Nella serata di mercoledi si è consumato l'epilogo del quantitative easing dall'altra parte dell'oceano, gli Stati Uniti.
Un rialzo del tassi atteso dal mercato e confermato senza sorprese, che ha fatto scattare le ricoperture su titoli che avevano già percorso un bel tratto di strada discendente, e poi è stata una corsa verso l'alto fino a chiudere ai 13500.
Stessa dinamica è accaduta sui Titoli di Stato a breve e lungo termine che hanno visto un immediato ripiegamento nei rendimenti, ricordando che un ribasso nei rendimenti corrisponde ad un rialzo del prezzo dell'obbligazione.
Tutto in linea quindi, con la classica reazione dei mercati che da sempre agiscono in maniera opposta a quello che razionalmente ci si può attendere, nel momento esatto in cui grandi decisioni vengono prese dalle banche centrali.
Un rialzo dei tassi di 50 punti base, con la promessa di ulteriori rialzi nei prossimi meeting, nel medio termine andrà a pesare, ma appunto, la reazione a freddo, se il dato non sorprende, si intende già scontato e pertanto si vanno a chiudere posizioni in profit per poi andare a cercare altri punti per aggredire il mercato.
La statistica racconta di 9 recessioni su 12 inasprimenti di politica monetaria mentre la speranza è che vi sia quel tanto sospirato "soft landing", una sfida non da poco quella che si trovano a dover affrontare le banche centrali, in un quadro economico-politico tanto complesso quanto scomodo nella tempisitica.
Ciò che è accaduto al giovedì, appunto, mostra il movimento e l'azione effettuata: dapprima la ricopertura e poi, sin dalle prime ore di giovedi 5 maggio, l'affondo vero, con l'indice tecnologico che ha fatto segnare un -6% in sessione intraday, per poi chiudere a -4.99%. Discesa settimanale completata nell'ultima giornata della settimana con un calo del 1.4% che si aggiunge al giorno precedente.
Se due indizi costiutiscono una prova...il trend è sempre più chiaro.
I gestori di portafoglio quindi, sanno cosa fare adesso, con un pasto tanto facile quanto lo era stato all'annuncio del QE.
Il rialzo dei tassi porta a rimodulazioni necessarie ed opportune e su questo non v'è ombra di dubbio.
Il dato finanziario di maggior rilievo, che noi del Lombardreport.com per primi avevamo evidenziato, è connesso con il Bitcoin e tutta la galassia delle criptovalute.
Il crollo dell'11% verificatosi nella sessione di giovedì 5 maggio, seguendo come un ombra il crollo del Nasdaq, ha ufficializzato un fattore rilevante, di cui avevamo iniziato ad ipotizzare sin dal 26 settembre 2021 https://www.lombardreport.com/2021/9/26/ma-quale-evergrande/ :
la galassia cripto ha beneficiato senza più ombra di dubbio, della liquidità immessa dalle banche centrali.
Questa era la situazione al momento dello studio alcuni mesi fa e qui ripresentata.
Al momento il Bitcoin sta ballando sui 34600 $ e tutto sembra presagire un nuovo ritorno al supportone fissato ai 28900 che in questo vecchio studio era stato un'area di rimbalzo che si era fermata poco sopra il target che gli avevamo affidato, in area 44000$.
Quella in basso è la nostra proiezione qualora l'area 28900$ non reggesse l'urto.
Non di certo un soft landing quello che gli toccherebbe..
Ad un profano può sembrare una bazzecola da nulla, qualcun'altro potrebbe anche sorridere ironicamente pensando sia un movimento del tutto naturale.
La realtà è che, concentrandosi per bene sulla natura dei sottostanti e al valore intrinseco che ha il concetto stesso di criptovaluta incensata per essere una valuta sostituiva e pertanto ostile alle monete tradizionali, nelle quali si riconoscono interi Stati, avendo corso legale, soggette a normativa, tale sottostante quindi, sia stato di fatto legalizzato dalla stessa tutrice (la Fed) di una moneta a corso legale, che di fatto ne ha alimentato scambi e conseguentemente la crescita del valore!
Un problema, quello della bolla speculativa sulle cripto di cui anche un alto funzionario della Bce, Panetta, inizia a rendersene conto, viste le affermazioni fatte in settimana, in cui ha sostenuto di vedere una bolla speculativa superiore a quella che si creò con i mutui subprime, nell'ancora non regolamentato mondo delle monete non a corso legale, un sontuoso giro di parole che non scioglie il dubbio sulla concretezza del mondo valutario per intero.
Se questo concetto venisse confermato nel corso dei prossimi mesi, un problema di credibilità inizierà a sorgere attorno alle due maggiori Banche Centrali, credibilità che dovrà essere necessariamente recuperata con azioni decisive.
Solo noi del Lombard Report avevamo da tempo sottolineato ed evidenziato questa abnorme anomalia finanziaria che, non ultimo, ha finalmente fatto cadere il velo dell'omertà, se ancora qualche dubbio vi fosse, sulla reale natura delle cripto che sono di diritto da annoverare tra le comuni attività finanziarie al pari di una qualunque azione quotata sui listini mondiali, con la non trascurabile anomalia, della totale non regolamentazione, del mondo in cui questi strumenti vengono scambiati.
Il volume di grandezza che gli scambi su questi strumenti ha acquisito negli ultimi due anni, ha tutte le fattezze per farci temere che da qui potrebbe venire una grande insidia per il futuro prossimo dell'economia, e di questo "incidente", lo abbiamo già sottolineato, le banche centrali e le autorità di regolamentazione, dovranno inevitabilmente tenere conto.
Sarà la fine del Far West, ma quanti ne usicranno indenni?
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)