Titoli caldi – Unicredit sopra la 200: ci resterà? Vento e uranio con Invesco. Cedola 45% per un bond AAA


Il quadro grafico dell’azione di Piazza Aulenti è in parte condizionata favorevolmente dall’annuncio di un prossimo buyback, sebbene oggi manifesti nuova debolezza. Due inediti Etf nel settore energetico. Un’emissione tutta particolare rende attualmente il 41%.  

Buy and sell

Sedute certamente favorevoli le ultime per l’azionario delle banche italiane, aiutate dalle previsioni di rialzo dei tassi da parte della Bce. Si calcola infatti che a un aumento per esempio di 100 pb da parte di Eurotower corrisponda un incremento del 50% dell’Eps, acronimo inglese di Earning per share, ovvero utile netto per numero di azioni in circolazione, nel caso degli istituti di credito nazionali. Il mercato così festeggia e acquista i maggiori gruppi italiani, sebbene si tratti di un rimbalzino non tale da invertire il tendenziale trend ribassista del settore. Lo testimoniano inevitabilmente le medie mobili a 200, che confermano l’inclinazione negativa, seppur con accentuazioni più o meno rilevanti. Proprio da questo punto di vista occorre segnalare la situazione particolare di Unicredit: ha infatti all’opposto rotto al rialzo – sebbene timidamente – la stessa 200, tornata inoltre ad avere una pendenza positiva. È presto per cantare vittoria e occorrerà attendere le prossime sedute per valutare la forza del guizzo all’insù ma i grafici questo evidenziano. Oggi comunque apertura in netto calo sull’onda delle vendite generalizzate nel contesto delle Borse europee.

I motivi -  Un fattore vantaggioso è venuto dall’assemblea degli azionisti, che ha dato il via libera alla seconda tranche del buyback da 1 miliardo di euro sui 2,6 complessivi previsti. Ha votato a favore della delibera il 99,3361% del capitale presente, pari al 63,9928% del capitale sociale complessivo.

In merito la banca ha precisato che “l’operazione prevede un esborso complessivo fino a massimi 999,954 milioni di euro e, in ogni caso, per acquisti non superiori a 200 milioni di azioni (comprese le 52.814.279 già autorizzate dall’assemblea dei soci dell’8 aprile 2022). Gli acquisti di azioni proprie potranno essere effettuati entro la prima tra la data che cadrà dopo 18 mesi a decorrere dall’8 aprile 2022 e la data dell’assemblea chiamata ad approvare il bilancio dell’esercizio 2022. Il prezzo sarà individuato di volta in volta, nel rispetto delle norme, fermo restando che non potrà discostarsi in diminuzione o in aumento di oltre il 10% rispetto al prezzo ufficiale che il titolo Unicredit avrà registrato in Borsa nella seduta del giorno precedente il compimento di ogni singola operazione di acquisto”. Tralasciando i tecnicismi, c’è da notare che il titolo ieri ha superato in corso di seduta gli 11 euro per chiudere a 10,964 euro. È il caso allora di fare il quadro della situazione proprio perché media a 200 e 11 euro erano due target ipotizzati a luglio.

Apertura oggi (16/9/2022)

10,752 euro

Prima resistenza

Ce ne sono varie di breve periodo ma meglio attendere la chiusura del “gap” di febbraio e ipotizzare quella dei 13,19 euro, che dista non poco (circa il 20%) dalla chiusura di ieri. È troppo? Ecco allora un valore intermedio sugli 11,8 euro

Seconda resistenza

E’ più facile da identificare rispetto alla prima: si colloca sui 14,96 euro, corrispondente alla chiusura del 10 febbraio, massimo dal 2019

Scenario negativo

Si manifesterebbe con un ritorno sotto la 200 (a 10,54 euro nella chiusura di ieri) e poi con una discesa verso i 9,5 euro. La giornata in corso rischia di concretizzare il primo rischio

Un segnale positivo

Con la tenuta della 200, che tornerebbe a inclinarsi positivamente, e con una risalita verso i 12 euro

Un modo diverso di vedere la situazione

Analizzare il quadro grafico con periodicità mensile. Il Super Trend è positivo e si delinea una resistenza a 10,964 euro, proprio sulla quotazione di chiusura di ieri. I 13,20-13,30 euro sono anche in questo caso una successiva importante resistenza, mentre uno “stop loss” andrebbe impostato sugli 8,8 euro

► A Piazza Affari vento e idrogeno di Invesco

Il costante rincaro dei carburanti e dell’energia è una delle principali preoccupazioni in tutto il mondo; per questo, oltre che per la necessità di ridurre le emissioni di carbonio, Invesco punta a promuovere le energie rinnovabili. In tal senso va il lancio di due nuovi specifici Etf su Borsa Italiana: l’Invesco Wind Energy (Isin IE0008RX29L5 – valuta denominazione Usd – valuta negoziazione Eur – Ter 0,60%) e l’Invesco Hydrogen Economy (Isin IE00053WDH64 – valuta denominazione Usd – valuta negoziazione Eur – Ter 0,60%).

Da parte della società si fa presente come “Quest’anno quasi metà degli investimenti in Etf europei si sia rivolta a prodotti della categoria Esg e di questi il 40% abbia scelto strumenti con obiettivi climatici o con esposizioni tematiche, come l’energia pulita (fonte: dati raccolti da Bloomberg da inizio 2022 a fine luglio). Un tema relativamente nuovo e sconosciuto ai più può offrire un ampio potenziale di crescita ma richiede competenza per selezionare le aziende con esposizioni significative al tema. Ciò vale per le strategie sia attive che passive”.

Invesco Wind Energy si propone di ottenere il rendimento totale dell’indice WilderHill Wind Energy Ntr (Bbg code: WNXUSN), replicandone integralmente la composizione fisica. L’indice, composto da società internazionali specializzate nel perfezionamento delle turbine e delle pale eoliche, nella fornitura di materiali utilizzati nell’energia eolica, nella modernizzazione della rete nonché nella promozione dell’energia eolica e nel ricorso più intenso a questa risorsa, comprende aziende operanti nella produzione dell’energia eolica sia in terraferma sia in mare.

Invesco Hydrogen Economy replica il WilderHill Hydrogen Economy Index (Bbg code: H2XUSN), composto da società operanti nel perfezionamento delle attività nel settore dell’idrogeno, dalla generazione allo stoccaggio e alla conversione e dall’utilizzo nei trasporti all’innovazione e alla promozione delle pile a combustibile, privilegiando l’esposizione all’idrogeno verde.


Naturalmente trattandosi di prodotti nuovi i loro scambi sono attualmente in fase di avvio.

► Quota poco sopra 100 il nuovo bond con cedola 45%

Ovvia la valuta di denominazione: è la lira turca. Una divisa per chi ci sa fare, con cui nel 2022 si sono messe a segno performance eccellenti operando su switch relativi alla curva dei rendimenti, in forte movimento.

Desta quindi indubbio interesse un nuovo bond, che ha debuttato su Borsa Italiana nei giorni scorsi. La sua cedola? Del 45%.

Denominazione

Aiib Tf 45% Mz24 Try

Emittente

Asian Infrastructure Investment Bank

Quotazione

Mot

Rating

AAA

Isin

XS2530041420

Tipologia

Senior a tasso fisso

Cedola

45%

Scadenza

8/3/2024

Lotto minimo

20.000 Try

Pagamento cedola

Annuale

Quotazione (apertura 16-9-22)

101,38 Try

Rendimento in corso

41,3% Try

Massimo anno

101,58

Minimo anno

98,726 Try

Spread di mercato

Sui 70-80 pb

Consistenza book

Interessante

Punti forti

Il rating, il rendimento e la “duration” (sensibilità ai tassi, naturalmente della Banca centrale turca) bassissima

Punti deboli

La volatilità della lira turca, una delle maggiori in assoluto nel contesto dei “cross” sull’euro, e gli scambi, ancora modesti ma in crescita. Infine l’irrazionalità delle decisioni di politica monetaria in Turchia