Banchieri centrali alla ricerca del tasso naturale


Il momento è storicamente uno dei più delicati per le banche centrali di tutto il mondo, dopo aver speso ed inondato il mondo finanziario di liquidità, altrettanto disperatamente ora, sono alla ricerca del punto di equilibrio tra recessione e tamponamento dell'inflazione sempre con l'unico inossidabile obiettivo, difendere il risparmio.

E allora, come si stanno muovendo le maggiori istituzioni? Andiamo a vederle nel dettaglio, una per una.

In settimana, in UK , il tasso di inflazione ha raggiunto il 9% andando oltre la metà di quanto solo sei mesi fa si aspettava la stessa BoE. Nell'anno in corso, il suo governatore ha già perseguito 3 rialzi da un quarto di punto ognuno, cercando di calibrare, step by step, la migliore strategia/terapia per il tanto agognato soft landing.

In Usa, la Fed ha provveduto al primo rialzo di 0,5 punti base e si appresta ad altrettanti rialzi entro la fine dell'anno per portare i tassi ad un valore prossimo ai 2 punti percentuali, anche se svariati ed illustri commenti oltreoceano, convergono su un tasso "normale" da perseguire, al 3,5%.

In area euro, il punto di vista è molto più simile a quello osservato dalla BoE, prevedendo rialzi modesti e tendenzialmente con l'obiettivo di non andare mai oltre il 2% nel medio periodo, apprestandosi al primo rialzo dell'ultimo decennio, probabilmente nel mese di luglio prossimo.

Come detto, mantenere l'economia in moto e tamponare l'inflazione è un obiettivo arduo e molto complicato da raggiungere, se a questo si aggiunge il fatto che il conflitto ponga in uno stato di tensione soprattutto i paesi maggiormente dipendenti da petrolio e gas, come appunto tutti noi europei.

 I prezzi dell'energia sono stati i maggiori responsabili del balzo in alto dell'inflazione in Gran Bretagna evidenziando una sostanziale differenza con gli Stati Uniti. 

Ma come sono andati i mercati nella scorsa settimana e cosa c' da attendersi?

Partiamo con il dire che c'è stato un timido rimbalzo in Europa, messo in atto prettamente nelle primissime ore di contrattazione di ogni singola giornata. Tale rimbalzo, a causa delle due differenti marce tra Usa  ed Europa, ha subito delle rettifiche, quasi tutti i giorni, nelle ore pomeridiane, successivamente all'apertura di Wall Street.

Il fenomeno è presto spiegato con il quantitative easing ancora esistente qui in Europa, che ancora fa manifestare episodi di carry trading (denaro preso a prestito a basso costo e immesso nei mercati, spesso in attività di day trading) che va a scontrarsi con la corrente in direzione opposta che si va ad incontrare e scontrare con la direzione di Wall Street, quando il mercato statunitense, in correzione dai massimi a causa del denaro drenato dalla Fed, inzizia a contrattare e a dettare il ritmo, indicando il futuro prossimo per quei mercati che ancora vengono sorretti dagli "stimoli monetari"

Prendendo il Future Nasdaq come riferimento, e dopo aver visto quanto accaduto nella giornata di venerdì, manteniamo il target di breve periodo ai 10700 punti, laddove il mercato prenderà una sosta di valutazione.

Come per gli altri punti determinati in passato, ultimo gli 11800, gli operatori saranno in attesa-potrebbe esserci un rimbalzo tecnico come accaduto agli 11800 e quindi di circa 700 punti, salvo poi tornare a testare il valore (rotto al ribasso proprio venerdi 20 maggio ndr)- come potrebbe esserci un affondo ulteriore alla ricerca di nuovi target ma questa ipotesi al momento sembra un pò troppo hard.

Per quanto riguarda le azioni italiane, avevamo messo nel microscopio Biesse e qualche piccola soddisfazione l'ha regalata.

Come visibile in figura, dall'uscita dei 16€ è andata a guadagnare ancora terreno ma non sino ai 17,80€ dove avevamo dato il target, avendo subito il semaforo rosso all'apertura di Wall Street.

Tuttavia, anche a target non conseguito, mantiene una discreta forza.

L'obiettivo, in questa fase, deve essere lo stock picking, prendendo pertanto azioni con dinamica forte e prendendo il guadagno non appena si presenta l'occasione per poi uscire dal titolo, essendo le acque, in generale, tendenzialmente agitate.

E' lecito valutare di tenerla in portafoglio per un tempo più lungo, solo se superasse i 18€, e ad oggi, non è una conclusione così  scontata.

Un'ultima azione ha catturato l'attenzione nelle ultime settimane.

D'Amico Shipping

Ha già vissuto un bel perido di rimbalzo dai punti di minimo, portandosi a ridosso dei 0,16€ e già, è bene dirlo, sembra ver fatto molto, seppur, in un timeframe di lungo periodo, evidenzi la possibilità di ben più ampie possibilità, ma se e quando accadrà sarà solo il mercato a deciderlo e le condizioni in cui andrà ad esprimersi.

Per essere ancora più chiari, ci riesce difficile pensare a grandi exploit in presenza di una tendenza prettamente ribassista.

L'affondo sotto gli 11700 nel future Nasdaq di venerdì, lo ha fatto scendere di ulteriori 200 punti, senza dare sosta alle vendite. Va anche segnalato il recupero nell'ultima mezz'ora di contrattazione ufficiale che ha rianimato leggermente le speranze di una fine prossima della discesa, ma non si vedono ancora gli estremi tecnici per poter parlare di rimbalzo. 

Eventi del genere sono in grado di trascinare tutto quanto di azionario è quotato, senza fare distinzione tra buone e cattive realtà.

Di tutto questo un investitore deve sempre tenere conto se vuole portare a casa salva la pelle.  

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)