Proseguendo l'analisi delle semestrali, analizziamo quanto accaduto a RATTI, piccola realtà industriale protagonista nel settore della produzione dei tessuti di pregio per i principali player del lusso mondiale.
FATTURATO:
Sotto l'aspetto dei ricavi, RATTI, nei primi sei mesi del 2023 ha realizzato un +14,33% rispetto al 2022. In termini relativi, il dato potrebbe anche essere apprezzato, ma analizzando il gap rispetto al periodo pre-covid19 si nota quanto sia ancora distante il livello attuale rispetto a prima. Nel primo semestre 2019 RATTI aveva fatturato ben € 62,37 mln ben € 17,72 mln in più degli attuali € 44,65 mln. Il settore del lusso, con qualche eccezione, in termini di volumi e fatturato, ha superato i livelli pre-pandemici: la ripresa di RATTI presenta un tasso di crescita decisamente inferiore.
MARGINALITA' DI RATTI:
Rispetto al 2022, la marginalità risulta migliorata ma la scommessa su RATTI era incentrata su un graduale recupero dei livelli pre-2020.
La diminuzione dei ricavi ha inevitabilmente impattato sulla leva operativa: i costi fissi si sono dovuti spalmare su minori volumi. A tale contesto si è aggiunto inoltre anche l'impatto dell'inflazione: l'aumento dei prezzi di alcuni input produttivi hanno ulteriormente appesantito la marginalità.
L'EBITDA MARGIN % passa dal 2,64% al 4,71% ma siamo assolutamente distanti dal 20,03% del 2019.
A livello di EBIT MARGIN % lo scenario è addirittura peggiore: dal 17,92% del 2019 si è passati in territorio negativo. Nel 2023 si nota un lieve miglioramento, ma l'aumento dei ricavi (+14%) non ha certo determinato la svolta.
In conseguenza a quanto indicato sopra, anche a livello di NET MARGIN %, la situazione del primo semestre evidenzia una perdita netta, contesto ben lontano da quanto realizzato nel periodo pre-covid19 (+13,62%).
A parziale compensazione di quanto descritto va tenuto conto anche del carattere stagionale del business. Infatti, all'interno della semestrale viene indicato quanto segue: "A causa della natura stagionale del settore tessile, ed in particolar modo del comparto dei tessuti per abbigliamento, è tendenzialmente atteso un incremento dei ricavi e dei margini nella seconda metà dell’anno rispetto ai primi sei mesi. Le maggiori vendite del secondo semestre sono essenzialmente attribuibili alla produzione e commercializzazione della stagione primavera/estate, che si concentra negli ultimi mesi dell’anno solare. Si segnala tuttavia che, in considerazione degli effetti diretti e indiretti derivanti dal conflitto russo- ucraino, tale trend potrebbe non essere confermato per l’anno 2023.
Si specifica, inoltre, che la natura stagionale dell’attività è essenzialmente riconducibile alla tipicità del settore tessile di sviluppare due stagioni nel corso dell’esercizio, che non evidenziano profonde variazioni cicliche delle vendite annuali complessive."
POSIZIONE FINANZIARIA NETTA DI RATTI:
La situazione patrimoniale di RATTI, pur a fronte delle difficoltà evidenziate, malgrado un peggioramento della PFN (su cui ha impattato anche un'attività capex per € 2,6 mln), rimane assolutamente molto solida.
GRAFICO DI RATTI:
Quanto finora descritto trova una corretta rispondenza con l'andamento del titolo in borsa: le attuali quotazioni, come già descritto nei precedenti articoli sul tema, non rappresentano opportunità operative, anzi...
OUTLOOK 2023 DI RATTI:
"La progressione degli ordini ad oggi sta mantenendo un andamento positivo rispetto agli stessi mesi dell’esercizio precedente. Si segnala tuttavia una frenata nella presa ordini del mese di luglio, confermata anche in quest'ultimo mese di settembre, che,
unitamente ad un contesto globale macroeconomico di elevata incertezza, suggerisce di mantenere un vigile livello di prudenza".
RIFLESSIONI:
Il value investing ha tra le sue principali prerogative l'orizzonte temporale di lungo periodo: occorre infatti cercare di non farsi condizionare (troppo) dagli elementi del sentiment per concentrarsi esclusivamente sui fondamentali e sul valore.
Questo aspetto è indispensabile ma va saputo contemperare con il variare o il perdurare di alcuni elementi presenti nello scenario micro-macro economico: affidarsi solamente al "lungo periodo" sarebbe un approccio troppo superficiale. A tal proposito, una ci viene in soccorso una celebre citazione di uno dei più grandi esponenti dell'economia, John Keynes, che sosteneva, a ragione, che "nel lungo periodo saremo tutti morti".
La segnalazione rappresenta una totale delusione: la ripartenza del settore del lusso non ha mai fatto seguito al recupero delle performance pre-crisi di RATTI. In termini di ricavi, l'andamento rimane positivo, ma il gap da colmare è notevole. Relativamente alla marginalità, lo scenario attuale è completamente diverso rispetto a quello precedente: in questo preciso contesto, la stagionalità del business sembra aver impattato in modo particolarmente severo. L'aspettativa di un miglioramento nel secondo semestre rimane concreta, ma la lunga attesa, ad oggi, non ha determinato benefici.
Con quanto finora descritto e con sommo dispiacere, l'ipotesi di abbandonare RATTI dalle segnalazioni si fa pertanto concreta: la pazienza ha un limite...