L’azione del giorno – Mediobanca, missione dividendo


Diventerà la regina del Ftse Mib in termini di profitti distribuiti? A ieri il “dividend yield” stimato si attestava sul 7,7%. Il pagamento è comunque previsto per novembre. C’è quindi tempo per superare l’8%.

Buy or sell

Le guerre per il controllo di Mediobanca a qualcosa sono servite. La banca milanese, che sempre più si sta trasformando da “merchant bank” in specialista del “wealth management”, annuncia importanti novità nella distribuzione dei profitti. Il suo nuovo piano con obiettivo 2026 prevede infatti:

un ritorno per gli azionisti per un importo di 3,7 miliardi di euro in 3 anni (+70%)

● un cash payout al 70%

● l’introduzione di un parziale dividendo a metà anno (da maggio 2024).

Un aspetto importante è certamente quello di un tanto atteso m&a (merger& acquisition), su cui sono circolate in passato mille indiscrezioni. In merito Alberto Nagel, ceo di Mediobanca, ha detto: “L'm&a potrebbe arrivare oppure no. Se non arriva potremmo anche aumentare il buyback rispetto al miliardo di euro di riacquisto di azioni proprie previsto nei tre anni fino al 2026”.

Fatto il quadro vediamo cosa si può prevedere in chiave di dividendi.

Le stime di remunerazione

Il piano da 3,7 miliardi di euro complessivi si basa su: 2,7 miliardi di euro di dividendi in contanti e 1 miliardo di euro di buyback

Quale sarebbe il ritorno complessivo

Viene stimato da Equita Sim in un 14% (dividendo più buyback)

Lo storico del dividendo

Stacco 2018: 0,47 euro

Stacco 2019: 0,47 euro

Stacco 2020: 0,66 euro

Stacco 2021: 0,75 euro

Valutazione dividendo 2023 (esercizio 2022)

Potrebbe essere di 0,80 euro (data pagamento novembre 2023), con un “dividend yield” lordo del 7,7% in base alla quotazione di chiusura di ieri

E ora il trend dell’azione.

Prezzo chiusura ieri (24/5/23)

10,37 euro

Ma quanto ha corso da marzo!

Il 20 di marzo aveva sfiorato al ribasso la media mobile a 200 periodi (8,52 euro). Poi è iniziato un buon rimbalzo, sostenuto da tutti gli indicatori tecnici. È tornata addirittura sui massimi del 2006, che erano già stati rivisti nello scorso mese di febbraio. Ieri ha registrato un max intraday oltre 10,5 euro

Occorre segnalare però che si notano due gap determinatisi fra la chiusura del 17 maggio e l’apertura del 18 nonché fra la chiusura di martedì 23 e l’apertura di ieri

Confermano la recente forza del titolo, avvalorata dall’Rsi entrato in area di ipercomprato, situazione che potrebbe dar luogo presto a un’inversione ribassista

Un’altra conferma quindi che comprando su dei supporti forti c’è solo da guadagnare…

A 9,1 euro si evidenzia in effetti un livello di prezzo in corrispondenza del quale si è registrata più volte in passato una concentrazione di domanda, con conseguente rimbalzo della quotazione

E ora?

L’ostacolo dei 10,5 euro sarà duro da superare. Lo storico lontano e recente lo dimostra

Un bel supporto grafico dove si individua?

Il primo sui 9,81 euro e il secondo sui già citati 9,1 euro

Cosa ribadisce il p/e?

Si colloca su 8,5: indica quindi in teoria che l’azione è ancora sottostimata

Ma i target degli analisti smentiscono questa valutazione?

No, poiché nella maggior parte dei casi si collocano sopra i 10 euro, seppur con target non clamorosamente superiori

Quindi…

Se l’obiettivo è il rendimento da dividendo ogni discesa sarà un’ottima occasione, a condizione di non concentrarsi su un solo acquisto. E’ infatti probabile che il titolo sarà volatile nelle prossime sedute, se non settimane