IL REPORT SALTA UN’USCITA E TORNA LUNEDI’ 17 MARZO.
QUESTA SETTIMANA LE BORSE USA ED EUROPEE RIMANGONO CHIUSE NELLA GIORNATA DI VENERDI’ 7 APRILE.
LUNEDI’ 10 APRILE LE BORSE EUROPEE RIMARRANO CHIUSE MENTRE QUELLE USA SARANNO APERTE.
SECONDO TRIMESTRE CONSECUTIVO POSITIVO PER I LISTINI AZIONARI USA. SIAMO IN UN NUOVO BULL MARKET ??
Chiusura di settimana decisamente positiva a Wall Street, con il Nasdaq100 a segnare i massimi in chiusura da agosto 2022. Sostanzialmente il calo seguito al fallimento di Silicon Valley Bank è stato interamente recuperato. In generale un rialzo ben distribuito con tutti i settori in positivo, con i settori real estate e tech sugli scudi.
Nella settimana appena trascorsa, l’attenzione del mercato è tornato a focalizzarsi sull’inflazione. Questo non significa che il settore bancario non sia stato più guardato ma l’assenza di notizie su questo fronte rappresentano delle “good news”. Il problema dell’inflazione nelle ultime settimane è passato in secondo piano proprio a causa delle turbolenze al settore bancario prima con SVB negli Stati Uniti e poi con Credit Suisse in Europa.
I mercati hanno dato evidentemente più peso ai buoni numeri sull'inflazione (PCE Deflator) che sicuramente erano quelli che li tenevano sulla corda. Va anche detto che il rientro della volatilità su tassi e l’assenza di notizie sulle banche hanno e stanno causando parecchie ricoperture ribassiste e che il fine mese e fine trimestre tende, forse, ad accentuare questi effetti con i noti ribilanciamenti. Sta di fatto che l’ottimo rialzo dei listini di Wall Street (compreso le small caps del Russell 2000) hanno riportato quella performance tranquilla che è tipica dell'assenza di venditori, favorita anche dal calo dei rendimenti che resta concentrato sulle scadenze più lunghe, con la curva che torna a invertirsi.
Come riportato nel titolo di questo foglio, con venerdì scorso si è chiuso il secondo trimestre positivo di seguito per i listini azionari USA, dopo il quarto trimestre del 2022. In molti hanno notato che 2 trimestri positivi di seguito non si sono visti in un mercato ribassista negli ultimi 50 anni, e quindi questa azione dei prezzi indica che siamo in un nuovo mercato rialzista (o bull market), iniziato ad ottobre scorso (v. grafico):
Se così fosse, anche quest’avvio di settimana sembra essere all’insegna della tranquillità. Il clima che si respira è di attesa nei confronti di possibili nuove notizie sulla crisi bancaria. L’assenza di notizie su nuovi istituti di credito in difficoltà ha fornito un supporto al sentiment nella settimana appena trascorsa e sembra che lo stesso possa accadere in questa settimana (che ricordiamo corta per le festività pasquali). “No news is good news” si potrebbe dire e fintato che sarà così il sentiment dovrebbe migliorare ulteriormente. Difficile però pensare si possa tornare allo stato pre-SVB visto le implicazioni della crisi bancaria in corso.
Questo è evidente in US, dove l’impatto negativo sul credito è destinato a farsi sentire considerata la quota rilevante dei prestiti erogata dalle banche regionali. In aggregato infatti queste sono un fornitore di credito molto importante per l’economia USA rappresentando quasi il 40% di tutti i prestiti bancari, quasi il 30% verso le corporate, oltre il 50% nei confronti del residential real estate e quasi il 70% dei prestiti nel commercial real estate.
Oltre a ciò, diversi studi segnalano che nell'ultimo periodo la spesa delle carte di credito sta rallentando in maniera significativa. Lo hanno riportato Citigroup, Barclays, e Bank of America.
Date le continue preoccupazioni del mercato sulla liquidità bancaria e una possibile recessione economica più ampia, gli analisti hanno abbassato le stime degli utili più del normale per le società dell’S&P500 per il primo trimestre 2023. La stima degli utili bottom-up del primo trimestre (che è un'aggregazione delle stime degli utili mediane per il primo trimestre 2023 per tutte le società dell'indice) è diminuita del 6,3% (a 50,75 da 54,13 $/az.) dal 31 dicembre al 30 marzo:
Al 30 marzo, gli analisti hanno anche diminuito le stime degli utili in aggregato per tutto l’anno 2023:
A livello di mercato monetario, se l'azionario è tornato sui livelli pre-crisi bancaria di inizio marzo, lo stesso non si può dire del mercato dei tassi. Interessante notare che la Fed Fund strip di marzo si chiude con una Fed Fund Strip che sconta il 55% di probabilità di un ultimo rialzo a maggio e dopo, 2 tagli da 25 bps entro la fine del 2023.
Anche i movimenti sui tassi hanno risentito della positività venuta dal settore bancario galvanizzati dall'acquisto di parte degli asset di SVB da parte di First Citizens, con il settore delle banche regionali su del 2.5%. Il rimbalzo dei rendimenti è stato molto più forte, con salite di 22 bps per il Treasury 2 anni e di 14 bps per il 10 anni per poi ripiegare nel fine settimana (in coincidenza con il dato sull’inflazione PCE Deflator) con il 10 anni sul livello di 3.471% quasi 53 bps sotto il livello del 9 marzo, data di scoppio della crisi, e il 2 anni intorno al 4.029% ben 105 bps sotto i livelli di 3 settimane fa.
Analisi grafica dell’indice di riferimento delle nostre operazioni, il NASDAQ100. Che dire ? Il grafico parla da solo. Continuano le settimane positive per l’indice tech che performa meglio degli altri due listini maggiori e se ripartono (come sembra) i consumi in CINA, il settore tecnologico dovrebbe essere tra i primi a beneficiarne. Speriamo bene vista l’esposizione sui nostri Portafogli azionari. Graficamente notiamo subito il superamento di onda c in area 12800, con consolidamento sopra di essa, con un max di venerdì scorso a 13188 ad un soffio dalla chiusura del gap lasciato aperto dal 22 agosto 2021. Prossimo obiettivo rialzista l’attacco al max di onda 4 a 13720 (linea tratteggiata gialla) a completamento dell’onda e o possibile onda 3 in corso con a e b che diventerebbero onda 1 e 2. Proprio per questa ragione abbiamo inserito le linee di estensione di prezzo di Fibonacci. Inoltre notiamo anche che il valore dell’RSI a 68.5 indica che l’avvicinarsi della zona di ipercomprato potrebbe causare un leggero ripiegamento in questa fase rialzista che potrebbe toccare l’area di supporto 12500 con possibile estensione a 12300 in coincidenza con la M.M. a 200 esponenziale (linea gialla), ma non crediamo se non in presenza di nuove notizie di crisi bancarie. La settimana si è chiusa a 13181.35 con un guadagno del + 3,25% che porta ad un profit da inizio anno del + 20,49%.
Anche l’indice S&P500 tenta di rialzare la testa dalla fase di lateralizzazione iniziata lo scorso novembre tra le aree 3800 e 4200 stretto. Già importante aver lasciato sotto di sé le due M.M. a 200 periodi, esponenziale (in giallo) in area 4000 e la semplice (in bianco). A differenza del Nasdaq100, di strada ce n’è da fare e l’RSI a 63 indica che è possibile ancora procedere al rialzo prima di un consolidamento che deve avvenire senz’altro sopra l’area 4000. Quindi prossimi obiettivi il max di onda c in area 4200, poi il max di onda 4 a 4325 (ma per questo ci vorrà tempo). La prossima stagione delle trimestrali economiche societarie (in partenza dopo Pasqua) potrebbe dare una mano. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 4109.32 con un guadagno del + 3,48% che porta ad un guadagno da inizio anno del + 7,03%.
Più difficile il recupero dell’indice delle blue-chip DOW JONES anche se nella scorsa settimana ha tenuto le performance degli altri due indici di riferimento riuscendo a riportare il segno + davanti alla performance da inizio anno. Graficamente si nota che i prezzi sono appena riusciti a recuperare la M.M. esponenziale a 200 periodi (linea gialla) comunque ritrovando l’area 33000. Il prossimo obiettivo è consolidare tra le aree 33500 e 34300 per poi tentare l’attacco al livello di 34712 max di onda A. Il livello di RSI a 59 indica che il primo obiettivo è possibile prima di una pausa. Viceversa è molto importante non scendere sotto il supporto a quota 32400 coincidente con la M.M. semplice a 200 periodi (linea bianca). Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 32237.53 con un guadagno del + 3,22% e che porta a segnare un guadagno da inizio anno del + 0,38%.
ORO INDEX
Il prezzo dell'Oro non ha beneficiato dei dati sull'inflazione (PCE), di venerdì scorso, inferiori alle attese, che hanno visto il valore del dollaro USA scendere e i rendimenti dei Treasury diminuire. I dati sull'inflazione inferiori alle attese aumentano le possibilità che la FED non rialzi i tassi nella riunione di maggio e forse che possa effettivamente tagliare i tassi nel corso dell'anno. I tassi di interesse più bassi favoriscono l'Oro perché riducono il costo opportunità di detenere il metallo prezioso rispetto al contante o ai suoi equivalenti.
Il famoso economista David Rosenberg, fondatore di Rosenberg Research, ha affermato che la crisi bancaria è tutt'altro che finita e quando si riaccenderà il prezzo dell'Oro salirà sopra i 2.000 $/oz. in quanto gli investitori cercheranno sicurezza. Finora l'analisi della crisi bancaria si è concentrata sul rischio di deposito, ma gli investitori stanno ignorando i rischi altrettanto inquietanti derivanti dagli asset detenuti dalle banche, tutti sono concentrati sull'assicurazione dei depositi, depositi non assicurati concentrati sul lato delle passività del bilancio, ma l'altra parte della storia riguardano gli asset: “come saranno ?”. “Nessuno parla della qualità dei beni, ma questi prestiti tradizionali, soprattutto per quanto riguarda i prestiti per attività immobiliari commerciali, carte di credito e prestiti auto, sono detenuti a livello di banca regionale". La disponibilità di credito sta diminuendo, l'inflazione rimane elevata e gli Stati Uniti sono sull'orlo della recessione. Quando le persone dovranno stringere la cinghia, il rischio di un aumento dei tassi di insolvenza su molti dei prestiti detenuti dalle banche regionali potrebbe portare nuovamente al caos tra gli investitori con conseguente fallimento delle banche.
Per quanto riguarda i prezzi, stanno effettivamente consolidando tra i 1950 e la soglia psicologica dei 2000 $/oz. che, a quanto sembra, rappresenta una barriera invalicabile avendoci già sbattuto varie volte e sempre ricacciati all’indietro. Al momento manca la spinta necessaria per infrangere tale resistenza non augurandoci, ovviamente, altri default bancari che andrebbero a minare altri mercati finanziari che più ci interessano.
Passando agli altri due metalli preziosi che seguiamo nel nostro Portafoglio, nulla di nuovo per quanto riguarda i prezzi del Platino che continuano a rimanere invischiati tra i 960 ed i 1000 $/oz. (altra resistenza psicologica che frena ogni velleità rialzista), comunque sopra la M.M. semplice a 200 periodi.
Discorso sempre diverso per le quotazioni dell’Argento che continuano il loro rialzo raggiungendo l’area dei 24,0 $/oz. andando, però, in zona di ipercomprato. Pertanto, molto importante ora consolidare il più vicino possibile a questa area, per cercare di raggiungere e superare i max precedenti a cavallo tra dicembre e gennaio scorsi in area 24,50 $/oz. per poi pensare di andare all’attacco del vero obiettivo, quello dei massimi di un anno fa in area 27/27,5 $/oz.
La settimana dell’Oro è si è chiusa a 1986.20 $/oz., in guadagno del + 0,12% rispetto alla scorsa settimana e che porta ad un guadagno da inizio anno del + 8,76%. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 1969.75 $/oz. Di seguito il grafico weekly dell’ORO FUTURES APRILE 2023:
GUERRA RUSSIA - UCRAINA (EUROPA)
In attesa del processo, un tribunale di Mosca ha deciso di trattenere in detenzione preventiva almeno fino al 29 maggio Evan Gershkovich, giornalista americano del Wall Street Journal, accusato di spionaggio. Il Servizio federale per la sicurezza della Federazione Russa (FSB) giovedì scorso ha fatto sapere di aver arrestato Gershkovich a Ekaterinburg accusandolo di aver raccolto informazioni su una società di difesa russa che erano un segreto di stato. Il giornalista davanti alla Corte del distretto di Lefortovo a Mosca si è dichiarato non colpevole. Il Cremlino ha detto che Gershkovich è stato “colto in flagrante” ma non ha presentato prove documentali o video.
L’amministrazione Biden ha invitato caldamente gli americani ad evitare viaggi verso la Russia e di lasciare il paese nel caso in cui ci si trovi già là. Durante una conferenza stampa, giovedì scorso la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre ha detto: “Queste accuse di spionaggio sono ridicole. Il fatto che il governo russo prenda di mira cittadini americani è inaccettabile”.
In una nota pubblicata sabato il Wall Street Journal ha chiesto l’immediato rilascio di Gershkovich. Nella nota si legge: “Il caso di Evan è un feroce affronto ad una stampa libera e dovrebbe suscitare indignazione in tutte le persone e i governi liberi di tutto il mondo. Nessun giornalista dovrebbe mai essere detenuto per aver semplicemente fatto il suo lavoro”.
Ieri il segretario di Stato americano Antony Blinken ha avuto un colloquio telefonico con il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov. In una nota pubblicata ieri sul sito del Dipartimento di Stato americano viene riportato che Blinken ha espresso forte preoccupazione per la “detenzione inaccettabile” del giornalista statunitense ed ha chiesto il suo rilascio immediato così come quello di Paul Whelan, ex marine statunitense arrestato in Russia nel dicembre 2018 con l’accusa di spionaggio e condannato a 16 anni di prigione nel 2020. Secondo quanto riportato dalla TASS, Lavrov ha detto a Blinken che spetta al tribunale decidere sul futuro di Gershkovich. Il ministero degli esteri russo ha fatto sapere che Lavrov ha detto a Blinken che non è ammissibile alimentare un’isteria intorno all’arresto: “È stato sottolineato che è inammissibile che i funzionari di Washington e i mass media occidentali fomentino l’isteria con un evidente obiettivo di dare una connotazione politica a questo caso”.
POLITICA USA
Giovedì scorso la segretaria al Tesoro, Janet Yellen, parlando alla National Association for Business Economics ha detto che la regolamentazione bancaria e le regole di vigilanza devono essere riviste per affrontare i rischi che pone l’attuale sistema bancario ed ha chiesto anche una regolamentazione più forte del settore non-bancario, compresi fondi del mercato monetario, hedge fund e asset crypto. Secondo Yellen si dovrebbe rivedere l’emendamento del 2018 circa la riduzione dei requisiti patrimoniali delle banche e una vigilanza più forte per le banche di piccole e medie dimensioni con asset sotto i 250 miliardi di dollari. La segretaria al Tesoro ha anche detto che le riforme normative attuate dopo la crisi del 2008 hanno aiutato il sistema finanziario statunitense a resistere agli choc, ma “i fallimenti di due banche regionali di questo mese dimostrano che la nostra attività è incompiuta”. Per Yellen è importante che le autorità di regolamentazione statunitensi esaminino se i regimi di vigilanza e normativi in vigore siano adeguati ai rischi che le banche si trovano ad affrontare oggi.
Il Presidente Joe Biden, giovedì scorso, ha inviato i regolamentatori federali ad intraprendere delle riforme volte a salvaguardare il sistema bancario. In una scheda informativa la Casa Bianca ha fatto sapere che le proposte del Presidente statunitense rientrano nei suoi sforzi recenti che puntano a rafforzare la sorveglianza e la regolamentazione delle banche più grandi. L’amministrazione vuole che vengano ripristinate le tutele per le banche con asset tra i 100 e i 250 miliardi di dollari e che venga rafforzata la vigilanza sulle istituzioni finanziarie; secondo quanto dichiarato dalla Casa Bianca entrambi i punti possono essere realizzati in base alla legge esistente. Mercoledì scorso i senatori dem Elizabeth Warren, Richard Blumenthal e Tammy Duckworth hanno inviato una lettera al vicepresidente della FED per la supervisione Michael Barr, al presidente della Federal Deposit Insurance Corporation Martin Gruenberg e al controllore della valuta in carica Michael Hsu per esortarli a procedere con la definizione di requisiti patrimoniali solidi.
Intanto giovedì scorso la Camera ha approvato il Lower Energy Costs Act, un disegno di legge repubblicano in ambito energetico che punta a rafforzare la produzione di petrolio e gas. Difficile pensare che tale disegno di legge possa avere la stessa sorte al Senato a maggioranza democratica. Il leader della maggioranza al Senato, Chuck Schumer (democratico) ha detto: “Il Senato non perderà il nostro tempo su un disegno di legge che riporta l’America indietro di decenni nella nostra transizione verso l’energia pulita”. Anche la Casa Bianca ha fatto sapere che Biden porrebbe il veto al disegno di legge nel caso in cui dovesse arrivare sulla sua scrivania. I repubblicani sperano di poter inserire disposizioni del disegno di legge in un accordo per aumentare il limite di prestito del governo federale.
E a proposito del tema dell’aumento del tetto del debito del governo federale, lo speaker della Camera, Kevin McCarthy (repubblicano), giovedì scorso ha detto che il partito repubblicano sta per trovare l’accordo su un pacchetto che potrebbe essere approvato dalla Camera anche senza la partecipazione del Presidente o dei dem. I repubblicani chiedono che Biden concordi tagli alla spesa prima del rialzo del tetto del debito cosa che il Presidente, invece, non vuole negoziare circa un accordo sulla spesa in cambio di un aumento del tetto del debito. McCarthy, che non ha detto come sarebbe una proposta esclusivamente repubblicana, ad una conferenza stampa ha dichiarato: “Se il Presidente non agisce, lo faremo noi”. La portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre ha ribadito la posizione dell’amministrazione: “Non dovremmo negoziare sul tetto del debito. Non dovremmo farlo e basta. Il Presidente è stato chiaro”.
Tra le richieste repubblicane figurano il recupero dei fondi per la pandemia Covid-19 non spesi, il ripristino della spesa discrezionale non legata alla difesa ai livelli precedenti e imporre requisiti lavorativi sui programmi sociali che si rivolgono alle persone in difficoltà economica. Il Presidente statunitense, invece, chiede che venga affrontato in primo luogo il limite di prestito senza vincoli ed ha invitato i repubblicani della Camera ad elaborare un loro bilancio per l’anno fiscale 2024. Biden ha già diffuso a marzo un bilancio per il 2024 da 6,8 trilioni di dollari promettendo di ridurre i deficit federali di circa 3 trilioni di dollari e prolungare il programma sanitario Medicare per le persone anziane, aumentando le tasse su ricchi ed aziende. McCarthy invece ha promesso di non aumentare le tasse ed ha detto che i repubblicani sono pronti a presentare tagli alla spesa per 4 trilioni di dollari.
POLITICA USA – CINA
Il premier cinese Li Qiang ha dichiarato giovedì scorso di essere impegnato ad aprire e riformare la seconda economia più grande del mondo, cercando di conquistare gli investitori stranieri anche se le tensioni commerciali e geopolitiche con l'Occidente incombono. Ma le prospettive di una rapida ripresa sono offuscate dalle relazioni tese con gli Stati Uniti e i loro alleati su questioni quali i suoi intimi legami con la Russia, la posizione di forza nei confronti di Taiwan e i timori per l’uso di tecnologie sensibili.
Li, entrato in carica questo mese, ha dichiarato: "Non importa quali cambiamenti avvengano nel mondo, aderiremo sempre alla riforma e all'apertura... Introdurremo una serie di nuove misure per ampliare l'accesso al mercato e ottimizzare l'ambiente imprenditoriale. Una CINA fiduciosa, aperta e disposta a condividere, deve essere una forza enorme per la prosperità e la stabilità mondiale". Li, che ha parlato insieme ai primi ministri di Malesia, Singapore e Spagna, all'inizio della scorsa settimana ha detto a un gruppo di dirigenti stranieri, tra cui Tim Cook di Apple, in un vertice a Pechino che la CINA era "risolutamente" impegnata ad aprirsi.
Nel suo discorso inaugurale dopo il suo insediamento, Li si è impegnato ad allentare un ampio giro di vite normativo e a sostenere le imprese private. Nel segno che la posizione potrebbe già dare i suoi frutti, il gigante cinese dell'e-commerce Alibaba Group, ha annunciato questa settimana che stava pianificando di smantellare il suo impero ed esplorare diverse raccolte di fondi o elenchi. Ma tre anni di rigidi controlli alle frontiere e una serie di ampi blocchi durante la pandemia hanno minato la fiducia delle imprese in CINA, soprattutto tra le imprese straniere, secondo i sondaggi sul sentiment. Quelle barriere anti-COVID sono state bruscamente abbandonate a dicembre e giovedì scorso, Li ha detto che c'erano segnali che una ripresa stava iniziando a prendere piede dichiarando: "A giudicare dalla situazione attuale, marzo è migliore rispetto a gennaio e febbraio. In particolare, i principali indicatori economici come consumi e investimenti continuano a migliorare, mentre occupazione e prezzi sono generalmente stabili".
La CINA si è posta un obiettivo modesto per la crescita del prodotto interno lordo di circa il 5% quest'anno, dopo aver mancato significativamente il suo obiettivo per il 2022. È inferiore a quello che il Fondo monetario internazionale e alcuni analisti privati pensano di poter raggiungere. Ma per alcuni alla conferenza, il messaggio di Li non è passato inosservato. "Vedo molta più determinazione nel trasmettere il messaggio che la CINA è davvero tornata aperta agli affari", ha affermato Denis Depoux, A.D. globale della società di consulenza Roland Berger.
Ma nell’intervento di Li, c'erano anche note di avvertimento.
In commenti velati rivolti agli Stati Uniti, che stanno lavorando con i loro alleati per ostacolare l'accesso della CINA a tecnologie avanzate come i microchip, Li ha affermato che Pechino si è opposta al protezionismo commerciale e al disaccoppiamento. Il primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, ha affermato che il protezionismo rappresenterebbe "un ritorno al passato" e danneggerebbe le relazioni tra CINA ed Europa. Ma dopo il suo discorso, la Commissione europea ha affermato che stava esaminando misure per controllare gli investimenti in uscita per evitare che alcune tecnologie sensibili vadano a rivali come la CINA.
Il tentativo di Li di aumentare gli affari arriva anche in un momento di feroce retorica con gli Stati Uniti, il suo più grande mercato di esportazione. Taiwan, l'isola governata democraticamente che la CINA rivendica come suo territorio, è stata un particolare pomo della discordia. Nell'ultima escalation, mercoledì scorso il presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, è arrivato a New York per il primo dei due scali statunitensi che Pechino ha definito provocatori. Nel suo discorso, Li ha affermato che "caos e conflitti" non devono accadere in Asia e che la CINA fungerà da "ancora" per la pace globale.
POLITICA DELLA FED
Lunedì scorso Philip Jefferson, membro del consiglio direttivo della FED, ha spiegato che le recenti tensioni nel settore bancario hanno portato a un calo dei depositi negli istituti più piccoli: “Questo potrebbe avere un impatto sproporzionato sulle piccole aziende”, aggiungendo: “Vogliamo che le banche comunitarie e regionali siano forti”. In merito all’inflazione ha affermato che è “troppo alta” e che vorrebbe vederla tornare a quel 2% che la FED ha fissato come obiettivo “prima e non dopo”. Jefferson non ha detto se pensa siano opportuni ulteriori rialzi dei tassi, ma ha aggiunto che spera che l’inflazione possa essere portata sotto controllo senza danneggiare l’economia più del necessario.
Michael Barr, vicepresidente della FED per la supervisione, mercoledì scorso ha spiegato che da ora la banca centrale statunitense valuterà i rialzi dei tassi di riunione in riunione prendendo in considerazione le condizioni finanziarie insieme ad altri fattori. Barr parlando alla commissione servizi finanziari della Camera ha detto: “Considereremo i dati in arrivo. Considereremo il cambiamento delle condizioni finanziarie e daremo davvero una valutazione riunione per riunione su quella decisione”.
L'approccio “riunione per riunione” in merito alle decisioni sui rialzi dei tassi è sostenuto anche dal presidente della FED di Richmond, Thomas Barkin, che giovedì scorso ha detto di non essersi fatto ancora un’idea sulla portata del rialzo appropriata per il meeting di maggio. Secondo Barkin al momento non sembra che le vicende che hanno toccato Silicon Valley Bank e Signature Bank possano portare ad una crisi finanziaria più ampia con i flussi di depositi che ora sono “relativamente stabili”. Il presidente della FED di Richmond ha spiegato come ora il focus sia sul bilanciare le preoccupazioni per la stabilità finanziaria con dati che mostrano un’inflazione ancora elevata ed una domanda complessiva ancora forte, tuttavia ha sottolineato che al momento non ci sono indicazioni di un contagio finanziario.
Giovedì scorso il presidente della FED di Minneapolis, Neel Kashkari, ha sottolineato un rallentamento nel mercato immobiliare, una discesa dei prezzi dei beni e nuovi contratti di locazione meno costosi, tuttavia ha anche detto che, al di fuori del settore immobiliare, l’economia dei servizi non ha dato segni di rallentamento. Secondo Kashkari la crescita salariale è ancora troppo veloce per essere coerente con il target di un’inflazione al 2%: “questo mi dice che abbiamo ancora più lavoro da fare per riportare in equilibrio il lato dei servizi dell’economia”. In merito alle tensioni che hanno toccato l’industria bancaria, Kashkari ha detto che la FED sta osservando se tali stress porteranno ad una stretta del credito e ad una pressione ribassista su prestiti, crescita e inflazione.
Christopher Waller, membro del consiglio direttivo della FED, venerdì scorso ha detto che se la gente ha iniziato a credere che i prezzi continueranno ad aumentare, per battere l’elevata inflazione potrebbero servire misure drastiche da parte della FED per scalfire queste aspettative. Tuttavia se a determinare la crescita dei prezzi è un aumento improvviso della frequenza con la quale le imprese reimpostano i loro prezzi: “l’inflazione può essere abbassata rapidamente con relativamente poco dolore in termini di maggiore disoccupazione”. Per Waller “i dati recenti sono coerenti con questa storia” e saranno necessari ulteriori dati per capire “quale scenario è giusto”.
Venerdì scorso il presidente della FED di New York, John Williams, ha parlato di prospettive economiche incerte aggiungendo che le decisioni politiche della banca centrale saranno guidate dai dati e dal raggiungimento del mandato di massima occupazione e stabilità di prezzo. In ambito di politica monetaria, Williams ha detto che si concentrerà particolarmente sul valutare l’evolversi delle condizioni di credito ed i loro effetti sulle prospettive di crescita, occupazione ed inflazione. Il numero uno della FED di New York si aspetta che quest’anno l’inflazione scenda al 3,25% per poi toccare il target del 2% nei prossimi due anni, inoltre vede un PIL statunitense che cresce moderatamente quest’anno e poi più velocemente nel 2024 ed un tasso di disoccupazione che nel corso del prossimo anno sale fino a circa il 4,5%.
Nel valutare il livello di tassi di interesse per far fronte all’inflazione Lisa Cook, membro del consiglio direttivo della FED, tiene gli occhi sulle condizioni di credito e sulle potenziali difficoltà economiche legate alle recenti vicende che hanno toccato il sistema bancario. Cook ha detto: “Da un lato, se condizioni di finanziamento più restrittive frenano l’economia, il percorso appropriato del tasso sui federal funds potrebbe essere inferiore a quello che sarebbe in loro assenza”. “Dall’altro lato, se i dati mostrano continua forza nell’economia e disinflazione più lenta, potremmo avere più lavoro da fare”.
DATI MACROECONOMICI
L’indice di fiducia dei consumatori a marzo ha sorpreso in positivo un consenso che la vedeva scendere, grazie ad un rimbalzo delle aspettative che sembra, anche in questo caso, mostrare che le vicende bancarie non hanno avuto impatto sul morale delle famiglie USA. Il dato tocca quota 104,2 punti segnando un rialzo rispetto ai 103,4 punti di febbraio (rivisti da 102,9 punti) e attestandosi sopra al consensus di 101,0 punti. Il dato è rilasciato dal Conference Board.
L’indice di prezzo delle case, invece, a livello mensile a gennaio ha realizzato una crescita dello 0,2%, in direzione opposta rispetto ad un dato di dicembre e novembre del -0,1%. Il dato è rilasciato dall’Office of Federal Housing Finance Agency.
L’S&P/Case-Shiller Home Price Index rilasciato da Standard & Poor’s, che valuta le variazioni nel valore del mercato immobiliare residenziale in 20 regioni degli USA, a livello mensile a gennaio perde uno 0,6% (settimo mese consecutivo con il segno ‘meno’), contrazione più contenuta del -0,9% di dicembre.
A livello annualizzato, invece, a gennaio si registra un rialzo del 2,5% (come da consensus), dato inferiore al +4,6% di dicembre e crescita più contenuta da ottobre 2019.
A livello mensile, a febbraio il dato sulle vendite immobiliari in corso (che misura il cambiamento nel numero di case con contratto di vendita, ma in attesa della transazione di chiusura, escludendo le nuove costruzioni) cresce dello 0,8%, contro un consensus che indicava un calo e segnando un rallentamento rispetto al +8,1% di gennaio. Terzo mese consecutivo con il segno ‘più’ per il dato rilasciato dalla National Association of Realtors.
La terza lettura del PIL USA del quarto trimestre vede una piccola limatura, ma la revisione al dato dei consumi, già non entusiasmante, li colloca su livelli particolarmente scarsi. Il dato annualizzato ha registrato una crescita del 2,6%, appena sotto al dato preliminare rilasciato a febbraio del +2,7% e sotto al +3,2% del trimestre precedente. Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Economic Analysis.
L’indice dei prezzi PIL nel quarto trimestre 2022 segna un +3,9%, come già indicato dal dato preliminare pubblicato a febbraio. Nel terzo trimestre 2022 era stato registrato un +4,4%. Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Economic Analysis.
Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 25 marzo sono effettivamente salite, ma non a sufficienza da certificare un impatto della crisi bancaria. Il numero resta basso e la salita può essere un semplice scarto statistico. Il dato ha sfiorato quota 200 mila, nello specifico attestandosi a quota 198 mila. In rialzo rispetto alle 191 mila della settimana precedente e sopra al consensus fissato a 196 mila. Il dato è rilasciato dall’U.S Department of Labor.
PCE deflator di febbraio, che è uscito in generale sotto le attese (in particolare il dato “core”, con revisione al ribasso anche di gennaio). L’indice di prezzo delle spese per consumi personali “core” (che esclude il settore del cibo e dell’energia) a livello mensile a febbraio cresce dell’0,3% rallentando rispetto al +0,5% di gennaio (rivisto da +0,6%) e rimanendo sotto al consensus del +0,4%.
A livello annualizzato la crescita di febbraio è del 4,6%, contro un consensus del +4,7% ed un dato di gennaio sempre del +4,7%. I dati sono rilasciati dall’U.S. Bureau of Economic Analysis.
Il reddito personale a livello mensile a febbraio registra un +0,3%, appena sopra al consensus del +0,2% e segnando un rallentamento rispetto al +0,6% di gennaio. Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Economic Analysis.
Dopo il +2,0% di gennaio (rivisto da +1,8%), la spesa personale a livello mensile a febbraio segna un +0,2%, restando sotto ad un consensus fissato al +0,3%. Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Economic Analysis.
Il Chicago PMI che è salito frazionalmente ma resta su livelli depressi, passa dai 43,6 punti di febbraio ai 43,8 punti di marzo, andando in direzione opposta rispetto al consensus che indicava una contrazione a 43,4 punti. Il dato è rilasciato da ISM-Chicago, Inc.
Si nota il peggioramento in particolare nelle expectations dell’indice di fiducia dei consumatori elaborato dall’Università del Michigan che a marzo si attesta a quota 62,0 punti (rilevazione più bassa da dicembre 2022), sotto al consensus di 63,2 punti e facendo registrare una contrazione rispetto ai 67,0 punti di febbraio. La revisione di questo mese ha misurato meglio l'impatto della crisi bancaria, avendo avuto più tempo a disposizione per rilevarne gli effetti.
PORTAFOGLI AZIONARI
Continua il viaggio rialzista sui mercati azionari USA ed internazionali, soprattutto con fa con il NASDAQ100 che sovraperforma su tutti ed a beneficiarne è soprattutto il Portafoglio Storico che anche nell’ultima ottava porta a casa ben 3 bei tozzi di pane con due strategie diverse. Questa volta a fare la parte del leone è la strategia “Azioni Internazionali” con i titoli, SOLVAY che nel giro di 7 giorni ci regala un buon + 7,01%, e TALANX che dopo 10 giorni ci regala un altro buon + 7%. Il terzo tozzo di pane ci viene offerto, e non poteva certo mancare, dalla strategia “Nasdaq Weekly” con il titolo ELECTRONIC ARTS che ci regala l’ennesimo + 7%. OK godiamoci il viaggio ma non fateci l’abitudine, rimanete umili e pensate che le situazioni possono cambiare molto rapidamente.
Per quanto riguarda gli altri titoli, inutile parlare di GILEAD SCIENCES che, nella giornata di venerdì scorso, per un solo misero tick non ha raggiunto il nostro livello di target. Il prezzo di chiusura non è stato distante, pertanto speriamo che oggi portiamo a casa un altro bel tozzo di pane. Inoltre direi che siamo messi abbastanza bene con SODEXO e INTUITIVE SURGICAL che hanno effettuato un pullback e sono diretti verso il nostro livello di target, mentre ASTRAZENECA arranca vicino al nostro target. Soffriamo sempre meno sul titolo ROSS STORES e anche AMGEN recupera qualcosa. Comunque anche su tutti gli altri titoli, tra alti e bassi, non possiamo lamentarci. Ovviamente visto il trend positivo sui mercati, non sono presenti nuovi segnali di acquisto per questa settimana.
Continuano i miglioramenti complessivi anche nel Portafoglio “The Challenge” specialmente sui titoli CAMPARI e ASML sempre più vicini ai nostri livelli di target. Sul titolo TUI, venduti i diritti così come consigliato nel mio articolo del 25 marzo, andremo ad acquistare un secondo lotto dopo la chiusura dell’AdC (prezzi permettendo). Chiaramente gli acquisti sui titoli della tedesca VOLKSWAGEN e dell’italiano REPLY non sono stati eseguiti visto l’andamento positivo dei mercati azionari. Rimaniamo fedeli ai livelli di prezzo pubblicati nel relativo Portafoglio alla sez. “nuovi ordini”.
Alla prossima.
FOCUS SU TITOLI
ALPHABET – Tutti e cinque i titoli FAANG - Meta Platforms, società madre di Facebook, Apple, Amazon, Netflix e Alphabet, società madre di Google hanno raggiunto i loro massimi storici nel 2021 e all'inizio del 2022. Ma le quotazioni di tutti e cinque i titoli sono successivamente scesi, con Apple che ha subito il calo più lieve, poiché l'aumento dei tassi di interesse ha colpito il settore tecnologico.
L'ecosistema di Alphabet è inevitabile.
I venditori credono che i nuovi chatbot di "IA generativa" come ChatGPT di OpenAI interromperanno i tradizionali motori di ricerca online come Google. Ma Google ha già il suo chatbot di intelligenza artificiale generativa, Bard, e il suo vasto ecosistema è quasi inevitabile. Google è ancora il principale motore di ricerca al mondo, YouTube è il più grande servizio di streaming video con oltre 2,6 miliardi di utenti mensili, Gmail è la principale piattaforma di posta elettronica basata sul Web con quasi 2 miliardi di utenti attivi, Chrome controlla circa i due terzi del mercato dei browser Web e Android è il sistema operativo mobile più popolare. Google Cloud è anche la terza più grande piattaforma di infrastruttura cloud dopo Amazon Web Services (AWS) e Microsoft Azure.
Google e Meta controllano anche un quasi duopolio nel mercato globale della pubblicità digitale. Eppure Google non è stato così pesantemente influenzato dall'aggiornamento iOS di Apple, che consente ai suoi utenti di disattivare le funzionalità di tracciamento dei dati, come Meta. Questo perché il vasto ecosistema di Google non si basa tanto su dati di terze parti quanto Facebook e Instagram di Meta.
I motori di crescita di Alphabet non sono immuni ai recenti dati macroeconomici in contrazione, ma stanno comunque generando guadagni impressionanti per gli investitori pazienti. Tra il 2012 e il 2022, il suo reddito annuo e il suo reddito netto sono aumentati entrambi a un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 19%, nonostante le crisi finanziarie in Europa e America Latina, la pandemia di COVID-19 e il recente picco dei tassi di interesse. Nell'ultimo decennio, le sue azioni sono aumentate di oltre il 400% mentre il Nasdaq Composite è salito di circa il 270%.
I guadagni passati non garantiscono rendimenti futuri, ma le attività pubblicitarie e cloud di Google (che hanno rappresentato l'89% delle sue entrate nel 2022) continueranno probabilmente a generare una crescita stabile dopo che i venti contrari macro a breve termine si saranno dissipati. Il mercato globale della pubblicità digitale potrebbe ancora crescere a un CAGR del 14,7% dal 2022 al 2027, secondo Research and Markets, mentre Grand View Research prevede che il mercato globale del cloud computing si espanderà a un CAGR del 14,1% dal 2023 al 2030.
Il prezzo delle azioni di Alphabet è sceso di oltre il 30% dopo aver toccato il suo massimo storico nel novembre 2021. Ma dopo quel calo, le azioni vengono scambiate a soli 20 volte gli utili futuri. In confronto, Meta, Apple, Amazon e Netflix scambiano rispettivamente a multipli futuri di 21, 27, 59 e 28. Ciò lo rende il titolo FAANG più economico, quindi potrebbe avere un potenziale di rialzo maggiore rispetto ai suoi pari una volta avviato un nuovo mercato rialzista. Alphabet ha chiuso il 2022 con 114 miliardi di dollari in contanti, mezzi equivalenti e titoli negoziabili e ha generato 60 miliardi di dollari di free cash flow per l'intero anno. Quella liquidità lo rende un titolo sicuro da tenere se i tassi di interesse continuano a salire.
Quella montagna di denaro le offre anche molto spazio per fare nuovi investimenti, acquisire società più piccole per espandere il suo ecosistema, riacquistare più azioni (ha già riacquistato 59 miliardi $ di azioni nel 2022) e persino potenzialmente pagare un dividendo. Pertanto, è ancora troppo presto per dire che Alphabet ha perso il suo slancio.
PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 USCITI NELLA SCORSA SETTIMANA.
CINTAS + 6,04%. La società produce e vende uniformi di identità aziendale. Opera in quattro segmenti: noleggio uniformi e prodotti accessori, vendita diretta uniforme, pronto soccorso, servizi di sicurezza e protezione antincendio e servizi di gestione dei documenti, ha riportato utili nel terzo trimestre fiscale 2023 pari a 3,14 $/az. su ricavi per 2,19 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 3,04 $/az. su ricavi per 2,15 mld $. Il fatturato è cresciuto del 11,7% su base annua. La società ha alzato le previsioni per l’intero anno fiscale 2023 per gli utili tra 12,70 e 12,90 $/az. su ricavi tra 8,74 e 8,80 mld $ e l'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 12,73 $/az. su ricavi per 8,73 mld $.
Todd M. Schneider, Presidente e A.D. della società, ha dichiarato: "La nostra performance finanziaria è il risultato dell'eccezionale dedizione dei nostri dipendenti-partner nell'aiutare le aziende in tutto il Nord America per la loro immagine, sicurezza, pulizia e conformità. Attraverso soluzioni innovative e le visite di assistenza di routine, i nostri dipendenti-partner si occupano delle attività importanti che aiutano i nostri clienti a mantenere il loro posto di lavoro senza intoppi, ciò consente di avere più tempo per concentrarsi sulla propria attività. I nostri segmenti operativi continuano ad essere eseguiti a un livello elevato. La forte crescita dei volumi da parte di nuovi clienti e la penetrazione di clienti esistenti con più prodotti e servizi hanno portato al raggiungimento di incrementi a due cifre dell'utile operativo e dell'EPS, esclusa la plusvalenza dell'anno precedente e il relativo beneficio fiscale. Passando ai numeri abbiamo riportato: un margine lordo pari a 1,034,0 mld $ rispetto ai 898,2 mln $ del terzo trimestre dello scorso anno, con un aumento del 15,1%. Il margine lordo in percentuale sui ricavi è stato del 47,2% rispetto al 45,8% del terzo trimestre dello scorso anno, con un aumento di 140 punti base. Le spese energetiche costituite da benzina, gas naturale ed elettricità sono state inferiori di 15 punti base rispetto al terzo trimestre dello scorso anno. L'utile operativo è stato pari a 446,8 mln $ rispetto ai 407,6 mln $ del terzo trimestre dello scorso anno. L'utile operativo in percentuale sui ricavi è stato del 20,4% rispetto al 20,8% del terzo trimestre dello scorso anno. L'utile netto è stato pari a 325,8 mln $ rispetto ai 315,4 mln $ del terzo trimestre dello scorso anno. L’utile per azione (EPS) è stato di 3,14 $ rispetto ai 2,97 $ del terzo trimestre dello scorso anno. Il 15 dicembre 2022, abbiamo pagato agli azionisti un dividendo trimestrale aggregato in contanti pari a 117,4 mln $, con un aumento del 18,6% rispetto all'importo pagato nel dicembre 2021”.
LULULEMON ATHLETICA + 16,19%. La società è un designer e rivenditore di abbigliamento tecnico sportivo che opera principalmente in Nord America e Australia, ha riportato utili nel quarto trimestre 2022 pari a 4,40 $/az. su ricavi per 2,80 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 4,26 $/az. su ricavi per 2,70 mld $. Il fatturato è cresciuto del 30,2 % su base annua. La società ha dichiarato di aspettarsi per il primo trimestre 2023 utili tra 1,93 e 2,00 $/az. su ricavi tra 1,89 e 1,93 mld $ e l'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 1,64 $/az. su ricavi pari a 1,85 mld $. Inoltre la società ha affermato che ora si aspetta utili per tutto il 2023 tra 11,50 e 11,72 $/az. su ricavi tra 9,30 e 9,40 mld $, mentre l'attuale stima degli analisti per gli utili è di 11,26 $/az. su ricavi di 9,14 mld $.
Calvin McDonald, A.D. della società, ha affermato: “Nel quarto trimestre e nell'intero anno 2022, abbiamo ottenuto ottimi risultati guidati dai nostri prodotti innovativi e espansione strategica del mercato. Il nostro continuo alto livello di prestazioni è un riflesso del duro lavoro del nostro incredibile team e delle profonde connessioni che creano con i nostri clienti e le comunità in tutto il mondo. Mentre entriamo nel 2023, non vediamo l'ora di un altro anno di forte aumento in tutto il mondo e di realizzare il nostro piano di crescita. A livello contabile in tutto l’anno 2022 rispetto al 2021 abbiamo riportato, ricavi netti aumentati del 30% a 8,1 mld $, o aumentati del 32% su base dollaro costante; il margine lordo è diminuito di 150 punti base al 56,2%; il reddito da operazioni è aumentato del 30% a 1,8 mld $; il margine operativo è aumentato di 10 punti base al 22,1%; l'utile per azione è stato pari a 10,07 $ rispetto ai 7,79 $ del 2021. Abbiamo riacquistato 1,4 milioni di azioni proprie ordinarie a un prezzo medio di 317,89 $/az. per un costo pari a 443,6 mln $. Abbiamo chiuso il 2022 con 1,2 mld $ in liquidità e mezzi equivalenti rispetto ai 1,3 mld $ della fine del 202i. Infine, abbiamo aperto 81 nuovi negozi gestiti dall'azienda durante l'anno, chiudendo il 2022 con 655 negozi”.
MICRON TECHNO – 1,34%. L'azienda è un produttore e distributore di memorie e storage DRAM, NAND Flash e NOR, sensori di immagine CMOS e altri componenti a semiconduttore, ha riportato una perdita nel secondo trimestre fiscale 2023 pari a 1,91 $/az. su un fatturato di 3,69 mld $. La stima degli analisti era per una perdita di 0,86 $/az. su un fatturato pari a 3,70 mld $. I ricavi sono diminuiti del 52,6% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa. La società ha detto che prevede una perdita nel terzo trimestre fiscale 2023 tra 1,65 e 1,51 $/az. su un fatturato tra 3,50 e 3,90 mld $. L'attuale stima degli analisti è per una perdita pari a 0,90 $/az. su un fatturato di 3,70 mld $.
Sanjay Mehrotra, Presidente e CEO della società, ha affermato: "Micron ha realizzato entrate fiscali per il secondo trimestre all'interno della nostra previsione in un contesto di mercato difficile. Le scorte dei clienti stanno migliorando e prevediamo miglioramenti graduali nell'equilibrio tra domanda e offerta del settore. Rimaniamo fiduciosi nella domanda a lungo termine e stiamo investendo con prudenza per preservare la nostra tecnologia e la competitività del nostro portafoglio di prodotti. A livello contabile nel secondo trimestre fiscale 2023 abbiamo riportato, ricavi pari a 3,69 mld $ rispetto ai 4,09 mld $ del trimestre precedente e ai 7,79 mld $ dello stesso periodo dell'anno scorso. Una perdita netta pari a 2,08 mld $, o 1,91 $/az. Svalutazioni dell'inventario pari a 1,43 mld $ con un impatto di 1,34 $/az. Il flusso di cassa operativo è stato di 343 mln $ contro i 943 mln $ del trimestre precedente e i 3,63 mld $ dello stesso periodo dell'anno scorso. Gli investimenti in spese in conto capitale sono stati pari a 2,16 mld $ nel secondo trimestre del 2023, il che ha portato a flussi netti di cassa negativi per 1,81 mld $. Abbiamo chiuso il secondo trimestre del 2023 con liquidità, investimenti negoziabili e liquidità limitata per 12,12 mld $. Il nostro CdA ha deliberato un dividendo trimestrale pari a 0,115 $/az., pagabile in contanti il 25 aprile 2023 agli azionisti registrati alla chiusura delle attività il 10 aprile 2023”.
PAYCHEX + 5,29%. La società è un fornitore americano di risorse umane, buste paga e servizi di outsourcing di benefit per le piccole e medie imprese, ha riportato utili nel terzo trimestre fiscale 2023 pari a 1,29 $/az. su ricavi per 1,38 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 1,24 $/az. su ricavi per 1,36 mld $. Il fatturato è cresciuto del 8,2% su base annua. La società ha dichiarato di aspettarsi utili per tutto l'anno fiscale 2023 tra 4,22 e 4,30 $/az. su ricavi di circa 4,98 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 4,24 $/az. su ricavi per 4,97 mld $.
John Gibson, Presidente e A.D. della società, ha commentato: "Il terzo trimestre fiscale riflette una crescita continua con l'8% del fatturato totale e l'utile rettificato a due cifre per azione. Il solido lavoro durante la fine dell'anno solare e la stagione delle vendite ha portato a una crescita dei nuovi vendite e una forte fidelizzazione. Le piccole imprese hanno dimostrato una notevole resilienza, poiché continuano a fare i conti con un mercato del lavoro in continua evoluzione, l'inflazione e l'aumento delle normative e dei tassi di interesse a partire dall'anno solare 2023. Più che mai, le aziende cercano assistenza e supporto di partner stabili e fidati per aiutarli a risolvere questi problemi. Paychex è ben posizionata con la nostra combinazione unica di soluzioni tecnologiche all'avanguardia, risorse umane ed esperienza in materia di conformità per essere pronti quando i nostri clienti hanno più bisogno di noi. A livello contabile nel terzo trimestre fiscale abbiamo riportato: un utile operativo cresciuto del 9% a 611,9 mln $ rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Il margine operativo (risultato operativo in percentuale sui ricavi totali) del 44,3% è rimasto in linea con lo stesso periodo dell'anno precedente. Le spese totali sono aumentate dell'8% a 769,1 mln $. L'utile per azione è aumentato del 12% a 1,29 $ rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. A partire dal 28 febbraio 2023, avevamo contanti, contanti vincolati e investimenti aziendali totali per 1,6 mld $. Prestiti a breve e a lungo termine, al netto dei costi di emissione del debito, per 808,3 mln $, infine il flusso di cassa derivante dalle operazioni è stato pari a 1,3 mld $ negli ultimi nove mesi che hanno portato a restituire agli azionisti dividendi cumulativi pari a 2,37 $/az. per un totale di 854,1 mln $”.
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SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. I SEGNALI VENGONO GENERATI UNA VOLTA A SETTIMANA E PUBBLICATI SUL SITO IL LUNEDI MATTINA E VALEVOLI PER TUTTA LE SETTIMANA. IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
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