Il 13 luglio, WINMARK CORP ha riportato i dati relativi al II° trimestre del 2022: vediamo qui di seguito gli aspetti più interessanti.
Nonostante una fase contingente molto complessa, WINMARK CORP, nel periodo appena concluso, è stata capace di riportare risultati molto interessanti.
Sotto l’aspetto del fatturato, la crescita complessiva dei ricavi è stata tutto sommato piatta, ma occorre fare una doverosa premessa.
Nel 2022, la ripartizione dei ricavi evidenzia una diminuzione della componente legata alla business unit “Leasing” (6,4% vs 15%). WINMARK, come noto da tempo, ha deciso di dismettere (gradualmente) l’area Leasing per potenziare il core business del Franchising.
A fronte di ciò, se confrontassimo le Royalties del Q2 2021 ($ 16,15 mln) vs Q2 2022 ($ 17,86 mln), l’aumento dei ricavi risulterebbe ben più consistente: +10,69%.
La marginalità si conferma molto elevata: il Q2 2022 ha riportato un miglioramento sia dell’EBITDA MARGIN % (+68,6% vs 66,6%) che del NET MARGIN % (47,3% vs 47%).
Inquadrando la fase descritta all’interno della cornice attuale (rischio recessione) si comprende senza difficoltà quanto siano apprezzabili le perfomance di WINMARK CORP.
Analizzando i dati dell’intero semestre 2022, si conferma quanto emerso nell’ultimo trimestre: ricavi e marginalità in (lieve) aumento.
Nel corso del 2022, a fronte $ 22,27 mln di cash flow operativo generati, sono stati investiti $ 3,54 mln in investimenti immateriali.
L’eccesso di cassa, come di consueto, è stato destinato sia al buyback ($ 47,847) sia al pagamento di dividendi (4,052). Per finanziare questa attività, WINMARK ha utilizzato anche capitale di debito (linea di credito da $ 33,7 mln).
Dal 2010 ad oggi, tale strategia ha permesso di restituire agli azionisti ben $ 394 mln ($ 280 mln in riacquisto di azioni proprie e $ 114 in dividendi).
Il buyback rappresenta una modalità molto apprezzata anche da Warren Buffett: dal 2010 ad oggi, WINMARK CORP ha gradualmente ridotto del 31% il numero di azioni presenti sul mercato. Gli azionisti, senza investire nuove risorse, vengono indirettamente premiati: la loro % di possesso sul capitale si incrementa aumentando conseguentemente che la loro “partecipazione” ai dividendi.
Il business di WINMARK è ben consolidato: ad oggi, conta 1.293 affiliazioni in franchising divise in cinque brand. La società ha finalizzato ulteriori 46 accordi per prossime aperture.
Dalla segnalazione (20/06/2020), WINMARK ha già corrisposto dividendi per $ 13,5 per share (Yield 7,9%): a tale aspetto vanno aggiunti anche la variazione della quotazione (+22,41%) e l'impatto valutario positivo dell’EUR/USD (+9,82%).
GRAFICO DI WINMARK:
WINMARK a novembre 2021 ha raggiunto i massimi sfiorando quota $280.
La successiva ondata di debolezza sui mercati ha determinato una flessione del titolo che ha rotto la media mobile a 200 giorni (linea verde) spingendosi fino a circa $180.
Attualmente le quotazioni si apprestano a testare l'area intorno alla media mobile a 200 giorni.
Sotto il profilo fondamentale WINMARK ha confermato tutte le qualità evidenziate in precedenza.
RIEPILOGO DELLE SEGNALAZIONI:
Nell'ultima settimana si è registrato un clamoroso tonfo di FEVER TREE (-33,14%).
La società, a seguito dell'aggravarsi di alcune problematiche logistiche, ha emesso un "profit warning" dimezzando i livelli di EBITDA indicati in precedenza (da £ 63-66 mln a £ 37,5-45 mln).
Sotto il profilo dei ricavi, nei primi sei mesi del 2022, l'azienda ha riportato un apprezzabile incremento del fatturato: +14% .
L'aspetto più preoccupante è legato alla supply chain. La scarsità e l'aumento dei prezzi del vetro hanno impattato (ed impatteranno) pesantemente sui margini del 2022. A tale contesto si è aggiunta una carenza di manodopera nella sede produttiva degli Stati Uniti: in risposta di ciò, la società ha dovuto incrementare il volume delle spedizioni dall'UK andando incontro ad aumenti delle tariffe pari a circa il +50%.
Non c'è dubbio che il perdurare di questa problematica abbia sorpreso e deluso un po' tutti.
Nel medio-lungo periodo l'augurio è che tale situazione possa gradualmente normalizzarsi. Il brand è molto apprezzato, i prodotti appartengono ad una categoria "premium" e la società ha conservato un'ottima solidità patrimoniale.
Le quotazioni del titolo sono più o meno quelle riportate durante la fase acuta del crash del 2020.
Solitamente, operare in prossimità di questi crash non è particolarmente saggio: è meglio attendere un consolidamento per poi valutare un eventuale secondo intervento.