Azioni e bond – Mercati emergenti, un 2024 da rally? Come trarne profitto


Dopo un anno di stasi per l’azionario e di debolezza per l’obbligazionario, causa il fattore valutario, ci si domanda se quella in corso sia una fase di consolidamento per una ripartenza. Quattro mercati – complici fattori economici – appaiono comunque i favoriti. Li analizziamo.

Il report della domenica

L’interesse per i mercati emergenti, sia sul fronte azionario sia su quello obbligazionario, è sceso molto negli ultimi tempi, a causa di vari fattori. È pur vero che la loro gestione risulta più complessa rispetto a quanto avviene per esempio per gli investimenti in area euro. La logica della diversificazione impone però che gli “emerging” debbano essere presenti nei portafogli che accettano un certo livello di rischiosità. Facciamo allora il punto su questa macro area, dove i trend sono spesso fra loro divergenti e come tali più attraenti.

Iniziamo dall’insieme, analizzando alcuni Etf specifici, in base a cinque diversi sottostanti.

Azionario globale emergenti (valuta denominazione Usd)

iShares Core Msci Emerging Markets

IE00BKM4GZ66

Performance a 1 anno +3,1%

Azionario globale emergenti (valuta denominazione Eur)

Amundi Msci Emerging Markets

LU1681045370

Performance a 1 anno + 1,7%

Obbligazionario globale emergenti in Usd (valuta denominazione Usd)

Vanguard Usd Emerging Markets Government Bond in Usd (ad accumulo)

IE00BGYWCB81

Performance a 1 anno +0,8%

Obbligazionario globale emergenti in Usd (valuta denominazione Eur)

UBS Usd Emerging Markets Sovereign hedged to Eur (ad accumulo)

LU1324516308

Performance a 1 anno +5,9%

Obbligazionario globale emergenti nelle divise locali (valuta denominazione Usd)

SPDR Emerging Markets Local Bond

IE00B4613386

Performance a 1 anno -0,5%

Spiccano alcune considerazioni sulla base di questo confronto fra cinque diversi sottostanti (considerando come tali anche le valute di denominazione):

● gli ultimi sono stati dodici mesi all’insegna di lateralità;

● l’unica parziale variabile è risultata quella relativa al cambio Eur/Usd, con l’hedge che ha protetto in ambito obbligazionario;

● i Pac (se attuati) non avrebbero portato nessun vantaggio; meglio piuttosto degli acquisti scaglionati in base all’andamento delle quotazioni, con cui si sarebbero determinati minori esborsi di capitale;

● il 2024 sarà l’anno del riscatto? Molto dipenderà dall’andamento di vari fattori. Comunque i punti forti sono i seguenti:

Tassi di crescita maggiori anche il prossimo anno rispetto a quelli dei Paesi cosiddetti sviluppati

E nel lungo termine? La Banca Mondiale prevede che entro il 2050 i quattro quinti delle più rilevanti economie saranno rappresentati da Paesi ora considerati emergenti

Possibili primi generalizzati tagli nel 2024 dei tassi di interesse sull’onda di un’inflazione in calo

Deficit delle partite correnti minori rispetto all’area occidentale

Forte impatto dagli investimenti nella transizione energetica

Netto miglioramento della qualità del credito “emerging”

Un indebolimento del dollaro sarebbe l’elemento di svolta a favore di questa parte del mondo

La componente giovane delle varie popolazioni locali è ovunque rilevante: significa notevoli riserve di manodopera e maggiore propensione ai consumi

Restano certamente dei punti deboli da valutare:

Gli investitori “global” sono piuttosto apatici rispetto agli “emerging”

Si domandano soprattutto se la stasi delle Borse nel 2023 sia una fase di consolidamento o una pausa in un trend negativo che proseguirà dopo il periodo ribassista concentrato nella prima parte del 2022

La correlazione con i trend dell’economia Usa: nel caso di una sua recessione anche gli emergenti ne soffrirebbero

Troppa attenzione rivolta alla Cina: c’è tanto altro da seguire

L’impreparazione rispetto ai trend complessivi (valute – tassi – Borse) hanno comportato in passato perdite rilevanti da parte di chi ha puntato sugli emergenti: ciò spaventa soprattutto i piccoli risparmiatori

La guerra in Medio Oriente intimidisce, specialmente per le conseguenze sul prezzo del petrolio, una variabile che favorisce alcuni e danneggia altri “emerging”

Il quadro è chiaro ma – come sempre – occorre distinguere i Paesi con migliori prospettive di investimento. In base alle scelte adottate dagli istituzionali al momento questi sono i quattro cui si guarda con più interesse. Non consideriamo la Cina, che meriterebbe un’analisi specifica.

● India, un serbatoio immenso: azioni e bond, la situazione

Notevole la crescita annuale del Pil: +7,8% l’ultimo dato. Scende intanto l’inflazione dal 6,8% al 5%, mentre il rapporto debito/Pil resta sull’89%. Il Governo sostiene che entro cinque anni l’India diventerà la terza potenza economica mondiale, dopo Usa e Cina. Certamente un fattore a favore è la crescita della domanda interna di una popolazione di 1,41 miliardi di persone.

La valuta (rupia indiana)

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Il cambio

1 Eur = 89 Inr

L’analisi grafica

Sui valori più bassi a livello storico dopo un doppio minimo di lungo periodo sui 92 Inr (luglio 2023), successivo al primo dell’estate 2013

Il valore medio sui 10 anni

1 Eur = 80,3 Inr

L’azionario

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L’Etf con maggiore capitalizzazione quotato su Borsa Italiana

Amundi Msci India: Isin FR0010361683, ad accumulo, valuta denominazione Eur; performance a 1 anno negativa 3,3%; da inizio 2022 si è mosso in una fascia di lateralità fra i 21 e i 25,8 Eur. Ultima quotazione 24,57 Eur

L’obbligazionario

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Tasso d’interesse in corso

6,5%

Rendimento del titolo di Stato decennale

7,3%

Un bond quotato su Borsa Italiana

Ebrd 5,25% Ge27 Inr (Isin XS2425613176)

Relativo rendimento

7,0%

Un Etf quotato su Borsa Italiana

L&G India Inr Government Bond (Isin IE00BL6K6H97): performance a 1 anno negativa 7,6%

● Indonesia, sarà la 4° potenza al mondo nel 2050: azioni e bond, la situazione

Tasso annuo di crescita del Pil sul 5%, nel complesso allineato al valore medio degli ultimi anni. L’inflazione è già fortemente scesa rispetto ai massimi del 2023: si attesta poco sopra il 2,6% contro il 5,3% di gennaio. È la sedicesima potenza economica del mondo, avendo superato vari Paesi europei, ma le stime parlano di un balzo al quarto posto entro il 2050, davanti alla Germania. La popolazione di 275 milioni di persone vede un forte prevalere delle fasce giovanili, il che favorisce la crescita dei consumi interni.

La valuta (rupia indonesiana)

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Il cambio

1 Eur = 16.817 Idr

L’analisi grafica

Da anni debole, evidenzia tuttavia una forte volatilità

Il valore medio sui 10 anni

1 Eur = 15.865 Idr

L’azionario

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L’Etf con valuta di denominazione l’euro quotato su Borsa Italiana

Lyxor Msci Indonesia: Isin LU1900065811, ad accumulo, valuta denominazione Eur; performance a 1 anno negativa 9,5%; debole ma si muove da tempo in un’area di relativa stabilità, che solo la rottura al ribasso dei 127 Eur invaliderebbe. Ultima quotazione 131,4 Eur

L’obbligazionario

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Tasso d’interesse in corso

6,0%

Rendimento del titolo di Stato decennale

6,8%

Un bond quotato su Borsa Italiana

World Bank Green Bond 6,25% Ge29 Idr (Isin XS2576077809)

Relativo rendimento

6,5%

● Brasile, la Banca centrale ha già tagliato i tassi: azioni e bond, la situazione

Tasso annuo di crescita del Pil al 3,4%, allineato alla media dal 2021. Intanto l’inflazione scende dal 12% di inizio 2022 al 4,8% in corso. Come previsto, la Banca centrale ha quindi già tagliato i tassi d’interesse e punta a ulteriori interventi. Diversi dati congiunturali di recente hanno sorpreso al rialzo. I 218 milioni di abitanti rendono il Brasile il settimo Stato più popoloso del mondo, con una rilevante incidenza anche in questo caso della componente sotto i 30 anni di età.

La valuta (real brasiliano)

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Il cambio

1 Eur = 5,26 Brl

L’analisi grafica

Dopo la forte debolezza del periodo Covid è iniziata una fase di consolidamento sull’euro, che troverà una resistenza sui 5 Brl

Il valore medio sui 10 anni

1 Eur = 4,48 Brl

L’azionario

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L’Etf con valuta di denominazione euro quotato su Borsa Italiana

Lyxor Msci Brazil: Isin LU1900066207, ad accumulo, valuta di denominazione Eur, performance a 1 anno positiva 3,2%; il Bovespa di San Paolo è salito leggermente, all'opposto del trend globale, ma solo in valuta locale. In dollari si è avuta una perdita del 2%. Ultima quotazione dell’Etf 20,52 Eur

L’obbligazionario

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Tasso d’interesse in corso

12,25% contro precedenti massimi al 13,75%

Rendimento del titolo di Stato decennale

11,3%

Un bond quotato su Borsa Italiana

Eib/Bei 9,25% Ge27 Brl (Isin XS2436920321)

Relativo rendimento

9,2%

● Messico, qui la Borsa è andata bene: azioni e bond, la situazione

Tasso annuo di crescita del Pil al 3,3%, con un’inflazione crollata letteralmente da inizio anno. Era allora al 7,8% e si attesta attualmente al 4,3%. La Banca centrale non è ancora intervenuta ma presto dovrà decidere per un taglio dei tassi. Ciò avverrà a dicembre? C’è chi si chiede se non ci sia troppo entusiasmo rispetto al quadro economico del Paese. Un’indiscutibile incertezza verrà dal risultato delle elezioni presidenziali negli Usa. Una vittoria di Trump riporterebbe tensioni. La popolazione si attesta sui 126 milioni di persone, con una buona incidenza di quella più giovane: si stima che circa la metà abbia meno di 28 anni.

La valuta (peso messicano)

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Il cambio

1 Eur = 19,04 Mxn

L’analisi grafica

Continua il rafforzamento iniziato nell’agosto 2020 e ora si guarda al possibile obiettivo dei 18 Eur/Mxn

Il valore medio sui 10 anni

1 Eur = 21,03 Mxn

L’azionario

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L’Etf con valuta di denominazione l’euro quotato su Borsa Italiana

Xtrackers Msci Mexico: Isin LU0476289466, ad accumulo, valuta di denominazione Usd, performance a 1 anno positiva 5,6%; ha registrato un trend rialzista fino al termine dell’estate e poi una veloce non accentuata inversione ribassista. Ultima quotazione 5,73 Eur

L’obbligazionario

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Tasso d’interesse in corso

11,25%

Rendimento del titolo di Stato decennale

9,98%

Un bond quotato su Borsa Italiana

Ifc 7,75% Ge30 Mxn (Isin XS1753775730)

Relativo rendimento

9,6%

IN CONCLUSIONE La debolezza di azionario e obbligazionario favorisce investimenti con entrate scaglionate nel tempo, proprio perché si inizia da livelli quasi in tutti i casi più bassi rispetto ai valori di un passato nemmeno lontano. Così facendo si crea del valore di lungo termine puntando su una parte fondamentale dell’economia mondiale destinata a crescere nei prossimi decenni. Ciò vale soprattutto per i risparmiatori più giovani, che potranno trarre beneficio da un’inevitabile trasformazione del ruolo degli “emerging” a livello globale.

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