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Il report del giorno – Per Amundi il 2024 sarà un anno complesso. Ecco come affrontarlo


Il panorama dell’economia, le politiche monetarie e infine varie indicazioni su come investire. Un’analisi a 360° da parte del big degli asset manager europei.

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Foto Pxhere

Come andrà il 2024 per il mondo della finanza? Cominciano a circolare i primi report al proposito e un certo fragore l’ha destato l’outlook reso pubblico da Amundi. Vediamo il perché. I suoi analisti prevedono uno scenario disomogeneo, caratterizzato da un graduale rallentamento della crescita globale e da un’inflazione che dovrebbe attenuarsi ma rimanere comunque sopra gli obiettivi delle banche centrali, almeno fino alla fine dell’anno. Supponendo che la crisi in Medio Oriente resti contenuta, questo outlook economico globale caratterizzato da maggiore debolezza sarà determinato principalmente da un rallentamento dei mercati sviluppati. L’attesa per il 2024 è una crescita del Pil mondiale al 2,5% con un progresso dei Paesi sviluppati in media dello 0,7% contro il 3,6% dei mercati emergenti.

Il panorama dell’economia

Il differenziale di crescita tra i mercati sviluppati e quelli emergenti dovrebbe raggiungere il livello più alto degli ultimi cinque anni. Gli Stati Uniti si troveranno ad affrontare una lieve recessione nella prima metà del 2024, quando le condizioni finanziarie restrittive cominceranno ad avere un impatto su consumatori e imprese. Nel secondo semestre, la crescita dovrebbe stabilizzarsi sotto il potenziale e l’inflazione avvicinarsi all’obiettivo della Fed. Con una crescita dello 0,6% nel 2024 e dell’1,6% nel 2025.

L’economia dell’Eurozona dovrebbe rimanere debole, con dinamiche disomogenee tra i vari Paesi, a causa di una politica fiscale più restrittiva che si sommerà a una politica monetaria già rigida. Si prevede quindi una crescita dello 0,5% sia per l’Eurozona che per il Regno Unito nel 2024, e rispettivamente dell’1,2% e dell’1,3% nel 2025.

E i mercati emergenti? Si muovono verso un rallentamento ciclico dovuto alla debolezza della domanda globale. In Cina, ulteriori misure di stimolo fiscale non riusciranno a invertire il trend di frenata della crescita (3,9% nel 2024 e 3,4% nel 2025). L’India sta emergendo come una nuova potenza con prospettive economiche promettenti grazie a una forte domanda interna e a investimenti sostenuti (crescita del 6,0% nel 2024 e del 5,2% nel 2025). Infine, i Paesi al centro di nuove rotte di approvvigionamento in Asia o ricchi di risorse naturali in America Latina dovrebbero essere favoriti

Le politiche monetarie

Con una domanda più debole l’inflazione dovrebbe convergere verso gli obiettivi delle banche centrali entro la fine del 2024. Tuttavia, le pressioni inflazionistiche permangono in un periodo caratterizzato da una transizione energetica disordinata e dall’emergere di un nuovo ordine mondiale che potrebbero portare a un’impennata dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari. Questi rischi potrebbero arrestare o invertire il processo in atto. Si ritiene che le banche centrali dei Paesi sviluppati mantengano i tassi invariati nel corso del primo semestre, fino a quando l’inflazione non apparirà ulteriormente sotto controllo. L’inflazione negli Stati Uniti influenzerà la risposta della Fed, determinando così la profondità della recessione. L’aspettativa è che nel 2024 Fed e Bce riducano i tassi di interesse rispettivamente di 150 e 125 punti base. Nei mercati emergenti, la disinflazione è in corso e le banche centrali hanno un certo margine di manovra per ridurre i tassi ma pochi limiti di errore per riallineare l’inflazione

Come investire allora?

Nel 2024 gli investitori dovranno affrontare prospettive economiche frammentate. L’elevata disparità delle valutazioni e il prosciugamento della liquidità in eccesso porteranno a una maggiore volatilità delle azioni. Il rallentamento della crescita e dell’inflazione potrebbero favorire il ritorno di una correlazione negativa tra obbligazioni e azioni, che rappresenterebbe una buona notizia per la diversificazione dei portafogli multi-asset. Gli asset reali e alternativi (come gli hedge fund macro e a reddito fisso) potrebbero contribuire alla diversificazione tradizionale. Pertanto l’oro fornire protezione dal rischio geopolitico e alcune materie prime rappresentare una copertura dall’inflazione.

Il reddito fisso domina in presenza di un picco dei tassi. Le obbligazioni di qualità (sovrane o societarie) saranno l’asset class da privilegiare per l’inizio del 2024, con un aumento graduale della duration e concentrazione sul credito investment grade, sul debito dei mercati emergenti in valuta forte e sull’euro high yield a breve termine. Intanto si prevede un aumento progressivo dell’esposizione al debito dei mercati emergenti in valuta locale, dopo che la Fed avrà iniziato a tagliare i tassi e il dollaro Usa si sarà indebolito. L’high yield statunitense potrebbe essere messo sotto pressione dagli elevati costi di rifinanziamento nel primo semestre e tornare in auge quando le condizioni finanziarie si allenteranno nel secondo semestre.

Sul fronte azionario sarà necessario mantenere una posizione difensiva a inizio 2024, concentrandosi sulla sostenibilità dei dividendi, sulla qualità e sulla bassa volatilità. Preferibile privilegiare il segmento value negli Stati Uniti e in Giappone. Quando la Fed inizierà a tagliare i tassi, ci si potrà muovere verso mercati e settori più ciclici, come l’Europa, i mercati emergenti e le small cap. I temi da tenere sotto osservazione nell’azionario saranno la transizione energetica, la sanità e l’intelligenza artificiale.

Infine i mercati emergenti saranno motore chiave di performance. A inizio anno meglio preferire il debito in valuta forte per poi aggiungere il debito in valuta locale dopo il cambio di rotta della Fed. L’azionario dei mercati emergenti dovrebbe beneficiare di un rimbalzo degli utili, in particolare in Asia. Infine la gestione valutaria sarà un fattore chiave nel 2024, date le aspettative di indebolimento del dollaro Usa.