Cosa suggerisce il replicante ribassista dell’indice tedesco. La debolezza dell’azione del costruttore automobilistico può essere colta anche con i certificati. Cinque emissioni della Banca europea in cinque diverse valute.
Buy and sell
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Analizziamo il grafico su base triennale: non si può certo parlare di crisi per il Dax anatomizzando l’Etf Xtrackers short Dax daily swap (Isin LU0292106241 – apertura oggi a 15,45 euro), strumento senza leva adatto a piccoli e medi investitori che vogliano puntare sui cicli ribassisti dell’indice tedesco. Si muove infatti ancora in un’ampia e prolungata fascia di lateralità compresa fra il supporto di 13,6 euro e la resistenza di 16,5 euro. La media storica a tre anni delle quotazioni risulta superiore (e non di poco) rispetto a questi valori. Se lo si esamina invece su periodicità a 200 sedute il quadro dà segnali di allerta: la media mobile a 200 è diventata rialzista – quindi ribassista per l’indice – mentre nel corso del 2022 si sono registrati due massimi relativi di periodo, che costituiscono ora il riferimento tecnico da valutare con maggiore attenzione. Collocati sui 16,5 euro, con piccole escursioni intraday più alte lunedì 7 marzo e martedì 5 luglio, rappresentano il gradino oltre il quale sul Dax in modalità “long” scatterebbe un primo consistente avviso di “sell”.
È vero che la media a 200 è rivolta al rialzo per lo strumento short ma con un’inclinazione morbida, che contrasta la prolungata e ripida discesa manifestatasi da fine 2020 in poi. Al contrario di quanto accade solitamente il calo dell’indice non è stato quindi così violento come in altre occasioni, il che lascia ben sperare. Ciò malgrado le trendline siano tutte ribassiste e intravedano un obiettivo verso gli 11.440 punti contro la chiusura ieri a 13.230 punti. Poiché si sta però analizzando l’Etf short si tenga conto dei 16,5 euro come del livello oltre cui l’attenzione per un investimento “orso” sull’indice diventerebbe strategicamente interessante.
Visto che si parla di Germania vale la pena prendere in considerazione uno dei titoli più conosciuti di Francoforte, ovvero Volkswagen. Ha bruciato tutte le performance superlative del 2021, quando oltrepassò i 230 euro. Ieri l’azione ha chiuso sotto i 140, indebolita non solo da un quadro macroeconomico incerto ma anche da complesse vicende interne. Ecco allora un classico titolo su cui conviene puntare oggi con un certificato.
Ne evidenziamo uno attraente in ottica di medio periodo.
Denominazione |
Goldman Sachs Volkswagen Express 300926 |
Isin |
GB00BNWM5541 |
Tipologia |
Express a capitale condizionatamente protetto |
Valuta di negoziazione |
Eur |
Barriera sul capitale |
70% del livello iniziale di 193,64 euro |
Trigger cedole |
70% del livello iniziale, equivalente a 135,548 euro |
Importo cedole |
7,1% su base annua con effetto memoria |
Autocallable (rimborso anticipato) |
A 100 dal 23/9/2022 |
Data emissione |
30/9/2021 |
Data rimborso |
30/9/2026 |
Valore nominale |
100 euro |
Rimborso a scadenza |
Nel caso il prodotto non si sia estinto anticipatamente, si prevedono due scenari: ● se il sottostante non scende sotto la barriera posta al 70% del livello iniziale (stessa entità del trigger cedolare), il certificato paga il nominale più l’ultima cedola e quelle eventualmente non versate in precedenza ● in caso contrario il certificato replica linearmente la performance di Volkswagen, riconoscendo un valore pari al valore nominale del certificato per la performance (data dal valore finale in rapporto al valore iniziale) del sottostante |
Quotazione in corso |
83,6 euro (“ask” di apertura odierna) |
Prima cedola |
22/9/2022 |
Tipo di operatività |
L’ultima quotazione di VW è di poco superiore al trigger cedole (135,548 euro) e a un mese dal pagamento il rischio che il coupon va preso in considerazione. Comunque c’è l’effetto memoria, mentre il rischio rimborso non è contemplabile nella fase in corso. Lo strumento risulta quindi abbastanza flessibile nel suo utilizzo attuale. Un difetto consiste nella cedola a periodicità annuale |
Sul fronte dei bond negli ultimi giorni si è visto un particolare attivismo relativamente alle emissioni Eib/Bei (rating AAA) in varie valute. Se c’è il fattore fiscale a promuoverne l’utilizzo soprattutto per operazioni sui cambi, essendo soggette ad aliquota 12,5%, anche il ricorso a un emittente a bassissimo rischio spinge in tale senso.
Ecco alcuni dei titoli più trattati.
Eib 3,1% Ag26 Aud |
AU3CB0235612 |
Dollaro australiano |
Prezzo 99,6 – Yield 3,2% |
Eib t. misto Fb24 Usd (1,7% fino gennaio 2023 e poi t.v. Libor 3 mesi + 0,25% con cap 2% |
XS1551882860 |
Dollaro Usa |
Prezzo 96,9 – Yield n.c. |
Eib zero coupon Nv26 Eur |
DE0001345908 |
Euro |
Prezzo 93,5 – Yield 1,5% |
Eib zero coupon Ot32 Zar |
XS1697550512 |
Rand sudafricano |
Prezzo 42 – Yield 9,7% |
Eib zero coupon Ap24 Try |
XS1388868165 |
Lira turca |
Prezzo 61,5 – Yield 35% |