Una settimana molto languida, soporifera, ha ammaliato gli operatori in questa ottava, consentendo un piccolo recupero degli indici statunitensi, a differenza delle piazze europee che invece hanno chiuso sui valori finali della precedente ottava.
Il Dax, tanto per fare un esempio, ha esattamente oscillato attorno al valore dei 13200, chiudendo l'utlima seduta esattamente laddove l'aveva terminata venerdi 18 giugno, appesantito dai timori di una interruzione delle forniture di gas che potrebbero colpire la Germania e l'Italia nel prossimo inverno, fatto che potrebbe spingere al collasso il sistema produttivo, di realtà industriali, fondamentali per l'economia europea.
Tecnicamente, ha un range di oscillazione che dovrebbe essere compreso tra i 12650 e i 13360, in cui potrebbe muoversi nella prossima settimana, senza andare a modificare il quadro generale e le strategie di operatività.
Al di fuori di questi parametri, aprirebbe al rialzo oppure ad una ulteriore accelerazione ribassista.
Aspetto particolarmente iportante, e pertanto da evidenziare, che la debolezza europea appare ancor più eclatante se si considera adeguatamente il fatto che sia l'unica area macroeconomica d'occidente ad avere un tasso d'interesse più basso di 1 punto percentuale in rapporto a Stati Uniti ed Inghilterra, ma neanche questa agevolazione è riuscita a dare un alibi di rimbalzo più forte di quanto accaduto, non sfuttando quindi appieno la bassa volatilità dell'ottava conclusa.
Negli Usa come anticipato, quindi, un rimbalzo più notevole è stato messo a segno dal Nasdaq che è andato a chiudere alla soglia dei 12150 e terminando le contrattazioni in un punto che non scioglie affatto i motivi che sorreggono tesi di downtrend ancora in corso.
Considerando tutti questi elementi, pertanto, si può affermare che la settimana conclusa e ormai alle spalle, è stata come le tante passate in cui i grandi operatori hanno assestato le posizioni, conseguentemente ad un abbassamento della volatilità, prendendo tempo nella valutazione di molteplici aspetti di un ampio spettro di valutazione comprendente sia fattori economici che fattori politici.
Per quanto riguarda l'Italia, inevitabilmente condizionata da piazze maggiori, vede il nostro indice Ftse Mib incastonato in una gabbia che ha come valore alto i 22850 e i 21200 come supporto basso, con uno switch posizionato ai 21750 importante in questo momento storico perchè la perdita di questo appiglio e del successivo, aprirebbe la strada ad affondi più drastici sino ai 19500 punti.
Una infrazione al rialzo della barriera ai 22850 di converso, può spingere il recupero sino ai 23900.
Abbiamo più volte segnalato quanto si stia attendendo, di giorno in giorno, le indicazioni che vengono al momento dell'apertura delle piazze americane, cosa ancor più evidente nei periodi di bassa volatilità, come appunto è stato in quella appena terminata e in questo motivo risiede la ragione delle indagini di mercato ad ampio spettro nel tentativo di prevedere momenti di inversione di trend o di accelerazione.
La settimana che sta per iniziare ci consegnerà i dati relativi al Pil Usa e toglierà il velo sull'inflazione dell'area euro, oltre a numerosi interventi della Lagarde e di Powell, in sedi diverse.
Che la vostra strategia sia basata sull'analisi di mercato o su di un portafoglio di medio/lungo periodo, deve sempre tenere conto dei prezzi di carico, fattore imprescindibile dalla quale solo grandi portafogli possono permettersi l'ardire, essendo difficile per un piccolo risparmiatore tollerare perdite importanti seppur virtuali.
Difficile se non impossibile infatti, è la valutazione della reazione emotiva specie se messa a dura prova da un periodo contro trend che si protrae.
Che si sia scivolati in un downtrend è un fatto tecnicamente ormai da tempo appurato, infatti, ed è un aspetto con cui bisogna fare i conti, modificando o adattando la propria strategia operativa, come anche discusso nell'ultimo articolo, sapendo cogliere l'opportunità di un rimbalzo per quello che offre, principalmente per l'uscita da long in essere già da tempo, senza lasciarsi affascinare dall'illusione di aver centrato l'ennesimo ex punto di minimo.
I mercati, infatti, per mano degli operatori più astuti, sanno essere estremamente sadici tanto da far intravedere un rimbalzo tanto grande con il solo fine di accumulare quante più posizioni short su punti di alto potenziale, salvo poi ritornare ad un trend following direzionale (in questa fase innegabilmente ribassista) nell'arco di pochissime ore, mettendo in scacco matto coloro i quali agiscono contro trend.
I mercati hanno due unici sensi di marcia: salgono oppure scendono, e saper individuare la fase di marcia è la vera mistica missione da perseguire con successo.
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)