Il sondaggio del giornale di finanza più letto al mondo mette le ali a Wall Street ?


E tutto d’un colpo la recessione negli Usa è scomparsa. L’autore di questa portentosa liberazione è stato il Wall Street Journal, giornale a cui i lettori sanno che io sono affezionato. E’ bastato un sondaggio, niente di più di un sondaggio. Perché di sondaggi ce ne sono molti ma uno del Wall Street Journal diciamo che è una pietra miliare.

Il succo del sondaggio è che gli economisti stanno diventando ottimisti riguardo all'economia statunitense:  credono ora che essa eviterà una recessione, che la Federal Reserve ha terminato gli aumenti dei tassi d'interesse e che l'inflazione continuerà a ridursi.

Nell'ultimo sondaggio trimestrale del The Wall Street Journal infatti economisti del mondo aziendale e accademico hanno ridotto la probabilità di una recessione nel prossimo anno, passando dal 54% in media a luglio a un più ottimistico 48%. È la prima volta che collocano la probabilità sotto il 50% dalla metà dell'anno scorso.

La probabilità mediana era del 50%, in pratica una decisione a sorte. A rafforzare l'ottimismo sono tre fattori chiave: l'inflazione che continua a diminuire, la Federal Reserve ha terminato gli aumenti dei tassi d'interesse e un mercato del lavoro robusto con una crescita economica che ha superato le aspettative.

Gli economisti prevedono in media che il prodotto interno lordo, ovvero il valore di tutti i beni e servizi prodotti nel paese corretti per l'inflazione, aumenti del 2,2% nell'ultimo trimestre del 2023 rispetto all'anno precedente. Ciò rappresenta una significativa revisione al rialzo rispetto alla crescita media prevista dell'1% nell'ultimo sondaggio.

Gli economisti interpellati dal WSJ hanno ridotto le loro previsioni per l'anno prossimo, passando dal 1,3% di luglio all'1%, ma si aspettano che l'economia continui a crescere nel 2024 e nel 2025 e che la disoccupazione aumenti, ma si mantenga poco sopra il 4% - un livello storicamente basso. Si prevede una crescita economica e una creazione di posti di lavoro deboli nella prima metà del 2024. Gli economisti prevedono che il PIL aumenterà ad un tasso annuo anemico dello 0,35% nel primo trimestre e dello 0,6% nel secondo.

Quasi il 60% degli economisti ha dichiarato che la Fed ha terminato gli aumenti dei tassi nel suo attuale ciclo di incremento dei tassi d'interesse, dopo aver sollevato i costi di prestito a breve termine a un massimo di 22 anni a luglio, dal 5,25% al 5,5%. Circa il 23% prevede l'ultimo aumento a novembre e l'11% a dicembre.

Circa metà degli economisti prevede che la Fed inizierà a tagliare i tassi nel secondo trimestre del prossimo anno con il raffreddamento della crescita economica e l'aumento del tasso di disoccupazione - che era del 3,8% a settembre - al 4,3% entro giugno. Tuttavia, nel complesso, le ultime previsioni indicano fiducia nella capacità della Fed di raggiungere un cosiddetto "atterraggio morbido", in cui l'inflazione scende senza una recessione.

Gli economisti prevedono che l'inflazione, misurata dall'indice dei prezzi al consumo, che era del 3,7% a settembre, scenda al 2,4% entro la fine del prossimo anno e al 2,2% entro la fine del 2025.

Gli economisti danno al presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, valutazioni relativamente buone per la sua gestione della politica monetaria. Quasi la metà gli ha dato un solido B, mentre il 20% gli ha dato un A e il 20% un C. La loro principale critica era la visione di Powell secondo cui l'inflazione sarebbe stata temporanea nel 2021, e di conseguenza l'avvio lento della Fed nell'aumentare i costi di prestito.

L'81% degli economisti ha inoltre dichiarato che la recente corsa al rialzo dei rendimenti obbligazionari ai loro livelli più alti dal 2007 ha aumentato la probabilità di una recessione, sebbene non abbastanza da compensare altri fattori che rendono tale recessione meno probabile.

Gli economisti prevedono inoltre che i rendimenti si ridurranno nei prossimi mesi. In media, si aspettano che il rendimento del Treasury a 10 anni si chiuda al 4,47% alla fine di quest'anno e scenda al 4,16% entro il 30 giugno del prossimo anno. Il rendimento del Treasury a 10 anni si è chiuso al 4,63% venerdì, in calo dal 4,783% della settimana precedente.

Vediamo che cosa passa il convento su Borsa Italiana:

PHILOGEN: rottura dei massimi del collocamento


NEXI: fa scappare da ridere, siamo su un minimo storico, ma l’azione è sana


FERRARI: breakout del massimo storico

STM: tentativo di bottom up, vediamo se orizzontalizza ancora

INWIT: se si fermasse qui sarebbe ideale da comprare. Infatti ha rotto un massimo multiannuale e ha stornato violentemente e quindi è come se ci avessero telefonato che qualcuno l’ha adocchiata.