Numeri e numeri: non c’è solo la componente distribuzione degli utili da dover essere presa in considerazione ma anche quella dei buy back annunciati. Il risultato finale? Lo riserviamo agli abbonati a LombardReport.
Buy or sell
La correzione dei mercati era scontata e viene vista come un’occasione per accumulare in ottica di medio e lungo periodo. Fra i tanti titoli da esaminare in tale prospettiva c’è certamente Banca Intesa, che nel corso del 2023 è rimasta un po' ai margini dell’attenzione degli investitori, in assenza di notizie clamorose. Ora si riapre però la porta dei futuri rendimenti da dividendi, che saranno decisivi in un confronto dirompente fra investimento azionario e investimento obbligazionario. Vediamo allora cosa si comincia a ipotizzare per il principale istituto di credito italiano.
Isin |
IT0000072618 |
Ultima quotazione (apertura di oggi 5-10-23) |
2,38 euro |
Facciamo il quadro generale dei dividendi in prospettiva ma non solo. Cosa dichiara in merito l’istituto guidato da Carlo Messina? |
Nell’orizzonte del Piano di impresa 2022-2025 è prevista la distribuzione di dividendi cash corrispondenti a un payout ratio sul risultato netto consolidato pari al 70% in ciascuno dei singoli anni |
Si è detto però non solo! Di cosa si tratta? |
Si aggiungerà un buyback stimato in 4-4,2 miliardi di euro nel periodo 2023-2025 |
Ma non è stato appena concluso un riacquisto di azioni? |
Sì, sebbene limitato a un’assegnazione gratuita ai dipendenti e ai consulenti del gruppo |
A che prezzo è stato realizzato? |
A 2,4697 euro, per un controvalore totale di 79.031.462 di euro: si è trattato quindi di una piccola operazione, precedente la fase ribassista delle ultime sedute |
Torniamo ai dividendi. Si può ipotizzare l’importo che verrà distribuito nel 2024 e relativo all’esercizio 2023? |
Le attese degli analisti vanno in direzione di un dividendo di 0,27 euro per azione a valere sul bilancio 2023 e di 0,26 euro sul bilancio 2024 |
L’ultimo – riferito al 2022 – di quanto è stato? |
Fra acconto e saldo di 0,1639 euro |
I numeri sono giusti per il prossimo anno? Si tratterebbe infatti di un incremento rilevante |
Lo ripetiamo si tratta di stime, collegate al fatto che la banca vorrebbe aumentare il payout, sempre che non intervengano variabili, come la tassa sugli extraprofitti, che sembra però destinata a tramontare |
Si possono allora ipotizzare dei rendimenti? |
Alla quotazione di apertura di oggi si supporrebbe un 11,3% per il 2024 |
Inoltre si aggiungerebbero i buy back? |
Dell’ordine di 1,5 miliardi nel 2024 e di 1,7 miliardi nel 2025 |
Vogliamo provare a valutare un target per l’azione? |
Non lo possiamo fare noi. La sola risposta sta nell’analizzare quelli indicati dagli specialisti dell’azione Intesa. Non conoscendone i metodi di indagine ci limitiamo a dire soltanto che gli ultimi giudizi si attestano tutti sopra i 3 euro e che c’è addirittura chi si avvicina ai 4 euro. Sempre che i mercati tornino a essere positivi! |
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I parametri per valutare l’azione
Cosa segnala la sintesi degli indicatori |
Su periodicità “daily” la valutazione è negativa – cioè “sell” – ma non potrebbe essere diversamente viste le ansie attuali dei mercati |
Cosa dice l’analisi grafica |
Non è una nostra fissazione ma uno degli aspetti più evidenti delle ultime settimane. Molti titoli sono scesi sulla media mobile a 200 ed è il caso anche di Intesa. L’ha sfiorata nella seduta di ieri. Dopo i massimi a oltre 2,60 euro di inizio agosto è iniziata una fase discendente, benché non troppo accentuata |
Prima resistenza importante |
Area 2,48-2,51 euro |
Primo supporto importante |
2,34 euro, dove si colloca appunto anche la 200, ma quello più significativo si trova sui 2,23 euro |
Rilevatore di rischio |
L’Rsi a 14 periodi “daily” sta scendendo ma da fine maggio non tocca la barriera dei 30. Se andasse sotto scatterebbe un segnale di ipervenduto significativo. In realtà per chi punta a una strategia di incasso dividendi meglio monitorare l’Rsi a 7 periodi “weekly”, collocato in apertura di oggi sui 38. Occorrerà pertanto monitorare il valore di chiusura di domani, venerdì 6 ottobre, per capire meglio gli sviluppi |
Segnale di forza |
I due massimi di 2,61 euro del febbraio 2022 e dell’agosto 2023 rappresentano ormai la barriera decisiva per rinvigorire l’azione in un’ottica di eventuale balzo verso i target stimati dagli analisti, per quanto forse un po' troppo generosi |