Mercato obbligazionario: altro salvataggio Tesoro Usa + Fed


Ci risiamo?

Cambia il nome, cambiano gli asset di riferimento ma chissà perché la sensazione di déjà vu è molto forte…

Il Tesoro Usa e la Fed sono prontamente intervenute nel week end per salvare i depositi in Silicon Valley Bank. Dopo il fallimento della banca, la filiale britannica è stata venduta a Hsbc per una sterlina. In seguito alla chiusura della seconda banca Usa, la Signature Bank, la Fed pare pronta a mettere a disposizione “finanziamenti aggiuntivi”.

E ora tutti si stanno interrogando su due aspetti: il primo, se siamo punto e daccapo di fronte ad una crisi stile Lehman Brothers 2008; il secondo, se a fronte di questo evento la Fed farà una piccola marcia indietro in merito all’aumento dei tassi.

Ad esempio, è di questo parere Goldman Sachs che ha affermato che la Fed non alzerà i tassi a marzo. Il contesto del ragionamento della banca d’affari Usa è il seguente. “Le autorità di regolamentazione statunitensi si sono mosse in fretta per arginare le conseguenze del crollo di SVB Financial Group, la banca delle start up chiusa venerdì scorso a causa di possibili rischi sistematici. La Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC) si è mossa rapidamente per proteggere i depositi non assicurati, mentre la Fed e il Tesoro hanno annunciato il Bank Term Funding Program (BTFP), programma volto a fornire ulteriore liquidità”.

"Ci aspettiamo che queste misure forniscano liquidità sostanziale alle banche che devono far fronte a deflussi di depositi e migliorino la fiducia dei clienti", hanno infatti scritto da Goldman Sachs in una nota per i clienti. Per cui, alla luce di questi sviluppi, da GS non si aspettano più che la Fed aumenti i tassi nella riunione della prossima settimana. La banca Usa vede "una notevole incertezza sul percorso oltre marzo. Abbiamo lasciato invariata la nostra aspettativa che il FOMC effettui rialzi di 25 pb a maggio, giugno e luglio e ora ci aspettiamo un tasso terminale del 5,25-5,5%, anche se vediamo una notevole incertezza sul percorso".

Ora, vista l’eccezionalità degli eventi è anche possibile che la Fed si prenda una pausa marzo (anche se è davvero poco probabile), ma i future sui Fed Fund considerano ora praticamente certa una stretta di soli 25 punti base al prossimo vertice e sembra quindi altrettanto improbabile un aumento di 50 punti base.

Intanto la Fed ha deciso di mettere a disposizione ulteriori finanziamenti per le banche, al fine di aiutarle a garantire la capacità di soddisfare le esigenze di tutti i loro depositanti. Questo particolare, forse passato un po’ inosservato, lascia però intendere che il problema potrebbe non essere così circoscritto come da più parti si è sentito dire e si è letto nelle ultime ore.

Infatti, gli Stati Uniti in una nota congiunta diffusa domenica, la segretaria al Tesoro, Janet Yellen, il presidente della Fed Jerome Powell e il presidente dell’agenzia federale Fdic Martin Gruenberg, hanno affermato che stanno prendendo “azioni decisive” per proteggere l’economia statunitense.

“Oggi stiamo intraprendendo azioni decisive per proteggere l'economia statunitense rafforzando la fiducia del pubblico nel nostro sistema bancario. Questo passo garantirà che il sistema bancario statunitense continui a svolgere i suoi ruoli vitali di protezione dei depositi e di accesso al credito a famiglie e imprese in un modo che promuova una crescita economica forte e sostenibile”.

Mmm… chissà perché non suona molto incoraggiante

Che sia come sia, la nota conclude che “Dopo aver ricevuto una raccomandazione dai baord della Fdic e della Federal Reserve e aver consultato il presidente, il segretario Yellen ha approvato le azioni che consentono alla Fdic di completare la risoluzione della Silicon Valley Bank, Santa Clara, California, in un modo che protegga completamente tutti i depositanti. Nessuna perdita associata alla risoluzione della Silicon Valley Bank sarà a carico del contribuente”.

La situazione non è ben definita, staremo a vedere cosa succede.

Analisi ZC-Yield Curve
La lettura della ZC-Yield Curve mostra una lieve contrazione dei rendimenti su tutto il tratto della curva rispetto alla scorsa analisi. Infatti, rispetto alla scorsa lettura il rendimento della scadenza a 10 anni scende in area 3,02% rispetto al 3,13% precedente, mentre la scadenza trentennale si porta ora in area 2,42% rispetto al 2,48% precedente. Sempre stabile la conformazione della curva, nettamente invertita con il differenziale 10Y-20Y che è in ulteriore allargamento, ora a ben -70 bps. In salita il tratto a breve, con la curva che evidenzia ora un massimo di rendimento sulle scadenze di inizio 2024 in area 4,00% rispetto al 3,70% della scorsa analisi. Ancora in aumento le previsioni dei tassi forward su Euribor 6 mesi su tutte le scadenze. La curva rimane impennata sulla parte a breve e vede ora tassi verso un massimo in area 4,50% per inizio 2024, per poi scendere nell’intervallo 3,00% - 2,50% a partire dal 2025.

Analisi Integrata Trendycator
Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei principali benchmark decennali si nota la netta ripresa al rialzo per i rendimenti su tutte le aree valutarie. L’area UK vede ora il rendimento per il GILT in area 3,77% in salita dal precedente 3,60% con Trendycator sempre in stato LONG. In crescita e ora su nuovi massimi di periodo anche i rendimenti del BUND, che si porta ora nuovamente poco sotto area 2,63% e con Trendycator ancora in stato LONG. In stato di attesa i rendimenti del nostro Btp decennale, con uno spread di fatto stabile nell’intervallo 180-190 bps per un rendimento sempre in area 4,40% e con Trendycator sempre LONG. Infine, l’area USA con i rendimenti del Treasury decennale che consolidano area 3,90% con Trendycator sempre LONG.

Bond Governativi Mondo Weekly Ranking
Consueta sezione dell’analisi sui mercati obbligazionari, con l’introduzione sotto forma di ranking dei bond governativi mondiali con qualunque rating. In alcuni casi, per alcuni emittenti o per alcune valute, il rapporto rischio/rendimento di questi bond può essere anche piuttosto speculativo. Il ranking considera i bond benchmark decennali in tutte le valute di emissione.

Bond in evidenza
Oggi valutiamo la possibilità di ragionare sui bond con un pensiero angolare, ovvero considerando il rendimento immediato di un bond invece del suo rendimento a scadenza. Questo ci porta, giocoforza ad andare su scadenze piuttosto lunghe, poiché la sua ratio è quella di ottenere una rendita cedolare investendo il minor capitale possibile in rapporto al nominale su cui sarà calcolata e pagata la cedola.

Prima avvertenza: non è un metodo di investimento in obbligazioni così banale come sembra perché comporta sicuramente un elevato rischio tasso e potenzialmente anche un rischio emittente.

Un esempio chiarirà meglio. Se il bond X, con scadenza 2050 ha una cedola al 3% lordo su base annua e ora quota sul mercato a 60, significa che per ogni 1.000 euro di nominale acquistati spenderò 600 euro. Ma la cedola sarà calcolata sul nominale, non sul capitale investito, per cui i 30 euro di cedola lorda rappresentano un rendimento immediato del 5% in rapporto ai 600 euro effettivamente spesi.

Se questo è chiaro, dovrebbe essere anche chiaro che, per quanto i rendimenti in generale si siano alzati e quindi per quanto le quotazioni dei bond siano scese, trovare cedole del 3% al prezzo di 60 non è proprio condizione da emittenti sicurissimi.

Inoltre, al di là dell’eventuale Credit Risk, per mettere in piedi questo tipo di strategia senza incorrere in guai poi difficilmente gestibili, bisogna avere bene chiare in mente alcune cose.

La prima, devo aver fatto i compiti a casa, ovvero devo aver steso un preciso piano di investimento, perché devo essere praticamente certo di non dover vendere prima della scadenza questi titoli.   

La seconda, devo sapere bene in quale fase del ciclo economico e finanziario mi trovo, conoscere le prospettive delle politiche monetarie delle Banche Centrali e sapere bene come si muovono le obbligazioni in termini di prezzo/rendimento stanti le condizioni congiunturali.

Questo perché il rischio tasso, in questo tipo di operatività, è tutt’altro che trascurabile.

Ma se posso ragionare, per una quota più o meno grande del mio patrimonio, in ottica molto lunga, puntando ad integrare un reddito, ecco che ha senso affrontare questo tipo di operatività. Poi è chiaro che qui ho semplificato di molto e andrebbero fatte altre considerazioni sulla gestione delle posizioni in essere, ma l’importante è che l’idea di fondo sia chiara.

Ecco quindi una selezione di potenziali bond che alle attuali condizioni di mercato (e con differenti Credit Risk) offrono un rendimento immediato non disprezzabile.