Le ultime due riunioni delle banche centrali per il 2023, pur rispettando in pieno le attese degli analisti, non hanno evitato di suscitare un po’ di sorpresa, se non in termini di contenuto sicuramente nel modo in cui sono state fatte alcune esternazioni, in modo particolare per la Fed di Powell.
Infatti, durante l'incontro del 12 e 13 dicembre scorso, la Fed ha lasciato invariati i tassi d’interesse nella fascia compresa tra il 5,25% e il 5,50%, essere come sappiamo il livello più alto raggiunto negli ultimi 22 anni. Questa rappresenta la terza decisione consecutiva di non apportare modifiche alla politica monetaria restrittiva.
E fin qui, tutto come da programma. Ma Powell ha convintamente avanzato l’ipotesi di aver raggiunto il culmine degli aumenti dei tassi d'interesse e addirittura ha previsto una diminuzione del costo del denaro nel corso del 2024.
E qui entrano in gioco non le stime degli analisti, ma propri quelle dei membri della Fed, secondo le quali il tasso di riferimento dovrebbe oscillare tra il 4,5% e il 4,75% nel prossimo anno, indicando la possibilità di tre tagli dei tassi nel 2024.
Questo, rispetto alle già ottimistiche previsioni degli analisti, significa almeno un taglio in più rispetto alle precedenti previsioni, che suggerivano due tagli. Inoltre, il FOMC ha anticipato un tasso mediano del 3,6% nel 2025 e del 2,9% nel 2026.
Senza saper né leggere né scrivere, esternazioni così nette da parte della Fed con indicazioni di lungo termine sulla politica monetaria possono significare solo una cosa: decisa recessione in arrivo. Tagli dei tassi così consistenti e apparentemente imminenti, sconfessano in toto il precedente operato della Fed e sconfessano il paradigma sostenuto per mesi di “tassi più alti più a lungo”.
Infatti, non è un caso che già su diversa stampa specializzata si inizino a leggere articoli e analisi che avvertono sulla recessione USA del 2024. Che poi sia hard landing o soft landing si vedrà, ma intanto la Fed ha sorpreso un po’ i mercati e contestualmente ha messo le ali ai bond che, come vedremo tra poco, hanno visto una decisa contrazione dei rendimenti.
In tema di tassi, anche la Bce ha confermato la decisione di mantenerli invariati, seguendo l'andamento già adottato dalla Fed dalla BoE. I tassi restano così al 4,50%, al 4,75% e al 4,00% rispettivamente per le operazioni di rifinanziamento principali, le operazioni di rifinanziamento marginale e i depositi presso la banca centrale europea.
In tema di inflazione, il Consiglio direttivo della Bce prevede un possibile incremento temporaneo dell'inflazione nel breve periodo, nonostante la diminuzione recentemente registrata. Stando alle ultime proiezioni dell'Eurosistema per l'area euro, l'inflazione dovrebbe gradualmente ridursi nel 2024 per poi avvicinarsi all'obiettivo del 2% nel 2025. Le stime complessive indicano un'aspettativa di inflazione media del 5,4% nel 2023, del 2,7% nel 2024, del 2,1% nel 2025 e dell’1,9% nel 2026. Le proiezioni sono state riviste al ribasso rispetto a settembre, in particolare per il 2024.
Per ciò che riguarda la salute dell’economia le aspettative dell'Eurosistema prevedono una crescita economica piuttosto contenuta, con una successiva ripresa. Così, le previsioni della Bce indicano un aumento della crescita da una media dello 0,6% nel 2023 allo 0,8% nel 2024 e all'1,5% sia nel 2025 sia nel 2026. Per cui, differentemente dagli Usa, in Europa non si attende una recessione, apparentemente…
Il 2023 va a chiudersi e anche i bond hanno fatto trovare sotto l’albero il rally di Natale, per il 2024 (anche se la strada pare ormai ben tracciata), come sempre, staremo a vedere.
Analisi ZC-Yield Curve
La lettura della ZC-Yield Curve mostra ancora una discesa dei rendimenti su tutto il tratto della curva rispetto alla scorsa analisi. Infatti, rispetto alla scorsa lettura il rendimento della scadenza a 10 anni cala in area 2,49% rispetto al 2,89% precedente, mentre la scadenza trentennale scende in area 2,23% rispetto al precedente 2,66%. Ancora sostanzialmente immutata la conformazione della curva, che rimane invertita con un differenziale 10Y-2Y in allargamento agli attuali -42 bps dai precedenti -30 bps. Ancora in lieve discesa il tratto a breve, con la curva che evidenzia ora un massimo di rendimento sulle scadenze nella seconda metà del 2024 in area 4,00% rispetto al 4,10% della scorsa analisi. Drastica riduzione per le previsioni dei tassi forward su Euribor 6 mesi sia sulle scadenze a breve sia su quelle a lunga. La curva rimane impennata e vede ora i tassi attesi sotto area 4,00% per la prima metà del 2024, per poi crollare repentinamente verso area 2,00% già nella prima metà del 2025 e fino al 2027, data dalla quale i tassi sono rivisti in lenta risalita sino ad area 2,75% nel tratto a lunga.
Analisi Integrata Trendycator
Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei principali benchmark decennali si nota la continua discesa dei rendimenti su tutte le aree valutarie. L’area UK vede il rendimento per il GILT in ribasso in area 3,76% con Trendycator che si posiziona ora in stato SHORT. In contrazione anche i rendimenti del BUND, che si porta ora in area 2,13% con Trendycator che cambia stato e si posiziona ora su SHORT. In decisa contrazione anche i rendimenti del nostro Btp decennale, ora in area 3,81% con uno spread in continuo ridimensionamento e ora in area 170 bps e modello Trendycator che anch’esso passa allo stato SHORT. Infine, l’area USA con i rendimenti del Treasury decennale che crollano al 3,92% con Trendycator che passa in stato NEUTRAL.
Bond Governativi Mondo Weekly Ranking
Consueta sezione dell’analisi sui mercati obbligazionari, con l’introduzione sotto forma di ranking dei bond governativi mondiali con qualunque rating. In alcuni casi, per alcuni emittenti o per alcune valute, il rapporto rischio/rendimento di questi bond può essere anche piuttosto speculativo. Il ranking considera i bond benchmark decennali in tutte le valute di emissione.
Strategia di portafoglio
Che l’impostazione dei mercati obbligazionari sia cambiata è ormai sotto gli occhi di tutti. Per cui, come già detto nelle precedenti analisi, da qui in poi (salvo sorprese) i bond dovrebbero proseguire la marcia al rialzo in simbiosi con le aspettative del taglio dei tassi per il prossimo anno.
Si è quindi rivelata corretta la nostra strategia di portafoglio di iniziare già dalle scorse settimane ad accumulare obbligazioni con scadenza via via più lunghe, sfruttando a nostro favore il rischio tasso insito nei bond a lunga duration.
A corollario, finché la curva rimarrà invertita e quindi i tassi a breve resteranno a livelli accettabili, ha ancora senso gestire la liquidità con strumenti del mercato monetario.
Con quest’analisi ci prendiamo una pausa e ci rivediamo su queste colonne a gennaio 2024. A voi tutti i miei migliori auguri di Buone Feste e di un 2024 alla grande.