Mercato obbligazionario: in attesa della FED


In attesa della riunione della FDE, prevista per il 3 e 4 maggio prossimi, i mercati sono in fibrillazione e temono che il rialzo dei tassi possa accelerare a mezzo punto secco. A questo si aggiunge anche il Tapering, con il compratore di ultima istanza (leggasi la Banca Centrale) che sta per uscire di scena e quindi gli investitori che sono usciti dalle azioni non stanno certo correndo a comprare bond.

A questo aggiungiamo un pessimo dato trimestrale del PIL a stelle e strisce e, naturalmente, la guerra tra Russia e Ucraina che continua senza sosta e non lascia adito a sperare in qualcosa di buono. Per ben che vada, il conflitto rimarrà con queste connotazioni per lungo tempo, se le cose vanno male invece sappiamo già quali scenari si aprono innanzi a noi…

Tornando al PIL americano, fa un po’ specie leggere su alcuna stampa specializzata che il dato pubblicato giovedì scorso abbia colto di sorpresa un po’ tutti. Fa specie perché, almeno personalmente, non mi aspettavo certo un dato positivo, visto l’andazzo degli ultimi mesi e visto che è piuttosto chiaro che siamo in recessione bella e buona. Ma quello che si legge è che “forse” c’è un rallentamento, “forse” c’è il rischio di andare in recessione, “forse” c’è lo spettro della stagflazione dietro l’angolo…

Esattamente come è accaduto per l’inflazione che è solo “temporanea”.

Sta di fatto che a fronte di un’attesa di crescita del PIL pari a circa l’1% la realtà ha sfornato un bel -1,4% mai così male da due anni a questa parte. Effetto rimbalzo post Covid già bello che terminato, inflazione alle stelle, Cina in finto lockdown per aiutare l’amica Russia a punire l’Occidente facendo mancare le materie prime (da cui dipendiamo in modo vergognoso) alla produzione così da mandare KO le economie USA ed europea.

Francamente, pensare o sperare che con questo quadro di contorno economia e mercati possano prosperare è davvero dura. E come è normale che sia in questa fase del ciclo economico, anche i bond scendono e i rendimenti si alzano. Intanto aspettiamo le mosse della FED e poi quelle della BCE, ma per loro non sarà facile provare a tenere dritta la barra del timone, strette nella morsa del dover decidere tra stagflazione o dura recessione.

Quale sarà considerato il male minore? Come sempre, lo scopriremo a cose fatte.   

Analisi ZC-Yield Curve
La lettura della ZC-Yield Curve mostra un ulteriore e deciso rialzo dei rendimenti su tutto il tratto della curva. Infatti, rispetto alla scorsa analisi il rendimento della scadenza a 10 anni continua imperterrito a salire portandosi ora in area 1,71% rispetto all’1,23% precedente, mentre la scadenza trentennale si porta ora in area 1,45% rispetto all’1,04% precedente, rendendo ormai quasi piatta la curva per le scadenze dal 2033 al 2042. Abbastanza stabile la conformazione della curva, che sulla parte a breve conferma l’accelerazione verticale così come l’accentuata inclinazione negativa per le scadenze dal 2037 in poi. La curva evidenzia ora un massimo di rendimento proprio sulle scadenze 2036-2037, in netto aumento rispetto alla scorsa analisi, passando all’attuale area 1,89% dal precedente 1,32% di rendimento. Pur nel loro nervosismo sono abbastanza stabili i tassi forward su Euribor 6 mesi, sia sul tratto a breve sia su quello a lunga. La curva è sempre impennata sulla parte a breve e fornisce ora previsione di tassi positivi già per la seconda parte del 2022. In decisa salita anche il tratto a lunga ora ben sopra area 2,00% e con punte sino ad area 2,27%.


Analisi Integrata Trendycator
Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei principali benchmark decennali, non ci possono essere dubbi sul nuovo corso intrapreso dalle obbligazioni su tutte le aree valutarie esaminate. Il modello Trendycator è sempre LONG su tu tutti governativi delle principali aree valutarie, con l’area UK che ha ora rendimenti in ulteriore salita verso area 2,00% per il GILT e con Trendycator in stato LONG. Il BUND, ormai irreversibilmente in area di redimenti positivi, ha una fiammata sino ad area 1,00% di rendimento per poi ritracciare leggermente e assestarsi poco nei pressi di area 0,90% con Trendycator stabile in stato LONG. Al rialzo anche i rendimenti del nostro Btp decennale, complice anche lo spread in allargamento verso 190 bps, ora in viaggio verso area 3,00% con Trendycator sempre LONG. Infine, l’area USA con i rendimenti del Treasury decennale che sono volati sino al 3,00% per poi ripiegare leggermente e assestarsi poco sopra area 2,80% con Trendycator sempre LONG.

Bond Governativi Mondo Weekly Ranking
Consueta sezione dell’analisi sui mercati obbligazionari, con l’introduzione sotto forma di ranking dei bond governativi mondiali con qualunque rating. In alcuni casi, per alcuni emittenti o per alcune valute, il rapporto rischio/rendimento di questi bond può essere anche piuttosto speculativo. Il ranking considera i bond benchmark decennali in tutte le valute di emissione.

Analisi in evidenza
Proseguiamo la nostra consueta analisi del cambio EUR/USD (Fig.5), importante valuta di riferimento per gli investimenti sul reddito fisso, vista la grande varietà di bond denominati in questa valuta. Come preventivato, l’importante supporto in area 1,06 è stato testato seriamente e la seconda volta non ha retto.

Il quadro in ottica strategica, che già nel corso delle settimane avevamo ben inquadrato, ha fatto il suo corso e ora siamo ormai ad un soffio di area 1,03 supporto storico che resiste ormai da quasi sei anni. Su quel livello si giocherà una partita molto importante per il cambio EUR/USD: sotto quel livello si aprono spazi di rafforzamento della valuta USA che ci riportano indietro di un ventennio, quando il cambio era sotto la parità.

Da qui in poi la cautela deve essere al massimo. Il supporto a 1,03 rappresenta anche un livello cruciale anche sotto il profilo psicologico. Una reazione, anche violenta, di rimbalzo ci sta tutta dopo che l’euro non ha fatto che scendere ininterrottamente da un anno a questa parte.

Al momento le premesse per un euro in rimonta non sono molte, ma anche gli USA non se la passano bene a livello economico, per cui stiamo con gli occhi bene aperti. Ribadiamo ancora che, mai come in questa fase, oltre alle evidenze tecniche (Trendycator ancora saldamente SHORT), non perdiamo di vista gli sviluppi sul fronte della crisi internazionale e sui dati macro.