Aggiornamento portafoglio: la BCE sorprende mentre finisce l’era Draghi


E così, alla fine, Draghi ha dovuto cedere e abbandonare la guida dell’esecutivo. Nel mentre, a sorpresa, la BCE spiazza i mercati con un aumento dei tassi di 50 punti base e ufficializza lo scudo anti-spread, battezzato TPI.

E, tutto sommato, sinora abbiamo visto una reazione contenuta alla caduta di Draghi, ma non illudiamoci perché i mercati stanno concedendo all’Italia una fiducia a tempo. Infatti, il governo cade nel momento in cui il lavoro fatto ha già permesso a BCE e UE di fissare diversi paletti, con la parziale garanzia di Draghi, comunque, al governo per un trimestre.

Gli aspetti che per ora giocano a nostro favore e ci tengono sostanzialmente a galla sono individuabili nel fatto che l’Agenda Draghi (annunciata 18 mesi fa e accolta con grande favore dai mercati), è ormai a buon punto, sia per ciò che riguarda l’emergenza covid sia, soprattutto, per ciò che concerne il PNRR, a cui sono legati ingenti fondi europei.

Le misure del piano sono ben definite e di fatto blindate dall’approvazione di Bruxelles. A questo aggiungiamo che i conti pubblici sono più che in ordine, grazie alla dottrina del “debito buono” di Draghi. Il suo successore, tra non meno di 3 mesi, non avrà grosse difficoltà nel proseguire su una strada ben tracciata anche nei dettagli. E, va da sé che prendere una strada diversa implicherebbe scelte e comportamenti difficilmente comprensibili e accettabili da parte dei partner occidentali dell’Italia, a cominciare dall’Europa.

Inoltre, è innegabile che la BCE che ha annunciato il TPI, cioè il tanto discusso e chiacchierato scudo anti-spread, ha contribuito a tenere sotto controllo le velleità speculative contro il nostro debito pubblico. Il TPI consentirà alla Banca Centrale di acquistare titoli di Stato per mantenere condizioni più sostanzialmente uniformi di stabilità finanziaria nell’Eurozona

La parola chiave di questo strumento è “discrezionalità”. Infatti, quali titoli di Stato eventualmente acquistare sarà deciso in autonomia dalla stessa BCE sulla base di una lista di criteri, che vanno dall’osservanza alle regole di bilancio fissate dalla UE, all’assenza di gravi squilibri finanziari del paese interessato, valutati sulla base dei parametri di Bruxelles, dell’ESM e del FMI, fino a politiche macro “sostenibili” e aderenti alle raccomandazioni della Commissione UE.

Di fatto, il TPI è una specie di bazooka di ultima istanza, che si aggiunge a strumenti già esistenti, a partire dal reinvestimento dei titoli acquistati nell’ambito del PEPP, che resta la prima linea di difesa, fino alle Outright Monetary Transactions inventate proprio da Draghi una decina di anni fa.

Insomma, senza girare troppo intorno alla questione, Lagarde & C. – che non a caso hanno votato il TPI all’unanimità – possono contare sul proverbiale “bastone e la carota”. Infatti, la carota sarà il “premio” per chi finisce nei guai pur comportandosi bene, mentre il “bastone” sarà usato con chi i guai è andato a cercarseli.

Passando alla situazione generale, i dati macro a livello globale non sono buoni e la recessione è sempre più alle porte, e infatti non è un mistero che la FED si stia dibattendo per cercare di accompagnare ad un soft landing l’economia a stelle e strisce. L’inflazione ha continuato a correre sia negli USA sia in Europa, per cui la strada per poter tirare il fiato è ancora lunga.

Unica nota positiva al momento è la correzione decisa delle materie prime, per altro come da copione ad ogni fine ciclo di espansione economica. Questo trend, se duraturo, certo aiuterà le Banche Centrali a modulare la leva dei tassi e certamente darà un po’ di ossigeno a famiglie e imprese sul lato delle spese.

Tornando al nostro portafoglio, la volatilità negativa non ci ha ancora abbandonati, ma registriamo una buona stabilità dell’asset a livello generale. Infatti, il nostro portafoglio, all’ultimo close disponibile, valorizza un NAV a 140,76 in lieve miglioramento rispetto al precedente 104,34 riportandosi ai livelli di giugno scorso. Migliora sensibilmente la performance storica su base annua ora al +2,07% rispetto al +1,94% della scorsa valorizzazione. Stabile la volatilità totale, sempre all’1,80% così come quella negativa che ora si sta mantenendo all’1,09%. 

Come già detto nello scorso articolo, dobbiamo stringere i denti e tenerci stretta la liquidità che abbiamo saputo creare e amministrare sino a qui. È una risorsa straordinaria in questa fase, perché ci permette di mantenere un buon equilibrio a livello strategico oltre a rappresentare la nostra forza di fuoco quando il ciclo invertirà e torneranno i tempi per comprare nuovi asset da inserire in portafoglio.

Con questo aggiornamento ci prendiamo una pausa e ci concediamo un po’ di riposo. Il portafoglio, naturalmente, sarà sempre monitorato e se del caso ci saranno gli opportuni interventi.

A voi tutti i nostri migliori auguri di buone ferie.

Portafoglio ed equity line aggiornati nell’apposita sezione.