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L’azione del giorno – Monte Paschi, lo Stato ci perde un botto. E ora volatilità a gogo


Chiusura di seduta sotto il prezzo di cessione (2,92 euro) a istituzionali italiani ed esteri. Si punta ora a un matrimonio ma nessun pretendente si fa avanti. Il bilancio della statalizzazione è tutto in rosso, mentre i piccoli azionisti sono incerti sul da fare. In prospettiva? Probabili forti movimenti in Borsa.

Buy or sell

Seduta ieri davvero negativa per MPS, che ha perso quasi l’8%, con un trend al ribasso accentuatosi in mattinata. Cosa è successo e cosa succederà, in base a notizie e indiscrezioni circolate a Piazza Affari? Sintetizziamo le vicende per poi analizzare l’andamento del titolo.

Una sintesi di quanto avvenuto è importante per capire cosa potrebbe succedere nei prossimi mesi. E allora?

Lo Stato ha ridotto la sua quota in Mps dal 64,23% al 39,23%, vendendo a 2,92 euro. Ieri, durante la seduta, sono stati scambiati 100 milioni di azioni, pari a oltre il 7,9% del capitale, contro una media di 2,9 milioni degli ultimi 30 giorni. Sul mercato c'è chi scommette ora che il Tesoro, dopo i conti annuali, possa valutare di vendere un'altra tranche la prossima primavera

Il Mef ha dichiarato che l’operazione si è chiusa con successo. E’ così?

Il Ministero ha ricordato che si tratta di una valutazione di quasi il 50% superiore rispetto al prezzo di sottoscrizione dell'aumento di capitale da 2,5 miliardi realizzato un anno fa. E ha ricordato di aver incassato 920 milioni di euro. In realtà l’investimento con la parziale statalizzazione del 2017 era stato di circa 7 miliardi ma c’è chi stima una cifra perfino maggiore. Il bilancio finale quindi – anche dopo la prossima seconda tranche – sarà nettamente in rosso

Chi ha comprato?

Si è registrato un netto spacchettamento del capitale, con acquirenti in prima linea i maggiori gestori di fondi italiani, quali Kairos (ormai appartenente al gruppo Anima), Azimut, Algebris (in realtà lussemburghese), Mediolanum e Fideuram, e poi non pochi istituzionali stranieri, i cui nomi sono però meno conosciuti

C’è intanto chi definisce l’operazione globale un pastrocchio in cui hanno perso tutti. Perché?

Come sempre in Italia gli applausi straripano quando avvengono eventi di questo tipo. I problemi che ne conseguono sono però vari: ● Si era detto che lo Stato sarebbe sceso con diverse successive cessioni e invece ora se ne è realizzata una e ne seguirà un’altra, con una velocissima diluzione che non renderà facile una fusione con altre banche. ● La chiusura della seduta è avvenuta sotto il prezzo dell’operazione guidata dal Tesoro: quindi chi ha comprato ha perso, almeno nella prima seduta di Borsa! ● Per ora (per quanto si sa) nessun partner potenziale è attratto dallo sposare Mps e quindi un eventuale merger richiederà tempo e forse sacrifici. Non si dimentichi la trattativa fallita con Unicredit. ● E i piccoli azionisti? Nessuno sembra interessarsi di loro

Si ha l’impressione che il Tesoro abbia voluto cogliere un’occasione favorevole dei mercati, temendo possibili tensioni future. Lo si può pensare?

Sì ma giustamente ha giocato le sue carte. Il problema è che la cessione è avvenuta in assenza di un piano di aggregazione futura. La “signora” è interessante ma sembra che nessuno voglia portarla all’altare, anche perché di terzo polo bancario ne parla la politica ma non il mondo finanziario

Il rischio maggiore?

Che qualcuno non la sposi ma se la mangi! Pur dopo l’indiscutibile risanamento dei conti portato avanti nell’ultimo anno

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I parametri per valutare l’azione Mps

Isin

IT0005508921

Ultima quotazione (chiusura martedì 21/11)

2,828 Eur

Cosa segnala la sintesi degli indicatori

E’ un “buy” debole – dopo la seduta di ieri – su base giornaliera ma resta uno “strong buy” per quella su periodicità settimanale

Cosa dice l’analisi grafica

Sui 3,12 Eur della chiusura delle quattro ultime precedenti sedute rispetto a ieri si è delineata una resistenza di brevissimo periodo, tattica rispetto all’operazione del Tesoro. Forte gap down in apertura invece appunto ieri e soprattutto notevole volatilità intraday. Positivo il fatto che non siano state rotte al ribasso le medie mobili più significative, il che fa sperare in una tenuta nelle prossime sedute, salvo in presenza di speculazioni ribassiste gestite da hedge fund specialisti in tal senso

Prima resistenza importante

La ritroviamo talmente in alto da non poter essere un reale segnale operativo

Primo supporto importante

Nell’area 2,60-2,70 Eur

Rilevatore di rischio

Da seguire le chiusure delle prossime sedute per verificare l’eventuale intervento sui mercati dei ribassisti. Attenzione comunque alla volatilità, che viene data in crescita rispetto al dato attuale su base annua di circa il 50%

Segnale di forza

Oltre i 3,12 Eur