Titoli del giorno – I Treasury Usa inonderanno i mercati (e sarà un’occasione!)


Appena raggiunto un accordo politico sul tetto al debito entrerà in gioco il Tesoro con possibili aste straordinarie per 600/700 miliardi di dollari. Ci saranno inevitabili effetti sulle quotazioni dei T-Bond e lì si aprirà di nuovo la porta per collocarsi sui titoli di Stato Usa.

Buy or sell

Il raggiungimento del tetto del debito Usa è avvenuto il 19 gennaio scorso e da allora è iniziata una trattativa politica (fra Casa Bianca e Repubblicani) che dovrebbe portare a un accordo nel breve periodo. Le notizie in merito sono estremamente altalenanti ma una conclusione positiva è inevitabile, sebbene di certo non ci sia nulla. Dietro a un così rilevante motivo di tensione per i mercati si nasconde in realtà un’altra notizia, questa invece quasi scontata.

Se si raggiungerà il consenso fra le parti poco dopo entrerà in gioco il Tesoro, che avrebbe intenzione di collocare Treasuries per 600/700 miliardi di dollari. Una cifra rilevante (circa un decimo dell’intero importo annuo delle aste Usa), da cui derivano due rischi:

● un drenaggio di liquidità per i mercati, che si stima avrebbe lo stesso peso di un aumento dei tassi di 25 pb da parte della Fed;

● una diluizione probabilmente per le scadenze lunghe, con l’effetto di movimenti sulle quotazioni dei titoli.

Il tutto avverrebbe – per esigenze di cassa – entro sei-otto settimane post accordo. Visto che giugno sarà decisivo in merito c’è quindi da prevedere che l’operazione straordinaria del Tesoro possa realizzarsi fra metà luglio e fine agosto. Sugli impatti a livello patrimoniale per le banche circolano ipotesi contrastanti. Quanto invece non si conosce è l’effetto stimabile per la “yield curve” e soprattutto per le quotazioni dei singoli Treasuries trattati sul secondario.

In effetti movimenti sui rendimenti soprattutto del decennale si sono già registrati negli ultimi giorni, con un ritorno oltre il 3,7%, anomalo se si considera che se ne prevedeva una stabilizzazione, data per assodata la decisione della Fed di sospendere il rialzo dei tassi.

In questo contesto si aprono interessanti occasioni una volta di più per chi investe in Treasuries. Come farlo? Ecco delle risposte in merito.

Su quale parte della curva sarà più interessante esporsi?

L’anomalia della situazione in corso avvantaggerebbe il collocamento sul decennale ma anche il trentennale (al 3,9%) appare favorevole, anzi più favorevole, considerando che le quotazioni sono nettamente inferiori

Quali le singole emissioni preferibili?

L’Usa T-Bond 2,25% Ag49 (Isin US912810SJ88) e l’Usa T-Bond 2% Fb50 (Isin US912810SL35) sono i più indicati per chi voglia collocarsi sulla parte lunga dei governativi Usa

Quali le quotazioni in corso e quali i livelli ipotizzabili?

Il 2049 quota sui 71 Usd contro un minimo dell’anno a 66,7: una discesa sui 68 Usd rappresenterebbe l’occasione di un “buy”. Per il 2050 ai 66,8 Usd della chiusura di ieri si contrappone un minimo nell’anno a 61,5 Usd. È improbabile un ritorno su quest’ultimo livello, anche perché non si sa quali potrebbero essere le azioni di contrasto della Fed per contenere le pressioni ribassiste dovute all’intervento sul mercato del Tesoro. Quindi per il 2050 un target sui 65 Usd appare interessante

E la parte corta?

La situazione in corso ha fatto sì che le scadenze cortissime siano iper attraenti: un governativo Usa a 1 mese rende il 5,8% e un 3 mesi il 5,3%. Sono però valori teorici. Considerando commissioni, spread di mercato e talvolta inefficienze dello specifico comparto di emissioni gli yield effettivi risultano inferiori. Il T-Note 1,25% 31lg23 (Isin US912828S927) si tratta per esempio sui 99,3 Usd, con uno yield (su base annua) lordo sul 4,9%. Certamente è una performance di tutto rilievo, adatta a chi ha cash da collocare. Si tenga però conto dell’incertezza di quale sarà il quadro dei rendimenti a luglio, cioè a scadenza