QUESTA SETTIMANA IL REPORT ESCE IN FORMATO RIDOTTO.
POCHE NOVITA’ DI RILIEVO NELLA SETTIMANA “CORTA” CON GLI INDICI AZIONARI CHE CONTINUANO NEL LORO CAMMINO RIALZISTA.
Passiamo ora ad analizzare il mercato monetario. Le Minute del FOMC hanno mosso poco l'ago. Nel testo si legge che i membri concordano che saranno i dati a dire se serve un ulteriore stretta sui tassi per produrre il ritorno al target dell'inflazione, ma che la FED ha inasprito la posizione considerevolmente e gli effetti si stanno vedendo, con un rilassamento del mercato del lavoro e un miglior bilancio tra domanda e offerta, ed ora la FED si deve muovere con cautela da questi livelli. In ogni caso la politica monetaria deve rimanere restrittiva "per qualche tempo". Questi temi erano stati ampiamente affrontati nei discorsi dei membri delle ultime settimane e quindi in assenza di sorprese o toni particolarmente aggressivi il mercato ha ignorato il testo.
Gli investitori continueranno a prestare molta attenzione ai commenti dei funzionari della FED in vista del periodo di blackout che inizierà il 2 dicembre. Prima di quella data, il Presidente Jerome Powell terrà un discorso venerdì prossimo. Nonostante la retorica ampiamente scontata nelle scorse settimane, lo strumento FedWatch del CME Group mostra, stranamente, che i mercati scontano una probabilità del 95,5% che il tasso di riferimento della FED rimanga invariato al 5,25%-5,5% nella prossima riunione del 13 dicembre contro il 100% della scorsa settimana (v. grafico):
Identica situazione anche per la prima riunione del 2024 in programma il 31 gennaio, si è passati dal 100% di due venerdì fa all’87,6% di venerdì scorso (v. grafico):
Mentre le maggiori probabilità di un primo taglio dei tassi è passato in una settimana dal mese di maggio del prossimo anno con il 48%, al mese di giugno di venerdì scorso con il 43% (v. grafico):
Infine, per l’ultima riunione del 2024 il balletto delle previsioni si spostano da un taglio fino al 4,25/4,50% al taglio del 4,50/4,75% e viceversa a seconda dei dati macro usciti o dalla retorica dei membri della FED (v. grafico):
Nel corso della scorsa settimana semi festiva i rendimenti dei Treasury sono rimasti sostanzialmente stabili come potete notare dal grafico della curva dei rendimenti (v. grafico):
con un leggero rialzo solo nella giornata di venerdì forse a causa di un miglioramento del dato PMI sui servizi. Il 2Y rimasto stabile intorno al 4,90% ha chiuso la sessione settimanale al 4,955%, mentre il Treasury 10Y ha flirtato per tutta la settimana in area 4,40% per poi chiudere l’ottava al 4,472%. Infine il rendimento del 30Y è rimasto intorno al 4,55% per poi chiudere la settimana al 4,603%. Lo spread 2Y-10Y si è riportato sopra i 48 bps.
Analisi grafica dell’indice di riferimento delle nostre operazioni, il NASDAQ100. Altro 1% circa guadagnato dal listino tecnologico nel corso di una settimana molto corta a causa delle festività del ringraziamento cui ha fatto seguito la giornata del Black Friday che inevitabilmente ha portato gli americani ad allungare il ponte festivo e quei pochi che sono rimasti al lavoro hanno prodotto volumi molto scarsi. Quindi prendiamo con le molle questo benvenuto guadagno che rimarca il trend rialzista e non intacca il ‘sentiment’ positivo nonostante l’importante dato macro degli ordini di beni durevoli di ottobre abbiano deluso, con discrete revisioni al ribasso anche dei dati di settembre e i sussidi di disoccupazione settimanali siano tornati a scendere di parecchio sotto il consenso, e anche il monte sussidi è sceso un po’. Da notare che gli splendidi risultati economici trimestrali di NVIDIA (20 mld $ di fatturato) ma attesi dal mercato, non hanno prodotto un boom di acquisti, come lecito attendersi, bensì sia nelle contrattazioni continue che nell’aftermarket hanno prodotto un leggero segno negativo. Sbalorditivo, ma è così ! Graficamente notiamo come i prezzi non abbiano minimamente tentato di richiudere il gap generato due settimane fa, raggiungendo un massimo in area 16000/16100 dove hanno trovato la resistenza prodotta dall’estensione del 38,2% di onda (3) partendo dal minimo di onda (4). In sequenza la prossima resistenza del 50% la troviamo in area 16700 a ridosso del massimo storico posto a 16764 del 22 novembre 2021. Notiamo inoltre come il livello di RSI sia costantemente in area 69/70, pertanto è probabile una breve correzione sui minimi dei giorni passati in area 15700 estensibile in area 15500 a testare il supporto costituito dal ritracciamento del 27,2% di onda 1 di (5) con conseguente chiusura dell’ultimo gap. Staremo a vedere, in quanto nulla osta nella prosecuzione del viaggio rialzista. La settimana si è chiusa a 15982.01 con un guadagno del + 0,91%, il che porta ad un profit da inizio anno del + 46,10%.
Stesso discorso dell’indice tech vale anche per l’indice maggiore S&P500, percentuali di guadagno comprese, pari all’1,0%. Nonostante la settimana “corta” di contrattazioni, il ‘sentiment’ è fortemente positivo così come evidenziato sia dall’indice VIX che dall’indicatore RSI. L’indice VIX, che stima la volatilità attesa aggregando i prezzi ponderati delle opzioni call e put sull’indice S&P500 con il quale presenta una correlazione negativa, dal canto suo sta flirtando con la possibilità di chiudere ai minimi dell'anno che sarebbe anche il minimo post Covid. Considerando l'incertezza su macro, politiche monetarie, e geopolitica, sembra davvero un livello basso, oltre ad essere stato raggiunto molto in fretta. Ricordiamo che se l’indice S&P500 sale, scende il valore del VIX e viceversa, attualmente siamo sotto i 13 (come ai tempi del pre-Covid) contro una media ponderata di 20/21. Situazione inversa per il valore dell’RSI che più sale più indica forza relativa ma che riporta sempre allo stesso concetto di positività sugli indici azionari. Attualmente il valore a 71,5 indica che siamo in una fase di ipercomprato e pertanto è possibile una breve correzione in area 4500. Graficamente notiamo che sussistono altre aree di supporto sia a 4450 [ritracciamento del 27,2% di onda 1 di (5)] che a 4420 per la chiusura del gap, ma non riteniamo che vi siano i presupposti per una correzione così profonda, almeno per ora. Viceversa i prezzi sono, finalmente, ad un soffio dal precedente massimo relativo a 4607.07 indicato come onda 5 di (3), per poi trovare una resistenza in area 4625 estensione del 61,8% di onda (3) partendo dal minimo di onda (4). Mentre per arrivare al massimo assoluto del 4 gennaio 2022 a 4818 tanta strada c’è ancora da fare. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 4559.33 con un guadagno del + 1,00% che porta ad un profit da inizio anno del + 18,75%.
Questa volta in linea con gli altri due indici maggiori anche l’indice delle blue-chip DOW JONES sia per quanto riguarda la forza relativa che per la performance settimanale addirittura superiore all’1,0%. Superata di slancio la resistenza posta in area 35000, nella giornata di mercoledì scorso i prezzi hanno aperto con un nuovo gap portando il totale di questa onda rialzista a ben 4 gap ancora aperti e, oramai, a meno di un uno percento dal massimo relativo di onda C a 35679. Ma il livello di RSI a 72,50 predica prudenza in quanto una correzione (salutare) è molto probabile che avvenga prima di arrivare a suddetto target. Possibili supporti li troviamo in area 35000 con chiusura dell’ultimo gap e 34500 ma, ad occhio, ci sembra una correzione abbastanza profonda per l’attuale momento del ‘sentiment’. Superato, come si spera, il massimo relativo di onda C la successiva resistenza la troviamo in area 36500/36600 (estensione del 100% di onda C dal minimo di onda D), mentre per il massimo assoluto a 36952 del 5 gennaio 2022 c’è ancora del cammino da fare. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 35390.16 con un guadagno del + 1,27% e che porta a segnare un profit da inizio anno del + 6,77%.
ORO INDEX
ll prezzo dell’Oro non ha avuto una direzione precisa nel corso della scorsa settimana. Dopo gli scambi tranquilli di lunedì scorso, il metallo giallo ha acquisito uno slancio rialzista ed è salito al livello più alto dall'inizio di novembre, sopra i 2.000 $/oz. nella giornata di martedì. Nonostante i verbali della riunione politica della Federal Reserve del 31 ottobre -1 novembre scorso contenessero alcune osservazioni aggressive, il dollaro USA ha faticato a trovare domanda poiché i flussi di rischio hanno continuato a dominare i mercati finanziari. I membri dell’Istituto hanno notato che un ulteriore inasprimento della politica monetaria sarebbe opportuno se le informazioni in arrivo indicassero che i progressi verso l'obiettivo di inflazione del Comitato sarebbero state insufficienti, facendo scendere il prezzo della commodity sotto i 2000 $/oz. Situazione che si è leggermente rovesciata nella giornata di venerdì scorso dopo i dati contrastanti sulle PMI Usa, che ha fatto chiudere la settimana con le quotazioni appena sora la soglia psicologica dei 2000 $/oz. In sintesi, nonostante un dollaro più debole, i prezzi faticano a stare sopra la soglia e ciò si aggiunge ai ripetuti fallimenti recenti, pertanto è opportuno prestare la massima cautela ad aprire posizioni rialziste.
Per questa settimana sono segnalati i seguenti eventi: mercoledì il Bureau of Economic Analysis degli Stati Uniti pubblicherà la seconda stima della crescita annualizzata del prodotto interno lordo (PIL) del terzo trimestre. Una significativa revisione al ribasso della stima iniziale del 4,9% potrebbe pesare sul Dollaro Usa con una reazione immediata atta ad aiutare l’Oro a salire. Giovedì, nella sessione asiatica, i PMI manifatturieri e non manifatturieri cinesi saranno seguiti da vicino dagli operatori di mercato. Segnali di miglioramento nell'attività commerciale in CINA, il più grande consumatore mondiale di Oro, potrebbero sostenerne le quotazioni. Inoltre nel corso della giornata, i dati dell'indice dei prezzi sulle spese per consumi personali (PCE) verranno pubblicati nel registro economico degli Stati Uniti. A meno che l’indice mensile dei prezzi Core PCE non aumenti di oltre lo 0,5% nel mese di ottobre, è improbabile che cambino le aspettative del mercato secondo cui la FED inizierà a ridurre il tasso di riferimento nella seconda metà del 2024. Infine, venerdì sarà pubblicato il PMI manifatturiero ISM di novembre. Un inaspettato rimbalzo sopra quota 50 nei titoli principali potrebbe fornire una spinta al dollaro in vista del fine settimana a detrimento delle quotazioni dell’Oro. Staremo a vedere.
Passando agli altri due metalli preziosi che seguiamo nel nostro Portafoglio, i prezzi del Platino seppur hanno tentato di testare l’area 950 $/oz. non sono riusciti ad uscire dal canale ribassista in area 940 $/oz. Manca un po' di spunto per andare a testare l’area 960 $/oz. coincidente con la M.M. a 200 periodi, superata la quale il metallo nobile darebbe un bel segnale di forza rialzista.
Buona settimana anche per le quotazioni dell’Argento che sono riuscite a superare e chiudere la settimana sopra la resistenza dei 24,0 $/oz. Ora l’ostacolo è rappresentato dalla parte alta del canale ribassista a quota 24,40 $/oz. in pratica dove i prezzi hanno chiuso le contrattazioni settimanali. Cruciale superare tale quota per andare all’attacco della resistenza posta in area 25 $/oz. Possibile breve pullback in area 23,50 $/oz. dove staziona anche la M.M. a 200 periodi.
La settimana dell’Oro è si è chiusa a 2003,0 $/oz. con un guadagno del + 0,92% rispetto alla scorsa settimana e che porta ad un guadagno da inizio anno del + 9,45%. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 2002.85 $/oz. Di seguito il grafico weekly dell’ORO FUTURES DICEMBRE 2023:
POLITICA USA
Per far fronte ai deficit di bilancio e al debito in crescita, alcuni parlamentari hanno chiesto di istituire una commissione per avanzare strategie realistiche in grado di affrontare la questione del debito. Mike Braun, senatore repubblicano membro della commissione bilancio, ha detto: “Una commissione fiscale è assolutamente necessaria”. Secondo Braun le questioni dei deficit e del debito potrebbero diventare importanti nella corsa alla Casa Bianca del 2024, soprattutto considerando che il peso del pagamento degli interessi inizierà ad escludere tutte le altre cose; Braun si riferiva al costo dei programmi federali che spaziano dalla difesa alla sicurezza interna.
Michael Peterson, amministratore delegato della Peter G. Peterson Foundation che punta ad aumentare la consapevolezza pubblica sulla natura e l’urgenza delle sfide fiscali che minacciano il futuro dell’America, ha detto: “Le nostre sfide fiscali sono serie, ma anche risolvibili ed una commissione bipartisan è l’approccio migliore”.
Al Senato, il dem Joe Manchin ed il repubblicano Mitt Romney hanno promosso un disegno di legge volto ad istituire una commissione bipartisan, inoltre un simile disegno di legge bipartisan è in attesa alla Camera. Martedì scorso il senatore Manchin in una dichiarazione a Reuters ha affermato che in un ambiente altamente polarizzato, l’istituzione di una commissione è “la nostra migliore speranza” per affrontare il debito nazionale crescente.
In vista dell’appuntamento elettorale del 2024, la scorsa settimana la commissione sui dibattiti presidenziali ha comunicato date e luoghi di tre dibattiti presidenziali: 16 settembre alla Texas State University a San Marcos, 1 ottobre alla Virginia State University a Petersburg ed il 9 ottobre alla University of Utah a Salt Lake City.
Ancora a proposito delle prossime elezioni presidenziali, lo sfidante di Joe Biden alle primarie democratiche, il membro della Camera per lo stato del Minnesota, Dean Phillips, venerdì ha annunciato che si ricandiderà per un posto alla Camera. Condividendo sul suo profilo X la notizia riportata da Star Tribune sulla sua rinuncia a candidarsi per la rielezione al Congresso, Phillips ha scritto: “È stata l’esperienza più gioiosa della mia vita rappresentare al Congresso la comunità più impegnata dal punto di vista civico della nazione. Ma è il momento di passare il testimone, è tempo di cambiamento e i nostri giorni migliori devono ancora arrivare”.
POLITICA DELLA FED
La scorsa settimana sono stati pubblicati i verbali del meeting del 31 ottobre - 1 novembre del FOMC, meeting che ha portato alla decisione di non modificare il livello dei tassi d’interesse. Secondo i verbali i funzionari della FED hanno concordato di muoversi con cautela ed aumentare i tassi d’interesse solo nel caso in cui i progressi nel controllo dell’inflazione dovessero vacillare. Nel documento viene riportato: “I partecipanti hanno osservato che un ulteriore inasprimento della politica monetaria sarebbe appropriato se le informazioni in arrivo indicassero che i progressi verso l’obiettivo di inflazione del comitato sono insufficienti”.
Se nel verbale di settembre si parlava di “maggioranza di partecipanti” che riteneva necessario un altro rialzo dei tassi nel ciclo di inasprimento, ora viene riportato che “tutti i partecipanti hanno ritenuto appropriato mantenere” l’attuale impostazione del tasso.
Il documento riporta che i partecipanti hanno parlato dell’inasprimento nelle condizioni finanziarie degli ultimi mesi guidato dai rendimenti a lungo termine più elevati. Si parla anche di un’inflazione ancora ben al di sopra del target della FED e che probabilmente richiede una politica che rimane in una posizione restrittiva per un po’, fino a quando non sarà chiara la traiettoria discendente dell’inflazione stessa.
Nel verbale si legge: “Nel discutere la prospettiva politica, i partecipanti hanno continuato a ritenere fondamentale che la posizione di politica monetaria sia mantenuta sufficientemente restrittiva per riportare nel tempo l’inflazione all’obiettivo del 2% del comitato”. Al contempo, il documento della banca centrale spiega anche che i membri del FOMC pensano di poter “procedere con cautela” e prendere decisioni sulle informazioni in arrivo e le loro implicazioni. Nel verbale, invece, non si parla di discussioni dei membri circa il momento nel quale potrebbero iniziare ad abbassare i tassi.
In merito al rialzo dei rendimenti dei titoli del Tesoro, i funzionari hanno concluso che è stato alimentato dall’aumento dei “premi a termine”. Secondo quanto emerso dal verbale, per i decisori politici l’aumento del premio a termine è un prodotto di una maggiore offerta mentre il governo finanzia i suoi deficit di bilancio. A prescindere da quale sia il motivo del rialzo dei rendimenti a lungo termine, i funzionari della FED hanno osservato che “cambiamenti persistenti” nelle condizioni finanziarie potrebbero influenzare il percorso della politica monetaria, per questo si dovrà continuare a monitorare con attenzione gli sviluppi di mercato.
Il verbale riporta che per i membri del FOMC l’attuale politica è restrittiva e sta mettendo pressione ribassista sull’attività economica e l’inflazione.
DATI MACROECONOMICI
Gli ordini di beni durevoli ad ottobre su base mensile registrano un -5,4%, contrazione più marcata del consensus fissato al -3,1%. A settembre era stata registrata una crescita del 4,0% (rivista da +4,7%). Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.
Gli ordini di beni strumentali non attinenti alla difesa esclusi gli aerei a livello mensile ad ottobre segnano un –0,1%. Il consensus indicava una crescita dello 0,1%. Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.
Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 18 novembre sono state 209 mila, rilevazione in calo rispetto alle 233 mila richieste della settimana precedente (riviste da 231 mila) ed inferiore al consensus pari a 225 mila. Il dato è rilasciato dall’U.S. Department of Labor.
L’indice di fiducia dei consumatori elaborato dall’università del Michigan a novembre si attesta a quota 61,3 punti, in calo rispetto al dato di ottobre di 63,8 punti, ma superiore al dato preliminare di novembre di 60,4 punti.
Il dato preliminare di novembre del PMI S&P Global manifatturiero è pari a 49,4 punti, in calo rispetto ai 50,0 punti di ottobre e sotto anche al consensus fissato a 49,8 punti.
Il dato preliminare di novembre del PMI S&P Global dei settore dei servizi, invece, è pari a 50,8 punti. Si tratta di una rilevazione superiore al consensus fissato a 50,4 punti e al dato di ottobre di 50,6 punti.
PORTAFOGLI AZIONARI
La scorsa settimana invocavamo il target su BUZZI, JPMORGAN CHASE e PAYPAL. Ebbene quest’ultima è alle prese con un pullback, il bancario ha fatto registrare venerdì scorso un massimo giornaliero di 45 cent. sotto il nostro livello di target ed ora sugli scudi è arrivata FORTINET, ma BUZZI l’abbiamo portata a casa con un buon + 7,00%. Per quanto riguarda nuovi ordini su codesto Portafoglio dobbiamo aspettare che l’indice scenda un po'. Intanto il gioiellino HENRY SCHEIN che ci aveva lasciato inaspettatamente in Stop ancor prima dell’uscita della trimestrale economica, dai nostri minimi è rimbalzato di oltre il 10% in appena 20 giorni. Ora non resta che attendere un pullback che ci dia la possibilità di entrare ad un prezzo accessibile sempre che non prenda il volo prima.
Poco da dire sul portafoglio “The Challenge”, rimangono stazionarie ma sempre positive le quotazioni sugli ultimi nostri acquisti, mentre sugli altri titoli segnaliamo sempre ENEL e forse ROKU che si avvicina al prezzo di vendita a pareggio. Purtroppo si alzano i prezzi dei titoli in odore di acquisto e pertanto, al momento, dobbiamo soprassedere. Rimane in Portafoglio l’ordine di BUY su VOLKSWAGEN, ma difficilmente saremo eseguiti, e il secondo lotto su DISNEY oramai è fantascienza visto il recupero prodigioso da 80 a 96 $ in meno di un mese.
Alla prossima.
FOCUS SU AZIONI
TESLA – Secondo quanto riportato dal quotidiano indiano The Economic Times, Tesla sarebbe pronta ad investire fino a 2 miliardi di dollari per istituire una fabbrica locale nel caso in cui il governo indiano dovesse approvare un dazio agevolato del 15% sui veicoli importati durante i suoi primi due anni di attività in India. The Economic Times spiega che l’azienda nota per la produzione di auto elettriche avrebbe presentato al governo indiano una proposta che lega la portata dell’investimento al numero di auto che può importare con un dazio inferiore. In particolare, con una tariffa agevolata per 12 mila veicoli, Tesla è disposta ad investire fino a 500 milioni di dollari, investimento che potrebbe arrivare fino a 2 miliardi di dollari se il dazio ridotto dovesse riguardare 30 mila veicoli. In un articolo di venerdì, The Economic Times ha scritto che persone vicine agli sviluppi hanno detto che il governo sta valutando la fattibilità della proposta che prevede l’investimento da 2 miliardi di dollari per allestire uno stabilimento. Rispetto a quanto avanzato da Tesla, il governo vorrebbe ridurre il numero di auto che possono essere importate ad una tariffa agevolata. Il governo indiano potrebbe richiedere una garanzia bancaria legata all’impegno di capitale per recuperare la perdita dovuta ai dazi all’importazione se Tesla non impiegherà i fondi secondo gli impegni presi.
Il governo indiano ha fatto sapere che incentivi estesi per facilitare la produzione locale di veicoli elettrici saranno uguali per operatori stranieri e nazionali.
PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 USCITI NELLA SCORSA SETTIMANA. ALTRE LE PUBBLICHEREMO NEL REPORT DELLA PROSSIMA SETTIMANA.
ANALOG DEVICES – INV.%. La società è impegnata nella progettazione, produzione e commercializzazione di un portafoglio di segnali analogici, segnali misti e digitali ad alte prestazioni, elaborazione di circuiti integrati utilizzati in tutti i tipi di apparecchiature elettroniche, ha riportato utili nel quarto trimestre fiscale 2023 pari a 2,01 $/az. su un fatturato di 2,72 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 2,01 $/az. su un fatturato pari a 2,70 mld $. I ricavi sono diminuiti del 16,36% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa. La società ha detto che prevede utili nel primo trimestre fiscale 2024 tra 1,60 e 1,80 $/az. su un fatturato tra 2,40 e 2,60 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 1,94 $/az. su un fatturato di 2,70 mld $.
Vincent Roche, Presidente e CEO della società, ha affermato: “Nel quarto trimestre, ADI ha registrato ricavi e redditività superiori al valore medio delle nostre previsioni, nonostante il difficile contesto macroeconomico. L’anno 2023 è stato il nostro terzo anno consecutivo di ricavi record, guidati dalla forza delle nostre attività industriali e automobilistiche. Come delineato lo scorso trimestre, prevediamo che la gestione delle scorte dei clienti persisterà nella prima metà dell'anno, aumentando il nostro ritorno ai tempi di consegna normali e al difficile panorama macroeconomico. Nonostante questo contesto, la solidità del nostro modello di business e la nostra continua attenzione all’eccellenza nell’esecuzione del lavoro rafforzeranno i nostri margini operativi e il flusso netto di cassa durante tutto il ciclo. A lungo termine, le opportunità per ADI rimangono fortemente positive. Il nostro portafoglio di prodotti è solida e in espansione e il nostro impegno verso gli investimenti strategici nell’innovazione, nel coinvolgimento dei clienti e nella resilienza dell’offerta rimane imperterrito. Nel complesso, sono estremamente fiducioso nella capacità di sfruttare questi punti di forza per generare valore per gli azionisti negli anni a venire. A livello contabile nel quarto trimestre fiscale 2024 abbiamo riportato: ricavi pari a 2,716 mld $ in diminuzione rispetto ai 3,247 mld dello stesso trimestre 2022; un margine lordo pari a 1,646 mld $ rispetto ai 2,142 mld e un margine operativo del 44,7% rispetto al 51,1% dello stesso trimestre 2022; costi operativi totali pari a 1,012 mld $ rispetto a 1,040 mld $ dello stesso trimestre 2022; un reddito netto pari a 498,430 mln $ rispetto ai 936,226 mln $ dello stesso trimestre 2022. Le disponibilità liquide e mezzi equivalenti al 28 ottobre 2023 erano apri a 958,061 mln $ rispetto a 1,47 mld $ dello stesso trimestre 2022. Il CdA di ADI ha approvato un dividendo trimestrale in contanti pari a 0,86 $7az. Il dividendo sarà pagato il 14 dicembre 2023 a tutti gli azionisti registrati alla chiusura delle attività del 4 dicembre 2023”.
AUTODESK – 6,40%. E’ una società di software e servizi di progettazione, che offre soluzioni ai clienti nei mercati dell'architettura, dell'ingegneria, delle costruzioni, della produzione, delle infrastrutture e dei media digitali, ha riportato utili nel terzo trimestre 2024 pari a 2,07 $/az. su un fatturato di 1,41 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 1,99 $/az. su un fatturato pari a 1,38 mld $. I ricavi sono aumentati del 10,47% su base annua. La società ha detto che prevede utili nel quarto trimestre fiscale 2024 tra 1,91 e 1,97 $/az. su un fatturato tra 1,422 e 1,437 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 2,01 $/az. su un fatturato di 1,43 mld $. Infine la società ha detto di aspettarsi utili per l’intero anno fiscale 2024 tra 7,43 e 7,49 $/az. per un fatturato tra 5,45 e 5,465 $ mld. L'attuale stima degli analisti per il 2024 per gli utili è pari a 7,48 $/az. su ricavi pari a 5,45 mld $.
Andrew Anagnost, Presidente e CEO della società, ha affermato: “I servizi di Intelligenza Artificiale e Platform di Autodesk consentiranno ai nostri clienti e ai partner di creare prodotti e servizi più preziosi, basati sui dati connessi nei nostri cloud di settore e sulla nostra piattaforma. Le condizioni generali del mercato e l’aumento dell’attività sottostante sono rimasti simili a quelli degli ultimi trimestri. La nostra performance finanziaria nel terzo trimestre è stata forte e gran parte deriva dalle maggiori espansioni degli EBA (frenata di emergenza assistita, ndr.) esistenti. Questo dato ci permette di aumentare i ricavi, gli utili per azione e le indicazioni sul flusso netto di cassa. A livello contabile nel terzo trimestre fiscale 2024 abbiamo riportato: ricavi totali in aumento del 10% arrivando a 1,414 mld $; un reddito operativo totale pari a 547 mln $, rispetto ai 465 mln $ del terzo trimestre fiscale 2023; un margine operativo del 39% in aumento di 3 punti percentuali; un utile netto per azione pari a 2,07 $, rispetto a 1,70 $ del terzo trimestre dello scorso anno. Il flusso di cassa derivante dalle attività operative è stato pari a 18 mln $, con una diminuzione di 451 mln $ rispetto al terzo trimestre dello scorso anno. Mentre il flusso netto di cassa è stato pari a 13 mln $, con una diminuzione di 447 mln $ rispetto al terzo trimestre dello scorso anno".
NVIDIA – 3,09%. La società si occupa di tecnologie di processori grafici programmabili. I suoi principali segmenti di business sono le unità di elaborazione grafica, i processori per media e comunicazioni e l'elettronica palmare e di consumo, ha riportato utili nel terzo trimestre fiscale 2024 pari a 4,02 $/az. su un fatturato di 18,12 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 3,18 $/az. su un fatturato pari a 16,12 mld $. I ricavi sono cresciuti del 205,51%. Inoltre la società ha detto che prevede utili nel quarto trimestre fiscale 2024 tra 4,28 e 4,66 $/az. su un fatturato tra 19,60 e 20,40 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 3,43 $/az. su un fatturato di 17,59 mld $.
Jensen Huang, fondatore e CEO della società, ha affermato: “La nostra forte crescita riflette la transizione dell’ampia piattaforma di settore, dall’informatica generica all’informatica accelerata e all’intelligenza artificiale generativa. Le grandi start-up basate sul modello linguistico, le società Internet di consumo e i fornitori di servizi cloud globali sono stati i primi a muoversi, e le prossime ondate stanno iniziando a formarsi. Le nazioni e i CSP regionali stanno investendo nei cloud di Intelligenza Artificiale per soddisfare la domanda locale, le società di software aziendale stanno aggiungendo copiloti e assistenti AI alle loro piattaforme e le aziende stanno creando un’intelligenza artificiale personalizzata per automatizzare le più grandi industrie del mondo. Le GPU, le CPU, il networking, i servizi di fonderia AI e il software NVIDIA AI Enterprise sono tutti motori di crescita a tutto gas. L’era dell’intelligenza artificiale generativa sta decollando. A livello contabile nel terzo trimestre fiscale 2024 abbiamo riportato: ricavi pari a 18,12 mld $ in crescita del 206% rispetto a un anno fa e del 34% rispetto al trimestre precedente; utili per azione pari a 4,02 $, in crescita di quasi 6 volte rispetto a un anno fa e del 49% rispetto al trimestre precedente; un margine lordo del 75% in crescita di 18,9 punti rispetto all’anno precedente e di 3,8 punti rispetto al trimestre precedente; spese operative pari a 2,026 mld $ in aumento del 13% rispetto all’anno precedente e del 10% rispetto al trimestre precedente; un reddito netto pari a 10,020 mld $ in aumento del 588% rispetto all’anno precedente e in aumento del 49% rispetto al trimestre precedente. Il flusso di cassa operativo è stato pari a 7,333 mld $, mentre il flusso netto di cassa è stato pari a 7,042 mld $. I contanti, mezzi equivalenti e liquidità vincolata alla fine del 29 ottobre 2023 era pari a 5,519 mld $ rispetto ai 2,80 mld $ dello stesso periodo 2022”.
ZOOM VIDEO + 0,64%. La società fornisce una piattaforma di comunicazione basata su cloud concentrata sul miglioramento dell'esperienza di videoconferenza, comprese funzionalità come riunioni collaborative online, funzionalità di chat e voce e condivisione di file collaborativa, ha riportato utili nel terzo trimestre fiscale 2024 pari a 1,27 $/az. su un fatturato di 1,14 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 1,08 $/az. su un fatturato pari a 1,06 mld $. I ricavi sono aumentati del 3,16% su base annua. La società ha detto che prevede utili nel quarto trimestre fiscale 2024 tra 1,13 e 1,15 $/az. su un fatturato tra 1,125 e 1,13 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 1,03 $/az. su un fatturato di 1,07 mld $. Infine la società ha dichiarato di aspettarsi utili per tutto l’anno fiscale 2024 tra 4,93 e 4,95 $/az. su ricavi tra 4,506 e 4,511 mld $ e l'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 4,55 $/az. su ricavi per 4,45 mld $.
Eric S. Yuan, fondatore e CEO di Zoom, ha affermato: “Nel terzo trimestre, i ricavi sono stati superiori alle aspettative poiché abbiamo rafforzato la piattaforma di collaborazione intelligente all-in-one di Zoom con nuove funzionalità avanzate come Zoom AI Companion e abbiamo continuato a evolvere le nostre soluzioni per coinvolgere ancor più clienti e dipendenti. Siamo inoltre soddisfatti del nostro business online in cui abbiamo ottenuto una maggiore fidelizzazione e abbiamo visto l’utilizzo delle nostre nuove funzionalità di intelligenza artificiale, migliorando il valore della nostra piattaforma. A livello contabile nel terzo trimestre fiscale 2024 abbiamo riportato: ricavi totali pari a 1,1407 mld $ a valuta costante, in crescita del 3,5% su base annua; un reddito netto operativo pari a 447,1 mln $, rispetto ai 380,9 mln $ del terzo trimestre fiscale 2023; un margine operativo del 39,3%; un utile netto pari a 323,2 mln $, ovvero 1,07 $/az. Il flusso di cassa fornito dalle attività operative è stato pari a 493,2 mln $, rispetto ai 295,3 mln $ del terzo trimestre fiscale 2023, in crescita del 67,0% su base annua. Il flusso netto di cassa è stato pari a 453,2 mln $, rispetto ai 272,6 mln $ del terzo trimestre fiscale 2023, in crescita del 66,2% su base annua. Il totale della liquidità, dei mezzi equivalenti e dei titoli negoziabili, esclusa la liquidità vincolata, al 31 ottobre 2023 era pari a 6,5 mld $”.
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