Buon fine settimana a tutti. La nostra Borsa si è mossa in un laterale estenuante da lunedì a giovedì e fino alla riunione della BCE. Solo nella seduta di venerdì c'è stato un forte allungo. Ma quanto durerà (se durerà naturalmente)? Non vi nascondo che personalmente sono stato a guardare per gran parte del tempo dal momento che i titoli italiani si sono mossi ma solo grazie a ricoperture e quindi dal mio punto di vista nessuno si sta realmente posizionando sul nostro mercato. Alcuni movimenti di indice potrebbero essere frutto delle scadenze tecniche della prossima settimana: fine mese e fine trimestre, il penultimo dell'anno. E poi subito dopo ci sarà nuovamente Powell e la decisione sui tassi statunitensi ed il tightening con conseguente riduzione del bilancio.
Tornando al nostro mercato notiamo che sul daily ci potrebbe ancora essere un allungo verso l'area posta a 22400 ma in quel punto passa anche una trendline di lunghissimo periodo che congiunge tutti i massimi relativi decrescenti che hanno guidato il ribasso da inizio anno a questa parte. Prima o poi verrà rotta al rialzo ma personalmente non credo che sia questo il momento più adatto e se ciò avvenisse ecco che si potrebbe trattare di un falso segnale. In seguito capirete il perché. Ciò che mi stupisce è che la presidente della BCE ha messo in evidenza i grossi rischi per il sistema economico e la crescita europea derivanti dal cocktail inflazione e bassa crescita (che a casa mia si chiama stagflazione e di cui vi avevo parlato già ad ottobre/novembre dello scorso anno ben prima dell'inizio del conflitto quando le primissime avvisaglie di inflazione erano completamente sottostimate). Nonostante le sue parole il mercato per paradosso ha iniziato a salire, forse perché si è arrivati su livelli troppo bassi in un breve lasso di tempo e quando tutti sono sbilanciati ecco che si tende ad andare dalla parte opposta. Al momento un segnale positivo lo si avrebbe solo sopra i 23000 con più chiusure daily sopra tale livello. Valuteremo prossimamente.
La prossima ottava sarà di scadenze tecniche e dal 1982 ad oggi la tendenza è stata sostanzialmente laterale: un pò su e un pò giù, quindi non statisticamente definibile. Se il saldo delle prossime cinque giornate è ininfluente, dobbiamo ricordare che ci sono comunque stati cali particolarmente significativi ad esempio nel 2001 (-11.60% di S&P500 in seguito al crollo delle Torri Gemelle), del 4.99% nel 2002, dato che si bilancia col +5.35% nel 2011. Se la statistica nella settimana di expiring è sostanzialmente laterale e difficile da decifrare, così non è per quella successiva alle scadenze delle tre streghe che presenta una probabilità maggiore di ribasso: su 40 rilevazioni (dal 1980 ad oggi) nel post triple witching abbiamo infatti 27 settimane che hanno presentato una tendenza ribassista e solo 7 al rialzo (dati relativi all'S&P500).
Nella passata settimana c'è poi stato un massiccio acquisto di opzioni put da parte di istituzionali, qualcosa che non si è mai visto negli ultimi 22 anni come mostra il grafico seguente (Fonte: SentimenTrader). Questi operatori hanno "buttato via" 8.1 miliardi di dollari per l'acquisto di protezione anche se il Vix, l'indice di volatiltià, non è aumentato (forse perché sono state acquistate su scadenze più lunghe o su azioni non comprese nell'S&P500). La linea blu rappresenta la spesa per le opzioni put e riflette il valore netto dei premi spesi per l'acquisto di call al netto delle put. Anche se gli istituzionali si possono sbagliare, una domanda sorge spontanea: perchè e da cosa si vogliono proteggere ?
Michael Burry che ha previsto il tracollo del 2008 (ma con discreto anticipo e quindi le sue posizioni sono comunque andate contro e per un certo lasso di tempo si è trovato ad avere perdite ingenti) ritiene che l'unica via del mercato sia al ribasso. Altri operatori di pari fama sono invece di parere diametralmente opposto. Personalmente continuo a propendere per un rialzo nell'ultimo trimestre di questo 2022, magari dopo un ulteriore scrollone al ribasso da qui fin verso la metà di ottobre.
Come ho già avuto modo di scrivere recentemente settembre ha una tendenza sostanzialmente piatta con una sorta di top verso metà mese (la prossima settimana) e poi la debolezza si accentua. Pensate che posizionarsi corti il dodicesimo giorno di trading (nb: quindi non di calendario) sull'S&P500 (ricordo ai fini del conteggio di tale data che lunedì 5 settembre i mercati statunitensi sono rimasti chiusi per il Labor Day) con uno stop attorno ai 2200$ per contratto mini e mantenendo il trade per due sedute, negli ultimi 24 anni ha avuto successo per ben 22 volte (una probabilità prossima al 92%) con un profitto cumulato attorno ai 23 mila $. Posizionarsi corti sul mercato a partire da quella data ha avuto tendenzialmente successo fino alla fine del mese. Una grande probabilità di debolezza la si ha anche negli ultimissimi giorni di calendario del mese, diciamo dal 26-27 e fino al 30. Anche il diciannovesimo giorno di mercato aperto (guarda caso la data del mio compleanno) presenta una possibilità di ribasso che si è manifestata per ben 21 volte negli ultimi 23 anni. Quindi nell'ottica di un trader di breve termine eviterei di longare il mercato nel mese di settembre ed in modo particolare dalla seconda metà. Piuttosto andrei alla ricerca di punti per uno short.
In sintesi
Ipotizzando che il rimbalzo in corso sia dovuto ad uno short covering (ricoperture pre scadenze e pre decisione Fed sui tassi e ricordando quanto avvenuto a fine agosto) ed osservando la statistica non propriamente favorevole ai rialzisti il mio consiglio è di cercare punti per lo short e non per il long tenendo comunque a mente che più si rimane in posizione e più tendono a diminuire le probabilità di successo dell'operazione (anche se possono aumentare i guadagni cumulati).
Il mercato americano può ancora scendere un pò e trovare magari addirittura un nuovo minimo ma, pur andando nettamente contro corrente, come view sono rialzista per l'ultimo quarter e rimango dell'idea che l'inflazione (nb: negli Stati Uniti) scenderà e questo sarà bullish per l'azionario. Certamente gli earnings sulle azioni dell'S&P500 sono stati rivisti al ribasso già ad agosto e questo NON è un bel segnale, ma ricordiamoci anche che sono stati negativi per un discreto periodo anche durante l'ultimo decennio e nonostante questo il mercato è salito e queste revisioni potrebbero semplicemente essere l'effetto degli eccessi di fine 2021.
Ad maiora!
PNA
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)