OGGI 2 GENNAIO 2023 BORSE USA CHIUSE PER FESTIVITA’
FINALE DI ANNO MESTO SUGLI INDICI AZIONARI USA !!
I cali percentuali annuali per tutti e tre gli indici sono stati i maggiori dalla crisi finanziaria del 2008. L’S&P500 ha lasciato sul parterre circa 8 trilioni di dollari di capitalizzazione, mentre l’indice tecnologico ha riportato una perdita del 33% nei quali i colossi del settore Apple, Alphabet, Microsoft, Nvidia, Amazon, Meta Platforms e Tesla sono tra i peggiori in calo tra il 28% e il 66% nel 2022. Solo i titoli del settore Energy hanno registrato guadagni stellari grazie all’aumento dei prezzi petroliferi. Di seguito il grafico delle performance dei vari settori:
I fondi azionari globali hanno registrato deflussi netti per l'ottava settimana consecutiva nei sette giorni fino al 28 dicembre, poiché una lettura del PIL statunitense più forte del previsto ha sollevato timori che i tassi di interesse statunitensi possano rimanere più alti più a lungo.
Tuttavia, i deflussi sono stati limitati da un rapporto del Dipartimento del Commercio che ha mostrato che la spesa dei consumatori statunitensi è appena aumentata a novembre, mentre l'inflazione si è ulteriormente raffreddata.
Secondo i dati di Refinitiv Lipper, gli investitori hanno ritirato 529 mln $ netti dai fondi azionari globali, nulla in paragone ai 39,1 mld $ della settimana precedente.
Grafico flussi di fondi: azioni globali, obbligazioni e mercato monetario
I fondi azionari statunitensi hanno registrato un valore netto di $ 5,41 miliardi di deflussi, ma i fondi asiatici ed europei hanno attirato rispettivamente $ 1,66 miliardi e $ 460 milioni netti.
Tra i fondi del settore azionario, tecnologici, finanziari e industriali hanno registrato vendite nette rispettivamente di $ 835 milioni, $ 468 milioni e $ 192 milioni.
Grafico flussi di fondi: fondi del settore azionario globale
Nel frattempo, dai fondi obbligazionari sono stati prelevati 3,35 miliardi di dollari netti, nettamente inferiori ai 15,06 miliardi di dollari di deflussi della settimana precedente.
I fondi obbligazionari a breve e medio termine hanno registrato la loro 19a settimana consecutiva di deflussi, a $ 1,59 miliardi, mentre i fondi obbligazionari ad alto rendimento hanno perso $ 179 milioni netti.
Grafico flussi di fondi obbligazionari globali nella settimana terminata il 28 dicembre
Gli investitori hanno acquistato fondi del mercato monetario a basso rischio per un valore netto di 14,18 miliardi di dollari e hanno parcheggiato 814 milioni di dollari in fondi di titoli di stato in un'ottava settimana consecutiva di acquisti netti.
I dati per i fondi di materie prime hanno mostrato che i fondi di metalli preziosi hanno attratto una seconda settimana consecutiva di afflussi netti per $ 330 milioni, mentre i fondi energetici hanno registrato un deflusso netto di $ 247 milioni poiché le vendite sono continuate rispetto alla settimana precedente.
Secondo i dati disponibili per 24.668 fondi dei mercati emergenti (EM), sia i fondi azionari che quelli obbligazionari hanno registrato deflussi netti settimanali, pari rispettivamente a $ 344 milioni e $ 97 milioni.
Grafico flussi di fondi: azioni e obbligazioni dei mercati emergenti
L'attenzione si è spostata sulle prospettive degli utili societari per il 2023, con crescenti preoccupazioni sulla probabilità di una recessione. Un nuovo report della FED di St. Louis segnala che poco più della metà dei 50 stati degli Stati Uniti mostra segni di rallentamento dell'attività economica, superando una soglia chiave che spesso segnala che una recessione è in vista. Questo report, pubblicato mercoledì sorso, ha fatto seguito a un altro report della FED di San Francisco all'inizio della settimana scorsa che ha anche approfondito la crescente prospettiva che l'economia statunitense possa entrare in recessione a un certo punto nei prossimi mesi. Così come il report della FED di Philadelphia che ha tracciato le prestazioni dei singoli stati, riportando che 27 hanno avuto un'attività in calo a ottobre. Questo è sufficiente per indicare una flessione incombente pur rimanendo al di sotto dei numeri che sono stati visti prima di alcune altre recessioni. Gli autori del report hanno notato che 35 stati hanno subito un calo prima della breve e acuta recessione vista nella primavera del 2020 causa COVID. Ritornando al report della FED di San Francisco, al suo interno viene osservato che i cambiamenti nel tasso di disoccupazione possono anche segnalare che è in arrivo una flessione, in un segnale che offre un valore predittivo a breve termine maggiore rispetto alla curva dei rendimenti del mercato obbligazionario osservata da vicino. Gli economisti autori del report affermano che il tasso di disoccupazione tocca il fondo e inizia a salire prima della recessione secondo uno schema altamente affidabile. Quando si verifica questo cambiamento, è il segnale che l'inizio della recessione avverrà entro i successivi otto mesi circa. Pertanto se la FED, secondo le sue previsioni di dicembre, vede nel 2023 il tasso di disoccupazione salire al 4,6% in un anno in cui vede solo livelli modesti di crescita complessiva. Se la previsione della FED dovesse avverarsi, l'economia probabilmente "perderebbe circa due milioni di posti di lavoro, che sarebbe una recessione come nel 1991 o nel 2001". Come a dire che la recessione soft tanto sbandierata da Powell, difficilmente avverrà.
Gli operatori del mercato monetario vedono il 65% di probabilità di un aumento di 25 punti base nella riunione di febbraio della FED, con tassi che dovrebbero raggiungere il picco del 4,97% nel mese di giugno 2023, comunque sotto lo scenario di breve della FED, per il momento.
Nella settimana di fine anno il movimento dei Bonds è ulteriormente cresciuto, soprattutto sulle scadenze lunghe, nelle quali il 10Y ha recuperato altri 12 bps rispetto a due venerdì fa chiudendo l’anno al 3,879%, riducendo lo spread verso il 2Y a 54,9 bps.
Nel grafico comparativo settimanale delle varie scadenze tra la chiusura di due venerdì fa 23 dicembre e la chiusura di venerdì scorso 30 dicembre si notano sostanziali differenze con quasi tutte le scadenze al rialzo:
Infine riportiamo lo spread del Treasury decennale USA rispetto all'omologo titolo dei principali paesi mondiali a venerdì 23 dicembre.
Analisi grafica dell’indice di riferimento delle nostre operazioni, il NASDAQ100. Si chiude mestamente l’anno per l’indice tech che riporta perdite per circa il 33% e quasi ai minimi del 2022. Ecco il punto, l’indice sta testando nuovamente i minimi di ottobre e novembre, quindi sono passati 3 mesi di contrattazioni per tornare al punto di partenza. Ciò non rappresenta certo un bel segnale specie in considerazione del fatto che ci stiamo avvicinando alla stagione delle trimestrali economiche societarie per la quale le prospettive sono di ulteriore contrazione sia di ricavi che di utili.
Graficamente notiamo che i prezzi, dopo aver rotto all’ingiù l’importante supporto costituito dall’area 11000, hanno continuato a sbattere contro questa barriera non riuscendo a romperla all’insù. Pertanto nulla osta a vedere i prezzi andare a testare il minimo di ottobre scorso a 10440, rotto il quale troviamo prima il supporto psicologico dei 10000 punti per poi procedere verso il target in area 9500/9475. Il valore di RSI a 41 permette ancora questo scenario prima di una reazione. Viceversa, sarebbe molto opportuno riuscire a riprendere l’area 11700, quanto meno per una prosecuzione della fase di lateralizzazione. La settimana si è chiusa a 10939.76 con una perdita del – 0,42% che porta ad un deficit di tutto il 2022 del – 32,97%.
Discorso leggermente diverso per l’indice S&P500 in quanto la situazione grafica è senz’altro migliore rispetto all’indice tech vista la distanza considerevole dai minimi di ottobre scorso. L’area di supporto a 3810/3800 sta continuando a fare egregiamente il suo dovere ed il valore di RSI a 45 indica che tutti gli scenari sono aperti. Quindi come prossime aree di supporto troviamo prima i 3715/3700 punti, poi i 3640 punti. Viceversa, i prezzi dovrebbero riportarsi almeno in area 3910 per stabilizzarsi nuovamente tra codesta area ed i 3980/4000. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 3839.5 con una perdita del – 0,14% che porta ad un deficit di tutto il 2022 del – 19,44%.
Infine riguardo all’indice DOW JONES, esso si è confermato il più resiliente rispetto agli altri due indici sia nell’ultima settimana di contrattazioni che per tutto l’anno 2022. Graficamente la prima cosa che notiamo è che l’area dei 33000 punti fa da attrattiva ai prezzi seppur con qualche toccata verso i 32800. Le M.M. a 200 periodi (linea bianca la semplice e gialla la esponenziale) fanno buona guardia ai possibili scivoloni dei prezzi, i quali hanno sempre rimbalzato non arrivando a toccare il supporto in area 32400. Prosegue, pertanto, la fase di lateralizzazione all’interno di una fase di lateralizzazione praticamente annuale. Nonostante l’avvicinarsi della stagione delle trimestrali economiche non prevediamo discese importanti come potrebbero svilupparsi per l’indice tech, propendendo per una continuazione della fase laterale. Ovviamente il livello di RSI a 48 indica che tutti gli scenari sono possibili, con possibili escursioni nuovamente in area 32400 al ribasso e l’area 34000 al rialzo. Al momento, il conteggio delle onde propende par una fase correttiva in A,B,C e non impulsiva in 5 onde. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 33147.25 con una perdita del – 0,17% e che porta a segnare un deficit di tutto il 2022 del – 8,78%.
ORO INDEX
Le quotazioni dell’Oro chiudono esattamente (- 2 $) da dove era terminato il 2021 anche se le escursioni annuali hanno fatto registrare dei picchi massimi e minimi non riscontrati nell’anno precedente. Quindi un anno intero buttato via ? Direi senz’altro di no. Possiamo affermare che la commodity ha superato un “annus horribilis” dovuto ai rialzi dei tassi mondiali con conseguente forte rialzo dei rendimenti dei Bonds con l’aggiunta dell’aggressività senza pari di quelli statunitensi che hanno prodotto un rafforzamento del Dollaro, principale valuta delle quotazioni dell’Oro. Se poi rapportiamo il valore dell’Oro, che ha perso solo l’1% nel 2022, alle perdite degli indici azionari statunitensi tra il –33% ed il –10% ed il -60% del valore dei bitcoin, vedete che il confronto non esiste e il metallo giallo si conferma ancora una volta un investimento da rifugio sicuro soprattutto nelle fasi di recessioni finanziarie.
Detto ciò, poiché le previsioni economiche dipingono un quadro cupo per il prossimo anno con i tassi che potrebbero aver raggiunto il proprio picco e la FED essere costretta a rivedere la propria politica monetaria aggressiva, ecco che forse potrebbe essere il momento per l'Oro di incrementare i portafogli di investimento. Il mercato azionario è sceso del 53,78% durante la recessione del 2008 con il prezzo dell'Oro che era di 700 $/oz. Solo tre anni dopo, le quotazioni erano schizzate a 1.900 $/oz., dimostrando una forte resilienza durante i periodi di incertezza finanziaria. Quindi con i segnali che mostrano come una probabile recessione globale ci colpisca ancora una volta, l’Oro dovrebbe continuare ad essere l'investimento preferito dagli investitori mentre il mercato azionario dovrebbe continua a lottare.
A livello grafico notiamo come i prezzi hanno oscillato sopra i 1800 $/oz. fino a lambire l’importante resistenza in area 1845/50 $/oz. notando con piacere che da 6 settimane i minimi continuano a salire. Vedremo se nelle prime settimane del nuovo anno la suddetta resistenza venga infranta portando i prezzi a testare prima i 1880 $/oz. per arrivare al target intorno ai 1900/15 $/oz.
Passando agli altri due metalli preziosi che seguiamo nel nostro Portafoglio, gran bel balzo dei prezzi del Platino che finalmente riescono a rompere l’area di resistenza dei 1050 $/oz. ed anche il massimo relativo di metà novembre scorso a 1075 $/oz. per chiudere la settimana a 1082,9 $/oz. Molti analisti davano come partecipazione al rialzo proprio dopo il superamento del massimo dei 1075 $/oz. Vedremo in questa settimana se gli acquisti continuano ad essere presenti con target prima in area 1125/1130 $/oz., poi l’area 1195/1200 $/oz. zona nella quale venderemo il nostro ETC. Fase di riflessione per le quotazioni dell’Argento che sta disegnando una fase di lateralità tra il massimo relativo a 24,525 $/oz. ed i 23,70 $/oz. Ciò ha scaricato i valori di RSI dalla zona di ipercomprato, dando la possibilità di riprendere il cammino rialzista verso l’area dei 24,90/25,00 $/oz. con target finale, al momento, intorno ai 25,50 $/oz.
La settimana dell’Oro è si è chiusa a 1826.20 $/oz., in guadagno del + 1,22% rispetto alla scorsa settimana e che porta ad un deficit di tutto il 2022 del – 0,13%. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 1822.79 $/oz. in guadagno del + 1,40% rispetto alla scorsa settimana. Di seguito il grafico weekly dell’ORO FUTURES FEBBRAIO 2023:
DATI MACROECONOMICI
L’indice di prezzo delle abitazioni a livello mensile a ottobre rimane invariato allo 0,0%, poco sotto rispetto al + 0,1% registrato a settembre, ma nettamente inferiore alle attese degli analisti fermi al + 0,8%. Il dato è rilasciato dalla Federal Housing Finance Agency.
L’S&P/Case-Shiller Home Price Index rilasciato da Standard & Poor’s che valuta le variazioni nel valore del mercato immobiliare residenziale in 20 regioni degli USA, scende su tutta la linea a conferma della contrazione del settore immobiliare USA, considerando che la rilevazione è nettamente precedente alla situazione attuale. Il dato a livello annualizzato a ottobre cresce dell’8,6%, contro un consensus che prevedeva un + 9,7% e contro un dato di settembre del +10,4%.
A livello mensile, a novembre il dato sulle vendite immobiliari in corso (che misura il cambiamento nel numero di case con contratto di vendita, ma in attesa della transazione di chiusura, escludendo le nuove costruzioni) segna un -4,0%, contro una rilevazione di ottobre del – 4,6% e contro un ottimistico dato degli analisti a + 0,6%. Il dato è rilasciato dalla National Association of Realtors.
Ritornano ad alzarsi le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 23 dicembre. Il dato riporta che sono state 225 mila, rilevazione che si posiziona sopra quella della settimana precedente pari a 216 mila e coincide con un consensus pari anch’esso a 225 mila. Il dato è rilasciato dall’U.S. Department of Labor.
Al rialzo anche il dato del Chicago PMI di dicembre che passa dai 37,2 punti di novembre ai 44,9 superando anche il consensus fissato a 41,2 punti. Il dato è rilasciato da ISM-Chicago, Inc.
PORTAFOGLI AZIONARI
Si è chiusa negativamente anche la settimana appena trascorsa a completare un anno interamente negativo per gli indici azionari USA, in particolar modo quello tecnologico. Ovviamente anche i nostri Portafogli ne hanno risentito, anche se l’operatività su quello Storico è rimasta ferma per parecchio tempo evitando la perdita di capitale. Solo nella settimana scorsa è riapparso un primo ordine di acquisto in “mean reverting” sul titolo del Nasdaq, AMGEN. Per questa settimana sono previsti altri due segnali su titoli del Nasdaq100 ed uno sul mercato tedesco. Gli aggiornamenti nella sez. “nuovi ordini” del Portafoglio storico.
Sul Portafoglio “The Challenge” le performance virtuali annuali sono negative, anche se abbiamo portato a casa qualche buon tozzetto di pane con gli ETF, soprattutto quelli acquistati come parziale copertura della fase ribassista. Si poteva ridurre il numero di titoli presenti se solo avessimo avuto un po' di fortuna su quei titoli che sono arrivati molto vicini ai rispettivi target o a pareggio, senza però riuscire a centrarli, BREMBO e FERRARI su tutti, poi IBERDROLA. Bastava molto poco. In ogni caso non ci fermeremo qui, in quanto ci sono delle società con ottimi fondamentali che sono nettamente sotto quotate e nel caso di ulteriore discesa degli indici sono assolutamente da infilzare. Il mondo non crolla e neanche le borse, portare pazienza, questo sì.
Alla prossima.
FOCUS SU TITOLI
CANNABIS: LA FDA ESPLORA LA REGOLAMENTAZIONE DEL CBD NEGLI ALIMENTI E GLI INTEGRATORI
La Food and Drug Administration sta studiando se la cannabis legale è sicura negli alimenti o negli integratori e prevede di formulare raccomandazioni su come regolamentare il crescente numero di prodotti derivati dalla cannabis nei prossimi mesi. I media, martedì scorso, citando funzionari dell’Agenzia, hanno riportato la seguente dichiarazione del vice commissario principale della FDA, Janet Woodcock, che ha guidato gli sforzi dell'agenzia esaminando la regolamentazione della cannabis: "Dato ciò che sappiamo finora sulla sicurezza del CBD, solleva preoccupazioni per la FDA sul fatto che questi percorsi normativi esistenti per alimenti e integratori alimentari siano appropriati per questa sostanza".
OBIETTIVO DI PREZZO AURORA ABBASSATO
L'analista di Piper Sandler, Michael Lavery, ha abbassato l'obiettivo di prezzo dell'azienda su Aurora Cannabis (ACB) mercoledì scorso a 1 da 2 $/az. e ha mantenuto un rating neutrale sulle azioni. L'analista ha ridotto le stime di vendita per "riflettere meglio il debole aumento della cannabis, con una prospettiva più conservatrice in Canada e a livello internazionale". Tuttavia, Aurora sembra essere ancora sulla buona strada per avere un tasso positivo per l'EBITDA alla fine del secondo trimestre del 2023, ha affermato Lavery. Ritiene che le iniziative di taglio dei costi di Aurora dovrebbero portare a un "significativo miglioramento sequenziale del margine" e immagina che la società raggiunga un EBITDA rettificato positivo nel terzo trimestre del 2023. Il bilancio "forte" di Aurora le conferisce un vantaggio in un settore con limiti di capitale, sebbene siano necessarie modifiche normative per generare un aumento sostanziale nella topline negli Stati Uniti, ha affermato Lavery.
PIPER ABBASSA LE STIME DI VENDITA DI TILRAY
L'analista di Piper Sandler, Michael Lavery ha anche affermato che un tasso di cambio sfavorevole, vendite di birra inferiori alle attese e una certa perdita di distribuzione per gli alimenti a base di canapa stanno pesando sull’aumento delle vendite di Tilray nel secondo trimestre fiscale. La quota di mercato nell'uso ricreativo canadese sembra stabilizzarsi, anche se la società rimane ben al di sotto della metà delle quotazioni rispetto a un anno fa e la compressione dei prezzi rimane un vento contrario, ha affermato Lavery. Ha ridotto le stime di vendita per riflettere meglio le vendite di birra negli Stati Uniti più deboli, che secondo lui stanno andando peggio del previsto, in particolare il lancio di Sweetwater in California. Lavery ha mantenuto un rating neutrale sulle azioni Tilray con un obiettivo di prezzo di 3 $/az.
FLORA GROWTH CHIUDE L'ACQUISIZIONE DI FGH: Flora Growth ha annunciato martedì scorso che, il 23 dicembre 2022, ha chiuso l'acquisizione precedentemente divulgata di tutte le azioni emesse e in circolazione di Franchise Global Health, un operatore multinazionale nella cannabis medica industriale, con attività principali in Germania.
"Consideriamo questa acquisizione trasformativa mentre Flora persegue il suo piano di crescita strategica per guidare il mercato globale della cannabis e dei suoi derivati", ha affermato Luis Merchan, CEO di Flora. “Flora si è ora assicurata un'impronta cruciale in un mercato internazionale consolidato della cannabis, offrendo un'opportunità unica per sinergie operative e crescita diversificata. L'acquisizione si aggiunge alla nostra rete di distribuzione, ampliando la nostra base di clienti e aumentando la nostra capacità di distribuire all'ingrosso prodotti a base di cannabis su larga scala nell'Unione Europea".
STELLANTIS. La società è in trattativa per acquistare una partecipazione "sostanziale" nella società di mobilità a idrogeno Symbio.
Stellantis ha avviato trattative esclusive con le francesi Faurecia e Michelin per acquistare una partecipazione "sostanziale" nella loro joint venture Symbio, produttore di un sistema di celle a combustibile ad idrogeno per la mobilità, hanno detto le tre società. Stellantis, la terza casa automobilistica più grande del mondo, ha lanciato i furgoni di medie dimensioni alimentati a idrogeno alla fine dello scorso anno e mira ad espandere la sua offerta di idrogeno ai furgoni di grandi dimensioni in Europa nel 2024 e negli Stati Uniti nel 2025, "esplorando ulteriormente le opportunità per i veicoli pesanti camion".
L'amministratore delegato Carlos Tavares ha affermato che la tabella di marcia tecnica di Symbio "si adatta perfettamente" ai piani di lancio dell'idrogeno di Stellantis in Europa e negli Stati Uniti. "Questa mossa favorirà la velocità di sviluppo per portare prodotti a basse emissioni ai nostri clienti, oltre ai tradizionali veicoli elettrici", ha affermato. L'ingresso di Stellantis "accelererà e globalizzerà la crescita di Symbio", ha affermato il CEO di Faurecia, Patrick Koller.
All'inizio di quest'anno Symbio ha annunciato il suo progetto HyMotive per accelerare l’industrializzazione, con un piano per aumentare la capacità di produzione totale in Francia a 100.000 sistemi all'anno entro il 2028 generando 1.000 posti di lavoro aggiuntivi. La transazione, per la quale non sono stati forniti dettagli finanziari, dovrebbe essere finalizzata nel primo semestre del prossimo anno, hanno affermato le tre società nella loro nota.
PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 USCITI NELLA SETTIMANA APPENA TRASCORSA.
MICRON TECHNO - INV%. L'azienda è un produttore e distributore di memorie e storage DRAM, NAND Flash e NOR, sensori di immagine CMOS e altri componenti a semiconduttore, ha riportato una perdita nel primo trimestre fiscale 2023 pari a 0,04 $/az. su un fatturato di 4,09 mld $. La stima degli analisti era per una perdita di 0,01 $/az. su un fatturato pari a 4,11 mld $. I ricavi sono aumentati del 46,9% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa. La società ha detto che prevede una perdita nel secondo trimestre fiscale 2023 tra 0,72 e 0,52 $/az. su un fatturato tra 3,60 e 4,00 mld $. L'attuale stima degli analisti è per una perdita pari a 0,30 $/az. su un fatturato di 3,75 mld $.
Sanjay Mehrotra, Presidente e CEO della società, ha affermato: "Micron ha realizzato nel primo trimestre fiscale 2023, ricavi e perdite entro i limiti previsti nonostante le condizioni difficili durante il trimestre. La forte posizione tecnologica, produttiva e finanziaria di Micron ha consentito di continuare il lavoro a breve termine e stiamo intraprendendo azioni decisive per tagliare la nostra fornitura e le spese. Prevediamo che il miglioramento delle scorte dei clienti consentirà maggiori entrate nella seconda metà dell'anno fiscale e offrirà una forte redditività una volta superata questa flessione". A livello contabile nel primo trimestre fiscale 2023, abbiamo riportato un margine lordo del 22,9% rispetto al 40,3% dell’ultimo trimestre del 2021, un risultato operativo in perdita di 65 mln $ rispetto alla positività di 1662 mln $ dell’ultimo trimestre del 2021.Il flusso di cassa operativo pari a 943 mln $ rispetto ai 3,78 mld $ del trimestre precedente e ai 3,94 mld $ dello stesso periodo dell'anno scorso. Gli investimenti netti in spese in conto capitale sono stati pari a 2,47 mld, il che ha portato a flussi netti di cassa negativi pari a 1,53 mld $. Abbiamo riacquistato circa 8,6 milioni di azioni ordinarie pari a 425 mln $ nel primo trimestre e concluso il trimestre con liquidità, investimenti negoziabili e liquidità limitata pari a 12,08 mld $, per una posizione di cassa netta di 1,81 mld $. Il CdA di Micron ha dichiarato un dividendo trimestrale pari a 0,115 $/az., pagabile in contanti il 19 gennaio 2023, agli azionisti registrati alla chiusura delle attività il 3 gennaio 2023”.
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Pagina a cura di SANDRO MANCINI.
(articolo di Sandro Mancini)