Oggi analizziamo una categoria di obbligazioni che piace a istituzionali e investitori professionali ma che incontra difficoltà di acquisto da parte del retail. Pregi e difetti. Una lista di alcuni dei più seguiti.
Cedole & dividendi
Quotazioni in netto ribasso anche in un comparto obbligazionario molto seguito dagli istituzionali e che presenta invece qualche difficoltà di accesso al pubblico retail. Si tratta degli ibridi societari.
Cosa sono
Per obbligazioni ibride si intende un tipo di strumento di debito che si pone come via di mezzo tra debito puro e capitale di rischio (ovvero le azioni), rappresentando un compromesso fra i due strumenti finanziari. Si tratta di titoli che comportano più rischi rispetto alle obbligazioni normali (senior) ma che possono anche risultare più remunerativi. Rispetto alle obbligazioni classiche sono meno protetti: se l’azienda, che le ha emesse, fallisce e va in liquidazione, i bond ibridi saranno tra gli ultimi a essere risarciti. Nell’ordine di rimborso i detentori di bond ibridi sono seguiti soltanto dagli azionisti. Da sorvegliare è la “call”.
Punti forti |
Punti deboli |
● Rendimenti storicamente più elevati rispetto a quelli degli equivalenti corporate senior ● Presenza di una “call” (rimborso anticipato a 5 o 10 anni), che viene quasi sempre esercitata. In caso contrario la componente cedolare salirebbe e non di poco. In presenza di non esercizio il bond perderebbe la possibilità di essere equiparato al capitale azionario ● Non ci sono rischi di conversione automatica, come avviene invece per i CoCo bancari ● In questa fase molti quotano sotto 100 e garantiscono quindi rendimenti maggiori annullando il rischio di “call” |
● Volatilità maggiore rispetto ai corporate classici ● Molti sono trattati solo su Borse estere (soprattutto tedesche) e come tali acquistabili esclusivamente da operatori classificati come professionali ● Tagli nella maggior parte dei casi elevati (100.000). Solo pochi – soprattutto tedeschi – hanno lotto minimo 1.000 ● La componente reddituale da cedole è mediamente bassa, poiché molti di questi titoli sono stati emessi negli ultimi anni, in presenza di politiche monetarie espansive |
Sette a confronto
Enel 1,875% perpetual |
Call 2030 (swap 5 anni + 3,011%) |
XS2312746345 (taglio 100.000 €) |
77,6 € / 5,7% alla call |
Iberdrola 3,25% perpetual |
Call 2025 (swap 5 anni + 2,973%) |
XS1890845875 (taglio 100.000 €) |
99,9 € / 3,3% alla call |
Telefonica 2,875% perpetual |
Call 2027 (swap 8 anni + 3,071%) |
XS2056371334 (taglio 100.000 €) |
88,6 € / 5,4% alla call |
Total 2,625% perpetual |
Call 2025 (swap 5 anni + 2,148%) |
XS1195202822 (taglio 100.000 €) |
96,5 € / 3,9% alla call |
Vodafone 3,1% 2079 |
Call 2024 (swap 5 anni + 2,669%) |
XS1888179477 (taglio 100.000 €) |
99,8 € / 3,2% alla call |
Volkswagen 5,125% perpetual |
Call 2023 (swap 10 anni + 3,35%) |
XS0968913342 (taglio 1.000 €) |
102,3 € / 3,3% alla call |
Volkswagen 3,5% perpetual |
Call 2025 (swap 5 anni + 3,746%) |
XS2187689034 (taglio 100.000 €) |
96,3 € / 4,8% alla call |