Buon fine settimana a tutti. Oggi iniziamo dal punto in cui ci siamo lasciati la volta scorsa. Certamente in questo periodo le idee languono così come gli scambi sul nostro mercato. Pensate che un paio di sedute fa ho fatto un piccolo screenshot ad una delle mie watchlist riguaranti i titoli quotati sull'Euronext Growth (ex AIM per intenderci). Arrivati all'ora di pranzo non era stato registrato nemmeno uno scambio! Questo è indice della TOTALE assenza di operatori o se preferite di liquidità. Certamente sono titoli sottili ma situazioni del genere non le ricordo.
Nel finale della passata ottava Vi avevo indicato tre azioni in particolare: Unicredit, Biesse e Saipem (link articolo: https://www.lombardreport.com/2022/5/14/commento-settimanale-36/).
Sulla prima, Unicredit, la mia idea era duplice: un acquisto alla garibaldina (con stop inevitabilmente più largo e posto in area 8.80) oppure sperare in una debolezza tra 9.10 e 9.40 sfruttabile per qualche piccolo bid in modo da ridurre lo stop. Questo il grafico che si presentava ai nostri occhi:
De facto il ritracciamento verso 9.10-9.40 NON c'è mai stato e l'azione ha proseguito la sua salita quasi per inerzia dovuta evidentemente al boost delle sedute precedenti e si è diretta verso la mia prima area target a 10.30-10.40 (massimo settimanale a 10.226 euro) chiudendo l'ottava a 9.94. Il rialzo settimanale è stato del +1.8 % dal close di venerdì scorso. Sostanzialmente quindi se si fosse optato per un acquisto alla garibaldina non si sarebbe comunque perso nulla e al limite guadagnato una colazione. Per il momento continuerò a seguire l'azione ma senza alcuna idea operativa per le prossime sedute dal momento che le aree indicate (10.30-10.40) sono state lambite anche se non centrate pienamente.
E' andata meglio alla seconda azione proposta: Biesse. Qui il risultato è stato un buon +6.17% essendo stato centrato in pieno il target proposto. In questo caso il boost post dati mi era sembrato sufficientemente forte da poter pensare ad una continuazione dell'uptrend con possibili ulteriori allunghi posti tra 16.90-17.20 avendo uno stoploss iniziale a 15 euro (dal close di venerdì scorso di 16.20) da alzare nella seduta di martedì sul minimo fatto segnare lunedì. Il mio studio grafico era stato il seguente:
L'open settimanale a 16.16 (seduta di lunedì) ha fatto segnare un primo minimo di barra daily a 15.91 che ha permesso già dalla seduta di martedì di portare lo stop loss da 15 euro a 15.91 potendo così stare a mercato quasi senza rischio. Mercoledì il massimo è stato a 17.29 euro e poi c'è stato qualche take profit complice la debolezza generalizzata dei mercati. Certamente nulla di entusiasmante ma in tempi come questi ci si arrabatta in qualche modo. Mission completed.
L'ultima idea di trade (medium term e da tenere in vista dell'aumento di capitale molto diluitivo) è stata sulle azioni Saipem. La mia sensazione era quella di un possibile short squeeze (salita "forzata") da sfruttare con eventuali aree di intervento (quindi non livelli precisi) poste a 1.085, 1.13-1.15 ed infine a 1.20. In questi casi è un pò come cercare di domare un cavallo imbizzarrito: sai che prima o poi si calmerà ma non sai quanto lo short squeeze farà salire il prezzo. Ad ogni modo la trigger della strategia non era certo quella di entrare long ma consisteva nell'entrare short sul titolo ipotizzando 3-4 ingressi scaglionati in vista dell'aumento di capitale. Lo studio grafico proposto era stato il seguente:
In questo caso i livelli sono stati centrati in pieno: 1.085 (testato come minimo di giovedì) poi 1.13/1.15 ed infine 1.20 sfruttando la stupidità delle macchinette (che ringraziamo). Venerdì il titolo ha chiuso a 1.079 (quindi pari o leggermente positivi sul primo lotto, in gain del 5% sul secondo e del 10% sul terzo). Lunedì ci sarà l'accorpamento ed il prezzo RETTIFICATO sarà pari a 5.138 euro (close di venerdì a 1.079 euro). Purtroppo qualche ignaro risparmiatore crederà di aver guadagnato dal momento che vedrà un prezzo più alto ma sappiamo bene che NON è così e che l'azionista dovrà mettere ancora più soldi per non vedere la sua quota iper diluita in una società che negli ultimi anni ha bruciato cassa e la cui quotazione è passata da oltre 40 euro a 1 euro nonostante gli innumerevoli aumenti di capitale che sono stati fatti negli anni. Più che rimanere col cerino in mano, l'ignaro risparmiatore è rimasto con un bel cero. Seguiremo l'evoluzione di questa idea di trade (short) quando partirà l'aumento.
Ed ora analizziamo i mercati. L'America ha provato a rimbalzare martedì ma alla fine non ce l'ha fatta ed ha testato nuovamente i minimi della passata ottava. Incredibile il protrarsi del ribasso per così tante settimane consecutive: siamo a sette sul Nasdaq Composite. Un sentiment così negativo da parte degli operatori si è visto eccezionalmente negli anni. Il selloff non è certamente finito e nulla toglie al fatto che siamo in territorio orso (che tra le altre cose è stato per un attimo sfiorato ieri anche dall'S&P500). Certamente non siamo più nel mood "buy the deep" (compra sui ribassi, ndr) ma nel vendere i rimbalzi o se preferite "shortare" le resistenze. Il quadro continua a rimanere troppo debole ed incerto anche se credo che l'inflazione rientrerà leggermente nei prossimi mesi (mi riferisco agli Stati Uniti). La Fed è sempre stata LA Banca Centrale seguita poi a ruota dalle altre banche centrali mondiali nel modulare i tassi. Paul Volcher, alla Fed tra il 1979 ed il 1987 con i presidenti Carter e Reagan, quando l'inflazione era al 7-8% ha alzato i tassi senza troppi indugi. Negli ultimi anni le Banche Centrali (Fed e BCE) sono state molto politicizzate a mio avviso e questo va nettamente contro il mandato che prevede l'assoluta neutralità della politica monetaria. Penso agli innumerevoli tweets di Donald Trump che voleva le briglie sciolte sui tassi o a quando molti politici nostrani ma non solo (Macron per le elezioni in Francia) si sono accaniti contro le politiche monetarie della BCE. Tra tassi USA ed europei nella storia c'è stato uno spread attorno all'1%: se in USA siamo al 3% è possibile che la BCE proceda almeno fino all'1% e poi valuterà. Per ora la Lagarde oltre ha deciso di non fare nulla continuando a prendere tempo.
Ciò che mi colpisce nei ribassi del mercato statunitense è la sua lentezza e costanza. I titoli vengono venduti incessantemente senza panico ma in modo estenuante, segno che gli algoritmi sono tarati in modo da fare pressione e non lasciar "respirare" o rimbalzare il mercato. Di seguito trovate il Nasdaq 100 su un timeframe orario.
La mia sensazione è che ci possa essere a breve un rimbalzo (in USA) per via del fatto che c'è troppo pessimismo tra le mani che muovono il mercato e questo nella finanza comportale dice una cosa sola: se il mercato è sbilanciato da un lato è probabile che vada dalla parte opposta. Questo lo notiamo in un grafico che avevo giù pubblicato tempo fa e che rappresenta l'eccesso di pessimismo che tende a coincidere con un bottom anche se non sappiamo se è assoluto o relativo (Fonte: SentimenTrader).
Per quanto concerne il mercato italiano i livelli proposti la settimana scorsa erano posti a 24100, 23900, 23500 (area baricentro) ed infine a 23000. Come sempre le linee tratteggiate rappresentano l'evoluzione della "previsione". Ottima l'idea del "tappo" posto a 24100 (area di massimo di lunedì e venerdì) così come quella dei 23500 nella seduta di venerdì quando l'America ha chiuso in forte ribasso. Meno bene invece l'area dei 23900 che di fatto non ha funzionato.
Il quadro grafico daily del nostro future è a dir poco incomprensibile ai miei occhi: le giornate rialziste si alternano a quelle ribassiste e a differenza degli Stati Uniti che sono in netta discesa probabilmente siamo compensati (una volta tanto!) dal settore bancario anche perché il rialzo dei tassi nel lungo termine permetterà alle banche di migliorare i margini. Credo che la tentazione degli operatori sia quella di puntare al doppio minimo (minimi di marzo) ma la realtà ora come ora è quella di un andamento laterale tanto più che andiamo verso la stagione estiva e quindi operativamente parlando ci possiamo scordare l'idea dei breakout.
Per le prossime sedute monitorerò i 24200 (massimi settimanali), i 23400 (minimi settimanali) e poi come area baricentro quella dei 23750. I 23000 al momento rimangono un punto supportile che non escludo possa essere raggiunto. Di seguito il grafico daily ed orario.
Prima di congedarmi ricordo a tutti che lunedì la maggior parte delle azioniitaliane staccherà il dividendo e questo rischia di inficiare qualunque tipo di studio previsionale. L'ammontare complessivo dello stacco è già incluso nel derivato ma non nell'indice. Di seguito trovate alcune delle società coinvolte.
Buon fine settimana a tutte le lettrici e lettori.
Ad maiora!
PNA
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)