Cosa fare nell’ultima parte del 2022? Cinque leader dell’asset management esprimono il loro giudizio. Una risposta si può immaginare in sette titoli Usa dai business iper solidi. I migliori Etf per puntare sui bond corporate. Un’azione leader della transizione energetica. Certificati: questa volta tocca ai Top Bonus. Altro che Bund! Meglio i bond dell’Unione europea.
Il report della domenica
Partiamo subito dalle opinioni e dalle aspettative sui mercati.
● L’investment committee di Credit Suisse è passato nel suo ultimo meeting dalla valutazione neutrale a sottopesato per l’azionario sia dei Paesi sviluppati sia di quelli emergenti. Il quadro economico in peggioramento porta a prevedere un “repricing” dovuto al rialzo dei tassi in quasi tutto il mondo ma soprattutto nell’area Fed e a un rallentamento della crescita che peserà sui ricavi. Insieme ai mercati azionari anche le obbligazioni sono state oggetto di forti vendite. Contrariamente alle prime le prospettive in questo caso sembrano però meno negative. Ulteriori rialzi dei tassi contribuiranno a spingere all’insù i rendimenti dei bond. Tuttavia lo yield di riferimento e i credit spread hanno raggiunto già ora livelli che garantiscono un certo cuscinetto di fronte a tale cambiamento.
● Per Indosuez Wealth Management si sta assistendo a un adattamento rapido, talvolta violento e non lineare, nella direzione di un cambiamento del quadro macroeconomico. La buona notizia per risparmiatori e investitori resta il ritorno in ambito obbligazionario del rendimento nominale, che nasconde malamente le difficoltà di contrastare l'erosione dei rendimenti reali. Inoltre è la fine della sindrome “Tina” (There is no alternative to equities) e si potrebbe paradossalmente assistere nel corso del 2023, dopo un anno devastante, al ritorno della strategia conosciuta come 60/40 - 60% di azioni e 40% di obbligazioni - nei portafogli. Le divergenze economiche e monetarie globali segnano inoltre la riattivazione della diversificazione geografica negli stessi portafogli, di cui la volatilità valutaria è l'interpretazione più evidente.
● John Auther nel suo Bloomberg Daily ha segnalato che il valore relativo tra il rendimento da dividendi dell'S&P500 e quello dei Treasury a 10 anni è il più interessante dal 2011. Per fare un confronto, lo yield da dividendi del britannico Ftse 250 è di 306 punti base rispetto al Gilt a 10 anni a 315. L'Euro Stoxx 600 ha invece un rendimento da dividendi di 365 punti base rispetto al Bund a 10 anni, collocato a 175 punti base. Questo il grafico che evidenzia l’evoluzione sul fronte Usa.
● In un meeting con alcuni investitori Usa (poi ripeso in un post su LinkedIn) Ray Dalio, fondatore di Bridgewater Associates, uno dei più attivi hedge fund d’oltre Oceano, ha sostenuto che un eventuale aumento dei tassi di interesse da parte della Fed a circa il 4,5%, al fine di combattere l'inflazione, farebbe precipitare i prezzi delle azioni di un altro 20%. In relazione invece al tasso di inflazione medio i mercati si aspettano un 2,6% nel medio termine ma la stima di Dalio è che sarà tra il 4,5% e il 5% a lungo termine e "significativamente più alta" in caso di shock economici, quali guerre in Europa e in Asia o disastri ambientali.
Le previsioni per i tassi Usa (in base ai future sui Fed Funds) Tasso in corso 2,5% - Meeting Fed 21/9/2022: 3,25% (probabilità 85%) – Meeting Fed 2/11/2022: 4,0% (probabilità 59,7%) – Meeting Fed 14/12/2022: 4,25% (probabilità 41,5) o 4,5% (probabilità 40,7%) – Meeting Fed 1/2/2023 4,5% (probabilità 41,2%) o 4,25% (probabilità 28,4%) |
● Intanto nel tradizionale commento settimanale il BlackRock Investment Institute si allinea a quanto sostenuto da altre leader dei mercati finanziari: ritiene che sia preferibile ridurre le posizioni azionarie in quanto finora basate su stime di crescita degli utili maggiori rispetto a quelli che si potranno realizzare nei prossimi anni. Preferisce invece l’obbligazionario “investment grade” (quindi con rating elevati), i cui rendimenti stanno diventando interessanti. Da segnalare inoltre una valutazione importante: BlackRock prevede che la Bce manterrà una politica monetaria aggressiva fino a fine anno ma che poi si fermerà quando verificherà gli effetti indigesti sull’economia, con un livello di tassi che a fine 2022 potrebbe attestarsi poco sotto le attuali attese del mercato.
In base a questa valutazione (qui entriamo nell’autonomo lavoro di ricerca dell’estensore del report) ecco una selezione di Etf con cui si può ragionare in ottica di rendimento a medio/basso rischio e a media volatilità nel settore bond corporate in euro e in dollari.
Quello con maggiori dimensioni
iShares Core Euro Corporate Bond |
IE00B3F81R35 |
Valuta Eur – Volatilità bassa – Ter 0,20% |
Cedole semestrali (yield 0,85%) – Performance 2022 -13,6% |
Quello meno costoso
Amundi Prime Euro Corporate |
LU1931975079 |
Valuta Eur - Volatilità bassa – Ter 0,05% |
Cedola annuale (yield 1,5%) – Performance 2022 -13,2% |
Quello con la migliore performance
iShares $ Floating Rate Bond (tassi variabili in $) |
IE00BZ048462 |
Valuta Usd – Volatilità media – Ter 0,10% |
Cedola semestrale (yield 0,50%) – Performance 2022 +12,9% |
Quello con il maggiore rendimento cedolare
Xtrackers $ Corporate Bond Eur Hedged |
IE00BZ036J45 |
Valuta Eur – Volatilità medio alta – Ter 0,25% |
Cedola trimestrale (yield 6,2%) – Performance 2022 - 23,4% |
► Sette azioni Usa per ballare rispetto ai mercati
Se il quadro in prospettiva futura è quello sopra previsto occorre valutare delle azioni a bassa correlazione con i mercati. Oggi lo facciamo con sette titoli a tendenziale minore volatilità (sotto la fatidica barriera del 20%) e con business solidi, poco penalizzati da un’eventuale recessione economica.
Azione |
Perché prenderla in considerazione |
La volatilità e come va |
Allstate (Nyse – ultima quotazione 129,4 $) |
Gruppo assicurativo con la maggiore rete di agenti indipendenti negli Stati Uniti. La si considera favorita da un rialzo dei tassi oltre Oceano |
La variazione percentuale a 1 anno è del 27,2%. Ha un’ottima profittabilità e un rapporto debito/cash favorevole. Da inizio 2022 quota al rialzo del 9,4% |
Alphabet (Nasdaq – ultima quotazione 103,6 $) |
Google e tante altre società collegate creano una rete di business in pieno sviluppo |
La variazione percentuale a 1 anno è del 26,1%. Praticamente non ha debito e la liquidità di cassa sale di continuo da un decennio. Da inizio 2022 quota al ribasso del 29,1%. Ora la si ritiene sottovalutata |
Berkshire Hathaway (Nyse – ultima quotazione 274,8 $) |
E’ una scommessa su cui solitamente si vince, data la struttura di holding di partecipazioni in società molto affidabili |
La variazione percentuale a 1 anno è del 26,7%. Il cash prodotto ogni anno supera il debito complessivo. Da inizio 2022 quota al ribasso dell’8,6% |
Colgate Palmolive (Nyse – ultima quotazione 75,69 $) |
Multinazionale statunitense che si occupa della produzione e della distribuzione di articoli per la cura del corpo, la pulizia della casa e l'igiene orale |
La variazione percentuale a 1 anno è del 17,2%. Il debito è aumentato a causa di varie acquisizioni ma altri parametri sono ottimi: per esempio il margine operativo è al 26%. Da inizio 2022 quota al ribasso del 10,6% |
Costco Wholesale (Nasdaq – ultima quotazione 504,14 $) |
Secondo gruppo statunitense e di rimando mondiale nel settore della grande distribuzione. Gli acquisti sono consentiti solo a clienti iscritti a una specie di “libro soci”. Di solito il business non risente dell’effetto inflazione |
La variazione percentuale a 1 anno è del 30,2%. Il debito è ampiamente sotto controllo ma il cash sale di anno in anno. Il margine operativo risulta tuttavia modesto, il che è tipico del settore grande distribuzione. Da inizio 2022 quota al ribasso dell’11% |
Home Depot (Nyse – ultima quotazione 275,97 $) |
La casa intesa in tutti i sensi: costruzione, manutenzione, arredo ecc. E’ il maggiore gruppo Usa specializzato nel settore |
La variazione percentuale a 1 anno è del 29,3%. La profittabilità risulta ottima ma il debito è alto. Da inizio 2022 quota al ribasso del 32,5% su timori anche di un’inflazione galoppante |
McDonald’s (Nyse – ultima quotazione 254,91 $) |
Spiegare chi è e cosa fa sarebbe abusare dell’intelligenza dei nostri lettori! |
La variazione percentuale a 1 anno è del 14,4%. Cosa piace? La profittabilità al 43%. Da inizio 2022 quota al ribasso del 5,1% |
► La transizione energetica ha una campionessa ed è spagnola
Intervistata tempo fa dai gestori di Lyxor Isabel Sánchez Herrero, Responsabile Investor Relations del gruppo spagnolo Iberdrola aveva affermato che “la società ha avviato una transizione verso le energie pulite già 20 anni fa. Oggi la decarbonizzazione e la scelta ecologica beneficiano di un ampio consenso ma allora avevamo dovuto convincere le autorità di regolamentazione, i Governi e gli altri operatori di mercato che questa era la giusta direzione. A partire dal 2000 Iberdrola ha investito quasi 120 miliardi di euro nelle energie rinnovabili. Di conseguenza, da utility spagnola locale che impiegava carbone e olio combustibile, si è trasformata nel gruppo globale e green che è oggi. Negli ultimi due decenni si sono smantellati 8.500 MW (megawatt) di capacità di generazione a carbone e olio combustibile, facendo scendere il livello di emissioni sotto i 100g CO2/kwH (kilowatt-ora). Sono dati importanti da sottolineare, perché altre utility o società omologhe si definiscono "verdi" ma stanno ricominciando a produrre elettricità con il carbone, mentre noi no. Grazie al cammino intrapreso 20 anni fa, abbiamo quadruplicato la nostra capacità di generazione da fonti rinnovabili e abbandonato il carbone, riducendo le emissioni del 72%. La media delle società omologhe è tre volte più elevata.
Naturalmente ci affidiamo all’attendibilità di queste dichiarazioni non potendole verificare. In realtà una convalida la dà il mercato. L’azione Iberdrola infatti da inizio anno conferma una performance positiva, il che viene poi avvalorato da segni altrettanto favorevoli su tutti i timeframe, medi e lunghi. Supera però altri esami? Lo verifichiamo numeri alla mano.
Dividend yield |
Non elevato ma in continua crescita. Si attesta sul 4,4% con un trend di progresso del 7,7% annuo nell’ultimo quinquennio. Nel piano strategico 2020-2025 è stato fissato un floor di remunerazione degli azionisti di 0,40 euro per gli anni dal 2020 al 2022. Dal 2023 salirà? |
Indebitamento |
Resta piuttosto alto, il che è una costante per il settore “utilities” di tutta Europa |
Marginalità operativa |
Sul 19%, con un trend in crescita negli ultimi anni |
Numero di anni a profittabilità positiva |
Nell’ultimo decennio non si è mai registrato un bilancio in perdita |
Volatilità dell’azione |
Al 33% su base annua |
Ultima quotazione |
10,565 euro |
I livelli da monitorare |
I supporti di 10,4 e di 9,34 euro e la resistenza di 11,11 euro |
Valutazione complessiva |
Positiva, sebbene il titolo sia considerato solo di poco sottovalutato nella fase in corso |
Strategia |
E’ un’azione preferibile per chi fa trading di medio periodo. Va monitorata con l’Rsi (attualmente a 47 nella configurazione a 14 periodi) |
► 14 certificati Top Bonus su azioni italiane con scadenze corte
Di solito scriviamo di certificati Cash Collect, molto seguiti dai lettori. Oggi analizziamo invece una categoria diversa, quella dei Top Bonus nella versione Recovery.
Société Generale quota da alcuni giorni sul SeDeX di Borsa Italiana 14 nuovi Recovery Top Bonus sui seguenti titoli azionari italiani: Banco Bpm, Enel, Eni, Intesa Sanpaolo, Mediobanca, Stellantis e UniCredit. Consentono di investire su scadenze brevi (dicembre 2023 o giugno 202), a seconda della versione. I certificati sono a capitale condizionatamente protetto. Permettono di beneficiare della struttura tipica dei Bonus e presentano un prezzo di emissione inferiore a 100 euro (da qui il nome “Recovery”), con un rimborso massimo a scadenza pari appunto a 100 euro lordi.
Nei Recovery Top Bonus la barriera è di tipo europeo, ossia attiva solo a scadenza. Pertanto un ribasso del sottostante sotto la stessa durante la vita del certificato non preclude la possibilità per l’investitore di ottenere l’importo di un rimborso a 100 qualora il valore del sottostante risultasse sopra la barriera alla data di valutazione finale. A scadenza saranno possibili due scenari.
● Nel caso il valore di chiusura del sottostante risultasse superiore o uguale alla barriera alla data di valutazione finale verrebbe corrisposto un importo lordo predefinito pari a 100 euro. Consentono quindi di realizzare una performance positiva anche in caso di moderato ribasso del sottostante.
● Qualora invece il valore di chiusura del sottostante risultasse inferiore alla barriera alla data di valutazione finale sarebbe versato un ammontare pari all’importo di calcolo del certificato moltiplicato per la performance del sottostante. In tale scenario l’investitore si espone al rischio di una perdita rispetto al capitale investito.
Punti forti: ● Sono prodotti adatti in caso di mercati laterali, caratterizzati cioè dalla mancanza di un chiaro trend al rialzo oppure al ribasso ● Tempistiche di investimento di breve/medio termine ● Protezione condizionata dell’importo nominale a scadenza nel caso in cui il valore del sottostante non tocchi la barriera ● Quest’ultima è di tipo europeo ed entra quindi in funzione solo a scadenza.
Punti deboli: ● I sottostanti anche in questo caso sono un po' sempre gli stessi, su cui magari si è già investito con altri certificati ● Vanno inseriti in un portafoglio che preveda anche altre tipologie di certificate ● Scambi tendenzialmente bassi sul secondario ● Non sono idonei in presenza di mercati violenti in un senso o nell’altro.
► Meglio i Bund o le emissioni dell’Unione europea? La risposta è complessa
Chi cerca sicurezza in campo obbligazionario preferisce quasi sempre i Bund tedeschi. Spesso però ignora o trascura un’alternativa più redditizia sebbene altrettanto solida, quella delle emissioni dell’Unione europea (rating AAA di Fitch e Moodys e AA+ di S&P). Sono numerosi e tutti quotati su Borsa Italiana.
Emissione |
Isin |
Yield in corso |
Scambi sul Mot |
Eu Sure Bond 0% Nv25 Eur Green |
EU000A284451 |
1,9% |
Modesti |
Eu 1,375% Ot29 Eur |
EU000A1ZR7H3 |
2,1% |
Modesti |
Eu Sure Bond 0% Ot30 Eur Green |
EU000A283859 |
2,3% |
Casuali |
Eu Next Gen 1% Lg32 Eur |
EU000A3K4DD8 |
2,3% |
Modesti |
Eu Sure Bond 0% Lg35 Eur Green |
EU000A285VM2 |
2,6% |
Casuali |
Eu Next Gen 1,25% Fb43 Eur Green |
EU000A3K4DG1 |
2,6% |
Casuali |
Eu Next Gen 2,625% Fb48 Eur Green |
EU000A3K4DM9 |
2,4% |
Casuali |
Perché scriverne se i loro scambi risultano così sporadici e discontinui? Per il motivo che dimostrano quanto sia desertificato il mercato italiano rispetto a quello delle Borse tedesche, su cui chi li tratta va a operare. Lì infatti gli spread sono iper contenuti (10-15 pb) e i volumi di tutto rilievo. Tornando allora alla questione se siano preferibili ai Bund la riposta è semplice: le emissioni dell’Unione Europea, nelle varie tipologie, devono entrare di più nei portafogli dei risparmiatori italiani. La diversità delle scadenze consente infatti di operare meglio sulla curva dei rendimenti rispetto ai governativi tedeschi con una volatilità mediamente inferiore. Anche gli istituzionali sono in ritardo in questo processo di diversificazione ma progressivamente stanno ponendo fine a un errore ingiustificabile.
L’utilizzo delle informazioni e dei dati come supporto di scelte personali è nella completa autonomia del lettore e pertanto solo quest’ultimo è responsabile delle proprie decisioni.