L’azione del giorno – Tenaris ringrazia l’Opec, che però va in confusione


Il settore petrolifero è nervoso e le aziende fornitrici ne traggono talvolta vantaggio. Inoltre anche la leader italiana dei tubi si impegna in un rilevante buyback da 1,2 miliardi di Usd. Un’analisi tecnica del titolo.

Buy or sell

Prezzi del petrolio in rialzo ieri per tutta la mattinata e poi improvvisa discesa, con movimenti che hanno reso difficile perfino l’interpretazione grafica dei trend. Annunci inattesi e sconvolgimenti nella produzione – che gli analisti attribuiscono in parte alle maggiori o minori tensioni sul fronte della guerra fra Israele e Hamas – hanno inciso su un mercato delle commodities ancor più nervoso del solito. Intanto i 13 ministri dell'Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (Opec), guidati da Riyadh, e i loro dieci alleati, capeggiati da Mosca, hanno concordato di tagliare ulteriormente la produzione tra i 600.000 e il milione di barili al giorno. Non c’è però un vero accordo globale. La cifra finale deve essere ancora definita e occorrerà attendere i termini tecnici per affinare l'intesa. Chi si avvantaggia di tutto questo? Tenaris. Ecco perché.

Cosa è successo alla leader della produzione di tubi per l'esplorazione e l’estrazione di petrolio e gas?

Ha messo a segno ieri un allungo in chiusura del 2,7% ma l’intraday è risultato molto agitato, con un massimo a 16,2 euro e una successiva veloce discesa a 15,75 Eur. Le attese sull’Opec erano state forse un po' eccessive

In realtà il mercato guarda in parte all’Opec e in parte al buyback deciso da poco. Dettagli in merito?

Il Consiglio di amministrazione ha stabilito un piano di riacquisto di azioni proprie fino a 1,2 miliardi di dollari, pari al 6,4% di quelle in circolazione, da eseguirsi entro il 9/2/2024 per la prima tranche da 300 milioni di dollari, con l’intenzione di annullare le ordinarie riacquistate

Forse l’azione segue però più un andamento tecnico che di evoluzione da prezzo del petrolio?

Guardando il grafico si può effettivamente individuare un movimento guidato dalla reazione tecnica nel tentativo di chiudere il “gap up” determinatosi fra le sedute del 1° e del 2 novembre scorsi

Ce l’ha fatta?

No e il rimbalzo di ieri annulla almeno nel breve tale ipotesi

C’è stata intanto un po' di delusione sull’importo del dividendo staccato il 20 novembre. Ci si attendeva di più?

Non risulta. L’importo come acconto per l’esercizio 2023 è risultato di 0,20 Usd contro 0,17 del 2022 e 0,13 del 2021. È indubbio che il relativo rendimento è apparso modesto ma si tratta appunto di un acconto. Il saldo sarà versato a maggio

Il mercato – quando pensa al settore petrolifero – si divide fra i fautori di Tenaris e quelli di Saipem? Cosa è meglio?

In realtà c’è una correlazione fra i due titoli ed è inevitabile che sia così. Si tenga poi conto di un’altra variabile, quella relativa all’andamento del dollaro

Inevitabile allora il buyback per Tenaris?

Le sfide che la società deve affrontare sono molte. Occorre tuttavia tenere conto di una costante del mondo petrolifero, a cominciare dai giganti Usa. È quella appunto dei buyback, a tal punto che si è diffusa l’opinione sui mercati di una prevalente tendenza per l’industria dell’oil di restituire valore agli investitori piuttosto che di sviluppare i business. In conclusione il settore investe nella fase in corso soprattutto su se stesso

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I parametri per valutare l’azione Tenaris

Isin

LU2598331598

Ultima quotazione (30/11/2023)

15,75 Eur

Cosa segnala la sintesi degli indicatori

Il trend rialzista iniziato a giugno spinge a una valutazione positiva relativamente alle periodicità settimanale e mensile. Più incertezza invece su quella “daily”

Cosa dice l’analisi grafica

La struttura è contrastata, come evidenziato dalla sintesi degli indicatori. Il rimbalzo di ieri ha ridato slancio dopo la debolezza delle ultime sedute. Importante ora la tenuta del sostegno dei 15,25 Eur

Volatilità annua

31,9%

Prima resistenza importante

16,65 Eur

Primo supporto importante

Sotto i 15,25 Eur prima indicati si evidenzia l’area dei 14,7-14,5 Eur

Rilevatore di rischio

E’ inevitabile che molto dipenda dalle notizie relative agli accordi Opec e alle tensioni medio orientali

Segnale di forza

Banalmente è la rottura al rialzo della resistenza sopra designata, ovvero dei 16,65 Eur, corrispondente a vari massimi di fine 2022 e inizio 2023