SETTIMANA DI CONSOLIDAMENTO SUGLI INDICI AZIONARI USA MA CONTINUA l’OTTIMISMO SULL’INDICE TECH CHE FA DA TRAINO ANCHE ALL’INDICE S&P500.
L’inizio della settimana appena trascorsa ha fatto registrare un nuovo massimo relativo per l’indice NASDAQ100, grazie anche ai titoli dell’indice FAANG che hanno continuato il rally con la performance a 1 mese che ha superato il +20% che porta il progresso da inizio anno ad un incredibile +66%. Stanno uscendo le prime statistiche sui flussi del mese di maggio e quelli attirati dai tecnologici sono da record: maggio è inferiore solo a Febbraio 2021 (mese in cui il famigerato fondo Arkk innovation fece i massimi assoluti), mentre la settimana finale del mese ha battuto tutti i record (v. grafici):
Ultimo corollario dell'euforia per la AI è che nei primi 5 mesi dell'anno l'S&P500 ha outperformato il medesimo indice equal weight di oltre il 12%, di gran lunga il massimo degli ultimi 40 anni. La capitalizzazione sommata di Alphabet, Amazon, Apple, Meta, Microsoft, Netflix, Tesla e Nvidia da sola vale il 30% dell'S&P500, contro un 22% di inizio anno.
Puntuale è arrivata, mercoledì scorso, la correzione (sacrosanta) per prese di beneficio su Nasdaq100 (-1,75%), Semiconduttori, e titoli dell’indice Faang (-2,91%).
Nonostante la discesa niente meno che spettacolare il crollo della volatilità implicita, ma il vero record lo ha fatto l’indice VIX, crollato sotto 13,5 vols e ai minimi dal 14 febbraio 2020, alla vigilia dello scoppio del Covid. Dal febbraio 2020 il VIX non ha mai più chiuso sotto 15 vols.
Ma poi nella giornata di giovedì, Wall Street ha segnato un nuovo "milestone", entrando ufficialmente in bull market (+20% dal precedente minimo inteso come quello del 13 ottobre 2022) oltre a segnare il nuovo massimo per il 2023 con il suo indice più rappresentativo, l'S&P 500 (+0.62%). A trainare, il tech (Nasdaq 100 +1.27%, Faang stocks +2.04%) e auto (Tesla +12% in due sedute, mentre le altre scendevano).
Tornando al discorso sul bull market "tecnico" (+20% dai minimi), categoria assolutamente arbitraria, ma universalmente riconosciuta, come il corrispettivo negativo (-20% è un bear market), Bespoke ha pubblicato delle statistiche interessanti: durata e estensione di tutti i bear market e successivi bull market e relative medie: 286 sedute e -35.1% per i bear market, e 114,4% e 1.011 sedute per i bull market.
Risulta evidente che i bull market durano molto di più dei bear market. Ma è anche vero che possono configurarsi come "bull market tecnici" anche movimenti che sono stati palesemente dei rally di bear market nella realtà. Se ne sono visti più volte negli anni 30 (almeno 4 o 5), e poi ancora tra settembre 2001 (torri gemelle) e aprile 2002, e tra novembre 2008 e gennaio 2009.
E' interessante notare come la recente fase di mercato, la price action esplosiva sul Nasdaq100 grazie alla AI, e l'uscita dal range abbiano avuto già un bell'impatto sul sentiment. La previsione di “The AAII Investor Sentiment Survey” è violentemente uscita dalla lunga fase di depressione, interrotta solo a febbraio (guarda caso un altro periodo di price action esplosiva) prima della crisi bancaria. Improvvisamente i “tori” sono quasi il doppio degli “orsi” e la differenza è ai massimi da fine 2021.
Anche in questo caso, non necessariamente questo è un segnale negativo, anzi nel 2020 ha annunciato un periodo molto positivo per Wall Street. Recentemente però i picchi sono avvenuti in corrispondenza di massimi relativi, un comportamento tipico di un mercato in trend ribassista. Vedremo questa volta.
Nel corso di questa settimana i catalyst per un po' di movimento sono molto maggiori, con i dati sull’inflazione (CPI) USA di maggio nella giornata di martedì, seguito dal dato sui prezzi alla produzione (PPI) e dal FOMC mercoledì, dalle vendite al dettaglio (Retail Sales) e dall'ECB giovedì, infien dalla Bank of Japan venerdì.
A livello di politica monetaria, da segnalare l’emissione tambureggiante dei T-Bills che ha rimpinguato di 29 mld $ il Treasury general account, così come avevamo previsto la scorsa settimana dopo l’accordo sul debt ceiling ma, ovviamente, la cosa non finisce qui e presto o tardi aumenteranno anche la vendita dei Treasuries.
In vista del FOMC di mercoledì prossimo, ci ha pensato la banca centrale australiana a movimentare l’interesse sui tassi. Dopo aver messo in pausa la sua politica di stretta monetaria ad aprile, la RBA nella notte ha alzato a sorpresa i tassi di uno 0.25% adducendo come principali motivazioni l’aumento dei rischi al rialzo sull’inflazione e la frustrazione per un’inflazione core che non dà segnali di calo verso i target. La decisione della RBA è riuscita a mettere sotto pressione la Bank of Canada la cui pausa è cominciata già a marzo. A seguito della decisione della RBA, la Bank of Canada ha alzato il tasso d’interesse di 25 bps, al 4.5%, mettendo pressione sulla FED con il mercato che sconta più di un 75% di probabilità per una pausa, ma per luglio i futures vedono un 70% di probabilità che la FED torni ad alzare di 25bps. La curva USA è tornata a prezzare Fed Funds al 5% per Dicembre. A inizio maggio il mercato scontava un 4.2% per quella scadenza.
A livello di tassi, ad inizio della scorsa settimana il calo sulla curva dei Treasury è cominciato dopo la pubblicazione del brutto dato dell’ISM Services dove l’attività ha rallentato più delle attese e new orders, prices paid e employment hanno nuovamente sostenuto la narrativa di una recessione USA, confermata dal successivo calo anche del Dollaro. Ma poi, dopo le decisioni delle due banche centrali, australiana e canadese, i rendimenti USA hanno preso a salire, trascinandosi dietro anche quelli europei. Il risultato di questi timori è che le curve hanno ripreso a invertirsi ovunque con forza con il Treasury 2 anni che è arrivato al 4,62% mentre il 10 anni è rimasto intono al 3,75%.
Analisi grafica dell’indice di riferimento delle nostre operazioni, il NASDAQ100. Inarrestabile il “bull market” dell’indice tech che, appena accenna a scendere per prese di beneficio, subito recupera la perdita e prosegue nel rialzo. Nel corso della scorsa settimana abbiamo visto tutte queste dinamiche, un nuovo massimo relativo ad inizio ottava bissato in chiusura di ottava, nel frattempo brevissimo pullback dovuto a prese di beneficio che hanno scaricato un po' l’ipercomprato e via con il recupero. Pur non essendo stata una settimana di grandi performance il rialzo è stato accompagnato da ben 59 titoli positivi a dimostrazione di una buona rotazione settoriale. Dando uno sguardo ai numeri, notiamo che l’area 14750 [rappresentata dall’estensione del 138,2% delle onde 1 e 2 partendo dal minimo di onda (2) del 28 dicembre 2022] dovrebbe fungere da resistenza importante, superata la quale il target successivo si troverebbe in area 15275 [rappresentata dall’estensione del 161,8% delle onde di cui sopra] e, guarda caso, sarebbe anche il massimo del 29 marzo 2022 segnalato come onda 2 del ciclo ribassista. Certo, il livello di ipercomprato rimane sempre molto alto e sfiora il valore di 70, quindi qualche altra seduta di consolidamento sarebbe l’ideale per poi andare all’attacco di tale area ma, visti gli eventi settimanali a livello macroeconomico, dubitiamo che saranno giornate tranquille. Consideriamo quindi anche la possibilità di un eventuale pullback più profondo e ribadiamo quanto scritto lunedì scorso e cioè che in caso di consolidamento/ritracciamento è opportuno non scendere sotto l’area 14000/13900. Manteniamo il livello di STOP sempre presente nella piattaforma. La settimana si è chiusa a 14528.36 praticamente invariata rispetto a due venerdì fa, il che porta ad un profit da inizio anno del + 32,80%.
Sempre molto contenute le performance, negative o positive, per l’indice S&P500 che dopo esser riuscito a superare l’importante resistenza dei 4200 punti ha poi consolidato riuscendo comunque a far registrare un nuovo massimo relativo nella giornata di venerdì scorso, a 4322.62 qualche tick sotto il precedente massimo relativo del 16 agosto 2022 a 4325.28 (indicato nel grafico come onda 4 del ciclo ribassista), chiudendo poi appena sotto l’area 4300. Pertanto, seppur per pochi tick, il conteggio delle onde rimane sempre quello correttivo in a-b-c-d-e nonostante l’indice sia stato dichiarato tecnicamente in “bull market” per quanto esposto in precedenza. Sicuramente (quasi) in settimana registreremo nuovi massimi relativi che possano superare tale area e il valore dell’RSI a 65 permette ciò, per poi andare all’attacco della prossima area di resistenza posta a 4400 [rappresentata dall’estensione del 38,2% delle onde b-c-d]. Al contrario, notiamo positivamente che l’area di supporto dei 4200 non è stata minimamente avvicinata nelle sedute precedenti con una base minima in area 4260. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 4298.87 con un guadagno del + 0,39% che porta ad un guadagno da inizio anno del + 11,96%.
Infine l’indice delle blue-chip DOW JONES che, contrariamente agli altri due indici maggiori soffre ad inizio settimana per poi inanellare quattro sedute positive consecutive che però portano ad un modesto guadagno settimanale non riuscendo a superare la barriera dell’area 34000. Ma per come si era messa, solo due settimane orsono, è sicuramente una buona notizia. Detto dell’area 34000, il prossimo obiettivo rialzista è sempre posto in area 34700 massimo relativo del 13 dicembre 2022 contrassegnato con onda A. Il livello di RSI a 60 circa permette codesto scenario. Nel caso di un eventuale pullback anche qui rimane sempre confermato che i prezzi non dovranno assolutamente scendere sotto il supporto costituito dall’area 33000 rafforzato dalla presenza della M.M. esponenziale a 200 periodi (linea gialla). Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 33876.79 con un guadagno del + 0,34% e che porta a segnare un guadagno da inizio anno del + 2,20%.
ORO INDEX
Continua la fase di incertezza sulle quotazioni dell’Oro. La commodity ha scambiato nel corso di tutta la scorsa settimana in un range di soli 34 punti, mantenendo la soglia al ribasso dell’area 1950 ed al rialzo l’area 1985 $/oz. Il sentiment del mercato rimane fragile sulla scia delle crescenti preoccupazioni per una recessione economica globale, alimentate dalle cifre più deboli dell'inflazione cinese. A supporto delle quotazioni dell’Oro notiamo che le crescenti aspettative secondo cui la Federal Reserve (FED) salterà l'aumento dei tassi di interesse nella riunione di mercoledì prossimo trattengono i rialzisti del Dollaro dal piazzare scommesse aggressive. In effetti, i mercati hanno pienamente scontato un'imminente pausa nel ciclo di rialzi dei tassi della banca centrale statunitense. Le scommesse sono state confermate dai dati statunitensi di giovedì scorso, che hanno mostrato come le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione siano salite al massimo degli ultimi 20 mesi la scorsa settimana. Ma l’incertezza è dovuta soprattutto al fatto che i futures sui tassi della FED indicano la possibilità di un altro rialzo di 25 punti base alla riunione del Federal Open Market Committee (FOMC) di luglio. Questo scenario sta trattenendo i trader dal piazzare scommesse rialziste aggressive sul prezzo dell'Oro in previsione del rilascio di dati economici rilevanti come i dati sull'inflazione al consumo di domani.
Le esportazioni di Oro canadese sono aumentate ad aprile, spingendo i volumi di esportazione della nazione a livelli record, secondo Statistics Canada. "Le esportazioni di Oro grezzo (+46,0%) hanno registrato l'aumento maggiore, sia in termini di volumi che di prezzi più elevati", ha affermato Statistics Canada nel comunicato stampa. Le crescenti esportazioni di prodotti in metallo includevano l'aumento delle spedizioni di Oro dalle istituzioni finanziarie canadesi agli Stati Uniti. Statistics Canada ha affermato che il crescente interesse per i prodotti d'oro canadesi indica incertezza economica. "Il guadagno riflette in gran parte maggiori trasferimenti di attività auree dalle istituzioni finanziarie canadesi agli Stati Uniti", ha aggiunto il comunicato stampa. "Questi aumenti sono avvenuti in un contesto di incertezza economica in cui gli investitori tendono a favorire metalli rifugio come l'oro e l'argento".
Gli afflussi in fondi negoziati in borsa (ETF) garantiti dall'Oro sono diventati positivi dall'inizio dell'anno grazie alla robusta attività degli investitori a maggio, ha affermato il World Gold Council (WGC). Questi veicoli di investimento hanno registrato afflussi netti di 19,3 tonnellate a maggio, il terzo aumento mensile consecutivo. Il valore totale degli afflussi si è attestato a 1,66 mld $. Di conseguenza, gli afflussi netti nei primi cinque mesi del 2023 sono stati pari a 1 mld $, mentre le giacenze sono aumentate di 6 tonnellate.
Commentando l'aumento di maggio, il WGC ha affermato che "il forte aumento dei prezzi all'inizio del mese ha stimolato l'interesse degli investitori per gli ETF sull'Oro prima di restituirne un po' verso la fine di maggio facendo scendere il prezzo della commodity". L'organismo ha aggiunto che "le negoziazioni sul tetto del debito degli Stati Uniti e le incombenti preoccupazioni del settore bancario hanno anche portato gli investitori a cercare beni rifugio, contribuendo alla tendenza positiva di maggio". Secondo i dati del WGC, i fondi globali detenevano un totale di 3.478,3 tonnellate di lingotti alla fine del mese scorso. Il patrimonio totale in gestione, tuttavia, è sceso dello 0,4% da aprile a 220 mld $. Ciò è dovuto al calo dei prezzi dell'oro nel corso del mese.
Il WGC ha affermato che "quasi tutte le regioni hanno registrato una domanda di tonnellaggio positiva a maggio, ad eccezione dell'Europa". Gli afflussi globali sono stati nuovamente guidati dal vivace interesse degli acquirenti in Nord America. I fondi nordamericani hanno registrato afflussi netti per un valore di 1,399 mld $ il mese scorso, con partecipazioni in aumento di 21,2 tonnellate rispetto ai livelli di aprile. Le giacenze aggregate si sono attestate a 1.773,7 tonnellate alla fine del mese. Il consiglio ha affermato che "un notevole rimbalzo dei prezzi prima della data di scadenza delle opzioni dei principali ETF sull'Oro" potrebbe anche aver spinto al rialzo le partecipazioni in Nord America insieme alle suddette preoccupazioni degli investitori.
I fondi europei hanno registrato deflussi netti di 2,1 tonnellate a maggio, portando le disponibilità totali a 1.523 tonnellate. Tuttavia, i fondi nella regione hanno registrato flussi di fondi positivi per 228,4 mln $ nel corso del mese. Il WGC ha spiegato che "questa differenza era dovuta principalmente ai meccanismi dei prodotti con copertura valutaria in Svizzera e Germania, in particolare tra le fluttuazioni valutarie legate all'incertezza del tetto del debito statunitense". I flussi di fondi positivi si sono concentrati nel Regno Unito e in Francia a maggio.
Infine in Asia, il mese scorso gli ETF sull'Oro hanno registrato afflussi netti di 0,1 tonnellate o 8,6 mln $. I fondi cinesi hanno continuato a registrare deflussi in maggio, ma questi sono stati controbilanciati da afflussi in veicoli giapponesi e indiani. I fondi nella regione detenevano un totale di 118,2 tonnellate di metallo alla fine di maggio. Gli ETF in Australia, Sudafrica, Turchia, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti sono aumentati di 0,04 tonnellate (o 24,5 mln $) a maggio. Ciò è stato aiutato dall'incertezza politica ed economica in Turchia, ha osservato il WGC, che ha spinto le partecipazioni totali a 63,4 tonnellate alla fine del mese scorso.
Passando agli altri due metalli preziosi che seguiamo nel nostro Portafoglio, nulla di fatto per le quotazioni del Platino nel corso della scorsa settimana. Ad un inizio molto brillante che ha portato i valori in area 1050 è seguita subito dopo una discesa che ha riportato le quotazioni in area 1000 $/oz. senza però scendere sotto tale area di supporto dove staziona anche la M.M. exp a 200 periodi che dovrebbe frenare la caduta. Al rialzo, come detto, molto ostica l’area dei 1050 $/oz.
In controtendenza rispetto agli altri due metalli preziosi le quotazioni dell’Argento che, dopo un breve pullback riprende il rialzo superando l’area 24 $/oz. fino ad un massimo di 24,62 $/Oz. per poi chiudere la settimana a 24,41 $/oz. Importante ora consolidare in questa area per poi tornare all’attacco dei 25 $/oz.
La settimana dell’Oro è si è chiusa a 1977.20 $/oz., in guadagno del + 0,39% rispetto alla scorsa settimana e che porta ad un guadagno da inizio anno del + 8,27%. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 1963.34 $/oz. Di seguito il grafico weekly dell’ORO FUTURES AGOSTO 2023:
GUERRA RUSSIA - UCRAINA (EUROPA)
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz sabato scorso ha detto che ha intenzione di avere presto un colloquio telefonico con il Presidente russo Vladimir Putin. A seguire il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha dichiarato alla TASS che al momento Putin non ha in programma colloqui telefonici con Scholz.
Domenica, ieri, Peskov ha detto che ad oggi non ci sono basi per instaurare un dialogo con Kiev: “primo punto: il regime non è disposto; secondo punto: non è pronto; e terzo punto: non è autorizzato da suoi gestori, come possiamo dire, senza equivoci”.
Il viceministro degli esteri russo Sergey Vershinin sabato scorso, il giorno dopo un incontro con funzionari commerciali delle Nazioni Unite, ha espresso l’insoddisfazione della Russia riguardo l’applicazione dell’accordo sul grano nel Mar Nero. Mosca minaccia di uscire dall’accordo il 17 luglio nel caso in cui non vengano soddisfatte le richieste di migliorare le proprie esportazioni di cibo e fertilizzanti. Le richieste russe includono il ripristino del passaggio di ammoniaca dalla Russia attraverso il territorio ucraino verso il porto di Odessa, da dove viene poi esportato; la riconnessione della Russian Agricultural Bank al sistema internazionale di pagamento internazionale SWIFT. Secondo Mosca, anche se le esportazioni russe di cibo e fertilizzanti non sono interessate dalle sanzioni occidentali, le limitazioni su pagamenti, logistica ed assicurazioni costituiscono una barriera alle spedizioni.
Per quanto riguarda il trasporto di ammoniaca, la scorsa settimana russi ed ucraini si sono accusati a vicenda di aver fatto esplodere una parte del gasdotto Togliatti-Odessa, utilizzato per le esportazioni di ammoniaca russa prima dell’inizio della guerra.
POLITICA USA
I repubblicani della Camera venerdì scorso hanno lanciato un pacchetto di sgravi fiscali con l’obiettivo di fare passare la legislazione in questa settimana attraverso la Commissione Ways and Means della Camera. Il repubblicano Jason Smith, presidente della Commissione Ways and Means della Camera, ha detto che le politiche proposte “daranno sollievo alle famiglie lavoratrici, rafforzeranno le piccole aziende, aumenteranno i posti di lavoro e proteggeranno l’innovazione e la competitività americana”. Il pacchetto include estensioni di sgravi fiscali, ma anche l’eliminazione o riduzione di alcuni di questi già esistenti, come il credito per veicoli elettrici introdotto dal Presidente, Joe Biden.
Secondo la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, la priorità dei repubblicani sarebbe “dare elargizioni a ricchi interessi speciali e società a spese di tutti gli altri. Richard Neal, democratico membro della Commissione Ways and Means della Camera, ha detto che i repubblicani stanno preparando il terreno per tagli ancora più sostanziosi nel 2025, quando le norme della legge fiscale del 2017 scadranno.
Al Senato, invece, giovedì scorso sono stati presentati due disegni di legge bipartisan che riguardano l’intelligenza artificiale. In particolare, uno di questi tocca il tema della trasparenza e richiede che le agenzie governative statunitensi facciano sapere alle persone quando si ricorre all’intelligenza artificiale per interagire con loro, mentre l’altro riguarda l’istituzione di un ufficio per determinare se gli Stati Uniti sono competitivi nel campo delle ultime tecnologie.
Il disegno di legge relativo al tema della trasparenza è stato presentato dal senatore dem e presidente della Commissione per la sicurezza interna, Gary Peters, insieme ai senatori repubblicani Mike Braun e James Lankford; tale disegno di legge chiede anche che le agenzie creino un modo per consentire alle persone di appellarsi a qualsiasi decisione presa dall’intelligenza artificiale.
Proposta bipartisan anche quella relativa all’istituzione di un Office of Global Competition Analysis, avanzata in aula dai senatori dem, Michael Bennet e Mark Warner, e dal senatore repubblicano Todd Young. Questo ente avrebbe l’obiettivo di garantire che gli USA restino in prima fila nello sviluppo dell’intelligenza artificiale.
E a proposito di intelligenza artificiale, proprio martedì scorso il leader della maggioranza al Senato Chuck Schumer ha annunciato che sono state programmate tre riunioni sul tema rivolte ai senatori: il primo incontro sarà una panoramica generale sull’intelligenza artificiale, nel secondo si cercherà di capire come raggiungere una leadership americana sul tema, la terza riunione sarà riservata e riguarderà aspetti di difesa ed intelligence ed implicazioni. Schumer ha dichiarato: “L’intelligenza artificiale sta già cambiando il nostro mondo e gli esperti ci hanno detto ripetutamente che avrà un profondo impatto su tutto, dalla nostra sicurezza nazionale alle nostre classi e alla nostra forza lavoro, incluso lo spostamento di posti di lavoro potenzialmente significativi”.
POLITICA USA – CINA
Giovedì scorso la Commissione relazione estere del Senato statunitense ha approvato un disegno di legge che richiede al Segretario di Stato di adoperarsi per cambiare lo status della CINA di nazione in via di sviluppo nelle organizzazioni internazionali, status che i proponenti del disegno di legge dicono possa concedere privilegi speciali in alcuni ambiti. La proposta è stata approvata dalla commissione senza dissenso e questo passo precede il suo passaggio davanti al Senato al completo.
La stessa commissione ha approvato anche il “Taiwan Protection and National Resilience Act”, che prevede la richiesta di relazioni alle agenzie governative in merito alle opzioni statunitensi per prepararsi e rispondere ad una possibile invasione di Taiwan da parte della CINA.
Venerdì scorso il ministero degli esteri cinese ha risposto all’approvazione da parte della Commissione relazione estere del Senato statunitense del disegno di legge sullo status di nazione in via di sviluppo. Il quotidiano cinese Global Times riporta che il ministero degli esteri cinese ha detto che non spetta agli Stati Uniti decidere se la CINA è un paese in via di sviluppo e che gli stessi Stati Uniti non possono negare il fatto che la CINA lo sia ancora. Wang Wenbin, portavoce del ministero degli esteri cinese, venerdì ha detto: “Gli Stati Uniti non etichettano la CINA come un ‘paese sviluppato’ per apprezzamento o per riconoscimento del successo di sviluppo della nostra nazione. Il vero motivo dietro la fine dello status di paese in via di sviluppo della CINA è frenare il suo sviluppo”.
POLITICA DELLA FED
Settimana di avvicinamento al meeting del FOMC, in programma per martedì 13 e mercoledì 14 giugno. Con il rialzo applicato alla riunione dello scorso mese il tasso sui federal funds ha raggiunto la fascia 5,00%-5,25%.
Da un sondaggio di Reuters emerge che secondo 78 degli 86 economisti intervistati tra il 2 e il 7 giugno il FOMC nel prossimo meeting manterrà i tassi sui federal funds al 5,00%-5,25%, mentre gli altri 8 intervistati prevedono un rialzo di 25 punti base. Inoltre, secondo 32 degli 86 intervistati la banca centrale statunitense applicherà almeno un altro rialzo quest’anno. Ancora, 28 dei 48 rispondenti ad una domanda supplementare, meno del 60%, hanno detto che l’economia statunitense entrerà in recessione quest’anno; Reuters sottolinea che si tratta di una percentuale più bassa rispetto all’otre 70% di un sondaggio di alcune settimane fa.
Mercoledì scorso la segretaria al Tesoro degli Stati Uniti, Janet Yellen, in un’intervista a CNBC ha detto che l’inflazione può calare mantenendo al contempo un mercato del lavoro forte. Inoltre, ha osservato che l’economia ha un po’ rallentato allentando le pressioni sul mercato del lavoro, mercato del lavoro che per Yellen tuttavia è ancora in salute e gli aumenti salariali sono significativi. La segretaria al Tesoro ha poi risposto ad una domanda che faceva riferimento al punto di vista dell’ex presidente della Fed di Richmond, Jeffrey Lacker, secondo il quale il tasso sui federal funds dovrà raggiungere il 6% per domare l’inflazione; Yellen ha detto che è una decisione che spetta alla FED. “La spesa dei consumatori ha continuato a crescere in modo piuttosto robusto, ma si vedono anche aree dell’economia che stanno rallentando”. “E questa è una valutazione che i miei ex colleghi della FED sono molto capaci di fare. Come ho detto, penso che sia importante provare a far scendere l’inflazione. Questa è una priorità assoluta”. Secondo Yellen le banche potrebbero avere difficoltà legate agli immobili commerciali, dato che tassi di interesse più alti e modelli di lavoro a distanza hanno portato ad un calo della domanda di spazio per uffici, tuttavia gli stress test hanno mostrato che le banche hanno capitale adeguato ed i supervisori stanno osservando attentamente la situazione.
DATI MACROECONOMICI
Il PMI S&P Global del settore dei servizi rilasciato da Markit Economics a maggio si attesta a quota 54,9 punti, in calo rispetto al dato preliminare di 55,1 punti, ma in rialzo rispetto ai 53,6 punti di aprile.
Il dato PMI relativo al settore dei servizi rilasciato da ISM, invece, passa dai 51,9 punti di aprile ai 50,3 punti di maggio, per trovare un dato più basso si deve tornare a dicembre 2022.
L’indice di occupazione nel settore dei servizi rilasciato da ISM a maggio è pari a 49,2 punti, dato più basso da ottobre 2022 ed in calo rispetto ai 50,8 punti di aprile.
L’indice sui nuovi ordini nel settore dei servizi, invece, scivola dai 56,1 punti di aprile ai 52,9 punti di maggio.
Infine, il dato sui prezzi relativo al settore dei servizi rilasciato da ISM a maggio si attesta a quota 56,2 punti, segnando dunque un calo rispetto ai 59,6 punti di aprile; per trovare una rilevazione più bassa di quella di maggio 2023 si deve tornare a maggio 2020.
A tal proposito resta da capire come mai il PMI servizi calcolato da S&P global, che per buona metà del 2022 e i primi mesi del 2023 sostava svariati punti sotto l'ISM, ora sia svariati punti sopra.
Questi indici di diffusione, dopo il COVID, hanno mostrato spesso divergenze anche importanti.
Gli ordini di fabbrica a livello mensile hanno deluso le attese ad aprile, crescendo dello 0,4%, crescita più contenuta rispetto al +0,6% di marzo (rivisto da +0,9%). Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.
La bilancia commerciale di beni e servizi USA (che misura la differenza in valore tra beni e servizi importati ed esportati) ad aprile si attesta a -74,60 miliardi di dollari, contro un consensus di -75,20 miliardi di dollari ed un dato di marzo di -60,60 miliardi di dollari (rivisto da -64,20 miliardi di dollari). Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Economic Analysis.
Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 3 giugno hanno fatto un nuovo balzo inatteso sopra la soglia dei 260.000. Sono state infatti 261 mila, contro un consensus fissato a 235 mila; nella settimana precedente invece le richieste erano state 233 mila (dato rivisto da 232 mila). Il dato è rilasciato dall’U.S. Department of Labor.
PORTAFOGLI AZIONARI
Settimana di consolidamento, quella appena trascorsa, e abbiamo poco da segnalare sui nostri Portafogli azionari. Nessun target raggiunto e, ad eccezione del titolo del Nasdaq PACCAR, vicino al proprio target, abbiamo da segnalare solo CDW come titolo critico del Portafoglio Storico. Per questa settimana abbiamo inserito due nuovi ordini limit su MONDELEZ del Nasdaq100 e il francese THALES su Euronext.
Stesso discorso sul Portafoglio “The Challenge”, nessun target raggiunto e abbiamo abbassato il target sul titolo, UNITED AMERICAN AIRLINES, in quanto già ad inizio gennaio 2023 sembrava volesse riprendere a volare anche nelle quotazioni per poi atterrare miseramente senza raggiungere la destinazione. Oggi ci sta riprovando e vogliamo dargli ancora fiducia ma abbassando la percentuale di profit. Vedremo.
Seguite sempre gli aggiornamenti pubblicati nei relativi Portafogli alla sez. “nuovi ordini”.
Alla prossima.
FOCUS SU TITOLI
CDW sa come allocare il capitale.
Per trovare un'azione multi-bagger, quali sono le tendenze sottostanti che dovremmo cercare in un'azienda? In un mondo perfetto, vorremmo vedere un'azienda che investe più capitale nella propria attività e, idealmente, aumentano anche i rendimenti ottenuti da quel capitale. Questo ci mostra che si tratta di una macchina composta, in grado di reinvestire continuamente i propri guadagni nel business e generare rendimenti più elevati. Ecco perché quando è stato esaminato brevemente l'andamento del ROCE di CDW, alcuni analisti sono rimasti molto contenti di ciò che hanno visto.
Il ROCE, misura il "rendimento" (utile ante imposte) che un'azienda genera dal capitale impiegato nella sua attività. Per calcolare questa metrica per CDW, questa è la formula:
Ritorno sul capitale investito = Guadagno prima degli interessi e delle imposte (EBIT) ÷ (Attività totali - Passività correnti) 0,22 = 1,8 mld $ ÷ (13 mld $ - 4,8 mld $) (sulla base dei dodici mesi precedenti a marzo 2023). Pertanto, CDW ha un ROCE del 22%. In termini assoluti si tratta di un grande ritorno ed è persino migliore della media del settore elettronico del 13%.
In termini di storia di ROCE di CDW, è piuttosto impressionante. La società ha costantemente guadagnato il 22% negli ultimi cinque anni e il capitale impiegato all'interno dell'azienda è aumentato dell'80% in quel periodo. Rendimenti come questo sono l'invidia della maggior parte delle aziende e dato che ha ripetutamente reinvestito a questi tassi, è ancora meglio. Lo si vede bene osservando aziende ben gestite o modelli di business favorevoli. CDW ha dimostrato la sua competenza generando rendimenti elevati su quantità crescenti di capitale impiegato, di cui essere entusiasti. Inoltre, il titolo ha premiato gli azionisti che hanno detenuto il titolo negli ultimi cinque anni con un notevole rendimento del 115%. Quindi, anche se il titolo potrebbe essere più "costoso" rispetto a prima, si ritiene che i forti fondamentali giustifichino questo titolo per ulteriori ricerche.
GlobalFoundries e STMicroelectronics finalizzano l'accordo per il nuovo impianto di produzione di semiconduttori da 300 mm in Francia.
GlobalFoundries, leader globale nella produzione di semiconduttori ricchi di funzionalità, e STMicroelectronics, leader globale di semiconduttori al servizio dei clienti in tutto lo spettro dell'elettronica application, hanno annunciato la conclusione dell'accordo per la creazione di un nuovo impianto di produzione di semiconduttori ad alto volume gestito congiuntamente a Crolles (Francia). Rafforzando ulteriormente l'ecosistema FD-SOI europeo e francese, costruendo maggiore capacità per i clienti europei e globali in tecnologie complesse e avanzate per mercati finali chiave tra cui automotive, industriale, IoT e infrastrutture di comunicazione, mentre passano alla digitalizzazione e alla decarbonizzazione . Questo nuovo impianto di produzione dovrebbe sostenere un fatturato di oltre 20 miliardi di dollari. Il programma rappresenta un costo complessivo previsto di 7,5 miliardi di euro per CAPEX, manutenzione e costi accessori. La nuova struttura beneficerà di un significativo sostegno finanziario da parte dello Stato francese (amministrato da Bpifrance).
GLOBALFOUNDRIES sembra avere un ROE di tutto rispetto. E confrontando con il settore, si è scoperto che il ROE medio del settore è al 16%. Questo certamente aggiunge un po' di contesto all'eccezionale crescita del reddito netto dell'88% della società registrata negli ultimi cinque anni.
Il ROE può essere calcolato utilizzando la formula:
Return on Equity = Utile netto (da attività continuative) ÷ Patrimonio netto
Quindi, sulla base della formula precedente, il ROE per GLOBALFOUNDRIES è: 15% = 1,5 mld $ ÷ 10 mld $ (sulla base dei dodici mesi precedenti fino a marzo 2023). Il "ritorno" si riferisce ai guadagni di una società nell'ultimo anno. Un altro modo di pensare a ciò è che per ogni 1 $ di capitale proprio, la società è stata in grado di guadagnare 0,15 $ di profitto.
Ma potrebbero esserci anche altri fattori in gioco qui. Ad esempio: un'elevata ritenzione degli utili o una gestione efficiente in atto. Come passo successivo, è stata confrontata la crescita dell'utile netto della società con il settore scoprendo piacevolmente che la crescita registrata dall'azienda è superiore alla crescita media del settore del 33%.
Dato che GLOBALFOUNDRIES non paga alcun dividendo ai suoi azionisti, se ne deduce che la società ha reinvestito tutti i suoi profitti per far crescere la sua attività. Nel complesso gli analisti ritengono che la performance di GLOBALFOUNDRIES sia stata abbastanza buona. Nello specifico, piace che la società stia reinvestendo una grossa fetta dei suoi profitti con un alto tasso di rendimento. Questo ovviamente ha portato l'azienda a vedere una crescita sostanziale dei propri guadagni.
PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 USCITI NELLA SCORSA SETTIMANA.
Non ci sono state pubblicazioni nel corso della settimana scorsa.
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SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. I SEGNALI VENGONO GENERATI UNA VOLTA A SETTIMANA E PUBBLICATI SUL SITO IL LUNEDI MATTINA E VALEVOLI PER TUTTA LE SETTIMANA. IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
ASTENERSI PRIMA DI AVERE COMPRESO CON ESATTEZZA IL PROFILO DI RISCHIO E LE CARATTERISTICHE TECNICHE DEL SERVIZIO CON LA LETTURA DELLE SPIEGAZIONI POSTE NELLA DICITURA "Il Portafoglio LombardReport": (clicca qui >>>)
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