La settimana appena conclusa ha visto la chiusura del “giro della morte” inerente i giudizi sul nostro rating da parte di tutte le agenzie, di cui la più temuta e buon ultima a pronunciarsi è stata Moody’s.
Nonostante i timori (fondati?...) di buna parte degli operatori (interessati?...) e di alcuna stampa specializzata, Moody's non solo non ha bocciato i nostri Btp, ma ne ha alzato l'outlook da “negativo” a "stabile". Inutile dire che la reazione sul mercato è stata decisamente positiva per i nostri titoli di stato, con lo spread che è letteralmente crollato poco sopra area 170 bps dagli oltre 210 di ottobre scorso, facendo scendere il rendimento del decennale al di sotto del 4,35%.
Per cui, tutto bene. L'upgrade dell'outlook da parte di Moody's per i Btp italiani ha portato un'ondata di reazioni positive sul mercato, facendo tirare un sospiro di sollievo ai più timorosi che erano in ansia per una possibile bocciatura da parte dell'agenzia, la quale avrebbe avuto serie conseguenze per il nostro debito pubblico.
A ben guardare, le ragioni di questo upgrade si trovano nell'obiettiva assenza di condizioni che giustificassero un downgrade. Infatti, stando ai numeri ufficiali, non si è verificato un forte deterioramento della crescita economica italiana, il rapporto debito/PIL non è cresciuto in modo significativo e le condizioni finanziarie non sembrano peggiorare.
Vero, il PIL italico ha rallentato, ma sostanzialmente pare tenere botta e non va dimenticato che l’esito delle ultime riunioni di Fed e Bce abbiano dato una mano, portando con sé un calo dei rendimenti e degli spread che ha contribuito a questa valutazione positiva. Infatti, è evidente che un rallentato (o lo stop definitivo) della stretta sui tassi di interesse da parte delle banche centrali favorisce i Paesi più indebitati come l'Italia.
Nonostante la manovra di bilancio abbia indisposto un po’ gli investitori per l'aumento del deficit, è vista più come una presa d'atto della situazione da parte del governo che un'intenzione di peggiorare ulteriormente i conti pubblici. La prudenza fiscale è evidente negli interventi sulle pensioni, con criteri più rigidi per il pensionamento anticipato.
Per quanto riguarda le prospettive future, il mercato ha in gran parte già scontato l'esito positivo, ma la prudenza fiscale riflessa nelle politiche del governo e l'andamento dei rendimenti rendono il quadro favorevole. L'attenzione ora si sposta al prossimo board della Banca Centrale Europea a dicembre, che potrebbe influenzare ulteriormente i mercati finanziari.
Intanto, come vedremo tra poco, i bond si sono messi in marcia e ora la domanda che è nella testa e sulla bocca di tutti è questa: il downtrend delle obbligazioni è terminato? È giunto il momento di inserire in portafoglio bond a lunga scadenza puntando su un taglio dei tassi?
Difficile e ancora prematuro rispondere. A livello macro è innegabile che si stiano creando le condizioni, ma da qui a dire che i bond hanno toccato il fondo e sono già in partenza ce ne passa. Non dimentichiamo, infatti, che la linea delle banche centrali sarà (salvo sorprese…) tassi alti più a lungo rispetto alle previsioni iniziali.
Per cui non è da sottovalutare a priori lo scenario che un po’ di sofferenza sulla parte a lunga della curva si possa ancora vedere.
Analisi ZC-Yield Curve
La lettura della ZC-Yield Curve mostra una decisa contrazione dei rendimenti su tutto il tratto della curva rispetto alla scorsa analisi. Infatti, rispetto alla scorsa lettura il rendimento della scadenza a 10 anni scende in area 3,09% rispetto al 3,40% precedente, mentre la scadenza trentennale scende in area 2,76% rispetto al precedente 3,06%. Ancora sostanzialmente immutata la conformazione della curva, che rimane invertita con un differenziale 10Y-2Y in leggero allargamento agli attuali -37 bps dai precedenti -22 bps. Si rafforzano ulteriormente i cambiamenti già osservati sulla parte a medio della curva, con i mercati che hanno metabolizzando tassi elevati per un lasso di tempo ancora lungo. Nervoso il tratto a breve, con la curva che evidenzia ora un massimo di rendimento sulle scadenze brevi per inizio 2024 in area 4,19% rispetto al 4,22% della scorsa analisi. In divenire le previsioni dei tassi forward su Euribor 6 mesi sia sulle scadenze a breve sia su quelle a lunga. La curva rimane impennata e vede ora il culmine dei tassi attesi in area 4,08% per metà 2024, per poi rimanere scendere repentinamente poco sotto area 2,75% per metà 2026 e con una progressiva risalita con target poco sopra area 3,25% a partire dal 2028.
Analisi Integrata Trendycator
Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei principali benchmark decennali si nota la discesa dei rendimenti su tutte le aree valutarie. L’area UK vede il rendimento per il GILT in contrazione in area 4,10% dal precedente 4,59% con Trendycator che si porta in stato NEUTRAL. Giù anche i rendimenti del BUND, che si porta in area 2,58% e con Trendycator che si mantiene par ora ancora in stato LONG. In buona discesa i rendimenti del nostro Btp decennale, ora in area 4,35% con uno spread in area 170 bps e modello Trendycator che si porta in stato NEUTRAL. Infine, l’area USA con i rendimenti del Treasury decennale che calano al 4,44% rispetto al precedente 4,85%, con Trendycator che per ora si mantiene in stato LONG.
Bond Governativi Mondo Weekly Ranking
Consueta sezione dell’analisi sui mercati obbligazionari, con l’introduzione sotto forma di ranking dei bond governativi mondiali con qualunque rating. In alcuni casi, per alcuni emittenti o per alcune valute, il rapporto rischio/rendimento di questi bond può essere anche piuttosto speculativo. Il ranking considera i bond benchmark decennali in tutte le valute di emissione.
Strategia di portafoglio
La situazione in divenire richiede tempo per essere inquadrata correttamente. Le premesse, a livello macro, per la creazione di un fondo per le obbligazioni ci sono, è innegabile. Così come è evidente la forte contrazione dei rendimenti a breve, che evidenziano bene le speranze dei mercati sulle attese decisioni future di Fed e Bce.
Come detto nella scorsa analisi, i mercati obbligazionari sono alla ricerca di un nuovo equilibrio, soprattutto alla luce del fatto che le intenzioni delle banche centrali siano quelle di mantenere i tassi a livelli elevati per più a lungo.
Una strategia sensata, in questa fase di mercato, può essere quella di ridurre gradualmente il peso della liquidità e degli strumenti a breve termine, per iniziare con molta gradualità a posizionarsi su scadenze progressivamente più lunghe, privilegiano per ora il tratto centrale della curva.