Ottava caratterizzata da tensioni sui mercati azionari, sull'onda della crisi della SVB e di altre banche statunitensi, e in Europa di Credit Suisse, con un'ottima tenuta delle posizioni negli USA e maggiore debolezza in Europa. L'azionario statunitense rimane comunque stabilmente inserito in un quadro negativo su orizzonti plurimensili, soprattutto per quanto riguarda il Nasdaq 100 (PC: 12.646; -25% dai picchi del novembre 2021), ma anche per l'S&P500 (PC: 3.955; -18% dai picchi di inizio 2022) che pure ha ridotto le perdite rispetto ai minimi di metà ottobre, senza però riuscire a confermare il superamento dei massimi del 13 dicembre a 4.180 (massimo 4.208 il 2 febbraio), che rimane la condizione necessaria per un miglioramento del quadro tecnico su orizzonti plurisettimanali. Il tono peggiorerebbe nuovamente su ridiscese al di sotto di 3.900, per un test del del valido supporto in area 3.750-3.800, la cui rottura (prematuro) riaprirebbe la strada a una ridiscesa sui minimi di metà ottobre a ridosso di 3.500.
In termini intermarket, "le sorti del listino azionario statunitense rimangono legate, con correlazione inversa, a quelle del dollaro USA". L'EurUsd (PC: 1,0725), dopo un minimo a 0,9592 il 28.09.2022, ha messo a segno un forte rimbalzo che ha riportato le quotazioni su un massimo a ridosso di 1,1060 il 2 febbraio, dove sono prevalsi i realizzi che hanno riportato il cambio verso 1,0530. È in atto un tentativo di rimbalzo ma il tono rimane debole fintantoché l'euro staziona al di sotto di 1,0750-1,0800: la violazione di 1,0500 farebbe riprendere le vendite con primo obiettivo il test del supporto critico in area 1,0200-1,0400. Il quadro plurimensile rimane favorevole al dollaro statunitense fintantoché le quotazioni stazionano al di sotto della valida resistenza in area 1,1000-1,1100.
Nonostante lo scivolone della settimana, il mercato azionario europeo rimane - per il momento - più forte di quello statunitense, ma è assai improbabile un decoupling su orizzonti strategici. Sull'Eurostoxx50 (PC 4.011) il forte rimbalzo dai minimi del 03 ottobre a 3.236 si è spinto fino a un massimo a ridosso di 4.325/30 il 16 febbraio e, nuovamente, il 6 marzo, non lontano dai massimi di metà novembre a ridosso di 4.400: in settimana le quotazioni si sono portate al test del valido supporto in area 3.950-4.000, la cui violazione aprirebbe la strada a nuovi scivoloni verso il supporto chiave a ridosso di 3.800, la cui tenuta è essenziale per mantenere un quadro positivo su orizzonti plurisettimanali.
Forte risalita dei metalli preziosi, in particolare di argento e oro. Le principali materie prime hanno avuto un andamento complessivamente laterale. È opportuno mantenere le posizioni su orizzonti strategici, visto il quadro fragile del mercato azionario.
OPERATIVAMENTE: si conferma quindi la strategia in essere long commodities e dollaro Usa e short azionario, attuata con i seguenti Etc quotati su Borsa italiana (si ricorda che ancorché quotati in euro comportano un’esposizione lunga sul dollaro Usa: un elemento a favore in questa situazione di incertezza sul fronte geopolitico e di rientro dei capitali negli USA grazie al rialzo dei rendimenti dei governativi):
LUNGHE: Oro (ticker PHAU: PC 172,37); Argento (ticker PHAG: PC 19,176); Platino (ticker PHPT: PC 84,350); Palladio (ticker PHPD: 121,44); Caffè (ticker COFF: PC 1,0274); Cotone (ticker COTN: PC 2,6295); Rame (ticker COPA: PC 32,345); Alluminio (ticker ALUM: PC 2,898); Zucchero (ticker SUGA: PC 10,560); Cacao (ticker COCO: PC 2,4465) e Zinco (ticker: ZINC: PC 8,823).
CORTE: ETF short sull’S&P500 Xtrackers S&P500 Inv Day (ticker XSPS: PC 8,206).
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