Si conclude finalmente una settimana volatile sull'indice italiano, iniziata con un ribasso nelle giornate di lunedì e martedì bucando supporti importanti salvo poi tornare nuovamente a salire e rimangiandosi il movimento. Una failure ? Potrebbe anche essere ma tutto dipenderà da come evolverà nel complesso la situazione. Di certo c'è un fattore di periodo che potrebbe sostenere in parte i listini, americani in primis e poi a traino quelli europei. La situazione macro non è entusiasmante, dal momento che l'euro continua a deprezzarsi nei confronti del dollaro e nell'ultima seduta è arrivato a sfiorare la parità. Logicamente un euro così debole svantaggia l'economia europea che importa le materie prime e le lavora, benchè le stesse materie prime siano state comunque oggetto di parziali prese di profitto nell'ultimo periodo.
Sabato scorso avevo indicato i 20900 che sono stati bucati senza ragione lunedì, salvo poi essere ripresi pienamente da mercoledì in avanti, con un future che ha continuato a "giocare" attorno alla soglia dei 21500. Se mantenuto nelle prossime sedute, tale livello potrebbe portare ad un ulteriore allungo fino a 22200 e successivamente a 22500. Come sempre le linee continue rappresentano la previsione, mentre quelle tratteggiate l'evoluzione della stessa. Manterrò invariati i livelli anche per la prossima settimana.
L'importanza di questi minimi che andrebbero intesi come area (siamo trader e non geometri !) è maggiormente visibile sul daily.
Qualora venissero infatti bucati al ribasso ecco che lo step successivo sarebbe collocabile a 18200-18300 punti circa, come mostrato nel grafico seguente su scala giornaliera
I mercati statunitensi dal canto loro si trovano in una situazione già analizzata nelle settimane passate, ovvero quella di estrema paura da parte degli operatori nell'andare long. Questo fattore è espresso dal put/call premium sull'S&P500 che è su livelli estremamente alti e quasi paragonabili a quelli del 2008. Si tratta di un indicatore di sentiment (fonte dati: Sentimentrader) che indica quanta paura c'è sul mercato che ci dice di stare attenti. In altri termini quando è molto elevato come in questo caso è utile iniziare a pensare in modo diverso dalla massa. Al momento ci troviamo su livelli superiori a quelli del 2020 nel pieno della pandemia. Non è un indicatore di momentum. Attualmente siamo a livelli così elevati perché gli opertaori temono politiche monetarie ancora più aggressive di quelle già adottate da parte della FED. Molti operatori stanno scommettendo sul ribasso e quindi in ottica contrarian forse è giunto il momento di iniziare a guardare dal lato opposto.
In questi giorni ho analizzato il consumer sentiment, il dato sulla fiducia dei consumatori che viene pubblicato pubblicato dall'Università del Michigan e ripreso dalla Fed di St. Louis. Colpisce il fatto che sia a livelli estremamente bassi che in passato hanno spesso portato ad una recessione: anni '80, 2008 (ma non nel 2012).
Un aspetto che reputo singolare è come sia possibile avere una fiducia dei consumatori così bassa a fronte di un mercato del lavoro statunitense ai minimi in termini di disoccupazione. In altri termini mi domando: come mai c'è una disoccupazione bassissima e la gente è pessimista sulla propria situazione finanziaria? A rigor di logica ci si preoccupa della propria situazione finanziaria quando si perde il lavoro.
A titolo di esempio e rapportando la disoccupazione alla spesa delle famiglie americane, guardate cosa solitamente è accaduto in passato. Nel grafico seguente in rosso abbiamo le indennità di disoccupazione mentre in nero la spesa delle famiglie. Come potete notare ci troviamo curiosamente in una situazione che non si è mai verificata nella storia: le richieste di disoccupazione ai minimi e contemporaneamente una spesa ai minimi. Di fatto nelle decadi passate a fronte di una caduta verticale nella spesa c'è stata una impennata dei disoccupati o se preferite appunto delle indennità di disoccupazione. Questo ha una sua logica: perdo il lavoro e non spendo, quindi si genera recessione economica (in grigio). In altri termini se il mercato del lavoro è così forte come mai la fiducia è ai minimi ?
Probabilmente l'anello mancante in questo ragionamento è quello dell'inflazione e spiegabile con il seguente ragionamento:
lavoro, è vero che ho un salario, ma quel salario non riesce a coprire la perdita del mio potere d'acquisto e quindi sono pessimista sul futuro.
Un aspetto positivo è che dagli anni quaranta ad oggi il ciclo di aumento dei prezzi è durato tendenzialmente un paio di anni ed il rialzo dell'inflazione nel mondo è di fatto partito nel giugno del 2020 quando sono terminati i vari lockdown nazionali, quindi esattamente due anni fa. Il fatto che si possa essere molto vicini al picco è dato dal fatto che, come ho indicato qualche seduta fa (link: https://www.lombardreport.com/2022/7/5/materie-prime-oro-argento-rame/), ci troviamo nella curiosa situazione in cui molte materie prime utilizzate nell'industria sono scese. Penso ad esempio al rame ma anche all'oro e soprattutto all'argento che è andato a sfiorare l'area dei 18.50 dollari indicati nel mio report di sabato scorso fermandosi tuttavia attorno ai 18.75 $ (link: https://www.lombardreport.com/2022/7/2/borsa-previsione-azioni-saipem/). Il rame dal canto suo ha toccato livelli importanti di supporto in area 3.20 $ che non si vedevano da tempo immemore.
Anche il petrolio ha avuto un discreto ritracciamento così come molte granaglie. E se l'inflazione rallentasse (in USA) attenzione che anche le politiche monetarie restrittive potrebbero diventare meno aggressive, anche se in realtà leggendo alcune dichiarazioni di un membro della FED è stato detto chiaramente che "the inflation hasn't to come down a little bit. It HAS to come down" o, se preferite, "we've got to chop this off now" (dobbiamo tagliarla ora,ndr). In altri termini alla Federal Reserve non basta quello che potremmo definire "contentino".
In questo quadro macroeconomico abbiamo una volatilità leggermente in discesa che rimane tuttavia su livelli ancora elevati. Attualmente ci troviamo inseriti in un triangolo di medio periodo che tuttavia si sta restringendo mano a mano e bisognerà vedere dove verrà rotto. Chiaramente assumendo la correttezza che la previsione di una iniziale stabilizzazione dei mercati americani nel periodo estivo sia prodromica al rialzo a partire da settembre/ottobre, occorrerà che questo triangolo venga rotto verso il basso. Attualmente abbiamo sia minimi crescenti (punti 1-2-3) che massimi decrescenti.
Fronte watchlist....
Non ho idee sufficientemente chiare sui titoli. Ci sono tuttavia alcune azioni che potrebbero essere inserite in watchlist. Una di queste è WIIT che trovate di seguito sia su scala settimanale (grafico a sinistra) sia sul daily. In questo caso il titolo ha performato particolarmente bene questa settimana facendo segnare un ottimo +12% abbondante dai minimi (certamente un segnale di forza). Sul settimanale abbiamo una bella candela di engulfing che verrebbe negata sulla rottura dei minimi a 17 euro circa. Tale candela si è formata su un'area di supporto di lungo periodo che aveva fatto strappare l'azione fino a 36 euro alla fine del 2021. Da notare come sul daily, nonostante il forte mercato ribassista delle prime due sedute di settimana (lunedì e martedì), il titolo non sia mai sceso, anzi abbia iniziato a strappare al rialzo con discreti volumi. Le prime resistenze importanti sono collocabili in area 20.50-21.00 euro poi si vedrà.
Per oggi è tutto. Buona serata e buon weekend a tutte le lettrici e lettori.
Ad maiora!
PNA
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)