteri cinese. Entrambe le parti però hanno sottolineato l’importanza di facilitare la visita dei propri cittadini.

Reuters riporta che funzionari ed analisti statunitensi pensano che questa visita di Blinken possa aprire la strada ad altri incontri bilaterali tra Stati Uniti e Cina nei prossimi mesi e potrebbe anche preparare il terreno per incontri tra i Presidenti Xi Jinping e Joe Biden nell’ambito di summit multilaterali nel corso dell’anno.

Dopo gli incontri tenutisi ieri, domenica, un alto funzionario del Dipartimento di Stato statunitense ha descritto lo scambio con l’aggettivo ‘diretto’: “Entrambe le parti hanno espresso un desiderio di stabilizzare la relazione ed evitare che la concorrenza tra i nostri due paesi viri nel conflitto”.

Il quotidiano cinese Global Times, citando una nota diffusa dal ministero degli esteri cinese, riporta che Qin Gang durante il meeting con Blinken ha osservato che attualmente le relazioni tra Pechino e Washington sono al loro punto più basso da quando le parti hanno relazioni diplomatiche e questo non è conforme agli interessi fondamentali delle popolazioni delle due nazioni e non è conforme alle aspettative comuni della comunità internazionale. Global Times scrive che il ministro degli esteri cinese ha fatto richieste chiare riguardo gli interessi principali della CINA e le preoccupazioni maggiori, tra le quali la questione che riguarda Taiwan, indicata come il tema più importante ed il rischio più importante nelle relazioni USA-CINA.

POLITICA DELLA FED

Il tasso di riferimento rimane nella fascia 5,00%-5,25%. La scorsa settimana durante il meeting di giugno, infatti, il FOMC ha deciso di non applicare rialzi dei tassi, tuttavia le nuove previsioni indicano che nell’anno in corso i costi di prestito potrebbero dover essere aumentati fino a mezzo punto percentuale. In una dichiarazione rilasciata dopo la riunione, il FOMC ha spiegato che mantenere stabile il target range in questo meeting darà al comitato la possibilità di valutare ulteriori informazioni.

Il Presidente della FED, Jerome Powell, ha spiegato che la crescita statunitense ed il mercato del lavoro stanno reggendo più di quanto si aspettasse a fronte della politica monetaria aggressiva dello scorso anno, la conseguenza di ciò sarebbe un probabile allungamento della lotta contro l’inflazione della banca centrale, ma ciò le permetterebbe anche di provocare meno danno economico. Il numero uno della FED ha detto che la pausa nel rialzo dei tassi è stata di precauzione, per raccogliere ulteriori informazioni prima di decidere se sarà necessario aumentare ancora i tassi. Powell ha sottolineato che dalle ultime proiezioni trimestrali emerge che le stime di crescita e quelle di inflazione sono salite un po’, mentre le stime relative alla disoccupazione sono scese un po’. Il Presidente della FED ha anche detto che i dati insieme suggeriscono che sarà necessaria più restrizione di quanto si pensasse. Inoltre, ora 9 funzionari su 18 pensano che il tasso di riferimento aumenterà di un altro mezzo punto percentuale, altri tre pensano addirittura si debba portare ad un livello anche più alto. Powell ha detto che le condizioni necessarie per far calare l’inflazione “si stanno realizzando”, ma ci vorrà del tempo per far sì che questo abbia effetto sull’inflazione.

In seguito alla decisione del FOMC di mantenere stabili i tassi in occasione del meeting di giugno, il membro del consiglio direttivo della FED, Christopher Waller, ha osservato che l’inflazione core non sta scendendo come pensava e l’inflazione non si sta muovendo: “questo richiederà, probabilmente, un po’ più inasprimento per provare a farla scendere”. Waller ha anche osservato che non è ancora chiaro se le vicende che hanno interessato il settore bancario negli scorsi mesi abbiano intensificato l’inasprimento delle condizioni di prestito, al di là di quanto la banca centrale sta cercando di fare tramite la politica dei tassi di interesse.

Il presidente della FED di Chicago, Austan Goolsbee, ha definito la pausa nel rialzo dei tassi come una “missione di ricognizione…prima di risalire la collina un’altra volta”. Goolsbee ha spiegato che la pandemia ha cambiato le dinamiche della spesa dei consumatori, del lavoro e dello stile di vita ed ha sottolineato che la banca centrale non può essere troppo fiduciosa in un solo mese di dati.

Thomas Barkin, presidente della FED di Richmond, venerdì scorso ha detto che deve ancora essere convinto del fatto che un rallentamento della domanda porti l’inflazione in modo relativamente rapido al target del 2%: “Se i dati in arrivo non sostengono questa storia, sono a mio agio nel fare di più”. Barkin ha detto di riconoscere il fatto che aumentare ulteriormente i tassi “crea il rischio di un rallentamento più significativo”, ma tirarsi indietro troppo presto ha creato problemi potenziali anche peggiori. Il numero uno della FED di Richmond ha detto che ritiene che la domanda negli USA si stia attenuando, ma ha sottolineato: “pensala come più debole, ma non ancora debole”.

DATI MACROECONOMICI

L’indice dei prezzi al consumo a livello annualizzato a maggio cresce del 4,0%, rimanendo praticamente in linea con il consensus fissato al +4,1%, segnando però un calo rispetto al +4,9% di aprile. Tra l’altro, il dato del +4,0% di maggio rappresenta la crescita più contenuta da marzo 2021. Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

L’indice dei prezzi al consumo core (cioè escludendo il settore del cibo e dell’energia) a livello mensile a maggio segna un +0,4%, esattamente come indicato dal consensus e pari alla rilevazione di aprile.

A livello annualizzato, la crescita di maggio del 5,3%, come indicato dal consensus ed appena sotto al +5,5% di aprile. Inoltre il +5,3% di maggio rappresenta la crescita più bassa da novembre 2021 ma comunque troppo affinché la FED si rilassi. I dati sono rilasciati dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

L’indice dei prezzi alla produzione core a livello mensile a maggio hanno dato nuovamente l'idea di un’inflazione in ritirata. Come indicato dal consensus e come nel mese di aprile, cresce dello 0,2%.

A livello annualizzato, il dato core a maggio segna un +2,8%, praticamente pari al consensus del +2,9% e a fronte di un +3,1% registrato ad aprile (rivisto da +3,2%); la crescita di maggio è la più bassa da febbraio 2021. I dati sono rilasciati dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

Le vendite al dettaglio a livello mensile a maggio hanno, a margine, sorpreso in positivo, anche se non nella misura in cui sembravano indicare, ad esempio, le statistiche delle carte di credito per il mese. E poi ci sono state revisioni al ribasso dei 2 mesi precedenti. Il dato è cresciuto dello 0,3%, dato in direzione contraria rispetto ad un consensus del -0,1%. Ad aprile era stato registrato un +0,4%. Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.

Il dato non certo brillante delle vendite al dettaglio del Control Group a livello mensile a maggio segnano un +0,2% contro un consensus del +0,0% ed una crescita di aprile del +0,6% (rivista da +0,7%). Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.

Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 10 giugno sono state 262 mila, stesso numero della settimana precedente (rivisto da 261 mila) ed oltre ad un consensus fissato a 249 mila. Il dato è rilasciato dall’U.S. Department of Labor.

Il Filadelfia Fed Manufacturing Index passa dai -10,3 punti di maggio ai +12,7 punti di giugno. Il dato è rilasciato dalla Federal Reserve Bank di Filadelfia.

Il dato preliminare di giugno relativo all’indice di fiducia dei consumatori elaborato dall’Università del Michigan ha mostrato un discreto rimbalzo, oltre le attese, e con le expectations a guidare. Il dato si attesta a quota 63,9 punti (dato più alto da febbraio), in crescita rispetto ai 59,2 punti di maggio e sopra ad un consensus fissato a 60,0 punti.

PORTAFOGLI AZIONARI

Dopo la settimana di consolidamento, è ripreso il “sorprendente” rialzo degli indici che ci hanno regalato altri tozzi di pane da mettere in cantina. Siamo arrivati ad un punto nel quale anche noi rimaniamo interdetti da tale forza e potremmo, volendo, aumentare le posizioni in acquisto, ma l’elastico ci sembra abbastanza tirato e l’ideale sarebbe acquistare su un pullback piuttosto profondo che non in una fase di consolidamento. Pertanto non avendo la sfera di cristallo, la mente ci dice di osare ma la filosofia ultraventennale del LombardReport ci indica prudenza ed attenzione al rischio ed è ciò che faremo anche a costo di perdere qualche buona occasione. I Portafogli sono ampi ed i guadagni, in questo 2023, ottimi. Non c’è motivo di rovinare quanto di buono fatto, anche perché dovremmo allargare le dimensioni della cantina oramai piena. Bando agli scherzi e passiamo ad analizzare i Portafogli iniziando da quello “Storico”.   

Due i target raggiunti nel corso della settimana precedente e tutti e due con la strategia del Nasdaq Weekly con la quale abbiamo portato a casa due ottimo guadagni del 7,01% sui titoli PACCAR e QUALCOMM. A breve, sempre che la fortuna ci dia una mano, dovremmo raggiungere il target sui titoli HONEYWELL e THE TJX COMP. Per quanto riguarda il titolo che avevamo in acquisto la scorsa settimana, il francese THALES, è partito per lo …..spazio e lo abbiamo eliminato dal Portafoglio ordini. 

Anche sul Portafoglio “The Challenge”, le soddisfazioni non sono mancate con il target raggiunto sul titolo USA, ADOBE SYSTEMS, sul quale ci siamo accontentati (!!) del + 16,76%. E’ vero il mercato tira e potevamo cercare di guadagnare qualcosa in più ma eravamo già a 80 di RSI, quindi in forte ipercomprato, pertanto rischiare di rimanere con il cerino in mano per un ulteriore 3-4%, valeva la pena ?? Per quanto riguarda gli altri titoli, abbiamo raggiunto una ottima performance sul titolo STELLANTIS sul quale decideremo se abbassare il livello di target, poi sempre bene i titoli IBERDROLA, SAP e AMERICAN AIRLINES in attesa dello strappo finale. Malissimo JUST EAT TAKEAWAY ed il giorno che non la vedrò più nel Portafoglio stapperò una buona bottiglia, non certo portata a casa da loro. Seguite sempre gli aggiornamenti pubblicati nei relativi Portafogli alla sez. “nuovi ordini”.  

Alla prossima.

FOCUS SU FUSIONI ED ACQUISIZIONI

I tassi di interesse più elevati e la volatilità ostinatamente elevata nel mercato del reddito fisso hanno fatto poco per infondere fiducia tra i dirigenti aziendali che cercano di compiere mosse finanziarie strategiche. L'attività di fusione e acquisizione è stata debole, ma ci sono alcune operazioni interessanti che andremo a vedere.

Grafico M&A

Il mercato della M&A del secondo trimestre si è aperto con la World Wrestling Entertainment (WWE) di Vince McMahon che ha annunciato una partnership con Endeavor Group Holdings (EDR). La nuova società quotata in borsa che unisce due iconici marchi globali di sport e intrattenimento, UFC e WWE, sarà un team da 21 miliardi di dollari. Endeavour deterrà una partecipazione di controllo del 51% nella nuova impresa mentre gli azionisti della WWE deterranno il 49%. Le clausole della partnership includono tutte le azioni esistenti della WWE che vengono riunite nella nuova entità che sarà la madre di UFC e WWE e che alla fine vanterà il ticker "TKO".

Gli appassionati di bistecche potrebbero essere stati preoccupati per un accordo siglato il 3 maggio. Darden Restaurants (DRI) ha annunciato i suoi piani per acquisire Ruth's Hospitality Group (RUTH), proprietario di Ruth's Chris. Sebbene tecnicamente si tratti di una fusione, DRI avvierà un'offerta pubblica di acquisto per acquisire tutte le azioni in circolazione di RUTH per 21,50 $/az. in una transazione interamente in contanti. Il valore totale del patrimonio netto della transazione è pari a 715 milioni $ per Darden. Mentre DRI sostiene la sua acquisizione, le azioni dei ristoranti devono affrontare una pressione crescente in quanto la spesa dei consumatori per i servizi, al momento, è forte.

I settori dell'energia e delle materie prime hanno beneficiato dell'aumento dei prezzi delle materie prime durante la prima metà dello scorso anno, ma il 2023 è stato finora una storia diversa. Con l'ampio indice delle materie prime che è sceso ai minimi di 52 settimane a maggio e il petrolio a cavallo del mercato di 70 $ dopo essere stato scambiato sopra i 120 $ al barile 12 mesi fa, ci sono affari da concludere.

Il 14 maggio, Newmont Corp (NEM), la più grande società mineraria d'oro globale, ha accettato di acquisire Newcrest Mining (NCM.AU) in un accordo azionario che prevede un dividendo speciale a carico di Newcrest. L'acquisizione rappresentava un premio superiore al 30% rispetto al valore dell'acquisita prima della transazione. Si prevede che la fusione sarà molto accrescitiva per gli azionisti di Newmont con significative sinergie sul lato dei costi a bilancio. Newmont potrebbe ricevere una spinta nelle quotazioni poiché il titolo è sotto del 50% rispetto al picco del 2022 e non lontano dai minimi di 52 settimane, considerando che le quotazioni dell'oro spot che si aggirano ancora intorno ai 2.000 $/oz.

Sempre il 14 del mese scorso, ONEOK (OKE) e Magellan Midstream Partners (MMP) hanno annunciato un accordo di fusione definitivo in base al quale OKE avrebbe acquisito tutte le azioni di MMP in un accordo in contanti e azioni del valore di quasi 19 mld $. Il valore aziendale totale delle società combinate risultante è pari a 60 mld $. Con i prezzi stabili del petrolio e quelli del gas naturale che sono scesi da quasi 10 $ la scorsa estate a 2 $ per MMBtu, le fusioni e acquisizioni di petrolio e gas potrebbero riprendere poiché i potenziali acquirenti più grandi cercano di alimentare la loro redditività per il prossimo ciclo economico.

Quella potenziale tendenza è stata sottolineata nel corso del mese. Il gigante petrolifero integrato Chevron (CVX) sta acquistando tutte le azioni di PDC Energy (PDCE). Mentre l’attività nello scisto non è più descritto come un "boom", tuttavia il mercato rimane attivo. Chevron prevede un flusso netto di cassa annuo pari a 1 mld $ dall'acquisto oleoso.

PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 USCITI NELLA SCORSA SETTIMANA.

ADOBE SYSTEMS + 8,76%. La società offre una linea di software e servizi utilizzati da professionisti creativi, professionisti del marketing, sviluppatori, imprese e consumatori, ha riportato utili nel secondo trimestre fiscale 2023 pari a 3,91 $/az. su ricavi per 4,82 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 3,79 $/az. su ricavi per 4,77 mld $. Il fatturato è aumentato del 9,8% su base annua. La società ha dichiarato di aspettarsi per il terzo trimestre fiscale 2023 utili tra 3,95 e 4,00 $/az. su ricavi tra 4,83 e 4,87 mld $ e l'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 3,89 $/az. su ricavi pari a 4,86 mld $. Infine la società si aspetta per tutto l’anno fiscale 2023 utili tra 15,65 e 15,75 $/az. e l'attuale stima degli analisti per gli utili 2023 è pari a 15,50 $/az.

Shantanu Narayen, Presidente e CEO di Adobe, ha affermato: "Adobe ha raggiunto un fatturato record nel secondo trimestre, dimostrando una forte domanda su Creative Cloud, Document Cloud ed Experience Cloud. L'innovazione rivoluzionaria di Adobe ci consente di guidare la nuova era dell'IA generativa grazie ai nostri ricchi set di dati, modelli di base e interfacce di prodotto onnipresenti. Adobe ha fornito un nuovo ARR (Absolute Risk Reduction) netto e una redditività eccezionali nel secondo trimestre, posizionandoci per aumentare gli obiettivi annuali. La nostra capacità unica di fornire una crescita superiore investendo in un'innovazione rivoluzionaria, ci consente di capitalizzare l’enorme opportunità di mercato da oltre 200 mld $. A livello contabile abbiamo riportato nel secondo trimestre fiscale: un fatturato che rappresenta il 10% di crescita anno su anno o il 13% in valuta costante; un utile operativo pari a 2,18 mld $ e un utile netto pari a 1,79 mld $; i flussi di cassa derivanti dalle operazioni sono stati pari a 2,14 mld $; le Remaining Performance Obligations ("RPO") in uscita nel trimestre ammontavano a 15,22 mld $. Infine abbiamo riacquistato circa 2,7 milioni di azioni durante il trimestre".

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SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. I SEGNALI VENGONO GENERATI UNA VOLTA A SETTIMANA E PUBBLICATI SUL SITO IL LUNEDI MATTINA E VALEVOLI PER TUTTA LE SETTIMANA. IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
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ORDINI DI ACQUISTO NUOVE POSIZIONI DELLA SETTIMANA (19/06/2023)

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