NEGLI STATES E’ IN VIGORE L’ORA LEGALE. PERTANTO LE CONTRATTAZIONI AZIONARIE APRONO ALLE ORE 14:30
SETTORE BANCARIO SOTTO FORTE PRESSIONE CHE FANNO TRACOLLARE I RENDIMENTI DEI BONDS, MENTRE I LISTINI AZIONARI USA TENGONO BOTTA.
Il fallimento della Silicon Valley Bank e Signature Bank ha visto il suo impatto continuare sui mercati finanziari ad inizio della scorsa settimana, con perdite dell'azionario (anche in Europa con particolare veemenza sul settore bancario) ma, soprattutto, un collasso dei rendimenti che ha visto le curve andare a scontare percorsi di rialzo dei tassi molto meno aggressivi, basti pensare che la future strip USA ha scontato Fed Funds inferiori al 4% a fine anno (dai 5.5% di metà della scorsa settimana !!) e le parti brevi delle curve hanno visto contrazioni dei rendimenti di 50 bps, non più viste dalla grande recessione, o anche prima. Se le misure varate a garanzia dei depositi e di finanziamento degli asset a valore nominale delle banche regionali hanno arrestato la fuga dei depositi, il coinvolgimento di azionisti e obbligazionisti (giusto, beninteso) nel default ha colpito il sentiment. Oltre a ciò il fallimento di SVB Signature, pur non avendo le caratteristiche di un evento sistemico in grado di contagiare il sistema bancario globale, costituisce un sintomo che l’aggressività delle politiche monetarie sta avendo un impatto su tutti i settori economici (alcuni come l'immobiliare, ci fanno già conti), così come riportiamo da più settimane su queste colonne. Fermo restando la mala gestione degli attivi di codeste banche, le suddette vicende accendono un faro sui possibili effetti negativi delle attuali politiche monetarie sui fondamentali del settore bancario:
1) Crescente competizione nella raccolta e conseguente aumento del costo del finanziamento
2) Difficoltà nel reperire impieghi sufficientemente remunerativi (anche a causa dell’inversione delle curve)
3) Possibilità di perdite latenti di entità varia nel portafoglio obbligazionario, a causa del rapido rialzo dei rendimenti
4) Rischio di deterioramento degli asset a causa del rallentamento economico.
Come se non bastasse, un altro “tsunami” si è abbattuto mercoledì scorso sul settore bancario e ci riferiamo alla crisi del Credit Suisse che, nonostante abbia ricapitalizzato con 4 mld € a dicembre 2022, si trova nuovamente nella bufera a causa della serie di scandali e situazioni imbarazzanti che hanno, de facto, perdere importanti patrimoni alla banca. “Tsunami” dovuto alle dichiarazioni del suo azionista di riferimento con il 9,9%, Ammar Al Khudairy, presidente della Saudi National Bank, che a precisa domanda ha risposto che non intende aumentare la partecipazione nell'istituto elvetico e ad alimentare il sentiment negativo nei confronti di CS, ci sono state le indiscrezioni riportate dai media secondo cui l’altra banca elvetica UBS è contraria all’acquisto di CS, tanto più che anche il Governo svizzero avrebbe perplessità su una tale operazione. Apriti cielo e il titolo giù del 30% sotto i minimi di sempre e ben sotto i 2 CHF, in seguito solo parzialmente recuperato intorno ai 1,85 CHF, grazie ai provvedimenti presi dalla Swiss National Bank, che ha annunciato una liquidity facility da 50 mld CHF a disposizione di Credit Suisse. La banca la userà per puntellare la sua liquidità e riacquistare alcuni bonds senior, per ridurre il debito. Inoltre la FINMA (autorità di vigilanza elvetica) e la Banca Centrale hanno diramato un comunicato in cui sottolineano la solidità patrimoniale di CS e confermano che la banca rispetta tutte le stringenti regole di solidità patrimoniale (non è vero, ma se interviene la Banca centrale, allora sì). La liquidità le verrà garantita se necessario e le autorità lavorano a stretto contatto con l'istituto per mantenere la stabilità. Inoltre sono emerse tutte le ipotesi già citate per eventualmente gestire un deterioramento della situazione.
Tutto ciò, come detto in precedenza, ha avuto ripercussioni soprattutto sui Bonds con l’Euro che si è inabissato. Implicazioni macroeconomiche per le commodities con il petrolio in picchiata anche del 7%, mentre l’Oro ha beneficiato del caos volando a 1945 $/oz. Per quanto riguarda l’azionario, perdite a doppia cifra per molti istituti bancari e sospensioni a raffica.
Ma già da giovedì scorso il forte sentiment negativo sui mercati finanziari modificava il quadro generale grazie alle notizie che arrivavano dagli States secondo le quali le principali banche del paese si sono consorziate per sottoscrivere dei depositi alla First Republican Bank, per un totale di 30 mld $, con la gioiosa benedizione delle autorità. In pratica i clienti distolgono i depositi dalle banche regionali e li portano nelle grosse banche interazionali (vigilate ?) e loro li riportano indietro, supportando le banche regionali. Questa mossa può servire a tamponare la crisi di liquidità di queste banche. Infatti, mentre la facility della FED richiede di dare degli asset per ottenere la liquidità, il che ne limita l'utilizzo alla disponibilità degli stessi, in questo caso si tratta di vera e propria raccolta, che va a sostituirsi a quella in uscita. Una fonte in più di supporto, che va a sommarsi alla suddetta facility, e una dimostrazione (non si sa quanto spontanea) di solidarietà del sistema. Diversamente dal QE, questo è un prestito che ha un termine di scadenza, anche se è estendibile (3 mesi per la discount window, un anno per la nuova facility) ed un costo (overnight +10 bps per la Bank Term Funding Program). E il suo ammontare non lo decide la FED, ma le banche, con le loro richieste. Nel corso della settimana terminata mercoledì scorso, 121 mld $ sono entrati nei fondi monetari, il flusso più grande dalla settimana del 15 marzo 2020 in piena esplosione del Covid. Questo flusso mostra chiaramente il movimento in atto. Sembra “l’uovo di Colombo” ed in parte lo è per quanto riguarda la crisi della liquidità, ma quanto alla profittabilità e solvibilità delle banche, la situazione non cambia di molto.
Questa nuova situazione riportava i rendimenti dei Bonds a recuperare, soprattutto sulle scadenze corte, il petrolio frenava la sua discesa, gli indici azionari riprendevano la via del rialzo con un unico indice che schizzava letteralmente in alto dai minimi di due venerdì fa: il NASDAQ100, con nostro sommo gaudio.
A questo proposito, ora che la stagione degli utili del quarto trimestre è nello specchietto retrovisore, gli investitori mirano a individuare indizi dalle prospettive fornite dagli analisti per la prossima stagione degli utili trimestrali che inizia a metà aprile. La crescita degli utili per le azioni dell'indice S&P500 è stata solidamente in rosso nell'ultimo trimestre 2022 e si prevede che la prima metà del 2023 sarà caratterizzata da altri due trimestri di calo e, secondo FactSet, potremmo già essere nel bel mezzo di una recessione a Wall Street.
Ma vediamo nel dettaglio dove sono posizionati gli analisti più ottimisti e pessimisti in termini di rating sui titoli dell'S&P500. Complessivamente, ci sono 10.966 rating su codesti titoli dei quali, il 53,5% sono rating Buy, il 40,3% sono rating Hold e il 6,2% sono rating Sell, quindi non propriamente in attesa di una recessione.
A livello di settore, gli analisti sono più ottimisti sui settori Energia (63%) e Servizi di comunicazione (60%). D'altra parte, sono più pessimisti sul settore dei beni di prima necessità (44%). Il settore delle materie prime ha la più alta percentuale di rating Hold (46%), mentre il settore dei beni di prima necessità ha la più alta percentuale di rating Sell (12%).
A livello di titoli riportiamo i migliori 10 rating di BUY:
Ed i peggiori 10 rating con consigli di SELL:
A livello di mercato monetario, nella scorsa settimana, a causa dei fallimenti di due banche regionali e la possibile crisi a cascata del settore bancario hanno fatto precipitare le quotazioni dei futures sui Fed Funds aggiornando il picco dei tassi al 95,785 % nuovamente a maggio prossimo, dal 5,61% tra luglio e settembre di due venerdì fa.
Anche i movimenti sui tassi hanno, de facto, ribaltato tutte le posizioni record raggiunte due settimane fa. Tutta la curva dei rendimenti dei Treasury è abbondantemente sotto il 4% (2 anni al 3.846%, 76 bps sotto i Fed Funds), mentre la probabilità di 25 bps di rialzo da parte della FED nella giornata di mercoledì prossimo, supera di poco il 50%.
Analisi grafica dell’indice di riferimento delle nostre operazioni, il NASDAQ100. Settimana, oserei dire, scintillante per l’indice tecnologico che sfida il sentiment dei mercati, anche grazie al fatto che non risente delle turbolenze del settore bancario e beneficia dei dati macro sull’inflazione in linea con le attese degli analisti, che riporta in basso le probabilità di un rialzo dei tassi di 50 bps, nella riunione del FOMC di mercoledì. Tutto bene, dunque ? Ce lo auguriamo, vista la nostra esposizione su tale listino. Graficamente notiamo l’ottima tenuta del supporto in area 11770 (ritracciamento del 50% dell’onda rialzista b-c) con recupero delle due M.M. a 200 periodi (linea bianca e gialla). Ora, se la FED non fa scherzi, l’attacco al max di onda c in area 12800 dovrebbe essere imminente con estensioni sopra l’area 13000 ed, a venire, l’attacco al max di onda 4 a 13720 a completamento dell’onda e. Il valore dell’RSI a 65.5 permette un ulteriore allungo prima di una pausa. Vedremo. La settimana si è chiusa a 12519.88 con un guadagno del + 5,83% che porta ad un profit da inizio anno del + 14,44%.
Storia un po' diversa sull’indice S&P500 che riesce a recuperare la M.M. semplice a 200 periodi (linea bianca) ma la perde nuovamente in chiusura di settimana. Certamente il listino ha risentito delle pressioni del settore bancario ed il quadro generale, pur in presenza di un discreto guadagno settimanale, mostra la continuazione della lateralità tra l’area 3800 e l’area 4200 scarsa dallo scorso novembre 2022. La discesa è stata fermata dal supporto in area 3850 (ritracciamento del 78,6% della gamba rialzista b-c) contrassegnata come onda d, anche se rotta solo in intraday lunedì scorso, dal quale è partito il rimbalzo fino a 3960 per poi chiudere la seduta appena sopra l’area 3900 scongiurando, al momento, l’ipotesi di un nuovo conteggio delle onde nel caso di perdita dell’area 3765, minimo di onda b. Anche su questo indice, in attesa della FED, potrebbe continuare il rimbalzo che dovrebbe portare i prezzi stabilmente sopra l’area 4000 e il valore dell’RSI a 44 indica che lo spazio c’è. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 3916.65 con un guadagno del + 1,43% che porta ad un guadagno da inizio anno del + 2,01%.
L’indice delle blue-chip DOW JONES è quello che nel corso della settimana appena trascorsa ha risentito di più delle turbolenze dei mercati, registrando un nulla di fatto rispetto a due venerdì fa. Graficamente i prezzi non sono riusciti a recuperare la M.M. semplice a 200 periodi (linea bianca) stazionando tra l’area di resistenza dei 32400 punti e l’area di supporto posta in area 31700/31650 che rappresenta il ritracciamento del 50% della gamba rialzista A. A seguire troviamo il supporto in area 31000. Se il tentativo di rimbalzo rimasto soffocato la scorsa settimana dovesse divenire effettivo, molto importante ritrovare l’area 33000 riportandosi sopra le due M.M. a 200 periodi. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 31861.99 con una perdita del – 0,15% e che porta a segnare una perdita da inizio anno del – 3,88%.
ORO INDEX
Continua il balzo delle quotazioni dell’Oro che nel corso della scorsa settimana ha guadagnato più di 100 $/oz. grazie alle turbolenze finanziarie che stanno pesando sulle aspettative di politica monetaria e sulle prospettive economiche. La brusca inversione dei rendimenti dei Treasury sta guidando l’attuale rally del prezzo del metallo giallo ma per il futuro, gli elevati rischi di recessione, le domande sulla fattibilità del dollaro USA come valuta di riserva e il probabile shock accomodante della FED potrebbero risultare una miscela eccezionalmente rialzista per il mercato dell’Oro. Dando uno sguardo ai prezzi notiamo come siano state rotte tutte le resistenze fino a quella psicologica dei 2000 $/oz. non raggiunta per soli 7$ scarsi. Se la FED dovesse alzare i tassi di interesse di soli 25 bps e, soprattutto, riportare una retorica molto più accomodante, visti i recenti avvenimenti nel settore bancario, non è difficile auspicare la rottura dei 2000 $/oz. già nel corso di questa settimana. In caso contrario sarebbe comunque importante consolidare sopra i 1915/1920 $/oz. Vedremo !
Passando agli altri due metalli preziosi che seguiamo nel nostro Portafoglio, per il Platino dopo la reazione di due settimane fa che ha riportato i prezzi in area 980 $/oz., nella giornata di lunedì scorso sembrava possibile la continuazione di tale rimbalzo con i prezzi che superavano i 1000 $/oz, ma già da martedì i prezzi sono scesi da tale area ritornando tra i 960 ed i 980 $/oz.
Discorso diverso per le quotazioni dell’Argento che, nel corso della scorsa settimana, sono riusciti a guadagnare ben 2 $/oz. rispetto alla chiusura di due venerdì fa, infrangendo diverse aree di resistenza e portandosi nuovamente sopra le M.M. a 200 periodi. Importante consolidare sopra l’area 21,80 $/oz. per andare all’attacco del prossimo obiettivo in area 23,5 $/oz.
La settimana dell’Oro è si è chiusa a 1973.50 $/oz., in guadagno del + 5,69% rispetto alla scorsa settimana e che porta ad una perdita da inizio anno del + 8,07%. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 1993.07 $/oz. Di seguito il grafico weekly dell’ORO FUTURES APRILE 2023:
GUERRA RUSSIA - UCRAINA (EUROPA)
Martedì scorso un drone spia statunitense è stato coinvolto in un incidente sopra il mar Nero. Mosca ha negato che ci sia stata una collisione, mentre secondo l’esercito statunitense il drone sarebbe stato intercettato nello spazio aereo internazionale da due jet russi, poi uno di questi sarebbe entrato in collisione con il drone stesso facendolo cadere in mare. Secondo l’esercito statunitense prima della collisione i velivoli russi avrebbero rilasciato carburante sul drone, forse per danneggiarlo o compromettere la sua visuale, e gli sarebbero volati davanti. Il generale dell’U.S. Air Force James Hecker ha parlato di un “atto pericoloso e poco professionale” da parte dei russi e che ha quasi provocato la caduta di entrambi gli aerei. Il ministero della difesa russo invece nega che il suo aereo sia entrato in contatto con il drone, indicando la causa della caduta in una “brusca manovra”.
La vicenda è stata affrontata anche mercoledì scorso nel corso di una telefonata tra il segretario della difesa statunitense Lloyd J. Austin e il ministero della difesa russo Sergej Šojgu. Austin durante una conferenza tenuta dopo un incontro dell’Ukraine Defense Contact Group ha dichiarato che l’episodio “è una parte di un modello di azioni aggressive, rischiose e non sicure da parte di piloti russi nello spazio aereo internazionale”. Austin ha detto: “Ora ho appena finito di parlare con la mia controparte, il ministro Šojgu. E come ho detto più volte, è importante che le grandi potenze siano modelli di trasparenza e comunicazione. E gli Stati Uniti continueranno a volare e ad operare ovunque il diritto internazionale lo consenta. Spetta alla Russia operare con i suoi aerei militari in modo sicuro e professionale”.
Secondo quanto riportato dalla TASS, nei colloqui con Austin il ministro della difesa russo Šojgu ha indicato come provocatori i voli dei droni statunitensi vicino alla costa della Crimea e questi creano le condizioni per una escalation della situazione nella zona del Mar Nero. Secondo il ministero russo nell’incontro tra Šojgu ed Austin si sono scambiati opinioni su cause e conseguenze dell’incidente. Il ministero ha detto che Šojgu ha affermato che l’incidente sarebbe stato causato da mosse statunitensi che non avrebbero rispettato restrizioni di volo stabilite da Mosca per una determinata area in relazione alle operazioni militari in Ucraina e da una maggiore raccolta di informazioni dirette contro la Russia. In seguito ai colloqui, il ministero ha anche detto che le “maggiori potenze nucleari” dovrebbero mantenere i canali di comunicazione militari aperti per discutere di qualsiasi situazione di crisi.
Giovedì scorso gli USA hanno pubblicato un video che mostra un jet da combattimento russo avvicinarsi al drone e scaricare carburante nelle sue vicinanze. In seguito ad un’altra manovra russa, viene perso il segnale video del drone. Il video poi mostra anche un’elica del drone danneggiata, danno che il Pentagono sostiene sia stato causato dalla collisione di uno degli aerei russi e che ha provocato la sua caduta in acqua. Secondo una mappa fornita dall’esercito americano l’intercettazione è avvenuta per la prima volta tra le 40 e le 50 miglia nautiche al largo della Crimea, nello spazio aereo internazionale, mentre la collisione sarebbe avvenuta ad ulteriori 10 miglia di distanza. John Kirby, portavoce del consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, in merito al video ha detto: “Decliniamo assolutamente la menzogna russa su ciò che hanno detto sia accaduto o non accaduto”. Venerdì scorso due funzionari statunitensi hanno detto che gli USA hanno ripreso i loro voli con droni di sorveglianza sopra la regione del Mar Nero.
Venerdì scorso il Cremlino ha fatto sapere che questa settimana il presidente cinese Xi Jinping si recherà in Russia per una visita di stato su invito del suo omologo russo Vladimir Putin. Secondo una dichiarazione dell’ufficio stampa del Cremlino riportata dalla TASS, i due parleranno di “questioni urgenti relative al futuro delle relazioni di partenariato globale e interazione strategica tra Russia e Cina”, inoltre sempre dall’ufficio stampa del Cremlino specificano che saranno firmati “importanti documenti bilaterali”. La visita di Xi Jinping è in programma dal 20 al 22 marzo. Dopo la visita in Russia, potrebbe esserci un colloquio telefonico tra il Presidente cinese e il suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky.
E a proposito di contatti tra Kiev e Pechino, giovedì scorso i ministri degli esteri cinese e ucraino si sono sentititi telefonicamente; secondo una dichiarazione del ministero degli esteri cinese, Qin Gang ha detto a Dmytro Kuleba che “La CINA spera che tutte le parti rimangano calme, razionali e moderate e riprendano i colloqui per la pace il prima possibile”. Il ministero ha anche riportato che Qin Gang ha aggiunto che Pechino spera che Ucraina e Russia non chiudano la porta ad una soluzione politica, indipendentemente da quanto sia complicata la situazione. Giovedì scorso il ministro ucraino Kuleba ha scritto su Twitter: “Oggi durante la mia telefonata con il consigliere di Stato e ministro degli esteri cinese Qin Gang, abbiamo discusso il significato del principio di integrità territoriale. Ho sottolineato l’importanza della Formula di Pace di Zelensky per porre fine all’aggressione e ristabilire una pace equa in Ucraina”. Finora la CINA non ha condannato l’invasione russa dell’Ucraina.
Sabato scorso, nel suo giorno di scadenza, è stata rinnovata la “Black Sea Grain Initiative”, l’accordo mediato da Turchia e ONU e che coinvolge Russia ed Ucraina con lo scopo di facilitare l’export di cereali, prodotti alimentare correlati e fertilizzanti da porti ucraini designati. Nella nota con la quale è stata annunciata l’estensione dell’accordo, le Nazioni Unite hanno espresso gratitudine al governo della Turchia “per il sostegno diplomatico ed operativo alla Black Sea Grain Initiative”. Sempre nella nota viene detto: “La Black Sea Grain Initiative, insieme al memorandum d’intesa sulla promozione dei prodotti alimentari e dei fertilizzanti russi sui mercati mondiali, sono fondamentali per la sicurezza alimentare globale, soprattutto per i paesi in via di sviluppo. Restiamo fortemente impegnati in entrambi gli accordi ed esortiamo tutte le parti a raddoppiare i loro sforzi per applicarli pienamente”. Il ministro delle infrastrutture ucraino Oleksandr Kubrakov ha parlato di un’estensione dell’accordo di 120 giorni, ma Mosca ha concordato un rinnovo di 60 giorni. Come riporta la TASS, la missione permanente della Russia a Ginevra nella giornata di sabato ha detto che la parte russa ha accettato di prolungare l’accordo sul grano fino al 18 maggio “per il progresso del memorandum Russia-ONU sulla promozione del cibo e dei fertilizzanti russi sui mercati mondiali”. Nonostante gli export di prodotti alimentari e fertilizzanti non siano sanzionati dagli occidentali, Mosca sostiene che le restrizioni sui pagamenti, la logistica e le industrie assicurative costituiscano un ostacolo alle spedizioni. E venerdì scorso il rappresentante permanente della Federazione Russa presso le Nazioni Unite, Vasilij Nebenzja ha detto che USA, UE e Gran Bretagna hanno due mesi per escludere dalle loro sanzioni l’intera catena di operazioni che accompagna il settore agricolo russo se vogliono che l’accordo sul grano continui.
Venerdì scorso la Corte penale internazionale ha emesso un mandato di arresto nei confronti del Presidente russo Vladimir Putin, in quanto “è presumibilmente responsabile del crimine di guerra di deportazione illegale di popolazione (bambini) e di trasferimento illegale di popolazione (bambini) da aree occupate dell’Ucraina alla Federazione Russa”. Secondo la Corte penale internazionale “Ci sono ragionevoli motivi per ritenere che il signor Putin abbia una responsabilità penale individuale per i suddetti crimini”. La Corte penale internazionale ha emesso un mandato di arresto anche per Maria Alekseyevna Lvova-Belova, commissaria per i diritti dei bambini presso l’Ufficio del Presidente della Federazione Russa; anche lei “è presumibilmente responsabile del crimine di guerra di deportazione illegale di popolazione (bambini) e di trasferimento illegale di popolazione (bambini) da aree occupate dell’Ucraina alla Federazione Russa”.
POLITICA USA
In seguito alle misure di emergenza adottate con altri regolatori per garantire che nessun depositante alla Silicon Valley Bank e alla Signature Bank subisca perdite dal fallimento di questi istituto di credito, giovedì scorso la segretaria al Tesoro, Janet Yellen, ha parlato alla commissione finanze del Senato. Durante l’audizione alla Yellen è stato chiesto se ciò significa che tutti i depositi non assicurati sono ora garantiti e lei ha risposto specificando che “una banca riceve questo trattamento” solo se la maggioranza assoluta dei consigli della Federal Reserve, della Federal Deposit Insurance Corp e la stessa segretaria del Tesoro in consultazione con il Presidente determinano che la mancata protezione di correntisti non assicurati creerebbe un rischio sistemico e conseguenze economiche e finanziarie significative. Yellen ha poi aggiunto: “Posso rassicurare i membri della commissione che il nostro sistema bancario è solido e che gli americani possono sentirsi sicuri che i loro depositi saranno là quando ne avranno bisogno”.
Il senatore repubblicano Charles Grassley ha detto ai giornalisti: “Questa amministrazione ha una grande responsabilità per i fallimenti bancari che abbiamo avuto”. Secondo il senatore repubblicano Tim Scott, invece, le politiche di spesa dell’amministrazione Biden avrebbero responsabilità per aver alimentato l’inflazione che avrebbe creato problemi alla Silicon Valley Bank mentre i rapidi rialzi dei tassi di interesse applicati dalla FED erodevano il valore dei suoi titoli obbligazionari, affermazione respinta dalla Yellen. Alcuni dem invece hanno incolpato una legge del 2018 fatta dai repubblicani e che ha ridotto la soglia per le banche “di importanza sistemica” per le quali è richiesta una supervisione rafforzata.
Yellen ha spiegato che si cercherà di capire cosa ha portato al crollo della Silicon Valley Bank: “Ci sarà un’attenta analisi a ciò che è accaduto nella banca e di ciò che ha avviato questo problema, ma chiaramente, il crollo della banca e la ragione per la quale ha dovuto essere chiusa, è stata che non poteva soddisfare le richieste di prelievo dei correntisti”. Yellen ha detto che stress test regolari per le banche statunitensi possono essere d’aiuto per identificare potenziali problemi, ma ha anche sottolineato che gli attuali stress test di vigilanza cercano carenze di capitale e non problemi di liquidità.
Venerdì scorso la commissione servizi finanziari della Camera ha annunciato che il 29 marzo si terrà un’audizione sui fallimenti della Silicon Valley Bank e della Signature Bank; al momento sono previsti interventi del presidente della Federal Deposit Insurance Corporation, Martin J. Gruenberg, e di Michael S. Barr, vicepresidente della FED con delega alla supervisione.
Il repubblicano Patrick McHenry, presidente della commissione servizi finanziari della Camera, e la collega democratica membro di rango della stessa commissione, Maxine Waters, hanno spiegato che l’audizione permetterà loro di iniziare a capire di più del fallimento di queste banche: “In qualità di presidente e membro di rango, prendiamo seriamente i nostri doveri di supervisione. Stiamo lavorando tutto il giorno per fornire risposte al popolo americano al fine di proteggere i correntisti, promuovere la sicurezza e la solidità delle banche d’America e rafforzare il nostro sistema finanziario. Condurremo questa audizione senza timori o favori per ottenere le risposte che il popolo americano merita”.
POLITICA USA - CINA
Lunedì scorso nella base navale statunitense di San Diego, in una cerimonia alla quale hanno preso parte il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il premier britannico Rishi Sunak e quello australiano Anthony Albanese, sono stati presentati i dettagli di un piano per fornire all’Australia sottomarini d’attacco a propulsione nucleare a partire dai primi anni del prossimo decennio. Una mossa in chiave di contenimento della CINA nell’area indo-pacifica. In base all’accordo, all’inizio del decennio 2030 gli Stati Uniti intendono vendere all’Australia tre sottomarini a propulsione nucleare di classe Virginia, con un’opzione di acquisto di due ulteriori sottomarini da parte di Canberra. In un comunicato congiunto viene spiegato che il progetto porterà alla produzione britannica ed australiana degli SSN-AUKUS, una nuova classe di sottomarini che sarà costruita in Gran Bretagna ed Australia ed includerà tecnologie statunitensi. Il Presidente statunitense Joe Biden ha sottolineato che i sottomarini saranno a propulsione nucleare, ma che non avranno armi nucleari. Secondo l’accordo, inoltre, nel 2027 in Australia saranno dispiegati alcuni sottomarini statunitensi e britannici per contribuire all’addestramento degli equipaggi australiani e per aumentare la deterrenza.
Daniel Kritenbrink, assistente segretario di Stato degli USA per gli affari dell’Asia Orientale e del Pacifico, martedì scorso ha detto che Washington la settimana precedente aveva informato i suoi partner nell’area del Sud Est Asiatico in merito al piano AUKUS. Un funzionario senior statunitense ha detto che l’AUKUS riflette minacce crescenti nell’Indo-Pacifico, non solo da parte della Cina verso Taiwan e nel mar Cinese Meridionale, ma anche da parte di Russia e Corea del Nord. Per il ministero degli esteri di Taiwan l’accordo contribuirà a contrastare l’”espansione autoritaria” nella regione, mentre secondo una dichiarazione del ministero degli esteri giapponese, il premier Fumio Kishida martedì scorso in una chiamata con l’omologo australiano Anthony Albanese ha detto che l’accordo “contribuirà alla pace e alla stabilità regionale e che il Giappone ha sostenuto costantemente questa iniziativa”.
La missione permanente della Repubblica Popolare Cinese presso l’ONU martedì ha scritto su Twitter: “Il piano di cooperazione per sottomarini nucleari rilasciato oggi dall’AUKUS è un atto palese che costituisce seri rischi di proliferazione nucleare, minaccia il sistema internazionale di non-proliferazione, alimenta corse agli armamenti e danneggia la pace e la stabilità nella regione. L’ironia dell’AUKUS è che due potenze nucleari che affermano di sostenere il più alto standard di non-proliferazione nucleare stanno trasferendo tonnellate di uranio arricchito per armi ad uno stato non dotato di armi nucleari, violando chiaramente l’obiettivo e lo scopo del TNP (trattato di non proliferazione nucleare, ndr)”. Il portavoce del ministero degli affari esteri cinese Wang Wenbin martedì scorso, come riporta il tabloid cinese Global Times, ha detto che l’accordo AUKUS rientra in una mentalità tipica della guerra fredda che stimolerà soltanto una corsa agli armamenti, saboterà i sistemi internazionale di non proliferazione nucleare e danneggerà pace e stabilità regionali.
L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica martedì scorso in una dichiarazione ha riportato: “Nelle loro comunicazioni, le parti dell’AUKUS hanno riaffermato il loro impegno precedentemente dichiarato che mantenere l’integrità del regime di non-proliferazione nucleare e le salvaguardie dell’Agenzia rimane un obiettivo centrale in relazione all’AUKUS”. (Tutte dichiarazioni di facciata. La realtà, purtroppo, è ben altra ! ndr.)
POLITICA DELLA FED
Michelle Bowman, membro del consiglio direttivo della FED, martedì scorso ha affermato che il sistema bancario statunitense rimane “resiliente e su solide basi”. Bowman ha detto che il sistema bancario ha capitali e liquidità forti, inoltre ha spiegato che le autorità di regolamentazione stanno monitorando con attenzione i mercati in seguito ai fallimenti di Silicon Valley Bank e Signature Bank.
Questa settimana, precisamente domani e dopodomani, il FOMC si riunirà e deciderà in quale misura aumentare ulteriormente i tassi di interesse. Un incontro che arriva in un momento movimentato per il settore bancario. I media in vari articoli spiegano come sia emerso un consensus riguardo al fatto che i banchieri centrali vorranno segnalare di essere attenti alla situazione di agitazione del settore finanziario, ma che è importante proseguire con la lotta all’inflazione. Posizione che probabilmente si tradurrà in un rialzo dello 0,25% accompagnato da garanzie sul fatto che non ci sia un percorso predefinito davanti.
Mark Zandi, capo economista di Moody’s Analytics, ha detto: “Questa potrebbe essere una di quelle volte in cui c’è una differenza tra ciò che dovrebbero fare e ciò che penso faranno. Sicuramente non dovrebbero inasprire la politica”. “La gente è veramente nervosa e ogni piccola cosa potrebbe spingerla oltre il limite, quindi non capisco. Perché non si può fare un piccolo cambio di rotta e concentrarsi sulla stabilità finanziaria?”. Secondo Zandi è inusuale e pericoloso vedere inasprire la politica monetaria nelle attuali condizioni del settore bancario: “Non perderai la tua battaglia contro l’inflazione con una pausa ora. Ma potresti perdere il sistema finanziario”. “Quindi semplicemente non capisco la logica dell’inasprimento della politica nell’attuale contesto”. Secondo Zandi un rialzo dei tassi al prossimo meeting aumenterebbe le possibilità del presentarsi di una recessione: “Se aumentano i tassi, questo si qualifica come un errore e direi un grave errore”. “I rischi di recessione aumenteranno significativamente al quel punto”.
DATI MACROECONOMICI
L’indice dei prezzi al consumo a livello annualizzato nel mese di febbraio registra una crescita del 6,0%, come indicato dal consensus, segnando un rallentamento rispetto al +6,4% di gennaio e registrando la crescita più bassa da settembre 2021. Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.
Su base mensile, il dato core (che esclude il settore dell’energia e del cibo) dell’indice dei prezzi al consumo, a febbraio registra un +0,5%, in crescita leggermente superiore al +0,4% indicato dal consensus e al +0,4% di gennaio; si tratta del rialzo più marcato da settembre.
A livello annualizzato il dato core rallenta a febbraio registrando un +5,5% come previsto dal consensus e dopo il +5,6% di gennaio. I dati sono rilasciati dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.
L’indice dei prezzi alla produzione core (che esclude il settore dell’energia e del cibo) a livello mensile a febbraio segna un +0,0% rallentando rispetto al +0,1% di gennaio (rivisto da +0,5%) e deludendo il consensus del +0,4%.
A livello annuale, invece, a febbraio l’indice cresce del 4,4%, rialzo più basso da marzo 2021; a gennaio aveva registrato un +5,0% (rivisto da +5,4%) ed il consensus indicava un +5,2%. I dati sono rilasciati dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.
Le vendite al dettaglio a livello mensile a febbraio calano dello 0,4%, contrazione appena più marcata del -0,3% indicato dal consensus. A gennaio era stata registrata una crescita del 3,2% (rivista da +3,0%). Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.
Le vendite al dettaglio Control Group a febbraio crescono dello 0,5%, segnando un rallentamento rispetto al +2,3% di gennaio (rivisto da +1,7%). Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.
Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata l’11 marzo sono tornati su livelli bassi e sembra che il balzo della scorsa settimana sia stato un "one off". Il dato riporta 192 mila richieste, in calo rispetto alle 212 mila della settimana precedente (riviste da 211 mila) e sotto al consensus di 205 mila. Il dato è rilasciato dall’U.S. Department of Labor.
Il Philadelphia Fed Manufacturing Index è rimasto su livelli recessivi con i new orders che sono crollati di 15 punti a -28. Per il settimo mese consecutivo il dato è accompagnato dal segno ‘meno’; per la precisione a marzo si attesta a -23,2 punti, dopo aver registrato a febbraio una rilevazione di -24,3 punti. Il dato è rilasciato dalla Federal Reserve Bank di Philadelphia.
Migliorano le attese dei nuovi cantieri e i permessi di costruzione di febbraio. Secondo un dato preliminare, i permessi di costruzione a livello mensile sono cresciuti del 13,8% toccando quota 1,524 milioni contro un dato di gennaio di 1,339 milioni. Si tratta della crescita più marcata da luglio 2020. Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.
Il dato sul numero di case per le quali è iniziata la costruzione a livello mensile segna un +9,8% passando dalla rilevazione di 1,321 milioni di gennaio (rivisto da 1,309 milioni) a quello di 1,450 milioni di febbraio, contro un consensus fissato a 1,310 milioni. Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.
Il dato preliminare di marzo dell’indice di fiducia dei consumatori elaborato dall’Università del Michigan è tornato a scendere in maniera importante attestandosi a quota 63,4 punti (per trovare un dato più basso si deve tornare a dicembre) segnando un calo rispetto ai 67,0 punti di febbraio.
PORTAFOGLI AZIONARI
Nonostante le tensioni sui mercati finanziari e di politica monetaria sua EU che USA, i listini azionari internazionali reagiscono abbastanza bene con il NASDAQ100 sugli scudi. Infatti nel corso della scorsa settimana siamo riusciti ad andare a target su 3 titoli di tre diversi mercati continuando a rimpinguare le scorte in cantina con dei bei tozzi di pane. Le vendite in profit sono avvenute tutte sul Portafoglio ad iniziare da MODERNA con un guadagno del + 7,00% con la strategia del Nasdaq Weekly. A seguire PINNACLE WEST CAPITAL con un guadagno del 6,85% sul mercato del NYSE con la strategia “azioni internazionali”. Ed infine, sempre con la medesima strategia, il titolo francese BOLLORE’ con un guadagno del + 7,69% grazie anche ad un’apertura in gap up che ha fatto lievitare la performance finale. Per quanto riguarda gli altri titoli, soffriamo sempre e solo sul titolo AMGEN che ha tentato un rimbalzo uscendo dall’ipervenduto, ma poi a livello di prezzo è ritornata quasi sui suoi passi. O parte o STOP. Viste le uscite, riprendiamo la pubblicazione di nuovi segnali di acquisto per questa settimana che trovate, come sempre, nel Portafoglio alla sez. “nuovi ordini”.
Tutto fermo nel Portafoglio “The Challenge” anche se si vede qualche ripresa dei prezzi specialmente sui titoli CAMPARI e ASML, mentre rimane al palo STELLANTIS. Il titolo ENEL sembra un cadavere che cammina in laterale, meno male che prendiamo i dividendi. Stiamo monitorando un paio di titoli dai buoni fondamentali e spero, tra breve, di proporne l’acquisto.
Alla prossima.
PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 USCITI NELLE SCORSE SETTIMANE E NON ANCORA RIPORTATE SU QUESTE COLONNE.
ADOBE SYSTEMS + 8,76%. La società offre una linea di software e servizi utilizzati da professionisti creativi, professionisti del marketing, sviluppatori, imprese e consumatori, ha riportato utili nel primo trimestre fiscale 2023 pari a 3,80 $/az. su ricavi per 4,66 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 3,68 $/az. su ricavi per 4,62 mld $. Il fatturato è aumentato del 9,2% su base annua. La società ha dichiarato di aspettarsi per il secondo trimestre fiscale 2023 utili tra 3,75 e 3,80 $/az. su ricavi tra 4,75 e 4,78 mld $ e l'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 3,76 $/az. su ricavi pari a 4,76 mld $. Infine la società si aspetta per tutto l’anno fiscale 2023 utili tra 15,30 e 15,60 $/az. e l'attuale stima degli analisti per gli utili 2023 è pari a 15,31 $/az.
Shantanu Narayen, Presidente e CEO di Adobe, ha affermato: "Adobe ha registrato entrate record nel primo trimestre e stiamo alzando gli obiettivi annuali sulla base delle straordinarie opportunità di mercato e della continua fiducia nel nostro lavoro. Creative Cloud, Document Cloud ed Experience Cloud sono fondamentali per alimentare l'economia digitale globale. La nostra forte innovazione combinata con un rigore operativo di livello mondiale ha guidato una crescita redditizia nel primo trimestre, preparandoci a realizzare un altro anno fiscale forte. Oggi Adobe è in una posizione migliore di quanto lo sia mai stata per servire i nostri clienti a livello globale. A livello contabile nel primo trimestre fiscale abbiamo riportato: un fatturato che rappresenta una crescita anno su anno del 13% a valuta costante; l'utile operativo è stato pari a 2,13 mld $ e l'utile netto GAAP è stato pari a 1,75 mld $. I flussi di cassa derivanti dalle operazioni sono stati pari a 1,69 mld $. Al 3 marzo 2023 le disponibilità liquide e mezzi equivalenti erano pari a 4,072 mld $ e durante il trimestre abbiamo riacquistato circa 5,0 milioni di azioni ordinarie".
COSTCO WHOLESALE + 3,38%. La società e le sue filiali gestiscono magazzini di proprietà nei quali offrono ai loro clienti/membri una selezione limitata di prodotti a marchio nazionale ed a marchio privato, in diverse categorie merceologiche, a prezzi bassi, ha riportato utili nel secondo trimestre fiscale 2023 pari a 3,30 $/az. su ricavi per 55,27 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 3,21 $/az. su ricavi per 55,54 mld $. Il fatturato è aumentato del 6,5% su base annua.
In una nota la società ha affermato: “A livello contabile nel secondo trimestre fiscale l'utile netto di è aumentato del 13% nel secondo trimestre, le vendite nette sono aumentate del 6,5%, registrando una forte crescita degli abbonati paganti e titolari di carte, in aumento di oltre il 7% su base annua. Le vendite di e-commerce sono diminuite del 9,6% a causa di un calo dei dipartimenti discrezionali big-ticket e il margine lordo è migliorato di 8 punti base su base annua, attestandosi al 10,72% in percentuale sulle vendite. La spesa in conto capitale è stata di circa 900 mln $ e prevediamo di spendere in tutto il 2023 tra i 3,8 e i 4,2 mld $ per aprire 24 nuovi magazzini dei quali 14 negli Stati Uniti e 10 in altre nazioni”.
CROWDSTRIKE HLDG. + 11,20%. La società di sicurezza informatica basata su cloud, con la piattaforma CrowdStrike Falcon protegge i clienti dagli attacchi informatici sugli endpoint e sui carichi di lavoro all'interno o all'esterno della rete offrendo visibilità e protezione in tutta l'azienda, ha riportato utili nel quarto trimestre fiscale 2023 pari a 0,47 $/az. su ricavi per 637.40 mln $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 0,43 $/az. su ricavi per 624.92 mln $. Il fatturato è cresciuto del 47,9% su base annua. La società ha dichiarato che prevede utili nel primo trimestre fiscale 2024 tra 0,50 e 0,51 $/az. su ricavi tra 674.9 e 678.2 mln $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 0,43 $/az. su ricavi per 664.69 mln $. Infine la società ha detto che prevede utili per l’intero anno fiscale 2024 tra 2,21 e 2,39 $/az. su ricavi tra 2,955 e 3,014 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 2,00 $/az. su ricavi per 2,96 mld $.
George Kurtz, Presidente, A.D.e co-fondatore della società, ha affermato: "CrowdStrike ha realizzato un quarto trimestre record che ha superato le nostre aspettative su tutta la linea. La crescente quota di mercato di CrowdStrike dimostra il riconoscimento da parte dei clienti della leadership tecnologica della piattaforma Falcon e l'intelligenza artificiale avanzata che portano a migliori risultati di sicurezza, consolidamento e riduzione del TCO. A livello contabile i punti salienti del quarto trimestre includevano un nuovo ARR (entrate ricorrenti annuali) netto record pari a 222 mln $ e un record di nuovi clienti in abbonamento netti di 1.873, per un totale di 23.019 clienti in abbonamento al 31 gennaio 2023 con una crescita del 41% su base annua. In tutto l’anno fiscale 2023 abbiamo rirportato le entrate totali sono state di $ 2,24 miliardi, un aumento del 54%, rispetto a $ 1,45 miliardi nell'anno fiscale 2022. Il margine lordo di sottoscrizione non GAAP è stato del 78%, rispetto al 79% nell'anno fiscale 2022. L'utile operativo è stato pari a 355.6 mln $, rispetto ai 196.2 mln $ dell'anno fiscale 2022, mentre L'utile netto per azione è stato pari a 1,54 $, rispetto allo 0,67 $ dell'anno fiscale 2022. Abbiamo generato un flusso di cassa operativo record pari a 941.0 mln $, rispetto ai 574.8 mln $ dell'anno fiscale 2022 ed un flusso netto di cassa record pari a 676.8 mln $, rispetto ai 441.8 mln $ dell'anno fiscale 2022. Infine la liquidità, i mezzi equivalenti e gli investimenti a breve termine ammontavano a 2,71 mld $ al 31 gennaio 2023”.
JD.COM – 4,06%. E’ una società di vendita diretta online in Cina. La Società acquisisce prodotti dai fornitori e li vende direttamente ai propri clienti tramite il proprio sito Web e le applicazioni mobili, ha riportato utili nel quarto trimestre 2022 pari a 0,70 $/az. su un fatturato di 42,84 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,50 $/az. su un fatturato pari a 42,73 mld $. I ricavi sono diminuiti dello 1,1% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa.
Lei Xu, CEO di JD.com, ha affermato: “Anche se il 2022 ha posto molte sfide per JD.com e la CINA nel suo insieme, abbiamo ottenuto solidi risultati operativi e superato per la prima volta 1 trilione di RMB di entrate annuali. Durante la pandemia, il nostro costante impegno ad aiutare la società ha ulteriormente consolidato JD.com come un marchio altamente affidabile. Guardando al futuro, tra opportunità e sfide in continua evoluzione, rimarremo concentrati sulla riduzione dei costi, sull'aumento dell'efficienza e sul miglioramento costante dell'esperienza dell'utente. Sono fiduciosi che JD.com svolgerà un ruolo ancora più importante nello sviluppo economico della CINA, offrendo allo stesso tempo forti ritorni per i nostri azionisti negli anni a venire. A livello contabile nell’intero anno 2022, abbiamo raggiunto una crescita redditizia del 9,9% rispetto al 2021 pari a 151,7 mld $; il costo dei ricavi è aumentato del 9,3% a 130,4 mld $; il reddito da operazioni è stato pari a 4,0 mld $; le spese generali e amministrative sono diminuite del 4,4% a 1,6 mld $; l'utile netto attribuibile agli azionisti ordinari è stato pari a 4,1 mld $ mentre l’utile netto per ADS è stato pari a 2,57 $. Inoltre abbiamo riportato un forte flusso di cassa l'intero anno 2022 pari a 8,4 mld $ per il flusso di cassa operativo e 5,2 mld $ per il flusso netto di cassa. Al 31 dicembre 2022, le disponibilità liquide, la liquidità vincolata e gli investimenti a breve termine della società ammontavano a 32,8 mld $. Riflettendo la nostra sana redditività e bilancio e l'impegno per il valore per gli azionisti, siamo inoltre lieti di continuare a restituire valore agli azionisti sotto forma di dividendo in contanti e a tal proposito il nostro CdA ha approvato un dividendo in contanti di 0,31 $/az. ordinaria, o 0,62 $ per ADS, rispettivamente ai detentori di azioni ordinarie e ai detentori di ADS, a partire dalla chiusura delle attività il 6 aprile 2023, pagabili in USD. L'importo complessivo del dividendo sarà di circa 1,0 mld USD. La data di pagamento dovrebbe essere intorno al 27 aprile 2023 e intorno al 4 maggio 2023 rispettivamente per i titolari di azioni ordinarie e per i titolari di ADS”.
MARVELL TECHNOLOGY + 3,34%. La società è fornitore di semiconduttori di circuiti integrati analogici, a segnale misto, di elaborazione del segnale digitale e microprocessori integrati, ha riportato utili nel quarto trimestre fiscale 2023 pari a 0,46 $/az. su un fatturato di 1,419 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,47 $/az. su un fatturato pari a 1,40 mld $. I ricavi sono aumentati del 5,6% su base annua. La società ha detto che prevede utili nel primo trimestre fiscale 2024 tra 0,24 e 0,34 $/az. su un fatturato tra 1,235 e 1,365 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 0,41 $/az. su un fatturato di 1,38 mld $.
Matt Murphy, Presidente e CEO della società, ha affermato: "Marvell ha realizzato un fatturato record di 5,92 mld $ nell'anno fiscale 2023, con una crescita del 33% su base annua e un utile netto pari a 1,822 mld $, guidati dalla forte crescita di cloud, 5G, reti automobilistiche e aziendali. Nel quarto trimestre dell'anno fiscale 2023, abbiamo raggiunto un fatturato di 1,419 mld $, con una crescita del 6 % anno su anno, al di sopra del punto medio della previsione. Mentre le correzioni dell'inventario e i conseguenti cambiamenti nel mix di prodotti stanno influenzando la nostra previsione per le entrate e il margine lordo del primo trimestre fiscale 2024, prevediamo che queste difficoltà si ridurranno più avanti nell'anno fiscale 2024, man mano che i livelli di inventario si normalizzano e i driver di crescita specifici di Marvell accelerano".
ZSCALER – INV.%. E’ una società di sicurezza cloud. La piattaforma tecnologica cloud-native dell'azienda, Zscaler Zero Trust Exchange, è progettata per aiutare i clienti ad essere più agili, efficienti, resilienti e sicuri, ha riportato utili nel secondo trimestre fiscale 2023 pari a 0,37 $/az. su un fatturato di 387.60 mln $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,29 $/az. su un fatturato pari a 364.91 mln $. I ricavi sono aumentati del 51,7% su base annua. La società ha detto che prevede utili nel terzo trimestre fiscale 2023 di circa 0,39 $/az. su un fatturato tra 396.0 e 398.0 mln $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 0,31 $/az. su un fatturato di 387.47 mln $. Infine la società alza le previsioni per l’intero anno fiscale 2023, affermando di aspettarsi utili tra 1,52 e 1,53 $/az. su ricavi tra 1,558 e 1,563 mld $ e l'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 1,24 $/az. su ricavi per 1,53 mld $.
Jay Chaudhry, Presidente e CEO della società, ha affermato: “Abbiamo superato le nostre previsioni di fatturato e redditività nel secondo trimestre fiscale, dimostrando la leva operativa insita nel nostro modello di business. Anche in questo difficile contesto macroeconomico, continuiamo a vedere i clienti consolidare prodotti a più punti sulla nostra piattaforma di sicurezza integrata ‘Zero Trust’ per una migliore sicurezza e costi inferiori. Riteniamo che il forte interesse dei clienti per la nostra piattaforma, insieme alla crescita della base di entrate ricorrenti annuali, supporti l'aumento delle previsioni per l'anno fiscale 2023. A livello contabile nel secondo trimestre fiscale abbiamo riportato: ricavi in aumento del 52% su base annua; l’utile da operazioni è stato pari a 48,8 mln $, o il 13% delle entrate, rispetto ai 22,3 mln $, o il 9% delle entrate, del secondo trimestre dell'anno fiscale 2022; l'utile netto è stato pari a 57,6 mln $, rispetto ai 19,2 mln $ del secondo trimestre dell'anno fiscale 2022; l'utile netto per azione è stato pari a 0,37 $, rispetto a 0,13 $/az. del secondo trimestre dell'anno fiscale 2022. Il flusso di cassa operativo è stato pari a 89,5 mln $, o il 23% dei ricavi, rispetto ai 48,3 mln $, o il 19% dei ricavi, del secondo trimestre dell'anno fiscale 2022; il flusso netto di cassa è stato pari a 62,8 mln $, o il 16% dei ricavi, rispetto ai 29,4 mln $, o il 12% delle entrate del secondo trimestre dell'anno fiscale 2022. Ricavi differiti pari a 1,112 mld $ al 31 gennaio 2023, con un aumento del 46% anno su anno. Infine abbiamo disponibilità liquide, mezzi equivalenti e investimenti a breve termine pari a 1,905 mld $ al 31 gennaio 2023, con un aumento di 174,0 mln $ rispetto al 31 luglio 2022".
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