Piccola battuta d'arresto per l'inflazione Usa


Il dato sull'inflazione americana, finalmente inizia a mostrare piccoli segnali di arretramento.

Non molto, se si tiene conto del doppio rialzo da 0,75 punti messo a segno dalla Fed, ma l'arretramento rispetto alle previsioni dello 0,2% da speranza agli investitori, i quali se non altro possono ipotizzare un prossimo intervento sui tassi meno pesante del previsto.

In fin dei conti, il rialzo delle ultimissime settimane era di buon auspicio, come se fosse nell'aria un piccolo rallentamento nella corsa dei prezzi, ottenuto grazie alla discesa dei prezzi del petrolio a cui aveva dato una mano l'aumento di produzione deciso dall'Opec qualche giorno fa.

Tuttavia il rimbalzo prosegue in questo lento mese in cui tutto il mondo, in qualche modo, si conferma paese, in cui anche gli operatori sembrano voler prendere una boccata d'aria in serenità prima del lungo inverno che ci attende.

Non saranno mesi semplici sul versante economico, con la minaccia del gas russo sempre pronta a graffiare ed a mettere in difficoltà soprattutto l'Europa.

La Germania ed altri Stati hanno già iniziato strategie di razionamento per avvantaggiarsi rispetto ai mesi più freddi che verranno, mentre in Italia, al momento, siamo graziati da tali interventi.

Forse, complice la delicata tornata elettorale che ci attende nel mese di settembre, ci si vuole tenere ancora per un pò in una condizione di sospensione, una sorta di equilibrio virtuale, ma tutti siamo ben consapevoli di quanto la crisi energetica sia un eventualità con alte propabilità di verificarsi.

Tutta la dinamica relativa al nostro indice nonchè a tutte le piazze europee, è direttamente connessa a quanto accade nei mercati statunitensi e per quanto riguarda gli Usa, il problema energetico rappresenta quasi una opportunità dal momento in cui sono diventati uno dei maggiori fornitori europei proprio di Gas liquido.

Il cambio Eur.Usd la dice lunga  e parla di un area euro in grossa crisi competitiva.

Per tale motivo, il panorama economico e le prospettive americane ed europee, al momento sono quasi posizionate in maniera diametralmente opposta.

Il Dow Jones, come evidenziato in figura, ha messo a segno un belissimo rimbalzo che ha come obiettivo i 33900-34000.

Presumibilmente , una volta raggiunto tale target potrebbe arrestarsi la forza del rimbalzo ed il mercato entrerebbe in una nuova fase di valutazione che può perdurare qualche giorno come può essere immediatamente avvertita con una correzione tecnica.

Il Nasdaq anche ha percorso un bel tratto di strada, a cui poter assegnare dei target di breve ai 13600 con massima estensione ai 13900 punti ed a quel punto uno dei due mercati sarà decisivo anche di riflesso per gli altri, influenzandone dinamiche di correzione o di un meno probabile spunto ulteriore rialzista.

Nessun altro fattore va ad aggiungersi ad un quadro generale già di per se, complicato, con intersezioni geopolitche di grande portata se già non bastassero le comuni e semplici dinamiche economiche con cui abbiamo a che fare tutti i giorni.

La realtà celata negli articoli, è che questo mercato non sarebbe da "tradare" affatto, sarebbe da osservare a debita distanza poichè la storia insegna che con bassi volumi e bassissima volatilità, i rischi connessi ad una singola operazione sono di gran lunga superiori alla possibilità di trarne un utile.

Con la rarefazione della presenza sui book di contrattazione non c'è niente di più certo del fatto che l'analisi tecnica perda quasi del tutto senso.

Forse è proprio per stanchezza che un pò ovunque nel mondo, si respira un'aria di vacanza, una voglia di leggerezza e spensieratezza, un modo comune per preparasi alla durezza invernale.

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)