Oramai non fa più notizia l'aumento dei tassi da parte delle banche centrali, anche se a dire il vero ha sorpreso il rialzo di 0.75 punti base in un solo colpo, eseguito da parte della Fed, nella serata di mercoledi 15 giugno.
Solo una manciata di riunioni fa, Powell e i suoi colleghi, seminavano tranquilltà, parlando di un livello inflazionistico sotto controllo e destinato a scendere, salvo, poi, in due meeting consecutivi, alzare il livello dei tassi dell'1.25%, non corrispondente a un rialzo pacifico e che dia sensazione di avere la situazione sotto controllo, chiarendo che il termine per il rientro dell'inflazione al target naturale del 2% è fissato al 2024 o, in ogni caso "a couple of years".
Se avessero avuto il polso della situazione, infatti, avrebbero potuto comportarsi come la BoE che ha iniziato molto tempo prima e andando avanti con rialzi contenuti dello 0,25% di riunione in riunione, e ora giunta anch'essa all'1,25% ma dando sensazione di avere ben chiaro il quadro della situazione.
Si direbbe una bella presa in giro, quindi, ma non si può fare, e allora cosa resta è accettarne le conseguenze e prenderne atto.
Con questa presa di coscienza, avevamo già da mesi, oramai settimanalmente avvertito di una discesa dei mercati che, reggetevi forte, in America è più che conclamata per il Nasdaq, meno per il Dow Jones che attende la soglia ai 29800 punti, sporcati e poi ripresi, per salutare gli anni dell'euforia e di bisboccia, e tornare ad una vita equilibrata, non senza prima passare per le forche caudine di una bella cura dimagrante. La discesa infatti, quella vera, inizierà sotto 29800 sempre che vengano infranti, ma, uomo avvisato mezzo salvato, la discesa, quella vera, inizia da li e non di certo dai 37000 apicali di qualche mese fa.
Certamente, vivremo momenti di forti cali alternati come sempre a boccate d'ossigeno, ma rimane e rimarrà un downtrend e quando si è in tale scenario, si hanno tre possibilità:
1- Operare a favore di trend e pertanto affrontare il mercato in short selling andando a pescare dei prezzi alti non appena un rimbalzo si appalesi
2- Entrare long su punti di rimbalzo con il rischio annesso di andare a raccogliere un coltello che cade con il forte rischio di farsi del male e a tal problema si può ovviare ponendosi degli stop loss stretti o a proprio piacere, purchè i valori di stop siano ben fissi e da rispettare
3- Coloro i quali non riescono ad applicare lo stop loss, hanno l'opzione di mediare le proprie posizioni approfittando dei cali di mercato e avere tanta fede.
Analizzando nel complesso queste tre opportunità, c'è da dire che operare a favore di trend e seguendo il capisaldo, "trend is your friend", offre maggiori possibilità in termini percentuali di portare a casa un guadagno. La seconda opportunità, invece, espone al rischio di andare a trovare un punto di minimo, ambizione per nulla facile, ma che garantisce un livello a cui porre argine alle perdite, purchè lo stop loss che ci si è fissati venga rigorosamente rispettato.
Il nostro "ego" è in grado di fare dei danni inenarrabili quando si autoconvince di aver trovato un punto di rimbalzo, così tanto che di fronte all'evidenza pratica di vedere la perdita aumentare di secondo in secondo, si rimane convinti del proprio operato.
Tale problematica, si risolve positivamente solo e soltanto se si sta operando a favore di trend o grazie alla dea bendata, in caso contrario porta a delle perdite pazzesche che, per la ben nota Legge di Murphy, vengono stoppati (persi ndr) esattamente nel punto vero di rimbalzo.
La terza soluzione è quella più in voga tra i gestori di fondi a basso profilo di rischio, tirando in ballo sempre, una non meglio definita, ottica di lungo peridodo, in cui vengono costruiti portafogli basati per lo più su Titoli di Stato e con una mediamente piccola, componente azionaria.
Guardando il grafico di quanto accaduto in pochi mesi nel Btp italiano, se si rientra nella categoria a basso rischio però, viene da mettersi le mani nei capelli, visto il comportamento simile ad un'azione da parte di strumenti generalmente molto meno volatili, ma tutto ciò è frutto delle politiche espansive messe in atto,ad un livello così potente da drogare letteralmente qualsiasi strumento finanziario quotato, sia nei mercati regolamentati, che non. (vedi mondo delle criptovalute in totale subbuglio!)
Un destino li accomuna tutti, in ogni caso, con i prezzi che girano, più si è liquidi e posizionati con posizioni corte o, come nel caso dei Titoli di Stato, con una congrua valutazione della duration e del rischio Paese, maggiore è la possibilità di portare a casa dei guadagni, perchè in caso contrario è prevedibile solo una perdita destinata ad ingrandirsi.
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)