LA RETORICA SUI TASSI CONTINUA A PENALIZZARE I MERCATI AZIONARI USA. I FORTI SUPPORTI SONO STATI INFRANTI IN ATTESA DEL FOMC DI MERCOLEDI’ !
Settimana a due facce, quella appena trascorsa, per gli indici azionari USA. Fino all’apertura di mercoledì mattina scorso, il tema dominante era rimasto quello della prosecuzione del rimbalzo da short covering, con l'azionario in forte recupero e i rendimenti in calo. L'attesa era trepidante per il dato sui consumi personali (CPI) che la debolezza del Dollaro aveva lasciato chiaramente intendere che tipo di dato si aspettava il mercato: più basso delle attese ! Invece i numeri del CPI americano di agosto ha sorpreso al rialzo, spiazzando decisamente il mercato che era posizionato per un dato ben diverso causando un pesante selloff. Su base mensile, il dato headline è salito dello 0.1% (vs attese di -0.1%). Il dato core ha visto un balzo verso l’alto registrando una variazione mensile dello 0.6% (vs attese di +0.3%) dopo lo 0.3% di luglio. I numeri tendenziali si sono attestati rispettivamente all’8.3% (vs attese di 8.1%) e al 6.3% (vs attese di 6.1%). Se nel dato headline l’energia ha confermato il trend in decrescita, per gli alimentari l’aumento è stato dello 0.8% rispetto a luglio e dell’11.4% yoy, il massimo dal 1979. La preoccupazione del mercato però ha soprattutto a che vedere con la dinamica del dato “core” che continua a mantenersi molto elevata. I beni e i servizi core tra cui abitazioni e sanità si sono confermati in risalita frenando il processo di disinflazione nei prossimi mesi, considerato il relativo peso sull’indice.
La costernazione del mercato di fronte a questi numeri è tutta nella sua reazione, con l'S&P500 il cui future saliva placidamente di quasi un punto prima del dato, ha chiuso a - 4.32% segnando una delle peggiori sedute da oltre 2 anni (giugno 2020). Peggio ha fatto il Nasdaq100, chiudendo a -5.54% e con tutti e cento i suoi componenti in calo. I rendimenti hanno fatto un balzo, con il Treasury 2 anni al nuovo massimo dal 2007 di 3.77% (+19 bps) e una marcata tendenza della curva a invertirsi (il Treasury 10 anni è salito "solo" di 5 bps a 3.41%). Infine il Dollaro, che stava scendendo marcatamente, ha preso il volo approdando nuovamente sotto la parità con l'€ con un progresso di circa un 2%. Ovviamente siamo di fronte ad un movimento sproporzionato in considerazione del fatto che comunque l'inflazione ha continuato a scendere, anche se la componente “core” è rimbalzata.
Dopo l’uscita di questo dato, anche la politica della FED è destinata a rimanere estremamente restrittiva. Il mercato ha adeguato le proprie aspettative sul percorso dei tassi aggiungendo altri 25 bps al ciclo previsionale di rialzi. La curva strip sconta rialzi fino al 4.25%-4.50% entro il primo trimestre del 2023 dopodiché vede diversi tagli ai tassi nella seconda metà dell’anno. Per la prossima settimana, i 75 bps sono ormai il caso base e il mercato inizia a scommettere sul rialzo di 100 bps. Anche su questo lato siamo agli eccessi, se è pur vero che il quadro inflattivo USA è forse peggiore di quello che sperava nel breve il mercato, ma non è sostanzialmente cambiato. Non c'è motivo di modificare radicalmente le prospettive sul decorso.
Riprendendo il discorso sui mercati azionari, detto che veniva da una serie di sedute di rialzo, e con la convinzione ben radicata che un dato del CPI basso avrebbe dato semaforo verde per una prosecuzione dello stesso, è la violenza con le quali queste correzioni avvengono sui mercati a decretare che, senza dubbio, questo è un bear market con i rally che falliscono rapidamente e il posizionamento difensivo produce solo rimbalzi temporanei. L'unico dubbio, è stabilire a che punto siamo dello stesso. E mercoledì c’è la FED a fare da spauracchio ai mercati.
Anche le previsioni da parte degli analisti per gli utili delle società relative all’anno 2023 si stanno adeguando (in negativo) già a partire dall’inizio del terzo trimestre 2022 come da seguente grafico:
Ma il fatto è che finora, nonostante la volatilità e le correzioni, le uscite dall'azionario sono state scarse. Questo risulta da vari monitor (sotto nella figura Bank of America). Gli acquisti si sono arrestati, ma i riscatti e le vendite non sono ancora partite in maniera significativa:
Probabilmente la fuga dagli asset azionari potrebbe coincidere con l'inizio di un calo dei profitti aziendali con l’inevitabile deterioramento dei bilanci dovuti ai costi che andrebbero ad impattare sui margini. Vedremo.
Nel frattempo, date le stime sugli utili in calo e le crescenti preoccupazioni per una recessione, Factset ha promosso uno studio su un campione di 10.616 valutazioni da parte degli analisti sui titoli dell’S&P500, su quali settori e su quali titoli le previsioni si sono orientate in positivo ed in negativo per il quarto trimestre 2022. Di queste valutazioni, il 55,6% sono valutazioni Buy, il 38,7% sono valutazioni Hold e il 5,7% sono valutazioni Sell. La percentuale dei rating Buy è superiore alla media quinquennale (fine mese) del 53,6%, mentre le percentuali dei rating Hold e Sell sono inferiori alla media quinquennale (fine mese) del 40,4% e del 6,0%.
La percentuale di rating Buy è diminuita negli ultimi sette mesi da un picco del 57,4% alla fine di febbraio al 55,6% di oggi. Tuttavia, la percentuale di valutazioni Buy è ancora alta rispetto agli ultimi dieci anni. A livello di settore, gli analisti sono più ottimisti sui settori Energia (63%), Informatica (62%) e Immobiliare (62%), mentre gli analisti sono più pessimisti sui settori dei beni di prima necessità (39%) e dei servizi di pubblica utilità (49%). Il settore dei beni di prima necessità ha anche la percentuale più alta di rating Hold (50%), mentre il settore Utilities ha anche la percentuale più alta di rating Sell (12%).
Dieci degli undici settori hanno visto un calo dei rating Buy dal picco di febbraio, guidato dal settore Energia (al 63% dal 68%), mentre il settore immobiliare (al 62% dal 55%) è l'unico settore che ha visto un aumento dei rating Buy in questo periodo. Al di fuori del settore immobiliare, ci sono stati pochi cambiamenti a livello di settore in termini di classifica in base ai rating Buy.
A livello di titoli riportiamo il rating dei TOP 10 BUY (nella prima colonna, HOLD nella seconda e SELL sulla terza):
Ed il rating per i TOP 10 SELL (nella prima colonna, HOLD nella seconda e BUY nella terza):
Dando ora uno sguardo agli investimenti di carattere monetario, sui tassi la lettura del CPI ha messo sotto pressione i rendimenti sia in USA che in EU. Il selloff è stato soprattutto sulla parte breve con il Treasury 2Y salito al 3.75% e le curve si sono ulteriormente invertite con lo spread 2/10Y ritornato a – 40 bps.
Ed il comparativo settimanale delle varie scadenze tra la chiusura di due venerdì fa 2 settembre e quella di venerdì scorso 9 settembre:
Infine riportiamo lo spread del Treasury decennale USA rispetto all'omologo titolo dei principali paesi mondiali, aggiornato alla data di venerdì 9 settembre:
Analisi grafica del nostro indice di riferimento delle nostre operazioni, il NASDAQ100. Come detto in precedenza, il dato sul CPI ha rovinato tutto quello che di buono l’indice stava costruendo. Ovviamente non può essere che un dato per metà sopra le aspettative e per l’altra metà sotto le aspettative possa causare una perdita di oltre il 5% nella sola giornata di martedì e poi a seguire per il resto della settimana. A questo punto l’indice tech è chiaramente ribassista con un movimento impulsivo che impone di andare a vedere nuovi minimi rispetto a quelli di metà giugno scorso. Questa è la realtà, purtroppo ! Graficamente i supporti più validi sono stati rotti all’ingiù (lasciando anche un gap aperto proprio nella giornata di martedì scorso) e rimarrebbe solo l’ultimo in area 11600 ma non ci farei molto affidamento, considerando che con l’RSI a 37 la strada per ulteriori vendite, prima di un rimbalzo tecnico, è aperta. Viceversa, lasciamo sempre aperto uno spiraglio, occorre subito riprendere l’area 12000 per poi consolidare in area 12700, ma pensiamo che ciò sia di difficile attuazione almeno fino a mercoledì sera in attesa della riunione del FOMC. La settimana si è chiusa a 11861.38 con una perdita del – 5,77% che porta ad un deficit da inizio anno del – 27,32%.
Discorso leggermente diverso rispetto all’indice tech per l’S&P500, anche se il quadro generale rimane uguale ma cambiano le percentuali di perdite in tono minore. Il forte supporto in area 3900 (ritracciamento del 61,8 % della gamba rialzista 3-4) è stato rotto proprio nella giornata di venerdì con un’apertura in gap (non richiusa per pochi tick) ma con un fine seduta che ha recuperato quasi tutte le perdite subite in intraday. La configurazione della candela (Doji Hammer) prelude ad un’inversione, poi che sia momentanea o duratura è da vedere, ma già il riportarsi sopra area 3900 darebbe respiro. Mentre la prosecuzione della fase ribassista prevede una possibile fermata in area 3820, poi in area 3875 (ma con poca valenza) infine in area 3720 prima dei nuovi minimi di periodo. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 3873.33 con una perdita del – 4,77% che porta a segnare un – 18,73% da inizio anno.
Infine riguardo all’indice DOW JONES troviamo una situazione grafica senz’altro più compromessa rispetto agli altri due indici maggiori. Il forte supporto in area 31400 (ritracciamento del 61,8% della gamba rialzista 3-4) era stato già rotto due venerdì fa, ma nella settimana appena trascorsa i prezzi hanno rotto anche il supporto in area 31000 con una puntata in intraday in area 30500. Quindi in caso di prosecuzione della fase ribassista, se c’è un indice che andrà a vedere i nuovi minimi prima degli altri due sarà proprio il DOW. Viceversa, riprendere l’area 31500 sarebbe già un discreto passo avanti, anche se momentaneo. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 30822.42 con una perdita del – 4,13% che porta a segnare un – 15,18% da inizio anno.
ORO INDEX
E le sorprese ci sono state durante la scorsa settimana con il brutto rapporto (a metà) dei CPI che, de facto, ha prodotto una risalita dei tassi reali e del Dollaro continuando a penalizzare i prezzi dell’Oro. La barriera dei 1700 $/oz è stata infranta con un nuovo minimo relativo intraday a 1661.90 $/oz. registrato nella giornata di venerdì scorso. In chiusura di settimana la commodity ha recuperato qualche punto chiudendo a 1683.50 $/oz. ma, molto presumibilmente, il dado è tratto per un affondo in area 1600 $/oz. Di contro c’è da rimarcare che il sentiment è molto basso, con i fondi che sono short netti per la prima volta dal 2019 quando i prezzi dell'Oro hanno toccato il fondo dei 1200 $/oz. ed i piccoli speculatori, ovvero quelli al dettaglio, hanno la loro posizione lunga netta più bassa da dicembre 2018. Sia i fondi che i retails hanno quasi sempre torto agli estremi (v. grafico):
Inoltre, Cina e India in particolare continuano a caricare acquisti sull'Oro fisico. Bridgewater Associates la società di gestione degli investimenti del miliardario Ray Dalio, si unisce alla festa acquistando tre ETF sull'Oro con supporto fisico in Cina.
Quindi è opportuno aspettare gli eventi per poter pensare a degli acquisti che, per il momento, dovrebbero posizionarsi sopra la resistenza dei 1740 $/oz. ma l’ideale sarebbe vedere i prezzi scendere a 1600 per poi tentare un acquisto alla rottura della resistenza dei 1680 $/oz. minimizzando i rischi.
Passando agli altri due metalli preziosi che seguiamo nel nostro Portafoglio, il Platino sta consolidando in area 900 $/oz. e dovrebbe essere pronto per andare all’attacco dell’area 950 $/oz. dove staziona la M.M. a 200 periodi non prima della riunione del FOMC di mercoledì.
Anche l’Argento, dopo la sparata al rialzo di lunedì scorso che ha portato i prezzi a testare l’area dei 20 $/oz. poi è sceso consolidando intorno ai 19,50 $/oz dove staziona la M.M. a 50 periodi. Visto che l'India sta caricando acquisti sull'argento fisico in base ai dati di importazione, nulla osta che dopo la riunione del FOMC i prezzi possano andare all’attacco dei 20 $/oz. rompendoli al rialzo.
La settimana dell’Oro è si è chiusa a 1683.50 $/oz., con una perdita del – 2,61% che porta ad una perdita del – 7,94% da inizio anno. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 1674.02 $/oz. con una perdita del – 2,45%. Di seguito il grafico weekly dell’ORO FUTURES DICEMBRE 2022:
LA GUERRA – RUSSIA – UCRAINA - (EUROPA)
La centrale nucleare di Zaporizhzhia riceve nuovamente elettricità dalla rete nazionale. A farlo sapere è l’Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA), che sabato ha comunicato che gli ingegneri venerdì hanno riparato una delle quattro principali linee elettriche esterne, tutte danneggiate durante il conflitto. Nel comunicato di sabato della AIEA viene specificato che la linea da 750 kilovolt ripristinata sta fornendo alla centrale (dove l’ultimo reattore operativo è stato spento l’11 settembre) l’elettricità necessaria per il raffreddamento del reattore ed altre funzioni di sicurezza essenziali. L’impianto non fornisce elettricità a famiglie e industrie dallo scorso 5 settembre.
Il direttore generale dell’Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica, Rafael Grossi ha spiegato che, anche se lo stato di alimentazione della centrale di Zaporizhzhia è migliorato nell’ultima settimana, la situazione generale rimane precaria. Grossi ha anche sottolineato che recentemente non ci sono stati bombardamenti alla centrale o vicino, ma questi continuano nella più ampia area.
In un’intervista televisiva, il presidente americano Joe Biden ha risposto ad una domanda di un giornalista che gli chiedeva cosa direbbe a Putin se stesse considerando di ricorrere ad armi nucleari o chimiche: “Non farlo. Non farlo. Non farlo. Cambierebbe il volto della guerra come mai era successo dalla Seconda guerra mondiale”, ha detto l’inquilino della Casa Bianca. Biden ha affermato che la risposta degli Stati Uniti sarebbe “consequenziale”, senza fornire dettagli, e ha aggiunto che la Russia diventerebbe “un paria nel mondo come non lo è mai stata”. Funzionari di governo russo hanno respinto le ipotesi di un possibile ricorso ad armi tattiche nucleari in Ucraina da parte di Mosca. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha risposto alle dichiarazioni di Biden dicendo: “Leggete la dottrina [nucleare della Russia]. Tutto è scritto là”. Secondo questa dottrina si può fare ricorso ad armi nucleari dopo “un’aggressione contro la Russia o un suo alleato con l’uso di armi di distruzione di massa” o “quando l’esistenza dello stato è sotto minaccia”.
LA POLITICA USA
Martedì scorso nel giardino della Casa Bianca è stato celebrato il passaggio dell’Inflation Reduction Act, pacchetto che riguarda temi sanitari, climatici e fiscali (che viene considerato una versione ridotta del Build Back Better act che non è stato approvato), firmato in legge lo scorso mese dal Presidente Joe Biden dopo l’approvazione di Camera e Senato e, soprattutto, le negoziazioni con il senatore dem centrista Joe Manchin. Durante l’evento Biden ha illustrato i modi tramite i quali la legge dovrebbe abbassare il costo di farmaci da prescrizione ed ha sottolineato l’investimento da 360 miliardi di dollari per clima ed energia contenuto nel pacchetto. Il disegno di legge fornisce incentivi all’industria dell’energia pulita, permette a Medicare (assicurazione sanitaria federale rivolta ad Over 65 o persone che soddisfano altri criteri) di negoziare prezzi più bassi per medicinali per le persone anziane e rinforza le risorse a disposizione dell’Internal Revenue Service (IRS - agenzia governativa che si occupa della riscossione di tributi). Secondo i repubblicani la legge porterà ad un aumento dei prezzi dell’energia e a verifiche aggressive da parte dell’IRS.
Chuck Schumer martedì scorso ha dichiarato: “In tempi normali, far passare un disegno di legge qualsiasi al Senato è difficile”, “Ma approvare l’Inflation Reduction Act con soli 50 voti democratici al Senato, su un’intransigente minoranza repubblicana, mostra quanto impegnato e persistente è il nostro caucus (gruppo di eletti, ndr). Mi complimento con tutti voi”.
Mercoledì scorso il Presidente Joe Biden intervenendo al Detroit Auto Show ha parlato dell’arrivo di misure a favore delle auto elettriche: “Sono lieto di annunciare che stiamo approvando il finanziamento per i primi 35 stati, incluso il Michigan, per costruire la propria infrastruttura di ricarica in tutto il loro stato”. L’inquilino della Casa Bianca ha sottolineato che la sua amministrazione ha investito 135 miliardi di dollari nell’ambito del settore delle auto elettriche.
Dopo la firma lunedì scorso da parte del Presidente Biden di un ordine esecutivo su un’iniziativa nazionale che riguarda le biotecnologie e le bioproduzione, mercoledì scorso la Casa Bianca ha fornito alcuni dettagli sul piano di investimenti da oltre 2 miliardi di dollari. Funzionari dell’amministrazione hanno spiegato che in base all’ordine esecutivo, il governo federale potrà stanziare fondi per l’uso di risorse di origine biologica per produrre cibo, fertilizzanti, semi e per rendere le operazioni di estrazione più efficienti. L’ordine esecutivo contribuirà anche a finanziare una ricerca di scoperte mediche.
Nel piano di spesa è previsto anche 1 miliardo di dollari dal Dipartimento della Difesa per finanziare nell’arco di cinque anni l’infrastruttura di produzione nazionale bio-industriale, 500 milioni di dollari in un programma di sovvenzioni gestito dal Dipartimento dell’Agricoltura per supportare la produzione sostenibile di fertilizzante americano e 40 milioni di dollari per espandere il ruolo della bio-produzione per principi attivi farmaceutici, antibiotici e materiali necessari per la produzione di farmaci e per rispondere alle pandemie.
USA – CINA – RUSSIA
Gli Stati Uniti starebbero valutando opzioni per un possibile pacchetto di sanzioni nei confronti della CINA per dissuadere Pechino dal tentare di invadere Taiwan. Questo quanto riportato mercoledì scorso da Reuters, che cita come fonti un funzionario statunitense e un funzionario di un paese in stretto coordinamento con Washington. Secondo le due fonti i colloqui statunitensi riguardante le sanzioni sono iniziati a febbraio con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, per poi assumere nuova urgenza in seguito alla reazione della CINA alla visita della speaker della Camera Nancy Pelosi a Taiwan.
Una portavoce del ministero degli esteri cinese, Mao Ning, commentando la notizia sul presunto pacchetto di sanzioni, ha detto: “Voglio sottolineare che qualsiasi paese o persona non dovrebbe sottostimare la forte determinazione e la ferma volontà del governo e del popolo cinese nel difendere la sovranità nazionale, l’integrità territoriale e nel realizzare la riunificazione della madrepatria”.
Reuters riporta che Taiwan nelle ultime settimane avrebbe intensificato le richieste all’Europa per la preparazione di sanzioni. Una fonte informata sulle discussioni e citata sempre da Reuters, ha riferito che Taipei avrebbe chiesto alla controparte europea solo di pianificare quali azioni potrebbe prendere in caso di attacco cinese e di avvertire privatamente Pechino del fatto che andrebbe incontro a conseguenze.
L’applicazione di sanzioni alla CINA tuttavia non sarebbe cosa così semplice, come sottolineato da una ex funzionaria senior del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti, Nazak Nikakhtar, in una dichiarazione riportata da Reuters: “La potenziale imposizione di sanzioni alla CINA è un esercizio molto più complesso delle sanzioni alla Russia, visto il vasto coinvolgimento degli Stati Uniti e degli alleati con l’economia cinese”.
Nel pomeriggio del 15 settembre, il Presidente cinese Xi Jinping ha tenuto un incontro bilaterale con il Presidente russo Vladimir Putin a Samarcanda, in Uzbekistan, per uno scambio di opinioni sulle relazioni Cina-Russia e su questioni internazionali e regionali di comune interesse. L'atmosfera dell'incontro è stata positiva e amichevole come al solito. Il Presidente Xi ha osservato che dall'inizio di quest'anno Cina e Russia hanno mantenuto un'efficace comunicazione strategica e che la Cina lavorerà con la Russia per estendere un forte sostegno reciproco su questioni che riguardano i reciproci interessi fondamentali e approfondire la cooperazione pratica nel commercio, nell'agricoltura, nella connettività e altre aree. Il Presidente Putin ha affermato che il mondo sta attraversando molteplici cambiamenti, ma l'unica cosa che rimane invariata è l'amicizia e la fiducia reciproca tra Russia e Cina, e il partenariato strategico globale di coordinamento Russia-Cina è stabile come montagne. Il partenariato strategico globale Cina-Russia di coordinamento per una nuova era, che si basa sui principi di "non alleanza, non confronto e non prendere di mira terze parti", è stato oggetto di interferenze e provocazioni da parte di terzi. Soprattutto dopo l'inizio del conflitto Russia-Ucraina, gli Stati Uniti hanno smesso di travestirsi. Invece, ha apertamente minacciato e screditato la normale e legittima cooperazione tra Cina e Russia. Uno scenario del genere è raro nella storia delle relazioni internazionali.
È improbabile che le relazioni tra Cina e Russia subiscano una frattura o uno scontro come previsto e promosso dagli Stati Uniti e dall'Occidente. Allo stesso tempo, Cina e Russia non hanno formato la cosiddetta alleanza anti-USA. Cina e Russia si sono unite per resistere al virus politico degli Stati Uniti e dell'Occidente mentre si oppongono all'egemonismo. Queste sono le voci della giustizia delle potenze indipendenti nell'attuale situazione internazionale. È completamente diversa dall'"alleanza anti-USA" con una natura politica di blocco nel contesto dell'opinione pubblica occidentale. Fuori dalla psicologia oscura, gli Stati Uniti e l'Occidente cercano disperatamente di "creare un cuneo" tra Cina e Russia, sperando di sconfiggere i due uno per uno; nel frattempo, "lega" con la forza Cina e Russia insieme, sperando di prendere di mira i due contemporaneamente. La comunità internazionale può vedere chiaramente che gli Stati Uniti negli ultimi anni hanno rafforzato l'alleanza Five Eyes, venduto Quad, messo insieme AUKUS e cercato di creare una "versione indo-pacifica della NATO". Tutte queste azioni rappresentano la forza più distruttiva nel sistema internazionale, con l'ONU al centro. Questo è qualcosa che molti paesi, inclusa la Cina, non vogliono vedere e stanno cercando di evitare. Da un certo punto di vista, questo è il significato dell'incontro tra i capi di stato di Cina e Russia. Come ha sottolineato il Presidente Xi, la Cina lavorerà con la Russia per adempiere alle proprie responsabilità di paesi principali e svolgere un ruolo di primo piano nell'iniettare stabilità in un mondo di cambiamento e disordine.
LA POLITICA DELLA FED
In attesa delle decisioni che saranno prese all’incontro del FOMC previsto in settimana (20-21 settembre), i dati di Refinitiv mostrano che i numeri sull’inflazione superiori al previsto hanno fatto aumentare le scommesse sul tasso terminale, al 4,45%, che sarebbe oltre 200 punti base sopra all’attuale tasso di interesse overnight di riferimento.
Come riportato da diverse agenzie, le attese di una FED più aggressiva nel suo approccio alla politica monetaria hanno anche portato ad un incremento dei rendimenti reali; in particolare i rendimenti a 10 anni del Treasury Inflation-Protected Securities (TIPS) venerdì sono arrivati all’1,03%, livello più alto da gennaio 2019. I rendimenti di riferimento dei Treasury a 10 anni la scorsa settimana sono aumentati di circa 8 punti base, al 3,443%; venerdì Goldman Sachs ha fatto sapere che questi rendimenti potrebbe chiudere l’anno al 3,75%.
Secondo analisti di Nomura è probabile che il FOMC in occasione del meeting di questa settimana aumenti il target del tasso di interesse a breve termine di un intero punto percentuale. Ad aumentare le possibilità dell’adozione di una posizione ancora più aggressiva in materia di politica monetaria da parte della FED ha contribuito il dato sull’indice dei prezzi al consumo, che ad agosto è risultato essere più elevato delle attese. Nomura ha anche citato un rialzo della sua previsione per il tasso finale di 50 punti base con il raggiungimento di un range 4,50%-4,75% entro febbraio 2023.
DATI MACROECONOMICI
L’indice dei prezzi al consumo a livello annualizzato ad agosto registra un +8,3% (dato più basso da aprile). Si tratta di una rilevazione superiore al consensus al +8,1%, ma inferiore al dato di luglio del +8,5%.
Sempre in riferimento ad agosto, il dato core (che esclude il settore del cibo e dell’energia) a livello mensile cresce dello 0,6%, contro una previsione del +0,3% ed un dato di luglio proprio del +0,3%.
Mentre a livello annualizzato si registra un +6,3%, contro un consensus del +6,1% ed un dato di luglio del +5,9%. I dati sono rilasciati dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.
I dati dei prezzi alla produzione di agosto confermano la discesa mensile dovuta alla componente energetica, mentre rimangono resilienti i componenti “core” che escludono il settore del cibo e dell’energia in salita dello 0,4%, andando oltre alla crescita dello 0,3% registrata a luglio (rivista da +0,2%) e al consensus del +0,3%.
A livello annualizzato, invece, la crescita di agosto è del 7,3% (dato più basso da ottobre); un rallentamento rispetto al +7,7% di luglio (rivisto da +7,6%). Il consensus prevedeva un +7,1%. Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.
Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 10 settembre hanno confermato il recente trend di miglioramento raggiungendo il dato più basso da fine maggio e attestandosi a quota 213 mila, contro una rilevazione della settimana precedente di 218 mila (rivisto da 222 mila) ed un consensus che prevedeva un rialzo a 226 mila. I segnali dal mercato del lavoro continuano ad essere buoni. Il dato è rilasciato dall’U.S. Department of Labor.
Le vendite al dettaglio in agosto, a livello mensile, crescono dello 0,3% dopo aver registrato a luglio una contrazione dello 0,4% (rivista da +0,0%). Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.
Mentre le vendite al dettaglio Control Group (che rappresenta le vendite totali del settore utilizzate per preparare le stime di PCE per la maggior parte delle merci), ad agosto non variano, registrando un +0%, contro un consensus del +0,5% ed una rilevazione di luglio del +0,4% (rivista da +0,8%). Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.
Il Philadelphia Fed Manufacturing Index scende significativamente, passando dal dato di agosto di 6,2 punti a quello di settembre di -9,9 punti, sotto ad un consensus fissato a 2,8 punti. Male la componente nuovi ordini che passa da –12,5 a –17,6. Il dato è rilasciato dalla Federal Reserve Bank di Philadelphia.
Il dato preliminare di settembre dell’indice di fiducia dei consumatori elaborato dall’Università del Michigan si attesta a 59,5 punti. Si tratta di una rilevazione al rialzo rispetto al dato di agosto pari a 58,2 punti, ma inferiore al consensus di 60,0 punti.
PORTAFOGLI AZIONARI
Poco da dire per quanto riguarda l’operatività sui nostri Portafogli azionari. Il rimbalzo fino a lunedì scorso stava dando una mano per avvicinare qualche titolo del Portafoglio “The Challenge” al rispettivo target, ma la profonda discesa degli indici nei giorni successivi ha allontanato questa prospettiva che, a quanto pare, potrebbe non finire qui. Di semi-positivo c’è da dire che l’ulteriore ribasso potrebbe favorire l’acquisto di un lotto aggiuntivo sui titoli a maggiore perdita minimizzando ancor più il rischio. Per possibili nuovi acquisti su titoli ad alta capitalizzazione che presentano un alto rendimento nel corso degli anni passati, attendiamo un bottom dei mercati.
Stessa situazione per il Portafoglio Storico nell’attesa che la strategia del Nasdaq Weekly ritorni ad operare, nell’attesa anche della nuova strategia su un basket di titoli europei, sempre su base weekly che stiamo finendo di testare. Contiamo di partire per fine mese scrivendo un articolo ad hoc per le specifiche operative.
Alla prossima.
ULTIME NOTIZIE SUI TITOLI DEI NOSTRI PORTAFOGLI
ASML Holding - Ha una posizione incredibilmente unica nel settore dei semiconduttori. Detiene il monopolio delle apparecchiature per litografia ultravioletta estrema (EUV), la tecnologia utilizzata per "stampare" i circuiti elettrici più intricati all'interno dei chip più avanzati, frutto di quasi due decenni di ricerca, l'azienda non vedrà alcuna seria concorrenza su questo fronte per molti anni (forse mai), mentre la litografia ultravioletta profonda (DUL), che stampa la maggior parte degli altri livelli in un chip di calcolo o memoria avanzato (utilizzato in cose come il cloud computing e l'intelligenza artificiale), ha una certa concorrenza dai conglomerati giapponesi Canon e Nikon, ma ASML è comunque leader in tutto ciò che riguarda la litografia ultravioletta. Le vendite di queste apparecchiature di produzione avanzate e costose possono essere piuttosto irregolari da un trimestre all'altro. Ad esempio, nel secondo trimestre del 2022, la tecnologia EUV rappresentava il 48% delle vendite di sistemi, mentre DUL costituiva gran parte del saldo. Nel primo trimestre, tuttavia, l'EUV rappresentava solo il 26% delle entrate totali della Cina. La Cina non può ottenere le apparecchiature EUV di ASML, ma può acquistare DUL. Pertanto, in trimestri come il primo trimestre del 2022 in cui DUL è una fetta più ampia della torta, le vendite in Cina possono essere significative. ASML ha affermato che il 34% delle entrate proveniva dalla Cina nel primo trimestre grazie agli ordini DUL, mentre la percentuale è scesa al 10% nel secondo trimestre quando le vendite di EUV erano più elevate.
Ma ecco il problema: ASML ha avuto qualche difficoltà a realizzare pienamente il suo potenziale in EUV, o almeno il suo potenziale a breve termine. Il governo olandese non ha concesso una licenza di esportazione ad ASML per la vendita di apparecchiature EUV in Cina. Secondo quanto riferito, gli Stati Uniti stanno cercando di limitare ulteriormente le vendite di ASML in Cina, anche se ASML è una società olandese. Ma c’è di più, i rapporti suggeriscono che gli Stati Uniti vogliono porre restrizioni anche alle apparecchiature DUL che la Cina può acquistare da ASML e, pur essendo olandese, nel corso degli anni ha acquisito diverse società statunitensi per accelerare lo sviluppo di apparecchiature DUL e EUV, quindi i legislatori di Washington potrebbero influenzare le scelte della società. Vale la pena notare, tuttavia, che ASML afferma che queste discussioni non sono nuove e non è stata ancora presa alcuna decisione di estendere il divieto di vendita. Fate conto che circa il 16% delle entrate totali di ASML proveniva dalla Cina nel 2021, quindi una potenziale eliminazione delle vendite in Cina sarebbe un bel danno per le casse della società.
Ma vediamo i lati positivi. La legislazione denominata “US Chips Act”, che è stato approvata nel luglio 2022, mira a riaccendere la produzione di semiconduttori negli Stati Uniti. Secondo la Semiconductor Industry Association, la capacità di produzione di chip negli Stati Uniti è scesa dal 37% del totale globale nel 1990 a solo il 12% di oggi. Il Chips Act mira a distribuire 52 mld $ di finanziamenti e fornire un credito d'imposta del 25% alle società che investono in operazioni di fabbricazione di semiconduttori negli Stati Uniti. Questo potrebbe essere un vantaggio per i giganti produttivi dei chip come Intel che è un cliente ASML, avendo effettuato un grosso ordine con ASML del valore di centinaia di milioni di dollari all'inizio del 2022. Offerte come questa potrebbero aumentare negli anni a venire quando altri produttori di chip stabiliranno piani per nuove grandi strutture negli Stati Uniti. Per EUV in particolare, varie stime indicano un aumento delle vendite di apparecchiature per oltre il 20% all'anno nei prossimi anni. In altre parole, la produzione di chip avanzati al di fuori della Cina dovrebbe essere compensata ed aumentata per riempire il vuoto lasciato dalle eventuali restrizioni imposte a ASML.
PayPal - Durante il mercato ribassista del 2022, Paypal ha continuato la sua crescita dei ricavi. Ha registrato un fatturato di 13,3 mld $ per la prima metà dell'anno, in crescita solo del 4%, rispetto allo stesso lasso di tempo nel 2021. Questo dato è significativamente più basso rispetto alla crescita dei ricavi del 18% nel 2021. Tuttavia il CEO, Dan Schulman, ha detto di prevedere una crescita dei ricavi di circa il 10% per il 2022, affermando che si aspetta che i ricavi soddisfino o superino le aspettative per un terzo trimestre consecutivo. Ciò indica che la crescita dei ricavi potrebbe presto avvicinarsi ai livelli del 2021.
Probabilmente i recenti dividendi di PayPal sono stati la causa del calo delle quotazioni. Ha registrato una perdita nel secondo trimestre di $ 341 milioni, portando a soli $ 168 milioni di utile netto per la prima metà dell'anno, il 93% in meno rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. La società ha accusato l'aumento delle spese di transazione relative alla piattaforma di pagamento e-commerce Braintree. Anche transazioni e perdite di credito più elevate con un'offerta di servizi Venmo hanno contribuito alle spese più elevate. Gli investitori tecnologici dovrebbero dare un'occhiata più da vicino alle azioni PayPal. Sebbene non sia immune da un rallentamento, il suo modello di ricavi basato sulle transazioni e l'attenzione al coupon PayPal Honey (che aiuta i consumatori a trovare sconti sui prodotti relativi ai gusti personali) dovrebbero isolare PayPal e i suoi utenti dagli effetti inflazionistici. Nonostante le perdite del secondo trimestre, la società riceverà probabilmente l'aiuto di Elliott poiché le entrate continuano a crescere. Questi fattori dovrebbero essere di buon auspicio per PayPal a lungo termine, indipendentemente da ciò che accade con l'inflazione.
FOCUS SU TITOLI
FEDEX - La società di shipping FedEx ha alimentato il sentiment negativo già emerso nei giorni scorsi. La società ha riportato i risultati del trimestre chiuso a fine agosto, deludendo fortemente le attese sui profitti con un dividendo al 3,44 $/az. (contro attese per 5,14 $/az.) registrando un calo di quasi il 20% rispetto all’anno scorso, nonostante i ricavi siano stati più o meno stabili. FedEx inoltre ha ritirato le previsioni sull’intero 2023 e annunciando la chiusura di uffici, lo stop alle assunzioni e altre misure per contenere i costi. Lo stesso CEO della società, ha dichiarato a Cramer di Mad Money, che ritiene che una recessione sia in arrivo. L’annuncio di FedEx si colloca a qualche settimana dall’inizio della stagione delle trimestrali economiche societarie relativa al terzo trimestre 2022. Finora le attese degli analisti hanno tenuto abbastanza bene ma come evidenziato da FedEx il calo della domanda e l’aumento dei costi è destinato a pesare sui profitti sia nel trimestre corrente che nel 2023.
PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 USCITI NELLA SETTIMANA APPENA TRASCORSA.
ADOBE SYSTEMS – 24,14%. La società offre una linea di software e servizi utilizzati da professionisti creativi, professionisti del marketing, sviluppatori, imprese e consumatori, ha riportato utili nel terzo trimestre fiscale 2022 pari a 3,40 $/az. su ricavi per 4,43 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 3,33 $/az. su ricavi per 4,43 mld $. Il fatturato è aumentato del 12,7% su base annua. La società ha dichiarato di aspettarsi per il quarto trimestre fiscale 2022 utili di 3,50 $/az. su ricavi pari a ca. 4,52 mld $ e l'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 3,45 $/az. su ricavi pari a 4,58 mld $.
Shantanu Narayen, Presidente e CEO di Adobe, ha affermato: "Grazie alla nostra tecnologia rivoluzionaria, dal track record di creazione e leader di categorie e dal lavoro coerente, Adobe ha realizzato un altro trimestre record. Con l'annuncio della nostra intenzione di acquisire Figma, una delle principali piattaforme di progettazione collaborativa web-first, per circa 20 mld $ in contanti e azioni, crediamo di avere un'opportunità unica per inaugurare una nuova era di creatività collaborativa. Adobe ha raggiunto un fatturato record e una forte redditività nel trimestre, dimostrando che i nostri prodotti sono mission-critical per gli individui, per le piccole imprese e per le più grandi imprese del mondo. Il reddito operativo è stato pari a 1,96 mld $ e l'utile netto è stato pari a 1,60 mld $. Inoltre i flussi di cassa derivanti dalle operazioni sono stati pari a 1,70 mld $. Infine abbiamo riacquistato circa 5,1 milioni di azioni durante il trimestre. Il nostro rigore operativo combinato con il nostro forte motore di innovazione sta guidando la crescita attraverso le nostre piattaforme e alimenterà la crescita futura mentre l'economia digitale continua ad espandersi".
SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. I SEGNALI VENGONO GENERATI UNA VOLTA A SETTIMANA E PUBBLICATI SUL SITO IL LUNEDI MATTINA E VALEVOLI PER TUTTA LE SETTIMANA. IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
ASTENERSI PRIMA DI AVERE COMPRESO CON ESATTEZZA IL PROFILO DI RISCHIO E LE CARATTERISTICHE TECNICHE DEL SERVIZIO CON LA LETTURA DELLE SPIEGAZIONI POSTE NELLA DICITURA "Il Portafoglio LombardReport": (clicca qui >>>)
CONSIGLIAMO DI SEGUIRE IN PAPER TRADING LE OPERAZIONI PER QUALCHE SETTIMANA PRIMA DI APPLICARLE.
ORDINI DI ACQUISTO NUOVE POSIZIONI DELLA SETTIMANA (19/09/2022)
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Pagina a cura di SANDRO MANCINI e GIANMARCO LUCHETTI SFONDALMONDO.