Dalla turbativa di mercato algoritmica alle recenti segnalazioni


La settimana sui mercati statunitensi è stata piuttosto debole, appesantita dal coparto tecnologico zavorrato dalla débacle di Google causata da risposte sbagliate della sua chatGPT. Risposte sbagliate che hanno fatto perdere al titolo ben 150 miliardi di dollari in poche ore. Tra me e me penso a chi punta sul pilota automatico della guida autonoma e a tutto ciò he ne può derivare: cosa capita se improvvisamente un bambino attraversa la strada e rischia di essere investito? Sarà meglio causare un incidente con potenziali enne altri morti oppure investire direttamente il bambino? E di chi sarà la responsabilità? Del proprietario dell'auto oppure di chi ha tarato il software? O forse del concessionario che l'ha venduta? Questa è quella che chiamo "stupidenza artificiale": delegare ad un software decisioni che possono tranquillamente essere prese da un uomo, esattamente come capita quotidianamente nel trading dove gli algoritmi agendo all'unisono provocano turbativa di mercato e manipolano i prezzi fornendo infomazioni non veritiere e fuorvianti agli operatori. Un esempio? I quotatori bid ask oppure quelli che adottano tecniche di spoofing (basta digitare la parola su Wikipedia e si trova scritto "Spoofing is a disruptive algorithmic trading activity employed by traders to outpace other market participants and to manipulate markets. Spoofers feign interest in trading futures, stocks and other products in financial markets creating an illusion of the demand and supply of the traded asset.".....direi che non è nemmeno necessario tradurre in italiano il significato di "manipulate" o di "illusion"). Nel meccanismo di formazione dei prezzi quotidiani di chi è dunque la responsabilità o la colpa? Di chi deve vigilare sui mercati e permette l'utilizzo di software? Di chi li utilizza (banche, sim etc...)? Degli sviluppatori dei software? Oppure del legislatore che non è intervenuto tempestivamente nel vietarne l'utilizzo in quanto pratica scorretta? E questo mi porta ad un'ulteriore considerazione. Spesso si sente parlare di mercati slegati dall'economia reale. Ed è verissimo! I software che creano turbativa di mercato e falsano la formazione dei prezzi sono completamente slegati dalle logiche della domanda e dell'offerta e quindi provocano movimenti anomali e fallaci delle quotazioni. Lo abbiamo già sperimentato e visto in passato. Penso al flash crash dell'anno scorso piuttosto che a movimenti recenti su azioni ad alta capitalizzazione. L'importante è saper sfruttare tutto ciò, evitandone le trappole, finché prima o poi il meccanismo non si incepperà o verrà regolamentato a dovere.

Oggi Vi rimando a due articoli: il primo datato fine dicembre 2022, quindi meno di due mesi fa. Ricordate? Questo il link: https://www.lombardreport.com/2022/12/24/azioni-brunello-cucinelli-azioni-iveco/ Si parlava di Iveco: un bellissimo (allora potenziale) doppio pattern: testa e spalle rialzista all'interno di un bottom up da manuale. Quotava circa 5.50-5.60 euro. A ieri ci siamo spinti fino a 9 euro, per esattezza a 8.915! Dati buoni, per carità, ma il turbo è dato dalla potenza della turbativa dei software di negoziazione. E' altrettanto vero che talvolta anche l'analisi tecnica può funzionare (sempre e comunque con stop loss in canna). Il grafico a fine dicembre si presentava così: 

Al close di venerdì 10 febbraio siamo qui....+58% dalla segnalazione iniziale !!!E soprattutto in meno di due mesi!

E' altrettanto vero che il mio ultimo update risale al 14 gennaio e mettevo in evidenza come i margini di upside fossero comunque ancora notevoli dopo la "sparata" del 17% in pochissime sedute all'inizio dell'anno, questo il link di riferimento https://www.lombardreport.com/2023/1/14/azioni-iveco-azioni-bpe/

In un mercato in cui c'è poco (o sale tutto o scende tutto) e in cui domina la stupidità algoritmica (con il relativo aggiotaggio e turbativa di mercato che ne derivano naturalmente) è comunque una soddisfazione personale aver colto con precisione il timing ottimale. Valuteremo nel prosieguo il comportamento del titolo.

Torniamo ora ad un mio recente articolo in cui non ho scritto nulla se non una vignetta (link: https://www.lombardreport.com/2023/1/19/bond-eni/). Nella seduta di venerdì è entrato in contrattazione il Bond ENI 4.3% avente ISIN IT0005521171. Buono il debutto con un close a 102.40. L'apertura è stata a 103. Non sono un "bondista" ma come sempre in queste occasioni ho notato i vari "briciolai" che si accontentano e vendono subito al primo giorno (ma poi non trovano dove parcheggiare la liquidità e ci perdono comunque vista l'inflazione). Mi verrebbe da dire che quelle vendite sono frutto di miopia dal momento che il fair value è più alto dei livelli attuali. Tempo al tempo (a parità di condizioni macro e micro). Il retail del resto non ha molte altre alternative con tagli abbordabili (mille euro il lotto minimo). Ogni 10mila euro il rateo lordo giornaliero maturato si aggira spannometricamente attorno a 1.17 euro: un piccolo salvadanaio quotidiano al momento. Del resto ci sono le stagioni ed i relativi tempi di maturazione. C'è chi lo confronta con un BTP pari scadenza ma con rating inferiore rispetto ad Eni. Personalmente utilizzo come benchmark l'emissione Eni 3.625% scadenza 29 gennaio 2029 che però ha un lotto minimo di 100mila euro. Il suo rendimento a scadenza si aggira attorno al 3.50% e gira attorno ai 60 basis point sopra il midswap mentre il nuovo bond Eni che scade però nel 2028 (un anno prima) e cedola 4.3% (maggiore) rende attorno al 3.75% quindi circa 80 punti sopra il misdwap. Moltiplicando i venti punti di differenza su un orizzonte quinquennale si otterrebbe almeno una figura in più, quindi almeno un prezzo attorno a 103.50 rispetto ai 102.40 di chiusura di venerdì. Ripeto non sono un bondista ma a questi prezzi eviterei di vendere e magari farei l'esatto contrario guadagnando un piccolo rateo giornaliero che male non fa di certo visto il periodo. Il taglio minimo da 1000 euro può tranquillamente facilitare ed invogliare ad acquisti rispetto al benchmark che ho utilizzato nel confronto. Di seguito il grafico a 30 minuti.

Un gentile lettore in settimana mi ha chiesto di parlare di eventuali obbligazioni di tanto in tanto. Non è il mio campo ma così come ho fatto in passato lo farò se riterrò che ci possano essere idee interessanti. Il mio obiettivo è quello di partire almeno col piede giusto e sull'acceleratore perché come sempre nel lungo termine entrano in gioco diverse variabili imponderabili e quindi è indispensabile che ciascuno segua per suo conto l'eventuale evoluzione del trade o dell'investimento in questione. Logicamente non sempre ci sono occasioni con tagli minimi abbordabili come il bond Eni oppure il bond Goldman Sachs o in passato il bond Witt (ne ho ancora una manciata in portafoglio) e purtroppo sempre più spesso la size minima è da 100k in su. Naturalmente anche se non alla portata di tutti credo sia corretto talvolta segnalare anche emissioni per chi ha abbondante liquidità come del resto ho fatto sul bond Iccrea 6.875% gennaio 2028 oppure sulla BMPS 3.625% con scadenza settembre 2024 che quota ancora 97 dopo ottimi dati pubblicati in settimana grazie alla gestione Lovaglio, colui che al tempo risanò Banca Carige che fu poi opata. Anche se il 2022 ha visto un rosso di 205 milioni a causa del costo degli esodi (925 milioni), l'ultimo trimestre post aumento da 2.5 miliardi è quello che ha visto un utile netto di 156 milioni. Un punto di svolta e la quotazione in Borsa lo dimostra. Senza gli esodi infatti l'anno sarebbe stato chiuso con un utile di 720 milioni di euro. Fantascienza sino a qualche anno fa. Lovaglio ritiene possibile già nel 2023 piuttosto che nel 2024 il raggiungimento di un utile di 700 milioni di euro. Certamente pesano le cause legali di passate amministrazioni ma recenti sentenze non sono state favorevoli a chi le ha promosse. Attualmente il coefficiente di patrimonializzazione Cet1 risulta pari al 15.6% ed entro il 2024 il governo dovrà uscire dal capitale (possibilmente con una soluzione italiana).

Dalla mia watchlist...

Oltre a quanto menzionato in precedenza (Iveco e bond Eni) nella mia watchlist c'è sempre il titolo Orsero di cui ho scritto recentemente. La settimana scorsa ho ricordato come il management della società avesse rivisto al rialzo la guidance per il 2023. Nonostante questo il titolo continua a "danzare" in un trading range compreso tra 15 e 16 euro. L'area calamita dei prezzi è collocabile attorno a 17 euro che rappresentano anche i massimi storici. In questo caso il mercato non mi sta dando ragione e mi sarei aspettato un allungo che di fatto non c'è stato o se preferite non è stato confermato. Stop sotto i 15 euro market on close, salvo rientrare successivamente qualora risalisse sopra il livello con una certa convinzione.

Mondadori

Sempre inserita in un canale ascendente di medio periodo. Ne ho scritto recentemente (link: https://www.lombardreport.com/2023/2/2/azioni-wiit-azioni-txt-azioni-esprinet/) ma i 2 euro figura sono stati testati e non rotti. Indebolimento sotto 1.90. Per la prossima settimana valuterò eventuali allunghi repentini verso 1.80-1.85 in stop sotto 1.79 moc. 

Buon fine settimana a tutti.

Ad maiora!

PNA

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)