NASDAQ100 WEEKLY - Terzo tentativo di rimbalzo sugli indici azionari USA. Sarà la volta buona ?


FASE LATERALE IN ATTO NELL’ATTESA DI POSSIBILI CONFERME RIALZISTE CON LA ROTTURA AL RIALZO DEI MASSIMI RELATIVI DI FINE GIUGNO/INIZI LUGLIO, QUINDI DEI MASSIMI RELATIVI DI INIZIO GIUGNO.

Settimana neutra, quella appena trascorsa, sugli indici azionari USA ma che, se non altro, è servita a capire che per il momento l’attacco ribassista ai minimi di ONDA 3 di metà giugno è rimandato a data da destinarsi ed invece potrebbe continuare il rimbalzo in atto sempre da i suddetti minimi. Il condizionale è d’obbligo in quanto non abbiamo altri elementi per poter essere più sicuri circa l’effettiva forza del rimbalzo che, in primo luogo, dovrebbe rompere con forza i massimi relativi di fine giugno e prima parte di luglio con conseguente rottura della M.M. a 50 periodi. Quindi, in un secondo momento, andare all’attacco e rompere al rialzo i massimi relativi di inizio giugno. Vedremo.

Sui titoli del Nasdaq100, difficile capire cosa abbia infastidito le mega caps, al di là del ritiro dell'offerta di Musk per Twitter (non certo una sorpresa e comunque Twitter non è una big cap, almeno per gli standard USA), le dichiarazioni di Alphabet (Google) che rallenteranno le assunzioni fino alla fine dell’anno e il crash del tech cinese con Alibaba (del quale parleremo in seguito) e Baidu che sono nell'indice FAANG insieme a Tesla.

Certamente il dato del CPI USA ha sorpreso al rialzo in maniera significativa oltre le attese già robuste, superando il 9% per la prima volta dal 1981. Superiore alle attese ed in calo solo marginale, il dato core. I dati mese su mese hanno entrambi accelerato parecchio, terminando 0.2% sopra le attese. I protagonisti di questa sorpresa negativa sono i settori dell’energia, cibo e alloggi (v. grafico seguente). I primi 2 contano per oltre la metà del dato (+0.64% e +0.13% del 1.3% mese su mese). La categoria alloggi, responsabile di larga parte della sorpresa, ha aggiunto lo 0.28% spingendo la categoria servizi ai massimi da 31 anni. La componente affitti di prima abitazione ha fatto il record dal 1980, salendo dello 0.78% sul mese.

Da notare che il mese di giugno (al quale si riferisce il dato) è stato molto probabilmente il mese top per determinate categorie in quanto, ad oggi, le stesse si sono già sgonfiate preludendo ad una svolta.

Cominciamo dalla più temuta in quanto normalmente la più stabile/meno volatile. Il suo contributo non ha fatto che salire negli ultimi mesi sempre più forte: gli alloggi. Nelle ultime settimane ho riempito i pezzi di indicatori che mostrano come il mercato immobiliare stia bruscamente cambiando direzione. Le scorte di case stanno salendo, le vendite stanno scendendo, i contratti stanno venendo cancellati, i prezzi di vendita stanno venendo aggiustati al ribasso, e un enorme ammontare di cantieri sta arrivando alla conclusione.  Questa dinamica ci metterà un po' a filtrare nel CPI, ma è già in corso, come si nota dal seguente grafico:

Un altro dato dimostra come non dovremo aspettare troppo per vedere un rallentamento della componente del CPI, in quanto i fondamentali dell'immobiliare USA stanno cambiando a passo di carica. Nel seguente grafico viene riportato il ritmo delle cancellazioni di vendite di case a Giugno scorso, dopo i massimi dal Covid, a indicare come i compratori si stiano tirando indietro:

Per quanto riguarda il settore energy, era scontato un forte contributo della categoria al CPI di Giugno visto il nuovo massimo del costo della benzina alla pompa in USA nella prima parte del mese. Ma i venti di recessione stanno impattando anche sui combustibili e questo si inizia già a vedere nei prezzi come mostra il seguente grafico che confronta il “future” sul petrolio (oil) e benzina (gasoline):

Ovviamente non possiamo sapere se il trend rialzista riprenderà. Ma intanto la correzione è significativa e comunque il quadro macro sembra implicare che nuovi massimi non siano lo scenario più probabile. La reazione dei mercati a questo report decisamente "ostile" sembra indicare che la lettura è proprio quella illustrata sopra: l'inflazione è elevatissima, ma è vicina ad un picco e il rallentamento macroeconomico, che già si nota, ne avrà progressivamente ragione. Il risultato è che la FED alzerà i tassi ancora per qualche mese, ma poi ricomincerà a tagliarli, anche rapidamente, per soccorrere il ciclo. Ecco quindi come il Dollaro non si avvantaggia di un report così forte e una FED così aggressiva, così come l'azionario non va nel panico.

Dando uno sguardo agli investimenti di carattere monetario, dopo il dato del CPI la prima reazione è stata un’esplosione dei tassi al rialzo con i Fed Funds rapidi a scontare una probabilità non bassa di 100 bps di rialzo al FOMC del 27 luglio, con conseguente balzo del Dollaro che ha bucato, momentaneamente, quota 1 contro € (cosa che non succedeva dal lontano 2002). Poi, però, gradualmente i rendimenti hanno cominciato a calare, per passare in negativo a cominciare dalle scadenze più lunghe. Il Dollaro ha perso immediatamente terreno e l'azionario e le commodities hanno respirato. La Fed Funds future strip colloca a gennaio 2023 il picco dei Fed Funds (a 3.75% circa) ma sconta 100 bps di tagli nei 18 mesi successivi. Notare nel seguente grafico il cambiamento rispetto ad un mese fa (linea punteggiata):

Come detto i rendimenti sono calati parecchio con una tendenza delle curve ad appiattirsi che ha portato il segmento 2-10 ad un livello di inversione ai massimi da 20 anni. Come noto questo segmento si è sempre invertito prima di ognuna delle ultime recessioni (vedi grafico sotto per le ultime 4):

Con il punto più alto sul 3 anni al 3.14%, il 10 anni oltre 20 bps sotto il 2 anni, e anche il 30 anni sotto il 2 e il 3 anni. Il quadro recessivo è ancora ben incorporato nel mercato dei tassi.

Ovviamente anche i titoli di Stato agganciati all’inflazione, dopo il dato del CPI hanno ripreso un po' vigore, ma rimangono sempre sui minimi di due anni fa in considerazione del fatto che il picco inflattivo sia stato visto.

Analisi grafica del nostro indice di riferimento delle nostre operazioni, il NASDAQ100. Alla fine della settimana appena trascorsa possiamo tirare un sospiro di sollievo vista come era iniziata. Ripartiti dall’area di resistenza a 12175 che aveva fermato il secondo rimbalzo, i prezzi sono andati nuovamente a testare il supporto in area 11500 (come riportato su queste colonne nell’articolo della settimana precedente) dal quale è partito il terzo rimbalzo con minimi crescenti che, si spera in questa settimana, possa essere quello che riesca ad infrangere la suddetta area di resistenza con conseguente perforazione della M.M. a 50 periodi ed allontanamento dalla mediana del canale ribassista di volatilità. Ma il vero baluardo da testare e rompere al rialzo è il precedente massimo relativo di inizio giugno in area 12900. Tale rottura potrebbe graficamente inscenare un’ipotesi di onda 4 in corso e il valore dell’RSI a 52 permetterebbe tutto ciò. Viceversa, ma ci auguriamo vivamente di no, ripiegamenti nuovamente in area 11500/11400 con rottura del supporto, proietterebbero i prezzi ad un re-test del minimo a 11037 ma con scarse possibilità di tenuta. La settimana si è chiusa a 11983.62 con una perdita del – 1,17% che porta ad un deficit da inizio anno del – 26,57%.

Stesso discorso fatto per l’indice tech, vale anche per l'indice S&P500. Ripartiti dal rimbalzo che è stato frenato dalla resistenza posta in area 3910, i prezzi sono andati di nuovo a testare il supporto in area 3740/3750 che ha retto bene, dal quale è partito il terzo rimbalzo in via di definizione. In questa settimana è opportuno che i valori riescano a rompere al rialzo detta area di resistenza e vadano a testare anche l’area 3950 massimo relativo di fine giugno coincidente con la M.M. a 50 periodi, per poi andare a testare l’area 4020 con chiusura del gap aperto il 10 giugno scorso. L’obiettivo principale rimane sempre il test del massimo relativo di inizio giugno in area 4175 con avvicinamento alla M.M. Exp a 200 periodi. Anche su questo indice il valore dell’RSI a 49 permette la continuazione del rimbalzo. Viceversa, un’eventuale rottura del supporto in area 3740 proietterebbe i prezzi al test del minimo a 3636 con scarse possibilità di tenuta. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 3863.16 con una perdita del – 0,93% che porta a segnare un – 18,95% da inizio anno.

Stessa situazione grafica anche per l’indice DOW JONES, che nella settimana scorsa presenta una perdita minore rispetto agli altri due indici maggiori. Il terzo tentativo di rimbalzo dovrebbe rompere l’area 31800/32000 coincidente anche con la M.M. a 50 periodi, per poi raggiungere il massimo relativo di inizio giugno in area 33260 anche se di strada da fare ce n’è tanta. L’RSI a 50 permetterebbe ciò, ma almeno il primo step è da raggiungere senza indugi. Viceversa, ripiegamenti in area 30150 proietterebbero i prezzi ad effettuare un re-test del minimo a 29650. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 31288.26 con una perdita del - 0,16% che porta a segnare un – 13,90% da inizio anno.

ORO INDEX 

La banca centrale ucraina ha venduto 12,4 miliardi di dollari di riserve auree dall'inizio dell'invasione russa il 24 febbraio, ha detto domenica il vice capo della banca. "Stiamo vendendo Oro in modo che i nostri importatori possano acquistare i beni necessari per il paese e non per sostenere la grivnia, la nostra valuta", ha detto alla televisione nazionale il vice governatore Kateryna Rozhkova.

Per quanto riguarda le quotazioni, il re-test dei minimi di maggio 2020 in area 1700 $/oz., paventato nell’articolo della scorsa settimana, è avvenuto facendo registrare un minimo a 1695 $/oz. dai quali quest’oggi presenta un piccolo rimbalzo a 1720 $/oz. Ultimo baluardo i 1670/1675 $/oz. toccati ben 4 volte dal maggio 2020 coincidente con la M.M. a 200 periodi (semplice ed esponenziale). Prossimo supporto di una certa validità, l’area 1600 $/oz. Viceversa sarebbe molto importante riprendere almeno l’area 1770 $/oz che da forte supporto è diventata resistenza la cui forza sarà da valutare nel prossimo futuro.

Passando agli altri due metalli preziosi che seguiamo nel nostro Portafoglio è chiaro che con le aspettative di un’economia mondiale in frenata, il consumo industriale sarà ovviamente ridotto, ed infatti il Platino continua imperterrito la sua discesa facendo registrare un minimo a 806,7 $/oz. Il prossimo obiettivo ribassista rimane sempre l’area 780 $/oz. Stesso discorso per quanto riguarda l’Argento con i prezzi che hanno iniziato una discesa sei settimana fa e che nella scorsa hanno fatto registrare un minimo a 18,01 $/oz. Con un valore di RSI nettamente sotto i 20 il probabile rimbalzo si è trasformato in una mini congestione che è stata poi rotta all’ingiù per andare a registrare un nuovo minimo nella giornata di mercoledì scorso. Al momento sta tentando un rimbalzo a ridosso dei 19 $/oz. ma la strada per nuovi minimi in area 17 $/oz. è, molto probabilmente, tracciata.

La settimana dell’Oro è si è chiusa a 1703.60 $/oz., con una perdita del – 2,22% che porta ad una perdita del – 6,84% da inizio anno. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 1706.70 $/oz. con una perdita del – 2,02%. Di seguito il grafico weekly dell’ORO FUTURES AGOSTO 2022:

LA GUERRA – RUSSIA – UCRAINA - (EUROPA)

La diplomazia continua a lavorare per sbloccare le esportazioni di grano ucraino e sotto questo punto di vista mercoledì scorso in Turchia, stando a quanto dichiarato dal segretario generale dell’ONU António Guterres, sarebbe stato fatto un “fondamentale passo in avanti” per consentire “l’esportazione sicura e protetta” di milioni di tonnellate di grano tramite il mar Nero, anche se non è stato firmato nessun accordo formale. Guterres dalla sede delle Nazioni Unite a New York ha dichiarato: “In un mondo oscurato da crisi globali oggi, finalmente, abbiamo un raggio di speranza”. “Un raggio di speranza per alleviare la sofferenza umana e la fame nel mondo. Un raggio di speranza per sostenere i paesi in via di sviluppo e le persone più vulnerabili. Un raggio di speranza per portare una misura di stabilità tanto necessaria al sistema alimentare globale”. Il segretario generale dell’ONU ha detto che spera che possa esserci un altro incontro “molto presto” e rispondendo ad una domanda sulla possibilità del raggiungimento di un accordo di pace tra Mosca e Kiev ha affermato che c’è ancora “molta strada da fare”, anche se gli sviluppi di mercoledì scorso rappresentano un segnale incoraggiante.

L’accordo per la ripresa dell’export del grano ucraino nel mar Nero dovrebbe essere firmato in settimana da Russia, Ucraina, Turchia e Nazioni Unite. Hulusi Akar, ministro della difesa turco, ha detto che nell’accordo sono previsti controlli congiunti per la verifica delle spedizioni nei porti ed è previsto anche che Ankara garantisca la sicurezza delle rotte di esportazione del mar Nero, ma non solo, la Turchia avrà anche il compito di istituire un centro di coordinamento con Ucraina, Russia e ONU per l’export del grano. Dopo i colloqui di mercoledì scorso, giovedì il ministro delle infrastrutture ucraino Oleksandr Kubrakov ha detto a Reuters: “Siamo decisamente un passo più vicini ad un risultato”. Marija Zacharova, portavoce del ministro degli esteri russo, giovedì ha dichiarato: “È stato possibile formulare alcuni elementi di un possibile accordo che Russia, Ucraina e Turchia ora stanno discutendo nelle loro capitali attraverso i loro dipartimenti militari”.

Il portavoce del ministero della difesa russo Igor Konashenkov ha affermato che i partecipanti all’incontro sul grano tenutosi in Turchia hanno per lo più appoggiato le proposte di Mosca. A riportarlo è la TASS, agenzia di stampa ufficiale russa. Konashenkov ha dichiarato: “Le misure proposte dalla Russia per garantire il trasporto di prodotti alimentari verso altre nazioni escluderebbero qualsiasi potenziale uso di queste catene logistiche per la fornitura di armi ed equipaggiamento militare al regime di Kiev, nonché per operazioni sotto bandiera falsa. Le proposte della Russia sono state per lo più sostenute dai partecipanti alle consultazioni. Il lavoro per elaborare un documento finale sull’Iniziativa del mar Nero sarà completato nel futuro prossimo”.

Dopo l’incontro ad inizio luglio dei ministri degli esteri del G20, nei giorni scorsi la capitale dell’Indonesia, Bali, ha ospitato anche la riunione dei ministri delle finanze del gruppo dei paesi. Associated Press in un articolo spiega che nel corso degli incontri a Bali i leader non sarebbero riusciti a superare le divergenze sulla guerra in Ucraina. Sri Mulyani Indrawati, ministra delle finanze dell’Indonesia, ha detto che in merito alla guerra ci sono ancora opinioni differenti all’interno del G20. I membri del gruppo si sono trovati d’accordo su altri punti, tra questi, la necessità di migliorare la sicurezza alimentare, questioni fiscali e riguardanti la transizione verso fonti di energia più pulite. L’Indonesia, in qualità di padrona di casa, ha invitato tutti i funzionari a lasciarsi alle spalle il clima di diffidenza per il bene di un pianeta alle prese con diverse sfide.

LA POLITICA USA

Dopo la scelta della Corte Suprema di revocare la sentenza “Roe contro Wade”, venerdì scorso la Camera ha approvato con 223 voti favorevoli una legislazione volta a tutelare il diritto di spostarsi tra i confini di stato per abortire. Ora il disegno di legge andrà al Senato, dove le probabilità di una sua approvazione sono poche. Alla Camera è passata con 219 voti favorevoli anche una legislazione per ripristinare il diritto all’aborto a livello nazionale; pure in questo caso il disegno di legge difficilmente troverà sufficiente sostegno per essere approvato al Senato.

Nancy Pelosi, speaker della Camera, come riporta Associated Press, prima delle votazioni ha detto: “Solo tre settimane fa la Corte Suprema ha dato un colpo di grazia ai diritti fondamentali ribaltando la “Roe contro Wade”. È scandaloso che 50 anni dopo, noi donne dobbiamo lottare ancora per i nostri diritti più elementari contro una corte estremista”. La parlamentare repubblicana Cathy McMorris Rodgers, invece, ha detto che la legislazione dei dem “non ha nulla a che fare con la protezione della salute delle donne, ha tutto a che fare con l’imposizione di un’agenda estrema al popolo americano”. (A noi sembra un diritto esercitabile o meno a seconda della volontà personale. Bahhh…!! ndr.)

Il leader della maggioranza alla Camera, Steny Hoyer, venerdì ha detto che questa settimana la Camera voterà un disegno di legge per codificare il diritto di accesso alla contraccezione.

Per quanto riguarda la politica interna è da registrare anche il colpo incassato dall’agenda di Joe Biden. A mettere in bilico l’approvazione di misure contro il cambiamento climatico e in materia fiscale previste nel disegno di legge di riconciliazione è la posizione del senatore democratico Joe Manchin che, dopo negoziazioni con il leader della maggioranza al Senato Chuck Schumer, giovedì scorso, secondo una fonte citata da un’emittente televisiva, avrebbe fatto sapere di non voler sostenere ad agosto un disegno di legge con provvedimenti climatici o che preveda “la chiusura di scappatoie fiscali usate dai più facoltosi” e da grandi aziende, “nonostante – riporta la fonte – il suo sostegno per queste specifiche cose durante l’intera negoziazione”.

“Se il Senato non si muoverà per combattere la crisi climatica e rafforzare la nostra industria interna di energia pulita, intraprenderò una forte azione esecutiva per affrontare questo momento”, ha detto il presidente Joe Biden. L’inquilino della Casa Bianca inoltre ha invitato i parlamentari dem ad approvare le misure sulle quali c’è intesa, come la riduzione dei costi dei farmaci e il rafforzamento del programma di assicurazione sanitaria Medicare per gli over 65. Manchin in un’intervista ad una radio della Virginia Occidentale (stato che rappresenta in Senato) ha detto di essere ancora aperto a negoziazioni e che sosterrebbe un intervento rapido solo sulla porzione del piano che riguarda i prezzi dei farmaci, mentre rimanderebbe il resto. Manchin ha fatto sapere che non sosterrà provvedimenti sul clima fino a quando non avrà una comprensione migliore dei dati dell’inflazione di luglio. A tal proposito, alcuni gruppi ambientalisti hanno invitato Biden a dichiarare un’emergenza climatica nazionale tramite il National Emergencies Act e ad indirizzare l’Agenzia per la protezione dell’ambiente a stabilire limiti a livello nazionale per i gas serra e a richiedere al Dipartimento dell’Interno di porre fine ai nuovi contratti di locazione di petrolio e gas, oltre ad eliminare gradualmente la produzione di petrolio e gas su suolo e acque pubbliche.

A fine giugno Biden ha chiesto al Congresso di sospendere la “federal gas tax” per alleviare il peso dell’inflazione. Nella nota pubblicata dalla Casa Bianca lo scorso 22 giugno si legge che il presidente Biden chiede al Congresso: “di sospendere la federal gas tax per tre mesi, fino a settembre, senza portare via denaro dall’Highway Trust Fund (fondo per i trasporti). E invita gli stati a intraprendere un’azione simile per garantire un po’ di sollievo diretto, sospendendo le proprie tasse sul gas o aiutando i consumatori in altri modi”. Biden ha anche chiesto di assicurarsi che una sospensione della tassa sul carburante non abbia conseguenze negative sull’Highway Trust Fund: “Con il nostro deficit già ridotto ad una storica cifra di 1,6 trilioni di dollari quest’anno – si legge ancora nel documento della Casa Bianca datato 22 giugno -, il Presidente ritiene che possiamo permetterci di sospendere la tassa sul carburante per aiutare i consumatori, utilizzando altre entrate per ripianare l’Highway Trust Fund per il costo di circa 10 miliardi di dollari”. Il senatore repubblicano John Thune il 22 giugno aveva definito la richiesta di Biden al Congresso di approvare una sospensione della “federal gas tax” di tre mesi “morta all’arrivo”. Thune aveva detto: “Quello che l’amministrazione sta inventando è l’ennesimo espediente, un altro palliativo e qualcosa che loro sanno essere già morto all’arrivo qui al Congresso”.

LA POLITICA DELLA FED

Per il prossimo meeting del FOMC, a fine luglio, il membro del Board of Governors, Christopher Waller, sostiene un rialzo di 75 punti base ma con un occhio sui dati che potrebbero rendere la sua posizione ancora più aggressiva. “Prima del meeting di luglio sono in arrivo importanti pubblicazioni di dati sulle vendite al dettaglio (rilasciati venerdì, ndr) e sulle abitazioni. Se questi dati dovessero essere significativamente più forti di quanto ci si aspetta, ciò mi farebbe propendere per un rialzo più grande all’incontro di luglio nella misura in cui dimostrano che la domanda non sta rallentando abbastanza velocemente per abbassare l’inflazione”. Secondo Waller ci saranno altri rialzi dei tassi: “Penso che abbiamo bisogno di muoverci rapidamente e con decisione per far abbassare l’inflazione in modo sostenuto, e poi considerare quali ulteriori misure restrittive saranno necessarie per raggiungere il nostro doppio mandato”. La forza del mercato del lavoro rende Waller abbastanza fiducioso circa il fatto che l’economia statunitense non sia entrata in una fase di recessione nella prima metà dell’anno e pensa: “che l’espansione economica continuerà”, inoltre ha detto che pensa che l’economia possa raggiungere un “soft landing” (atterraggio morbido) senza entrare in una recessione.

Nel Beige Book, report che mette insieme informazioni sulle condizioni economiche attuali nei distretti della FED, pubblicato mercoledì scorso, si parla di una crescita dell’economia a ritmo modesto dall’ultimo rapporto di metà maggio. Inoltre, i contatti commerciali riportano un generale rallentamento nella domanda e cinque distretti che esprimono preoccupazioni per la crescita del rischio recessione. Il report cita anche “aumenti di prezzo sostanziali” nel paese. “Anche se diversi distretti hanno espresso preoccupazioni sul raffreddamento della domanda futura, nel complesso, il potere di determinazione dei prezzi è stato stabile e in alcuni settori, come quello dei viaggi e delle strutture ricettive, le aziende sono riuscite a superare considerevoli aumenti di prezzo per i clienti con un contraccolpo minimo o nullo”.

Prima dell’incontro dei ministri delle finanze del G20, il segretario al Tesoro Janet Yellen ha parlato dell’inflazione statunitense definendola “inaccettabilmente alta” ed ha espresso sostegno alla FED nel contrasto al rialzo dei prezzi: "Oltre a questo, stiamo facendo i nostri passi che crediamo saranno di supporto nel breve periodo per abbassare l’inflazione, in particolare ciò che stiamo facendo sui prezzi dell’energia e sulla Strategic Petroleum Reserve”. Secondo Yellen la priorità principale dovrebbe essere abbassare l’inflazione, considerando che il mercato del lavoro è “attualmente molto forte”. Tuttavia il Segretario al Tesoro statunitense ha spiegato che l’aumento dei tassi d’interesse potrebbe avere una ricaduta su altre economie; un dollaro forte renderebbe le altre valute relativamente più deboli, ma potrebbe anche rendere il loro export più appetibile. Un export più appetibile, ma anche il rischio di aggravare i problemi con il debito in caso di debiti denominati in dollari.

Secondo Raphael Bostic, presidente della FED di Atlanta, muovere i tassi d’interesse “troppo drasticamente” potrebbe compromettere “molte di quelle cose che stanno andando bene” e far crescere il livello di incertezza. Bostic non si è pronunciato in modo esplicito sulla portata del rialzo dei tassi al prossimo incontro del FOMC (75 punti base o più), ma ha detto che la banca centrale vuole che l’inasprimento della politica sia “ordinato”.

I dati sull’inflazione di giugno per James Bullard, presidente della FED di St. Louis, giustificano il raggiungimento entro fine anno di un target del tasso dei federal funds tra 3,75% e 4,00%, mezzo punto percentuale in più rispetto al suo precedente obiettivo di fine anno. Per Bullard la FED deve progettare un percorso più aggressivo per la seconda metà di quest’anno, tuttavia riguardo al rialzo dei tassi di fine mese ha detto: “Probabilmente non fa molta differenza approvare 100 punti base qui e meno nei prossimi tre meeting (nel 2022) o fare 75 punti base qui e poco più nei restanti tre meeting dell’anno”.

Il presidente della FED di San Francisco, Mary Daly, venerdì ha detto di non essere preoccupata dal rialzo dei tassi della banca centrale, considerando anche l’economia e il mercato del lavoro forti. Daly ha detto: “Stiamo parlando di aumentare il tasso d’interesse da un valore vicino allo zero, che è dove si è trovato durante tutta la pandemia che abbiamo appena attraversato, a qualcosa di più vicino al range del 3%. Tuttavia non entrare in recessione è la cosa primaria nella mia lista di risultati”.

Da questa settimana inizierà il blackout period (stop alle dichiarazioni) di 10 giorni prima del meeting del FOMC del 26-27 luglio (sempre non decidano di violarlo come la volta scorsa).

DATI MACROECONOMICI

L’indice dei prezzi al consumo a livello mensile a giugno registra una crescita dell’1,3%, andando oltre al consensus del +1,1% e al rialzo di maggio del +1,0%. A livello annualizzato, invece, l’indice dei prezzi al consumo a giugno segna un +9,1%, dopo il +8,6% di maggio e contro un consensus fissato al +8,8%.

Il dato core (che esclude il settore dell’energia e del cibo) a livello mensile, invece, cresce dello 0,7%: appena sopra al consensus del +0,6% e al dato di maggio del +0,6%. Per quanto riguarda il dato core annualizzato, la crescita di giugno è stata del 5,9%, vale a dire appena sopra al consensus del +5,7%, ma appena inferiore al rialzo di maggio del 6,0%. I dati sono rilasciati dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

I prezzi alla produzione di giugno hanno (naturalmente) sorpreso al rialzo, anche se depurati delle componenti volatili (energy e food) invece rallentano e risultano sotto attese. In considerazione di ciò che stanno facendo le commodity, non sembra che l'effetto si limiterà a giugno. Nondimeno il mercato è focalizzato sul dato headline. L’indice dei prezzi alla produzione a livello mensile a giugno sale dell’1,1%, contro un consensus del +0,8% ed un dato di maggio del +0,9% (rivisto da +0,8%). Il dato annualizzato dell’indice dei prezzi alla produzione a giugno registra un +11,3%, andando oltre al consensus del +10,7% e segnando un’accelerazione rispetto alla crescita del 10,9% di maggio (rivista da +10,8%).

Il dato core, invece, registra un rallentamento dalla crescita dallo 0,6% di maggio (rivista da +0,5%) a quella dello 0,4% di giugno, sotto al consensus del +0,5%. Il dato core, invece, a giugno ha realizzato una crescita dell’8,2%, praticamente in linea con il consensus dell’8,1%, ma inferiore alla crescita dell’8,5% di maggio (rivista da +8,3%). I dati sono rilasciati dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

I sussidi alla disoccupazione sono usciti peggiori delle attese (in barba al labour market report di giugno) e ai massimi da novembre 2021. Ormai il trend rialzista li è abbondantemente impostato. Nulla di particolarmente sorprendente, ne nuovo, ma sicuramente dati da "stagflazione". Per la prima volta da febbraio, le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione tornano sopra quota 240 mila: nella settimana terminata il 9 luglio sono state 244 mila, in crescita rispetto alle 235 mila della settimana terminata il 2 luglio ed oltre al consensus, anch’esso fissato a 235 mila. Il dato è rilasciato dall’U.S. Department of Labor.

Le vendite al dettaglio hanno sorpreso in positivo su tutta la linea ma in particolare a livello di control group (ex auto, benzina e materiali da costruzione). Dopo la contrazione dello 0,1% di maggio (rivista da -0,3%), le vendite al dettaglio a livello mensile a giugno sono cresciute dell’1,0%, meglio del consensus fissato a +0,8%. Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.

Le vendite al dettaglio Control Group a livello mensile a giugno crescono dello 0,8%, dato superiore a quello indicato dal consensus dello 0,3%. A maggio era stata registrata una contrazione dello 0,3% (rivista da 0,0%). Il dato è rilasciato dall’U.S. Department of Commerce.

La recentemente seguitissima University of Michigan Confidence è leggermente rimbalzata (per merito delle attuali condizioni, le attese restano sui minimi), ma il mercato ha tratto particolare sollievo dal calo delle aspettative di inflazione. Il dato preliminare di luglio dell’indice di fiducia dei consumatori elaborato dall’Università del Michigan si attesta a quota 51,1 punti, andando oltre al consensus di 49,9 punti e al dato di giugno di 50,0 punti.

La produzione industriale a livello mensile a giugno segna un -0,2%, in direzione opposta rispetto al consensus che prevedeva una crescita dello 0,1%. Il dato è rilasciato dalla Federal Reserve.

PORTAFOGLI AZIONARI

Nulla di nuovo, nella settimana appena trascorsa, a livello operativo sui nostri Portafogli azionari. Abbiamo parlato della nazionalizzazione del titolo francese EDF, anche oggi sospeso dalle contrattazioni, con i nostri consigli operativi (v. mio articolo di ieri). Per quanto riguarda un nuovo investimento nell’Oro l’incertezza è sovrana ma, al momento, l’acquisto con l’ETC PHAU non è conveniente visto che le quotazioni continuano a rimanere introno ai 160 € con il prezzo dell’Oro che ha toccato un nuovo minimo relativo a 1695 $/oz. Quindi aspettiamo eventuali nuovi minimi per valutare il prezzo dell’ETC in relazione a detti minimi. Per il resto aspettiamo l’evolversi dei mercati circa le situazioni macroeconomiche e di politica monetaria, per capire se siamo sui minimi di periodo o se un ulteriore affondo ci permetterà di andare all’acquisto di ulteriori lotti sui titoli già presenti in Portafoglio.

Alla prossima.

FOCUS SU TITOLI

Le azioni tecnologiche cinesi crollano dopo il nuovo esame di ALIBABA. I dirigenti di Alibaba Cloud sono stati convocati per essere interrogati dalle autorità di Shanghai in relazione al furto di un vasto database.

Gli investitori nelle azioni tecnologiche cinesi hanno appena ricevuto un altro promemoria che è improbabile che il controllo normativo nel settore scompaia presto, nonostante uno sforzo concertato da parte delle autorità per sostenere un'economia in declino.

Le azioni di Alibaba Group Holding Ltd sono crollate fino al 6% dopo l’uscita di un rapporto secondo cui i dirigenti dell'azienda erano stati interrogati in relazione alla più grande violazione della sicurezza informatica nota del paese. L'evento è l'ultimo indicatore per gli investitori che i rischi abbondano quando si tratta di titoli tecnologici cinesi anche dopo il giro di vite di un anno sulle imprese private. Le multe comminate ad Alibaba e Tencent Holdings Ltd per non aver riportato correttamente le transazioni passate hanno fatto crollare il valore delle azioni all'inizio della scorsa settimana.

Gli hacker hanno affermato di aver rubato dati su ben 1 miliardo di residenti.

Anche se l'incidente è stato correlato solo ad Alibaba Cloud, il suo impatto probabilmente si estenderà ad altri provider di cloud privato come Tencent e Baidu. Se si scoprisse che Aliyun [Alibaba Cloud] ha davvero dei difetti nel suo sistema, infliggerebbe un duro colpo alla reputazione dei fornitori di servizi cloud non statali e potrebbe persino innescare una massiccia migrazione degli utenti verso sistemi cloud supportati dallo stato. Quella migrazione era già in corso anche prima della violazione della sicurezza, poiché l'incessante e diffusa repressione da parte di Pechino verso i suoi giganti della tecnologia ha spinto le istituzioni avverse al rischio verso fornitori statali. Aziende su larga scala come China Construction Bank e comuni locali in città come Nantong si stavano già avvicinando alle piattaforme cloud sostenute dallo stato.

L'indagine segnalata non è una questione normativa e i dirigenti potrebbero solo facilitare le indagini della polizia, pertanto il forte ribasso dei prezzi delle azioni cinesi quotate negli Stati Uniti è stata, come al solito, esagerata.

PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 NELLA SETTIMANA APPENA TRASCORSA.

FASTENAL – 5,14%. La società è impegnata nella distribuzione all'ingrosso di forniture industriali e da costruzione in Nord America. L'azienda offre bulloni, dadi, viti, prigionieri e relative rondelle; e forniture varie e hardware, ha riportato utili nel secondo trimestre 2022 pari a 0,50 $/az. su un fatturato di 1,78 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,50 $/az. su un fatturato pari a 1,79 mld $. I ricavi sono cresciuti del 18,0% su base annua.

La società in una nota ha dichiarato: "Le vendite nette giornaliere di Fastenal sono aumentate del 18% a/a. Il settore digitale ha rappresentato il 47,9% delle vendite nel secondo trimestre, in aumento rispetto al 41,4% del secondo trimestre. L'utile lordo è migliorato del 18,1% a 827,6 mln $ mentre il margine lordo è rimasto piatto al 46,5%. Il reddito operativo è aumentato del 20,7% a/a a 383,4 mln $ e il margine è cresciuto di 50 punti base al 21,6%. L'utile netto è stato di 287,1 mln $ con un aumento del 19,8% a/a. L'EPS è migliorato a 0,50 da 0,42 $ nel 2021, in linea con il consenso di 0,50 $. Fastenal ha generato liquidità dalle attività operative per il trimestre di 151,2 mln $ (-11,8% a/a). Il debito totale era di 505 mln $ alla fine del trimestre, ovvero il 13,7% del capitale totale. Deteneva liquidità ed equivalenti per 247,9 mln $ al 30 giugno 2022. La società ha acquistato 102 nuove sedi in loco nel trimestre. Si aspetta da 375 a 400 acquisti in loco annuali per l'anno fiscale 2022. La domanda è rimasta generalmente sana ma a maggio e giugno sono emersi alcuni segnali di indebolimento. Continuiamo a funzionare in modo efficace”.

MICRON TECHNO + 4,05%. L'azienda è un produttore e distributore di memorie e storage DRAM, NAND Flash e NOR, sensori di immagine CMOS e altri componenti a semiconduttore, ha riportato utili nel terzo trimestre fiscale 2022 pari a 2,59 $/az. su un fatturato di 8,64 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 2,44 $/az. su un fatturato pari a 8,63 mld $. I ricavi sono aumentati del 16,4% su base annua. La società ha detto che prevede utili nel quarto trimestre fiscale 2022 tra 1,43 e 1,83 $/az. su un fatturato tra 6,80 e 7,60 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 2,62 $/az. su un fatturato di 9,05 mld $.

Sanjay Mehrotra, presidente e CEO della società, ha affermato: "Micron ha registrato ricavi record nel terzo trimestre fiscale grazie all'eccellente esecuzione del nostro team in tecnologia, prodotti e produzione. Recentemente, il contesto della domanda del settore si è indebolito e stiamo prendendo provvedimenti per moderare la nostra crescita dell'offerta nell'anno fiscale 2023. Siamo fiduciosi sulla domanda a lungo termine di memoria e storage e siamo ben posizionati per fornire solide prestazioni finanziarie cross-cycle. Le entrate sono state pari a 8,64 mld $ contro 7,79 mld $ del trimestre precedente e 7,42 mld $ dello stesso periodo dell'anno scorso. L’utile netto GAAP di 2,63 mld $ o 2,34 $ per azione diluita. L’utile netto non GAAP di 2,94 mld $ o 2,59 $ per azione diluita. Il flusso di cassa operativo pari a 3,84 mld $ contro i 3,63 mld $ del trimestre precedente e i 3,56 mld $ dello stesso periodo dell'anno scorso. Gli investimenti in spese in conto capitale, netti non GAAP sono stati pari a 2,53 mld $ nel terzo trimestre del 2022, il che ha comportato un flusso di cassa libero rettificato non GAAP pari a 1,31 mld $. Micron ha riacquistato circa 13,8 milioni di azioni ordinarie pari a 981 mln $ durante il terzo trimestre dell'anno fiscale 2022 e ha chiuso il trimestre con liquidità e investimenti negoziabili pari a 11,98 mld $, per una posizione di liquidità netta non GAAP pari a 5,01 mld $”.

PAYCHEX – 1,55%. La società è un fornitore americano di risorse umane, buste paga e servizi di outsourcing di benefit per le piccole e medie imprese, ha riportato utili nel quarto trimestre fiscale 2022 pari a 0,81 $/az. su ricavi per 1,14 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 0,79 $/az. su ricavi per 1,11 mld $. Il fatturato è cresciuto del 14,8% su base annua. La società ha dichiarato di aspettarsi utili per tutto l'anno fiscale 2023 tra 4,11 e 4,15 $/az. su ricavi tra 4,94 e 4,98 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 4,06 $/az. su ricavi per 4,88 mld $.

Martin Mucci, Presidente e A.D. della società, ha commentato: "Siamo soddisfatti dei risultati dell'esercizio fiscale 2022, che riflettono le solide prestazioni aziendali derivanti dalla nostra combinazione unica di soluzioni di gestione del capitale umano (HCM) e il duro lavoro e la dedizione dei nostri 16.000 dipendenti. Abbiamo registrato una crescita dei ricavi e degli utili a due cifre rispetto all'anno precedente. Il nostro team di vendita ha raggiunto un livello record di nuovi ricavi annualizzati e la fidelizzazione dei clienti è rimasta al di sopra delle nostre aspettative e dei livelli pre-pandemia. Il successo in queste aree ha portato a raggiungere diversi traguardi di cui oltre 730.000 clienti totali dal libro paga, circa due milioni di dipendenti serviti attraverso i nostri servizi di outsourcing delle risorse umane e oltre 100.000 clienti pensionati e continuiamo ad investire nel personale, nei prodotti e nella tecnologia. Nello specifico, il reddito operativo è cresciuto dell'11% a 394,0 mln $ per il trimestre e del 26% a 1,8 mld $ nell'anno fiscale. Il margine operativo (ricavi operativi come percentuale dei ricavi totali) è stato del 34,4% per il quarto trimestre ed è rimasto stabile rispetto al periodo dell'anno precedente, mentre il margine operativo è aumentato al 39,9% nell'anno fiscale, rispetto al 36,0% dell'anno precedente. Infine la nostra posizione finanziaria e la generazione di cassa sono rimaste solide. Al 31 maggio 2022 avevamo: liquidità, liquidità vincolata e investimenti aziendali totali per 1,3 mld $; prestiti a breve e lungo termine, al netto dei costi di emissione del debito pari a 806,4 mln $; il flusso di cassa dalle operazioni è stato di 1,5 mld $ nell'anno fiscale 2022”.

PEPSICO INV.%. La società alimentare di bevande analcoliche e snack ha riportato utili nel secondo trimestre 2022 pari a 1,86 $/az. su ricavi per 20,23 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 1,74 $/az. su ricavi per 19,51 mld $. Il fatturato è cresciuto del 5,2% su base annua. La società ha affermato di continuare ad aspettarsi utili per tutto il 2022 tra 6,63 e 6,67 $/az. su un fatturato di circa 85,83 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è di 6,66 $/az. su un fatturato di 82,70 mld $.

Il Presidente e CEO di Pepsi, Ramon Laguarta, ha affermato: "Siamo soddisfatti dei nostri risultati nel secondo trimestre poiché il nostro aumento commerciale è proseguito nonostante la continua volatilità macroeconomica, geopolitica e livelli più elevati di inflazione nei nostri mercati. I risultati sono indicativi grazie al lavoro molto dedicato dei nostri dipendenti, dalla forza e dalla resilienza dei nostri prodotti, dalla catena di approvvigionamento agile, dai sistemi go-to-market e dalla solida esecuzione sul mercato. Le nostre prestazioni ci danno anche la certezza che gli investimenti diventino un volano per un'organizzazione più veloce, ancora più forte e persino migliore grazie alla linea “pep+” che sta funzionando molto bene. Date le nostre prestazioni dall'inizio dell'anno, ora prevediamo che le nostre entrate organiche per l'intero anno aumenteranno del 10% (in precedenza l'8%)".

WALGREENS BOOTS ALLIANCE + 1,28%. La società gestisce una catena di negozi di farmacie negli Stati Uniti. Rappresenta la tua farmacia sotto casa, che vende farmaci da prescrizione e da banco anche via, posta, telefono e online, ha riportato utili nel terzo trimestre fiscale 2022 pari a 0,96 $/az. su un fatturato di 32,60 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,92 $/az. su un fatturato pari a 32,06 mld $. I ricavi sono diminuiti del 4,2% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa. La società ha detto che prevede utili per l’intero anno fiscale 2022 pari a ca. 5,03 $/az. L'attuale stima degli analisti per utili pari a 5,06 $/az.

L'A.D. della società, Rosalind Brewer, ha dichiarato: "WBA ha ottenuto un solido lavoro in tutti i segmenti operativi e contro una crescita molto robusta lo scorso anno. I risultati del terzo trimestre fiscale 2022 sono stati sostanzialmente in linea con le nostre aspettative, dimostrando la resilienza dell’attività attraverso le profonde connessioni con la comunità e la rilevanza per i consumatori. Walgreens Health ha raggiunto il 65% di crescita nelle vendite con progressi su diversi fronti, tra cui l'aggiunta di Buckeye Health Plan come partner strategico, che ha già superato il nostro obiettivo di 400.000 assicurazioni vitae per il 2022 e il lancio della nostra attività di test clinici. Con la nostra decisione di concludere la revisione strategica di Boots, credo fermamente che la nostra strategia le azioni stanno lavorando per fornire valore a lungo termine per gli azionisti. Nello specifico del bilancio, l'EPS da inizio anno delle operazioni continue è aumentato del 190,6% a 5,49 $ rispetto all'EPS di 1,89 $ nel trimestre di un anno fa; L'EPS rettificato per le operazioni continue è aumentato del 13,3% a 4,23 $ in aumento del 13,9% a valuta costante; le vendite del terzo trimestre derivanti dalle operazioni continue sono diminuite del 4,2% rispetto al trimestre dell'anno precedente a 32,6 mld $, in calo del 2,8% a valuta costante, incluso un impatto di 720 punti base da AllianceRx Walgreens come previsto; il reddito operativo del terzo trimestre da operazioni continue è diminuito con una perdita di 320 mln $, rispetto al reddito operativo pari a 1,1 mld $ nel trimestre di un anno fa; il reddito operativo rettificato delle operazioni continue è stato di 1,0 mld $, in calo del 33,5% a valuta costante. Infine, WBA ha venduto 6,0 mln di azioni ordinarie di AmerisourceBergen, con un ricavato di 900 mln $”.

SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. I SEGNALI VENGONO GENERATI UNA VOLTA A SETTIMANA E PUBBLICATI SUL SITO IL LUNEDI MATTINA E VALEVOLI PER TUTTA LE SETTIMANA. IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
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Pagina a cura di SANDRO MANCINI e GIANMARCO LUCHETTI SFONDALMONDO.

(articolo di Sandro Mancini)