La leader italiana della difesa merita attenzione sul Ftse Mib, malgrado il “sell-off” degli ultimi mesi. I riferimenti grafici da seguire. Il silver sarà toro nel 2023? Un’opinione in merito. Infine una nuova emissione in euro.
Buy or sell
Il “savoir-faire” della comunicazione le definisce azioni della difesa. In realtà la schiettezza preferirebbe un’altra denominazione: azioni dell’industria militare. In quest’ottica infatti gli investitori guardano all’attività soprattutto aerospaziale e degli armamenti, spinta da una situazione favorevole. Le tensioni geopolitiche hanno in effetti spalleggiato i titoli del comparto e li spingerà ancora se Putin superasse il livello di guardia, timore assai diffuso.
Le leader mondiali di difesa-guerra hanno dunque pungolato al rialzo negli ultimi mesi ma l’italiana Leonardo ne ha tratto vantaggi solo nella prima parte dell’anno. Poi da luglio inversione ribassista. In realtà la raccolta ordini sta andando bene, sia nell’ambito civile sia in quello militare. Proprio da questo comparto arrivano acquisti di velivoli da combattimento e radar oltre che nuove iniziative industriali ad alta redditività. Quindi la Borsa non considera in maniera adeguata le potenziali commesse che inoltre un se nefasto, ovvero un inasprimento della guerra contro l’Ucraina, potrebbe accelerare.
Di qui una valutazione pur prudenziale: fra i pochi titoli da monitorare su Piazza Affari Leonardo c’è. Con però una volatilità destinata a crescere, a causa del susseguirsi di notizie magari contrastanti. Ieri comunque è risultato uno dei due soli titoli a segno più sul Ftse Mib.
Chiusura ieri (29/9/2022) |
7,4 euro |
Volatilità media (a 1 anno) |
36,8% |
Il quadro grafico |
Debole e alimentato dal forte ipervenduto. È sceso sotto il supporto di 7,86 euro, divenuto ora resistenza. Un nostro specifico oscillatore, che ne aggrega vari, ha fatto scattare il “sell” già il 13 giugno scorso e da allora lì è rimasto |
Prima resistenza |
7,86 euro (importante) |
Seconda resistenza |
8,15-8,20 euro |
Scenario negativo se… |
Scivolasse sotto 7,01 euro |
La media a 200 (valore in corso) |
Presenta un’impostazione anomala, poiché è positiva e inclinata al rialzo non avendo ancora capitalizzato la discesa estiva, molto rapida. Si colloca attualmente a 8,54 euro con un ruolo poco significativo dovuto agli effetti del fattore guerra in Ucraina |
Un segnale “buy” |
Inevitabilmente soltanto oltre i 9 euro. Nel frattempo un primo segnale di forza si manifesterebbe sopra 8,15-8,30 euro |
► Rimbalzo dell’argento nel 2023? Le valutazioni di uno specialista
Il mercato ha ricominciato a guardare all’argento. Interessante allora una specifica view di uno specialista del settore, Morgane Delledonne, Head of Investment Strategy Europa di Global X, provider di Etf. Questa la sua valutazione: “Il silver tende a performare bene quando l’economia rallenta o nel periodo immediatamente successivo. Sul lungo termine inoltre il suo utilizzo nella produzione delle celle fotovoltaiche gli conferisce un ruolo chiave nella transizione energetica europea e americana, con l’Inflation reduction act che rappresenterà una spinta a favore strutturale”.
L’analista prosegue ricordando che attualmente, il rapporto oro-argento è vicino a 90: occorrono cioè 90 once d’argento per acquistare un’oncia d’oro, ben al di sopra della media di lungo periodo, pari a 68. Più alto è il rapporto più l’argento è sottovalutato rispetto all’oro. Questo legame tende in genere a salire durante i mercati ribassisti dei metalli preziosi e a scendere durante i mercati rialzisti, essendo l’argento più volatile rispetto al metallo giallo.
La situazione attuale mostra come raramente l’argento sia stato così economico rispetto all’oro. E i trend storici dicono che se i metalli preziosi dovessero entrare in un mercato rialzista il rapporto oro-argento dovrebbe restringersi significativamente, con un rally del silver superiore a quello del gold.
Inoltre con i prezzi dell’argento sul livello della media degli ultimi 5 anni, i titoli delle aziende che lo estraggono appaiono sottovalutati. Il p/e medio dei “miners” d’argento – che si attesta a 30x – è infatti inferiore del 17% rispetto alla media quinquennale di 36x. Questo malgrado i fondamentali delle aziende minerarie siano migliori di quanto le valutazioni lascino intendere. Nonostante il calo dei prezzi della materia prima e l’impennata dei costi dovuta all’inflazione, che hanno reso difficile il secondo trimestre 2022, gli utili degli estrattori d’argento sono rimasti infatti relativamente solidi, con una crescita delle vendite del 6,3% su base annua e un margine di profitto del 5,7%.
Le stime sui ricavi delle società incluse nell’indice Solactive Global Silver Miners Total Return v2 (che traccia le aziende minerarie d’argento globali) sono in calo del 3,7% anno su anno per il 2022 ma gli analisti prevedono un forte rimbalzo nel 2023, fino al 22,4%. Attualmente, il rating aggregato del sentiment di mercato sui minatori d’argento è pari a 4,3, in crescita rispetto al livello pre-pandemico di 3,9. Questo rating varia tra 1 e 5, con 5 come segnale rialzista e 1 come segnale ribassista.
I titoli delle aziende minerarie sono quindi interessanti perché performano a leva rispetto alla materia prima, tendendo a sovraperformare il metallo quando i prezzi salgono e a sottoperformare quando scendono. Un marcato rallentamento dell’economia, scenario abbastanza probabile nel medio termine, potrebbe così rappresentare il fattore scatenante di un impulso rialzista.
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Denominazione |
Goldman Sachs 5% St32 Eur |
Isin |
XS2521873328 |
Tipologia |
Senior tasso fisso |
Tasso |
5% |
Scadenza |
28/9/2032 |
Valuta |
Euro |
Ammontare emesso |
80 milioni euro |
Lotto minimo |
1.000 euro |
Periodicità cedola |
Annuale |
Quotazione in corso |
99 euro |
Rendimento lordo in corso |
5,2% |
Book su Borsa Italiana |
Il collocatore svolge inevitabilmente un ruolo dominante negli scambi dato l’avvio delle negoziazioni mercoledì 28 settembre |
Rating |
BBB |
Chi è l’emittente |
E’ una delle maggiori banche d’affari del mondo con sede negli Usa |
A chi si indirizza il bond |
A investitori di lungo termine, in altre parole a cassettisti che non temano una possibile bassa liquidità del titolo, dato l’ammontare emesso piuttosto contenuto |